Perchè sostengo Hamas

E perché dovreste farlo anche voi

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Kevin Barrett
kevinbarrett.substack.com

Nelle False Flag Weekly News di questa settimana (per una volta) ho superato persino Cat McGuire nel dire cose che non piacciono all’ADL [Anti-Defamation League]. Infuriato per il genocidio di Gaza, mi sono lasciato andare a molti commenti poco lusinghieri e/o infiammatori sul Popolo Eletto e sul suo Stato Eletto. Ma, tra tutte le cose che ho detto, quella che l’ADL odierà di più è la mia aperta dichiarazione di sostegno ad Hamas.

E questo, ovviamente, è il motivo più ovvio per sostenere Hamas: “loro” davvero, davvero non vogliono che voi lo facciate. Gli strateghi che stanno cercando di portare avanti il genocidio della Palestina forse si rendono conto che, se un numero significativo di Occidentali inizierà a sostenere apertamente Hamas e il resto della resistenza palestinese, per i Sionisti non ci saranno più speranze di successo. Ecco perché hanno usato tecniche propagandistiche avanzate per iniettare l’obbligatorio “non sostengo Hamas, ma” nell’inconscio collettivo dell’Occidente in generale e dei suoi cittadini relativamente addentro alle cose della Palestina in particolare.

A “loro” non importa se condannate il massacro di migliaia di donne e bambini gazani. A “loro” non importa se sostenete una soluzione a due Stati o addirittura ad uno Stato solo. A “loro” può andare bene se chiedete un cessate il fuoco. A “loro” non importa se pronunciate parole come apartheid o addirittura genocidio.

È come quando Joel Stein aveva detto: “Non mi interessa se gli americani pensano che siamo noi a gestire i media, Hollywood, Wall Street o il governo. Mi interessa solo che noi continuiamo a gestirli”. La posizione sionista è: “Non mi interessa se gli americani pensano che stiamo commettendo violazioni dei diritti umani, apartheid o genocidio. Mi interessa solo poter continuare a farlo”.

Gli americani che si lamentano delle violazioni dei diritti umani, dell’apartheid e del genocidio perpetrato dai Sionisti non li fermeranno. Saranno fermati solo con la minaccia delle armi. Ed è davvero importante che la gente sostenga il diritto delle vittime di genocidio di prendere le armi e fermare il genocidio.

Gli Ebrei, che si considerano vittime paradigmatiche di un genocidio, dovrebbero essere i primi a sostenere la resistenza armata contro il genocidio. E, in effetti, gli Ebrei più intelligenti e coraggiosi lo fanno. Guardate cosa ha da dire David Rovics sul fatto che Al-Aqsa Flood è la nuova rivolta del Ghetto di Varsavia:

Hamas è la cosa più vicina a un governo eletto mai avuta dai palestinesi. In effetti, l’ultima volta che si erano tenute delle vere elezioni nei territori occupati della Cisgiordania e di Gaza, Hamas aveva vinto con una maggioranza schiacciante…. Combattere fisicamente contro un esercito di occupazione, secondo il diritto internazionale che tutti i Paesi del mondo hanno sottoscritto da tempo, è giustificato e non è “terrorismo”.

Perché sostenere Hamas è strategicamente saggio

In qualsiasi lotta tra due parti, l’esito sarà in gran parte determinato dall’intensità del sostegno di cui gode ciascuna parte in conflitto. Paesi piccoli e deboli come il Vietnam e l’Afghanistan sono stati in grado di sconfiggere i potenti Stati Uniti perché erano molto più impegnati a porre fine all’occupazione statunitense di quanto gli americani fossero impegnati a mantenerla. Come i palestinesi di oggi, erano disposti ad accettare un rapporto sbilanciato di vittime mentre continuavano ad aumentare il prezzo dell’occupazione, fino al punto in cui l’occupante aveva deciso di smettere di pagarlo.

L’apparato propagandistico occidentale attualmente permette e tacitamente incoraggia l’intensità dei sentimenti filo-sionisti, mentre rende tabù quelli pro-Resistenza. “Sto dalla parte di Israele” è accettabile, persino obbligatorio; “Sto dalla parte di Hamas” è praticamente illegale e impensabile.

Quando la fazione A sostiene con passione e intensità i suoi combattenti, mentre la fazione B borbotta scuse e dichiarazioni obbligatorie, ovviamente la fazione A godrà di un vantaggio morale che si tradurrà in un vantaggio sul campo di battaglia. Ma, quando il lato A è un aggressore criminale e un genocida, può avere difficoltà a mantenere l’intensità del suo sostegno e potrebbe non riuscire ad impedire che persone neutrali e che hanno a cuore la giustizia diventino appassionati sostenitori dell’altra parte. Quindi userà tutti i trucchi della propaganda per evitare che i sostenitori neutrali e tiepidi della parte avversa diventino audaci e appassionati.

Il modo migliore per cambiare la finestra di Overton pro- genocidio è lanciarvi dentro un mattone. Un mattone a cui è legato un semplice messaggio: “IO SOSTENGO HAMAS”.

I fautori della guerra in Vietnam erano davvero schiattati dalla rabbia quando Jane Fonda aveva dato il suo appoggio ad Hanoi, mentre migliaia di americani si riversavano nelle strade per gridare il loro sostegno ai Viet Cong: “Ho, Ho, Ho Chi Minh, NLF vincerà!”. Ma questo, e le truppe statunitensi che facevano fuori i loro stessi ufficiali, è ciò che aveva posto fine alla guerra. Le lamentele umanitarie sui bambini uccisi e sui massacri di My Lai erano state utili solo perchè erano riuscite a far incazzare abbastanza persone e a far capire loro che i combattenti della resistenza vietnamita erano i buoni e lo Zio Sam il cattivo, e che tutte le persone rispettabili avevano il dovere morale di sostenere la resistenza vietnamita. Questo aveva radicalmente spostato la finestra di Overton, al punto che “ritirarsi il prima possibile e al diavolo le conseguenze” era diventata una posizione intermedia e poi una realtà politica.

Se riusciremo a far sì che un numero piccolo ma significativo di americani faccia apertamente e sfacciatamente il tifo a squarciagola per Hamas, questo avrà sul Governo di Occupazione Sionista (ZOG) lo stesso effetto che Al-Aqsa Flood ha avuto sugli israeliani: li farà impazzire, farà breccia nel loro gonfio senso di invulnerabilità e li inciterà a scatenarsi in modi irrazionali e strategicamente controproducenti. ZOG si toglierà la maschera e mostrerà all’America il suo vero volto psicotico e genocida, proprio come gli israeliani hanno mostrato il loro alla regione, ai Paesi BRICS e al Sud globale.

E la finestra di Overton si sposterà. Presto “basta con gli aiuti a Israele” e “la soluzione ad uno Stato” diventeranno posizioni intermedie e poi realtà politiche.

Perché sostenere Hamas è un dovere morale

Ho iniziato spiegando perché sostenere Hamas è strategicamente saggio, piuttosto che affrontare l’argomento morale, perché gran parte del mio pubblico capisce già quello che sto per dire. Per loro, i vantaggi strategici del sostegno ad Hamas potrebbero non essere evidenti, anche se gli argomenti morali lo sono.

Rischio quindi di sminuire l’ovvio sottolineando che il punto più importante – la foresta che la gente non vede guardando gli alberi – è che la causa palestinese è giusta e quella sionista ingiusta. Ogni teoria della guerra giusta, sia essa cristiana, islamica o laica, si basa sul principio di non aggressione: la parte che inizia l’aggressione, in questo caso dopo aver attraversato il mare per invadere, uccidere e rubare la terra e le proprietà dell’altra parte, è nel torto, mentre chi combatte per fermare l’aggressione è nel giusto. Chiunque sano di mente che si prenda il tempo di studiare la storia della Palestina in modo ragionevolmente completo e imparziale non può non arrivare alla conclusione che nella storia non c’è mai stata una guerra più ovviamente e completamente giusta della guerra palestinese contro l’invasione, l’occupazione e il genocidio sionista.

E di tutte le grandi bugie pronunciate nella storia, non ce n’è mai stata una più grande di “Il conflitto israelo-palestinese? È complicato”. No, non lo è. E non è un conflitto, è un genocidio. I diritti e i torti non sono affatto complicati.

I tentativi sionisti di offuscare l’ingiustizia del loro progetto genocida sono così assurdi che farebbero ridere se in questo momento non ci fossero più di mille bambini gazani sepolti sotto le macerie di quelle che erano le loro case, bambini che in alcuni casi soffrono e muoiono lentamente, rapidamente e misericordiosamente in altri. Consideriamo le scuse più popolari:

“Yahweh ci ha dato la Palestina 3.000 anni fa. Sicuramente questo dovrebbe contare qualcosa! Cosa? Non onorate gli accordi immobiliari di Yahweh di 3000 anni fa?!”

“Ci meritiamo la Palestina a causa dell’Olocausto. Allora, perché Israele non è in Germania? Umm… la prossima scusa!”.

“Siamo un gruppo etnico e quindi meritiamo uno Stato tutto nostro. E sì, sappiamo che ci sono decine di migliaia di gruppi etnici sulla Terra e che praticamente nessuno di loro ha uno Stato, ma noi siamo così speciali da meritarne uno! E se non siete d’accordo, siete antisemiti!”.

“Siamo sempre entrati in conflitti terribili con tutti i nostri vicini e siamo stati espulsi da più di 100 Paesi senza alcuna ragione se non quella che ai nostri vicini piace perseguitarci inutilmente, quindi dovreste simpatizzare e stare dalla nostra parte qualunque cosa facciamo”.

“Ci sono un sacco di terribili ingiustizie, quindi se ti lamenti di questa, devi essere un antisemita!”. Versione alternativa: “Gengis Khan (o Pol Pot o Stalin o Hitler) ha ucciso più persone di noi, quindi perché ci attacchi, antisemita?”.

“I palestinesi e i loro sostenitori, come li dipingiamo con la nostra macchina di propaganda, sono persone molto cattive e malvagie, quindi dovreste fare il tifo per noi mentre rubiamo le loro cose e li sterminiamo”.

“Siamo una democrazia, anche se abbiamo ucciso o espulso la maggior parte delle persone che avrebbero dovuto votare alle nostre elezioni”.

“L’esistenza di Israele è davvero, davvero vantaggiosa per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, anche se fa sì che miliardi di persone in paesi geopoliticamente cruciali e ricchi di energia odino visceralmente l’America”.

“Dovete sostenerci perché chiamiamo i nostri nemici ‘terroristi’ e con altri brutti appellativi”.

E, quando tutto il resto fallisce:

“Sosteneteci e fate quello che diciamo, o non lavorerete mai più in questa città!”.

Confutare gli argomenti attuali a favore dell’esistenza di Israele sarebbe superfluo e un insulto all’intelligenza del lettore. Non sono nemmeno argomenti, ma solo grugniti inarticolati e incoerenti, ululati di una velenosa psicopatia tribale.

Ma forse vale la pena di analizzarne uno: l’accusa del sangue nei confronti dei “terroristi”. Il terrorismo è solitamente definito come “una tattica militare che consiste nell’attaccare deliberatamente i civili per incutere paura e raggiungere un obiettivo politico”. E questo è esattamente ciò che è “Israele”: Un’organizzazione terroristica. I terroristi sionisti hanno attaccato e terrorizzato la popolazione civile del territorio che hanno invaso, cioè la Palestina, fin dal loro arrivo. I vari gruppi terroristici sionisti erano così ubriachi di terrorismo che si terrorizzavano anche a vicenda, proprio come facevano i loro compagni aggressori e invasori, gli inglesi, in una sanguinosa orgia di terrore che non ha eguali nella storia moderna. Gran parte della storia si trova in State of Terror: How Terrorism Created Modern Israel.

Il conflitto è quindi tra i terroristi che hanno attraversato il mare per attaccare la popolazione civile palestinese allo scopo di ucciderne alcuni e spaventare gli altri per costringerli ad andarsene, e la popolazione civile che hanno terrorizzato. Da una parte, i terroristi sionisti; dall’altra, la Resistenza antiterroristica palestinese. In questo, come in molte altre cose, la macchina della propaganda sionista ha capovolto la realtà.

Oggi, i terroristi sionisti continuano a prendere deliberatamente di mira e a uccidere in massa migliaia di civili palestinesi. Circa due terzi dei palestinesi uccisi sono donne e bambini. I Sionisti uccidono probabilmente un centinaio di civili per ogni combattente di Hamas. Confrontate questo dato con quello di al-Aqsa Storm, l’operazione di Hamas che ha fatto praticamente lo stesso numero di vittime tra i militari israeliani e i civili. E per quanto riguarda i civili uccisi durante al-Aqsa Storm, la maggior parte di loro è stata uccisa dall’esercito israeliano, sia accidentalmente nel fuoco incrociato, sia deliberatamente in conformità con la Direttiva Annibale, che raccomanda di eliminare sia i sequestratori che gli ostaggi usando una potenza di fuoco schiacciante per impedire al nemico di usare gli ostaggi come merce di scambio.

Hamas, a differenza dei sionisti, prende di mira principalmente l’esercito israeliano, quando può. Chiaramente, al-Aqsa Flood ha preso di mira principalmente l’IDF. Gli ordini di Hamas erano di prendere ostaggi e di evitare di uccidere civili disarmati. Sebbene ci siano stati alcuni casi di uccisioni di civili da parte di palestinesi, le prove fotografiche dimostrano che le peggiori carneficine – i frequentatori di un festival musicale presi nel fuoco incrociato dell’artiglieria pesante, le case e i kibbutz e altri edifici pieni di persone distrutti dai carri armati e dai colpi di artiglieria – sono state perpetrate dall’IDF. I soldati di Hamas, con armi leggere, non avrebbero potuto causare quel tipo di danni o uccidere un numero così elevato di persone.

Questo e la maggior parte degli altri danni ai civili del 7 ottobre sono stati causati dalle armi pesanti israeliane, non dalle armi da fuoco leggere di Hamas.

Ma che dire dei razzi? A differenza di Israele, Hamas non dispone di armamenti forniti dai contribuenti statunitensi per un valore di miliardi di dollari, e quindi lancia razzi relativamente poco sofisticati che non possono danneggiare obiettivi militari protetti, ma che spaventano e occasionalmente uccidono i “civili” israeliani. Quindi… è terrorismo? No, perché gli israeliani sono coloni, non civili. Secondo il diritto internazionale, la resistenza militare contro l’occupazione, compresa quella contro i coloni, è legittima. Quindi possiamo discutere sulla proporzionalità – secondo me Hamas sbaglia a essere misericordioso, uccidendo molti meno coloni di quanto abbia il diritto di fare – ma , in fin dei conti, il diritto internazionale, la moralità e il buon senso dovrebbero far capire che l’uso di razzi da parte di Hamas per vendicarsi di un genocidio di massa è giustificabile…e razionale, come parte di una strategia su più fronti per continuare ad aumentare i costi dell’occupazione, fino al punto in cui l’occupante genocida seguirà finalmente il consiglio di Helen Thomas e“‘se ne andrà dalla Palestina“.

Discutere con l’O’Brien di Orwell

In una discussione si sa chi è il perdente non solo per la legge di Godwin, detta anche reducto ad Hitlerum, ma anche vedendo quale parte sente il bisogno di usare la coercizione per costringere l’altra parte a tacere. I terroristi sionisti non solo hanno perso la discussione, ma non hanno argomentazioni. Non c’è da stupirsi che invochino incessantemente Hitler e i nazisti. E non c’è da stupirsi se cacciano continuamente professori dalle università, fanno licenziare personalità dei media, lanciano persecuzioni e procedimenti giudiziari pretestuosi e, in generale, terrorizzano tutti affinché assecondino le loro assurdità genocide.

Discutere con un sionista è come discutere con l’O’Brien di Orwell: sa di dire un sacco di stronzate, non ha alcuna remora e farà di tutto per rovinarti la vita.

Dicendo “mi piace Hamas”, sostengo un gruppo antiterroristico che i terroristi sionisti hanno falsamente e mendacemente etichettato, in vero stile orwelliano, come “terrorista”. Forse cercheranno di farmi perseguire per “sostegno materiale all’antiterrorismo”, anche se non ho spedito nemmeno un dirham a Hamas, POB 123, Striscia di Gaza, Palestina occupata, né ho contribuito a nessun GoFundMe di Hamas o comprato ciambelle dalle simpatiche vecchiette di Hamas alla moschea locale. (Se vendessero passamontagna, ci farei un pensierino).

Se siete onesti con voi stessi, probabilmente dovreste ammettere che il motivo per cui non avete ancora deciso di sostenere apertamente Hamas è la paura: paura di ciò che i Sionisti potrebbero farvi. Ebbene, sono qui per dirvi che paura non è la parola giusta. La parola giusta è vigliaccheria.

I palestinesi continuano a unirsi nella resistenza al genocidio, anche se i Sionisti rispondono costringendo i loro figli a morire agonizzanti, a migliaia, sotto montagne di macerie. E voi non riuscite nemmeno ad ammettere apertamente e pubblicamente che sostenete questa Resistenza? A pensarci bene, forse vigliaccheria non è la parola giusta. Non è abbastanza forte.

Suvvia, tirate fuori le palle. Ditelo con me: “IO… SOSTENGO… HAMAS”.

Kevin Barrett

Fonte: kevinbarrett.substack.com
Link: https://kevinbarrett.substack.com/p/why-i-support-hamas
29.10.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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