DI PANAGIOTIS GRIGORIOU
greekcrisis.fr
I sindacati salvano le apparenze organizzando irruzioni nei ministeri e scioperi, ma tutto sembra ormai un rito stanco e passa sotto silenzio anche la notizia dell’approvazione dell’ennesima legge-omnibus di 1300 pagine, scritta in inglese, che, presentata il venerdì, deve essere approvata entro il lunedì perchè quel giorno si riunisce l’Eurogruppo. Perchè i greci non reagiscono? Perchè sono talmente depressi e sradicati dai tempi e dai luoghi di una vita normale, da non riuscire nemmeno più a pensare ad una reazione. In centro ad Atene si devastano palazzi che poi vengono comprati a poco prezzo dagli stranieri, strana coincidenza di interessi tra poveri e ricchi. E, mentre nessuno più conosce il numero degli immigrati giunti in Grecia negli ultimi due anni, i greci che possono, emigrano all’estero. E’ questo il futuro riservato ai perdenti d’Europa?
Il tempo era ancora mite fino a Venerdì ad Atene. Lo stesso giorno, lo pseudo-governo ha presentato nello pseudo-parlamento il suo ennesimo atto legislativo divoratore delle conquiste sociali e democratiche di più di un secolo. Si tratta di una legge di… 1.531 pagine, che come al solito i “deputati” non leggeranno (quasi) per nulla. La sua lettura (possibile solo parzialmente e on-line) tradisce anche la sua origine: una traduzione rapida e praticamente automatica dalla neolingua dialettale del globalismo, vale a dire l’inglese della Troïka, e non quello di Shakespeare.
Sotto Alexis Tsipras, il paese già sconfitto, diventa un territorio deliberatamente devastato. E questo sabato, la pioggia e il freddo hanno pure marcato il loro ritorno! Tale è ormai la nostra … lunga tradizione di memoranda del “governo”. Questo … testo di 1.531 pagine, con tali e tante nuove misure normative, deve essere adattabile e… adottabile ufficialmente in “emergenza”, vale a dire prima dell’imminente Eurogruppo, fissato per il Lunedi successivo.
Dentro c’è di tutto, o quasi, dal diritto di sciopero … al “rimodellamento” della metà del codice penale, come la privatizzazione de facto della giustizia, con l’istituzione di un sistema conciliatorio privato, reso obbligatorio. Hai voglia a festeggiare la Teofania, in tutta la Grecia, con la tradizionale cerimonia della benedizione delle acque che si svolge in tutte le chiese greche (vicine all’acqua) ogni anno alla data del 6 gennaio; niente serve più.
E, come abbiamo recentemente notato proprio in questo blog, i futuri “conciliatori” potrebbero essere reclutati anche la fuori dall’ambito di formazione giuridica o tra i professionisti del diritto, e saranno oltretutto direttamente pagati dai cittadini interessati, mentre allo stesso tempo, in realtà, non c’è più la possibilità di rivolgersi al giudice direttamente. Tsipras … è sicuramente l’ultima pioggia … acida che cade sul paese.
In attesa dell’adozione di questa (enorme) legge, e in risposta a questa, lo scorso Martedì 9 gennaio, i membri del sindacato PAME (affiliato al partito comunista greco), avevano invaso a sorpresa i locali del Ministero del lavoro (tra cui l’ufficio del Ministro Achtsioglou). La motivazione annunciata per questa azione è stato indicata nella riproposizione (e conseguente formalizzazione) della messa tra parentesi del diritto di sciopero, misura contenuta in questo memorandum (chiamato “intermedio”).
Al di là della ricerca (riuscita) dell’effetto simbolico di tale azione, la sua efficacia reale è piuttosto discutibile, i greci hanno solo potuto (ancora una volta) in questa occasione, grazie all’irruzione dei sindacalisti del PAME, constatare tutta l’animosità che caratterizza tali scontri (per ora verbali).
Va rilevata prima di tutto l’espressione e la postura del corpo dei protagonisti, la cui arroganza e disprezzo è percepibile attraverso l’atteggiamento del ministro Achtsioglou. Il tutto davanti ai fotografi della stampa che erano presenti. Arroganza, disprezzo e cinismo, che mostrano le ben note tendenze persecutorie della psicologia individuale e collettiva degli attuali pseudo-governanti. A tal proposito, il vicino di casa Kostas sostiene ostinatamente che “… queste persone sono chiaramente incaricate e nominate da qualcuno che sta sopra di loro”.
Per la cronaca, questo Venerdì è stato eufemisticamente dichiarato “giorno della mobilitazione generale”, in realtà, solo il trasporto pubblico è rimasto fermo ad Atene. E come al solito, solo qualche migliaio di manifestanti si sono confrontati con le forze dell’ordine di fronte al “parlamento”. Anche in questo caso, i simboli le apparenze sono state salvate, la rabbia era certamente autentica, tuttavia, il significato (e la stessa utilità) non c’è più. [sono] Azioni sconnesse o finte che non conducono a nulla, tutti ora lo dicono in Grecia.
In altre parole, e rispondendo agli amici (e amici del blog) per esempio della Francia, che si chiedono perché i greci non si ribellino, direi prima di tutto che è il loro stato di depressione che toglie qualsiasi prospettiva futura. E questo perché il dolore sordo e continuo non serve a mitigare il dolore che li aspetta, anche perché [il dolore] svuota già il presente. Le capacità e le risorse psichiche per rispondere in modo appropriato ed efficace vengono così crudelmente a mancare.
La società greca, decomposta (in senso letterale e figurato), è in gran parte piombata in un disagio molto profondo, del quale i “governanti” e il loro sottobosco a supporto approfittano ogni giorno per continuare nella stessa direzione, iniqua e unica. A causa di questa situazione tragica e devastante per il paese e il suo tessuto sociale, i cittadini non sono più in grado di avere aspettative o obiettivi per il futuro. Senza la gestione dei loro tempi e degli spazi che sono i loro, le società umane perdono la loro capacità di agire, perché non v’è più nessuna proiezione possibile (se non in senso escatologico).
E in Grecia, l’espropriazione del tempo costruito (come di quello costruibile) si ottiene attraverso i memoranda intermedi messi in calendario a causa dell’”urgenza”, sempre la solita “urgenza”, del cosiddetto prossimo Eurogruppo. Il quale, ricordiamolo, agisce ed emette provvedimenti in modo informale, arbitrario e illegale dal punto di vista del diritto internazionale [NdT: l’Eurogruppo non esiste nei trattati europei, e il suo ruolo non è stato mai formalizzato].
Allo stesso modo, l’espropriazione dello spazio, è in primo luogo la perdita di proprietà, in particolare immobiliare, ma anche di imprese (tra vendite e soprattutto sequestri a migliaia) accompagnata da quella che è… agli occhi dei Greci, l’installazione di un nuovo e importante segmento della popolazione, cioè i migranti e i rifugiati, sui quali da quasi due anni non vengono comunicati dati ufficiali.
Questa situazione peggiora a causa di un certo numero di attacchi contro la proprietà privata e pubblica nel centro di Atene, con il pretesto di azioni politiche, culturali e sociali, e questo non solo nel quartiere di Exarcheia. Vandalismo, illegalità, crimine e degrado sono prevalenti in queste zone di non-legge (e di non-senso), così come lo sono gli interessi privati di alcuni. … Spesso i bersagli sono scelti tra edifici storici, ereditati dal nostro passato culturale, democratico e intellettuale.
Prima di tutto, la (prima) sede dell’Istituto Politecnico (costruito nel 1878). E nonostante una certa indignazione di facciata, questa hybris “dal basso”, si congiunge in pieno con la hybris orchestrata dall’alto. Le ultime indiscrezioni, [leggibili] sulle colonne di una certa stampa raccontano della svolta… immobiliare della crisi greca, e della relativa, quasi visibile, mutazione degli investitori (sempre secondo la neolingua) in particolare degli stranieri, che acquistano massicciamente edifici sequestrati e svenduti in Exarcheia e più in generale nel centro della città.
In questo modo… un singolo investitore cinese ha recentemente acquistato un centinaio di appartamenti a Exarcheia, così come il 25% delle transazioni immobiliari nella città di Pireo vede protagonisti acquirenti stranieri, la stesa cosa [accade] per il 20% delle operazioni dello stesso tipo di Atene e del suo comune (quotidiano “Kathimerini” nel 2017). L’angoscia … affligge i greci, come l’impressione diffusa che non esista una “soluzione visibile”, e rimane in permanenza, [costituendo] la base di questa disarticolazione degli atteggiamenti e delle possibili reazioni. Pur senza avere ormai una vera e propria routine quotidiana di impegni, molti non trovano tempo sufficiente [per reagire], e ci vorrà molto tempo prima di ricreare una parvenza di routine almeno rudimentale … e soprattutto costruttiva.
Ed è proprio a questo livello che appare il volto dell’arroganza, del disprezzo e del cinismo, che mostrano le tendenze fondamentalmente ossessive della psicologia (operativa) dell’attuale pseudo-governo. Oltre al nulla che viene imposto di corsa, [il governo] fronteggia costantemente il cittadino-paziente, in modo da mantenere alta la pressione (e depressione) mentale, e [mantenere] la sua incapacità di riflettere e mettere in atto ogni tentativo di efficace lotta collettiva. Nel frattempo, naturalmente, le persone se ne vanno, e di regola, per chi può, ciò significa la possibilità (presunta) di fuggire addirittura all’estero …
Al negozio di fotocopie del quartiere, il padrone, un uomo sulla quarantina, spiega che sua moglie e i loro due figli vivono già a Berlino. “La situazione è insostenibile, la sovra-imposizione fiscale sta per prendersi quasi l’80% del mio fatturato, i clienti non mancano, ma è il futuro che manca in questo paese. I nostri figli vanno già a scuola in Germania, e raggiungerò la mia moglie tra due mesi, il tempo di chiudere il negozio e gli affari in sospeso. Non lo faccio per scelta ma per necessità ….
Per i nostri animali adespoti (senza padrone) preferiti, è il tempo dell’amore, ecco finalmente un ritmo ed una routine che non ingannano (meglio che i saldi)!
E per ciò che concerne il lato ancora buono delle cose … a volte ci beviamo il nostro caffè nel bistrot all’angolo, ed osserviamo la gente come discute. Non tutto sarebbe perduto. Noto anche che l’ansia generalizzata … nei greci afflitti, finisce per irritare i nostri amici e parenti [emigrati], che dal loro nuovo paese tornano a visitare il loro vecchio paese a-cronico [ndt: privato del tempo].
I greci (ufficialmente quasi mezzo milione, ufficiosamente più di 700.000 partenze dal 2010), sono stanchi di acronia come della distopia di coloro che sono rimasti, nei nuovi campi di concentramento, che non possono vedere troppo da vicino, questa discronia dolorosa dei migranti e dei rifugiati, e rafforza proprio quella dei greci che sono rimasti. La corsa … sembra nel pieno, tra coloro che rimangono, chi parte e chi arriva.
Incontrato al bar dell’angolo, il vicino Kostas suona l’allarme del suo bilancio ontologico. “Dobbiamo combattere per noi stessi, per sopravvivere e poi per esistere. Ed è solo allora che la soluzione collettiva si presenterà, purché siamo in grado di coordinarci di fronte ai burattini che fingono di governare.
“Avevamo i nostri amici, le nostre piccole abitudini, la nostra routine, il nostro tempo ormai perduto tra lavoro e relax, o addirittura di creazione di senso. Questa intimità non c’è più, come del resto il lavoro. E quando troviamo i nostri amici, ciò che ci raccontano a volte è peggio della nostra esperienza. Quindi è un circolo vizioso, e noi ci restiamo incastrati. Poi, tornati a casa, c’è solo lo schermo, la televisione, o meglio Internet. E’ per questo motivo che, nonostante tutto, cerco di uscire e vedere il mondo. Tutto quello che avevo amato, tutto ciò che c’era di positivo nella vita e intorno a me, non c’è più. Tranne mia moglie, i nostri figli … e un paio di amici mentalmente superstiti.”
Ad Atene, sono ora la pioggia e le tempeste a marcare improvvisamente il tempo in questo fine settimana. Lo pseudo-governo fa adottare allo pseudo-parlamento il suo ennesimo atto costitutivo e – come gli altri – distruttivo, lungo 1.531 pagine, si direbbe che ci siamo trasferiti in un’altra routine acronica, perché estratta dal tempo umano totalizzante e totalitario, come avveniva nei campi di concentramento.
Universo … ben curato fin nei dettagli. Lo sciopero generale indetto per il prossimo Lunedi dai sindacati, che non sarà generale, riguarderà principalmente i mezzi pubblici. Così ci sarà la paralisi e non si potrà raggiungere il centro della città per protestare, per esempio, davanti allo pseudo-parlamento. Paralisi e nervosismo in vista. I media si concentreranno sugli ingorghi intorno ad Atene, piuttosto che sulle 1.531 pagine che i “deputati” avranno ovviamente approvato.
Sappiamo anche quanto e come la nuova acronia greca prefigura il mondo di domani, il mondo che attende questa società, le nazioni ed i popoli in Europa (e non solo). Il governo fantoccio che ha in mano il destino di questa tragica Grecia, è solo un prodotto di un’iperbole (iperbole in greco [ndt: e pure in italiano] significa anche “esagerazione”) in stile contemporaneo, una distorsione storicamente provata di questa (ultima) Ellade moderna. Così va il nuovo secolo, dal Logos presunto sovrano, al Logos … ritenuto sotterraneo, in movimento di isolotto in isolotto sotto una luce incerta.
In ‘Greekcrisis’, la nostra Mimi, più vecchia, mentre il nostro Hermes (a volte detto “Trismegisto”) sta crescendo di giorno in giorno.
L’anno inizia bene. La serenità non è un dono della natura, una forza di abitudine, ma forse il frutto appena maturo dello sforzo … sempre sia tutelato il vero!
Panagiotis Grigoriou
Fonte: www.greekcrisis.fr
Link: http://www.greekcrisis.fr/2018/01/Fr0657.html#deb
13.01.2018
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANZ-CVM