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La Redazione

 

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PEG nei Vaccini Covid: lo stesso composto denunciato da Corvelva nel 2018 viene messo all’indice da Science

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Il 5 Gennaio 2021
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Corvelva PEG

corvelva.it

Comunicato stampa Corvelva, 4 gennaio 2021

In questi giorni abbiamo letto con interesse un articolo apparso sul quotidiano La Verità. L’ottimo pezzo di Antonio Grizzuti del 3 gennaio si occupava di un approfondimento pubblicato sulla nota rivista scientifica Science, che riporta notizia di gravi reazioni allergiche legate al vaccino Pfizer-Biontech.

Avevamo già comprato l’articolo (del giornalista scientifico Job de Vrieze), cogliendo un aspetto per noi fondamentale perché strettamente connesso alle analisi sui vaccini da noi commissionate nell’ormai l’intanto 2017. Proviamo a spiegarci meglio, premettendo che non stiamo parlando di problemi del vaccino anti-SarsCov-2, ma di una possibile omissione da parte degli enti di controllo italiani ed europei nei confronti di vaccini già immessi in commercio da anni.

L’articolo su Science fa riferimento a delle “reazioni allergiche gravi in almeno 12 persone che hanno ricevuto il vaccino COVID-19 prodotto da Pfizer e BioNTech” e queste reazioni potrebbero essere dovute all’ingrediente principale del vaccino, il polietilenglicole (PEG).”

Questa molecola PEG, ci ricorda Science, non è mai stata usata prima nei vaccini ma è presente in molti farmaci, alcuni dei quali hanno occasionalmente innescato l’anafilassi (reazione potenzialmente letale che può causare eruzioni cutanee, un crollo della pressione sanguigna, mancanza di respiro e alterazione del battito cardiaco). Alcuni allergologi ed immunologi ritengono che un piccolo numero di persone precedentemente esposte al PEG possa avere alti livelli di anticorpi contro di esso, mettendoli a rischio di una reazione anafilattica al vaccino.

E se vi dicessimo che noi avevamo avvisato tutti gli enti di controllo italiani, Ministero della Salute, Istituto Superiore della Sanità e anche gli enti europei come EMA di una possibile contaminazione da PEG nel vaccino esavalente Infanrix Hexa, della GlaxosmithKline, già nel 2018 e che nessuno ha fatto nulla? Sì, il 14 dicembre 2018 abbiamo avvisato tutte le istituzioni della possibile presenza di PEG nel vaccino analizzato, ponendo in evidenza il fatto che era “stata rilevata la presenza di acido formico sotto forma di sale sodico e di un polimero derivante da contaminazioni di Poly Ethilen Glicole (PEG) avente un peso molecolare medio pari a 1340 Da.”

Non avevamo insinuato che facesse bene o male, quello spettava ad operatori del settore, ma solo che vi era una possibile contaminazione (molte, a dire il vero) che se confermata avrebbe reso non conforme questo vaccino.

Ora proviamo a riassumere brevissimamente la questione: sin dal 2017 la nostra Associazione, Corvelva, che si concentra solo sulla libertà di scelta in campo terapeutico e in particolare vaccinale, con l’arrivo dell’obbligatorietà voluta dall’allora ministro Lorenzin (Legge 119/2017), ha deciso di commissionare delle analisi di laboratorio da svolgersi sui principali vaccini in commercio in Italia. Non entriamo ora nello specifico delle analisi ma ricordiamo che il focus era verificare la conformità degli stessi rispetto alle schede tecniche dei produttori.

Abbiamo non solo reso tutto pubblico, ma anche chiesto l’intervento di tutte le Istituzioni italiane; abbiamo anche avuto un incontro presso il Ministero della Salute con l’allora sottosegretario Bartolazzi, esponendo tutte le problematiche riscontrate, sempre sottolineando che le nostre analisi non erano conclusive, non mettevano un punto fermo su nulla ma, in qualità di cittadini e consumatori, il nostro ruolo era quello di presentare dei dati e chiedere verifiche a chi era preposto a farlo.
Nulla in 2 anni è stato fatto da parte delle Istituzioni italiane. Dopo molti mesi di inutili rapporti epistolari con chi avrebbe dovuto eseguire i controlli, presentammo un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e proprio pochi giorni fa, il 28 dicembre 2020, dopo una richiesta di archiviazione avanzata dal PM e con successiva nostra opposizione, le analisi da noi commissionate sono state ritenute meritevoli di approfondimento e il giudice incaricato ha EMESSO UN’ORDINANZA in cui indica al Pubblico Ministero la necessità di procedere alle indagini.
Certo, noi siamo considerati alla stregua di trogloditi analfabeti e ciò che denunciammo è sempre stato catalogato dinanzi all’opinione pubblica come “roba da NoVax”. Eppure, noi che veniamo etichettati in questo modo avevamo già allora lanciato un allarme su una sostanza che all’interno di quei vaccini non doveva proprio esserci, e guarda caso è la stessa sostanza che oggi viene indicata come problematica in un nuovo vaccino sperimentale, e lo scrive Science.

Tra l’altro il PEG non era la prima anomalia denunciata, inascoltata e poi balzata alla cronaca, basti pensare al massiccio ritiro da parte dell’EMA di numerosi lotti di medicinali (ma non vaccini!) a causa della presenza di nitrosammine, molecola che noi avevamo portato in evidenza come possibile contaminazione all’interno dei vaccini analizzati, già nel marzo 2019…senza esito. Questi prodotti continuano ad essere commercializzati e somministrati come se nulla fosse.

Inevitabile che tutto ciò comporti una certa sfiducia verso le Istituzioni. Ormai “il vaccino” è divenuto infatti un qualcosa di ancestrale, dogmatico, una vera e propria forma di religione, d’altronde lo slogan “un atto di fede” è già stato pubblicamente utilizzato.

“Il vaccino” non è più un prodotto farmaceutico, commerciale: chiunque osi porre dubbi viene deriso, colpito, demolito. Eppure c’è in ballo la salute delle persone, e a volte certi fatti è meglio approfondirli prima, perché dopo può essere troppo tardi. Di interventi tardivi su allarmi e denunce pervenute e volutamente ignorate la storia è piena, anche in medicina.

Forse è arrivato il momento di tornare a concentrarsi sul vero tema che è quello della salute e della sicurezza e tutela delle persone, in campo sanitario e non solo, accantonando questa fideistica e maniacale narrazione che sembra rispondere più al bisogno di garanzie sul prodotto da presentare come salvifico, che non alla reale necessità di garanzie sulla effettiva sicurezza ed efficacia dello stesso.

La salute della popolazione va tutelata, in primis garantendo che quella rete di controlli e verifiche indipendenti che era stata inizialmente istituita funzioni.

Allo stesso modo è fondamentale tutelare la libertà di scelta, la possibilità cioè di scegliere se sottoporsi ad un dato trattamento sanitario o meno, perdipiù se in fase di sperimentazione, perdipiù se autorizzato con riserve, perdipiù se da somministrarsi non per curare bensì per prevenire, e dunque con un rapporto rischio-beneficio necessariamente più complesso da definire e sicuramente da stabilire volta per volta, caso per caso e questo vale per tutti i vaccini.

Forse è arrivato il momento di ricominciare a fare vera politica dove serve e vera medicina dove ce n’è bisogno, anziché tentare di sopperire ad una politica debole ricorrendo a coercizioni ed obblighi. Gli obblighi di legge in campo sanitario sono forse i più temibili e pericolosi in assoluto, perché riguardano la vita e l’integrità stessa dei cittadini: non sono strumenti da utilizzarsi per guidare battaglie ideologiche. Auspichiamo una severa riflessione in merito.

Associazione Corvelva APS

Fonte: https://www.corvelva.it/speciale-corvelva/le-comunicazioni/peg-nei-vaccini-covid-lo-stesso-composto-denunciato-da-corvelva-nel-2018-viene-messo-all-indice-da-science.html

Pubblicato il 04.01.2021

 

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Massimo A. Cascone, dottore in giurisprudenza e giornalista pubblicista. Membro fondatore del Coordinamento No Green Pass Napoli.
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