DI NICOLETTA FORCHERI
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Questa intende essere una risposta semi provocatoria alla provocazione di P. Barnard (Sono andato a puttane) che, spero, lancerà un dibattito salutare sull’argomento. L’articolo è sottoposto alle regole di copyleft, lo si può copiare integralmente purchè se ne citi l’autore e la fonte, con l’aggiunta specifica in questo caso che venga immediatamente censurato qualsiasi commento volgare o insulto personale, e che ne sia immediatamente bannato l’autore da tutti i siti che desiderino copiarlo.
Ciao Paolo,
grazie per l’articolo e la provocazione
che ha messo a nudo, è il caso di dirlo, una povertà di spirito, una volgarità, una ignoranza nei maschi del sesso e delle donne, a giudicare dai commenti seguiti, da darmi tutte le ragioni per disperarmi, come stavo facendo proprio ieri prima di leggerti, nell’osservare che tutti gli uomini decenti attorno a me scopano con le extracomunitarie in cerca di sistemazione – a prescindere da quel che hanno in testa – finendo regolarmente per sposarle per la necessità vitale, quasi più impellente dell’impulso maschile del seme, di a) “permesso di soggiorno” e/o b) “statuto di moglie” (anche simbolico)…
Se io facessi qualche avance, pensavo, e nel mio passato mi è capitato di farne mio malgrado, o tali sono state interpretate alcune espressioni della mia innata spontaneità, so per esperienza che:
1) se è sensibile a me, l’uomo scappa a gambe levate e se la fa letteralmente sotto; alcuni, nella cerchia degli amici o conoscenze, hanno decisamente declinato “l’offerta” con frasi del tipo – “meglio amici”, “per non rovinare l’amicizia” – ma per tornare alla carica anni dopo – segno che non avevano mai dimenticato – con tanto di dichiarazione in pompa magna, spiegandomi che il rifiuto di allora era motivato dalla leggerezza del mio approccio, “ludico”, appunto, e dal timore di non essere contraccambiati poi nei sentimenti; altri – nel clan – per “rispetto” (sarei potuto essere una sorella) o temendo anticipatamente il “tranello” della donna fatale qual io sembravo…
2) se è insensibile al mio charme, o semplicemente fuori dalla cerchia delle conoscenze/”sorelle” (l’uomo inseminatore si lascia andare al sesso “ludico” più facilmente fuori dal clan, prova eclatante della sua errata nozione di sesso ludico (o madonna o puttana) come “mancanza di rispetto” (puttana) che mai vorrebbe dimostrare per una donna “sorella” della cerchia) allora il maschio pensa, bene ce l’ho in tasca, posso farmi una sveltina e via – sveltina che per noi donne si rivela nel 99 per cento dei casi disastrosa, tutto tranne sesso ludico, ma sesso guerriero da cui la donna esce come una preda saccheggiata, spiumata.
Soprattutto, so per esperienza, che se la donna si avvicina al maschio con la voglia di “giocare”, e se il maschio sente che la donna lo fa senza intenzioni “serie”, con poco rischio di innamorarsi, se lo fa cioé da una situazione di “indipendenza” psicoeconomica, dopo avere “giocato”, succede che sia proprio lui a comportarsi da “innamorato”, a diventare appiccicoso, per inseguire una sorta di sfida e/o una riparazione simbolica – nella forma di ammissione della donna del bisogno dell’uomo che sia per matrimonio, patrimonio o innamoramento, cioé dipendenza – al danno arrecato al suo ego ipertrofico per una scopata con una che – offesa inaudita! – lo fa solo per il gioco, ferendolo nel suo orgoglio di maschio latino e/o di bambino non amato e/o di pisello complessato. Come, questa non si mostra minimamente dipendente? E giù a cogliere la sfida…
Siamo talmente ingabbiati in un modello di coppia che se la donna decide di liberarsi, è un po’ come se l’uomo volesse rimanere in gabbia, riproducendo il modello all’incontrario, e mettendo a nudo la sua fragilità affettiva, con un rovesciamento dei ruoli, dove lui diventa “prezioso”, si ritrae, è indeciso, teme di scottarsi… Oppure rischia di vendicarsi della tua non dipendenza, facendotela pagare, dopo, come dici bene, sia che ti conquisti sia che non ci riesca.
Ma è proprio soprattutto nel (tuo) concetto di sesso ludico che trovo che casca l’asino, concezione diametralmente diversa per uomini e donne. Del resto tu parli di sesso veloce, mentre secondo me il sesso ludico non si confonde come nella vostra testolina con la copulazione – appunto sesso veloce. Basti vedere i bonobo’ – paragone quanto mai azzeccato nel parlare di istinti genetici, con cui condividiamo per oltre il 98% lo stesso patrimonio genetico – come usano il sesso per giocare, per calmare le tensioni, per aggregazione sociale, per divertirsi, per distrarsi, per partecipare alla vita e alla creazione, sesso “creativo” appunto – non solamente copulativo – con maschi e femmine…
Al punto che – a differenza delle nostre società – nella loro non esiste la guerra. Ma senza andare a scomodare i nostri “antenati sugli alberi” come dicono gli africani, basti pensare al tantrismo, dove il sesso ludico è prescritto varie volte a settimana, come pratica salutare, un canale con l’altro e l’universo, una meditazione, l’accesso a un’altra dimensione, mistica, uno dei segreti dell’esistenza essenziali alla completezza umana. Si, ma in quella filosofia antichissima, il seme, l’inseminatore di neanderthal di voaltri, lo dovrebbe trattenere, mandare indietro, ingoiare, eseguendo una ginnastica spirituale, fisica e mentale totale. E’ il perno del tantrismo senza il quale non si accede a quella dimensione.
Proprio perché il sesso è uno dei nostri istinti fondamentali che riguarda i misteri della creazione della vita, esso è anche uno dei più castrati e attaccati dai poteri forti, a cominciare dai genitori durante l’adolescenza, irregimentati dalle religioni e attualmente dalle cupole multinazionali petrolifere/farmaceutiche che hanno imposto a tutti il terrore dell’aids e il sesso con preservativo, che per quanto mi riguarda equivale a fare sesso con una carota. Cioè masturbazione pura. Non sesso.
Poiché il sesso – la sua “pericolosità” – sta proprio nella “condivisione” dei liquidi vitali, e nella sua sacralità creativa, ridotto com’è invece adesso dalla mentalità usuraia, guerriera/maschilista, prevaricatrice, a mera funzione del corpo, come cagare e pisciare. Ma il sesso è invece lo scambio per definizione – in esso simile al convivio della tavola nella cultura mediterranea e orientale – lo scambio-dono primordiale, grazie al quale si crea altra vita, oltre a diversi modi dello stare insieme, e attraverso il quale gli uomini e le donne – se inteso nel suo senso primordiale – ritrovano solidarietà, comunità, creatività, rigenerazione, e gratuità. Il contrario della monetarizzazione con interesse e della mercificazione.
No, non cado nel cliché del dire che la prostituzione esiste da sempre, perché è come dire che la schiavitù e il denaro esistono da sempre, il che per le persone che hanno studiato un po’ la questione del signoraggio e degli abusi del potere esoterico delle banche non costituisce argomento sufficiente a non volere un cambio epocale. Anzi, la prostituzione esiste da quando esiste il denaro e la schiavitù, va di pari passo con essi, altrimenti andate a vedere se dai boscimani o nelle ultime tribù dell’Amazzonia esistono le puttane…Impossibile, perché non esiste neanche il concetto di denaro, ad esso intimamente legata.
Il fatto poi che sarebbe esistito da sempre, che come si è visto è falso, alla stregua del denaro usuraio – anzi in concomitanza con esso – non vuol dire che sia giusto. In una società non monetarizzata, e matriarcale come dovrebbe esserlo, sono i tanti uomini a ronzare attorno alle donne – inseminandole come le api i fiori – mentre esse accolgono nel loro grembo chi vogliono e figliano anche con più uomini in successione. Un harem alla rovescia.
Penso però che questa concezione i primi a non accettarla sareste proprio voi, anche i più evoluti come Barnard. Perché se noi abbiamo retaggi millenari di religione che ci stritola tra la figura della madonna e quella della puttana, senza alternativa di scelta – e di cui ultimamente ci stiamo liberando a fatica – l’uomo vanta millenni di opera di mutilazione (in)conscia del nostro potere “magico”, che si manifesta con l’obbligo per noi donne di monoandria, costringendoci a servire da oggetto incubatrice per il SUO semino, con conseguente senso di possesso e d’invadenza del tutto abusivo, e con l’obbligo di portare il cognome di UN uomo e farlo portare ai figli, pena l’etichetta di puttana, e l’emarginazione sociale che ne consegue, che in molte società si manifesta con la lapidazione e altre pene corporee. Cioè, inseminando qua e la, gli uomini pensano, questa è mia (e quest’altra è mia) e di nessun altro, marchiano, pena l’angoscia di perdere il controllo sulla propria discendenza. Quel controllo così tipico – e giustificazione – della tanta deplorata – a parole – società patriarcale.
Pertanto se rivendicate il vostro gene inseminatore, noi rivendichiamo il nostro di terra fertile pronta ad accettare i semini più disparati per meglio selezionare e migliorare la specie umana. Senza che per questo dobbiamo essere malamente scopate, maltrattate, emarginate, o senza che per questo dobbiamo essere considerate donne facili, baldracche o puttane. Sarebbe questo il cambio epocale, quello di liberarsi della possessività egotica negli scambi di sesso, ma anche di amore, e dei giudizi ancestrali inculcati proprio da quel patriarcato di cui neanche voi riuscite a mollare i retaggi.
Detto questo però ciò non toglie che tutti quegli inseminatori contadini delle nostre campagne sanno benissimo che per ottenere migliori e più frutti dalla terra, non solo bisogna inseminarla, ma anche curarla, accudirla, ripararla dalle intemperie, nutrirla, con regolarità. Liberi a voi la scelta.
Premesso che secondo me non esiste sesso ludico asettico – quello del pensiero unico dei durex, per intenderci – noi, se facciamo le preziose, è a volte per quel retaggio che ci fa pensare, se voglio procreare chi mi assicura che questo mi assisterà nel crescere i cuccioli? Ancora di più lo è però per quel retaggio religioso che esclude la componente ludica dal sesso, aiutato in ciò dalla componente economica: chi ce li ha i soldi per allevare i figli a destra e a manca? O per allevare i figli da sole? Ma sopra ogni altra considerazione, prevale quella che, se voglio trastullarmi e lo paleso, chi mi dice che non mi troverò a dovere fare i conti con un cervello ancestrale che si comporterà come fossi una cosa spregevole (donna facile) per il suo divertimento?
Un po’ connessa alla questione economica, quel che esce anche dall’articolo è certa stanchezza, la stanchezza del cacciatore. Così come esiste la disfunzione psicofisica dell’obesità – vera e propria patologia del cibo globalizzato – così gli uomini sono iper sollecitati negli stimoli sessuali (porno puttane e altro) e devono rispondere a una vera e propria disfunzione della loro macchina psicofisica su di giri – che gira a vuoto e si esaurisce – non per la loro caratteristica genetica di inseminatori, come dici tu, ma per quella “bolla” pornografica che va di pari passo con la “bolla” finanziaria, anzi proprio da quest’ultima creata.
Che c’entra mi direte? C’entra, perché mai come oggi era cresciuta l’offerta di sesso a pagamento in filmini e realtà, alimentata dalle più svariate speculazioni finanziarie le quali assieme ad armi, droga/farmaci, OGM e brevetti, investono nella pornografia di tutti i tipi. Globalismo, disprezzo di donne e bambini, zombizzazione degli uomini e dissacrazione del sesso vanno di pari passo. Continuando così la terra diventerà un enorme bordello/casino a cielo aperto, come lo è già la Cambogia sgabuzzino delle multinazionali sinoamericane dove la maggior parte delle donne e dei bambini sono in offerta, con la complicità della “comunità internazionale”. Non è un caso che la massima espressione della mercificazione e della dissacrazione del sesso – triste, robotico, “preservato” – delle donne in vetrina è nata proprio nella patria del puritanesimo e della Compagnia delle Indie, della globalizzazione e del liberismo commerciale, l’Olanda.
In certo qual modo, si, la domanda di sesso dei maschi è potenzialmente leggermente superiore all’offerta di noi donne, ed è appunto in quella differenza – diciamo pure strutturale o genetica – che risiede il potere ancestrale di noi donne sugli uomini, il principio fondante dei primi matriarcati. Ma è proprio per contenere quello (stra)potere che gli uomini hanno attaccato le donne, sono diventati misogini, scopandole male per vendicarsi, per controllarle, per contenerle, per marchiarle del loro possesso. Che hanno creato cioè la società patriarcale, lo sfruttamento schiavista erto a sistema, la venerazione dei guerrieri come fossero déi in terra.
Per nulla in contraddizione con lo squilibrio tra offerta e domanda intrinseco di cui parli, però, un altro mito da sfatare è quello che noi donne abbiamo meno voglia di fare sesso. Niente di più falso. Abbiamo forse meno voglia in gravidanza, o quando siamo un tutt’uno con i cuccioli o in altri momenti, abbiamo cioè le voglie più cicliche, mentre l’uomo se ne andrebbe volentieri a spasso a inseminare altrove – quando la sua donna è gravida – se non avesse appunto quella carcassa della morale religiosa a frenarlo. Ma quando ci prende bene, la voglia di sesso supera spesso quella del partner, tutto dipende da quanto ci nutre, visto che solitamente con quella nozione di sesso ludico errata di cui sopra, ci svuota solamente di sostanza vitale e basta.
Cioè, prima di ammonirci a imparare il sesso ludico, imparate voi a farlo correttamente, e a non confonderlo con la copulazione. Soprattutto si direbbe che molti di voi scambiano sesso ludico e pornografia, si direbbe cioè che ripetano meccanicamente gli atti visti nei filmini senza alcun ascolto/scambio con la loro compagna di giochi. Naturalmente non è questo il sesso ludico.
La mia conclusione è quindi che se volete inseminare senza cacciare – perché stanchi – fatelo pure, anche noi siamo “stanche” – ma a condizione di liberarvi di quei pregiudizi ancestrali che nel vostro cervello rettiliano vi fanno pensare che se noi facciamo specularmente altrettanto, ci lasciamo cioè inseminare dai vari inseminatori di passaggio, senza troppo sforzo di caccia:
. diventiamo la vostra possessione
. diventiamo oggetti di facile disprezzo proprio nell’atto – con cattivo sesso, altroché ludico!
Perché sesso ludico non significa guerreggiare, significa giocare, senza retaggi patriarcali, a un gioco sacro in cui ognuno ha diritto non solo a divertirsi, ma se ne è all’altezza, ad ampliare il suo essere in una dimensione spaziotemporale che coincide con i limiti del nostro universo.
Nicoletta Forcheri
Fonte: http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/
Link: http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/2009/08/paolo-b-va-puttane-e-io-sono-rimasta-al.html
23.08.2009