Fermiamo il genocidio, l’appello degli intellettuali. (Continua la sottoscrizione)

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Introduzione a cura della redazione

In questo cruciale momento storico, in cui il buio della ragione sembra scatenare gli istinti più bassi dell’uomo, Comedonchischiotte ha deciso di dare voce a quegli intellettuali che credono ancora nella ricerca della verità, nel valore della parola, nell’indipendenza del pensiero rispetto a tutti i poteri costituiti, nel coraggio di difendere le proprie idee anche quando sono disallineate.

Se la cultura non serve a trasmettere i valori superiori dell’etica e della difesa della dignità umana, allora, non serve a nulla.

Invitiamo tutti i liberi pensatori, i docenti, gli scrittori, gli artisti, a
sottoscrivere questo accorato appello
per rompere la cappa del silenzio e accendere un raggio di luce
nell’oscurantismo calato sulla nostra società.

Aggiungeremo di volta in volta i nominativi.
Si può aderire mandando una mail a

[email protected]

 

«Immagina che tocchi a te innalzare l’edificio del destino umano allo scopo finale di rendere gli uomini felici e di dare loro pace e tranquillità, ma immagina pure che per far questo sia necessario e inevitabile torturare almeno un piccolo esserino, ecco, proprio quella bambina che si batteva il petto con il pugno, immagina che l’edificio debba fondarsi sulle lacrime invendicate di quella bambina – accetteresti di essere l’architetto a queste condizioni? […] potresti accettare l’idea che gli uomini, per i quali stai innalzando l’edificio, acconsentano essi stessi a ricevere una tale felicità sulla base del sangue irriscattato di una piccola vittima e, una volta accettato questo, vivano felici per sempre?»
Fëdor Michajlovič Dostoevskij, I Fratelli Karamazov

Le efferatezze compiute da gruppi di seguaci del movimento Hamas il 7 ottobre, assolutamente spietate, ingiustificate e da condannare, hanno innescato, come era facile da prevedere, una cascata di altre non meno orrende e immense atrocità.

Siamo (razionalmente ed emotivamente) sconvolti dal genocidio che si sta perpetrando davanti ai nostri occhi inerti e impotenti di un popolo calpestato e umiliato da più di 70 anni con la complicità totale delle grandi potenze e dei loro sudditi; il pensiero unico e asservito (volontario o non volontario) è il primo colpevole e movente di questo crimine immane.

Siamo sconvolti dall’indifferenza e dall’egoismo delle moltitudini, dall’ignobile e vergognoso appoggio che da tutte le parti viene a un genocidio voluto e programmato, e le poche voci diverse che si levano per tentare di restituire una realtà storicamente e culturalmente più differenziata e complessa sono messe a tacere o additate come folli e pertanto pericolose.

Per ogni bambino e anziano innocente morto sotto le bombe di una delle armate (tecnologicamente e ideologicamente) fra le più potenti e addestrate al mondo ci vorrebbero non una singola reazione di sdegno e di condanna ma un’infinità di prese di posizione, non un solo atto di resistenza ma una resistenza civile senza fine.

Chi pagherà per quei bambini e quegli anziani ammazzati perché appartenenti a un popolo “inferiore”, esseri umani per sembianza fisica ma in fondo “animali” (così si è espresso un ministro israeliano), e perciò considerati indegni di vivere? Nessuno pagherà quei morti, come nessuno ha pagato quelli che ci sono stati in Iraq e in molti altri Paesi, colpevoli soprattutto di non essersi conformati al modello unico del capitalismo statunitense e occidentale della Nato e della UE (ma l’Occidente è tutt’altra cosa, le sue radici e i suoi valori sono ben altri! E l’Europa è stata nei secoli un’altra realtà del tutto diversa da quella che vediamo oggi, e il progetto europeo aveva altri contenuti e obiettivi!), perché la coscienza non esiste più come forza critica e vitale, espressione nobile e universale di libertà-e-giustizia. Anzi molti autori di quei crimini anche recenti si sono arricchiti e hanno ricevuto premi in più passando alla storia come uomini di pace ed esempi di saggezza!

Neanche le campane suonano più (avrebbe detto Saramago) per chiamare uomini e donne ad essere consapevoli della realtà e a ribellarsi contro i soprusi più assurdi e le ingiustizie più disumane.

Siamo sconvolti dallo smarrimento dell’uomo che oramai non sa più distinguere, capire, cooperare, che è incapace di provare dolore e vicinanza, che trasforma la più immensa delle tragedie in un avvilente e indegno spettacolo mediatico. Si sta (ri)affermando la parte dell’uomo più bassa e vile che sta comandando sulle masse e guidando il destino del mondo portandolo verso il baratro. Molti, troppi uomini, in particolare fra quelli che detengono nello loro mani il destino di milioni di​ persone, stanno degenerando in esseri inferiori privi di ragione (…in inferiore, quae sunt bruta, degenerare…, Pico della Mirandola). “L’incivilimento smisurato” e lo “snaturamento senza limiti” (di cui parlava Leopardi nel suo Zibaldone), che trovano la loro più truce espressione nella soppressione degli altri esseri umani e di quanto rende possibile biologicamente e culturalmente la loro vita, oramai caratterizzano la nostra realtà quotidiana.

È un tormento vedere quei bambini e anziani morire nelle loro case o negli ospedali dove cercano disperatamente l’ultima àncora di salvezza, l’ultimo rifugio, l’ultima speranza di vita. La sofferenza degli innocenti (bambini, anziani, malati) e la loro eliminazione è il male supremo. Il pensiero di Dostoevskij (ne “I fratelli Karamazov”) sui bambini innocenti che soffrono e muoiono (spesso nel nome di un dio in cui si dice di credere e al quale ci si affida) ci tocca nell’animo più profondo, ci parla e incita a ribellarci a uno stato di cose inaccettabile, che ha le sue molteplici cause non sempre facili da comprendere, ma che non è tuttavia affatto ineluttabile.

In questi giorni molte maschere stanno cadendo, di governi, organizzazioni nazionali e mondiali e singoli individui (in primis di politici, giornalisti e intellettuali) e la loro totale ipocrisia e il loro becero cinismo traspaiono pienamente. È terribile constatare come ci sia una maggioranza di uomini (nell’Occidente in decadenza) che si mostrano indifferenti o approvano e addirittura appoggiano il
genocidio in corso, questo massacro di un popolo inerte e indifeso (ripetiamo, soprattutto bambini, anziani e malati). È una cosa orrenda, rivoltante, inaccettabile, culturalmente, politicamente, moralmente, semplicemente umanamente .

Viviamo una crisi profondissima e abissale di un modello di civiltà, dell’intera umanità, dell’uomo, dello spirito. Ma non c’è consapevolezza di ciò o ce n’è troppo poca, non abbastanza per costituire una forza critica e costruire un altro modello e progetto di società e di cultura. Come non capire ormai, anche di fronte ai recenti terribili fatti, che non solo non viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma che un altro mondo è possibile, fondato su modelli culturali e valori morali radicalmente diversi?

Dobbiamo agire in un orizzonte culturale in cui dominano incontrastate l’indifferenza, la viltà e l’ipocrisia. Da qui la difficoltà ad incidere anche minimamente sullo stato delle cose. Ci vuole un nuovo inizio, occorre un altro modo di pensare, un altro linguaggio, una diversa concezione della natura e una diversa visione dell’uomo.

Dalla noche oscura del alma si uscirà forse solo quando avremo avuto il coraggio di recidere le “catene” del nostro asservimento fisico e mentale e ritrovato il cammino del pensiero autonomo e critico (della consapevolezza e della coscienza) e della dignità umana (che altri chiamano spirito o anima).

Fabio Bentivoglio (Filosofo, saggista – Pisa)
Luciano Boi (Professore di geometria, teorizzazione scientifica e filosofia della natura, École des hautes études en sciences sociales – Parigi)
Guido Cappelli (Professore di letteratura italiana, Università L’Orientale – Napoli)
Vincenzo Costa (Professore di Fenomenologia, Università Vita-Salute San Raffaele – Milano)
Ezio Laconi (Professore Dipartimento Scienze biomediche – Cagliari)
Lamberto Maffei (Presidente emerito dell’Accademia Nazionale dei Lincei – Professore emerito Scuola Normale di Pisa)
Michele Maggino (Docente di scuola primaria – Firenze)
Lorenzo Maria Pacini (Professore di Filosofia Politica presso UniDolomiti di Belluno e la Libera Accademia degli Studi– Istituto di Neuroscienze Dinamiche Erich Fromm di Bellinzona)
Paolo Quintili (Filosofo, storico delle idee scientifiche ed estetiche, Università “Tor Vergata” – Roma)
Patrizia Scanu (Docente liceale e psicologa – Bra-Cuneo)
Daniele Trabucco (Professore di Diritto Costituzionale, SSML/Istituto ad Ordinamento universitario “San Domenico” – Roma).
Giuseppe Vitiello (Professore onorario Dipartimento di Fisica “E.R.Caianiello”, Università di Salerno)

 

FIRMATARI
(Aggiornamento del 11/11/23)
Ivo De Gennaro, professore di Filosofia morale Libera Università di Bolzano
Carlo Alberto Redi, professore di Biologia, Università di Pavia, accademico dei Lincei
Matteo Simonetti, professore presso il Master Universitario “E. Mattei” dell’Università di Teramo, ricercatore in filosofia presso l’Università di Salamanca, professore liceale di storia e filosofia, saggista, giornalista e musicista
Luca Vargiu, professore di Estetica, Università di Cagliari

(Aggiornamento del 15/11/23)
Matteo D’Amico, docente di storia e filosofia al Liceo Classico
Luigi Ladisa, docente di scuola media
Vladimir Lazo García, professore in pensione di Filosofia e di Filosofia della Scienza, Scuola di Economia dell’Universidad Central de Venezuela
Olga Pombo, Professor of Philosophy of Science of the University of Lisbon
Daniela Romani, insegnante di liceo
Silvia Romeo, insegnante, Siena – Parigi
Gino Zaccaria, professore di Filosofia ed Estetica, CLEACC , Università Bocconi, Milano

(Aggiornamento del 3/11/23)
Alberto Giovanni Biuso, professore ordinario di filosofia teoretica, università di catania
Stefano Isola, professore di Fisica Matematica, Università di Camerino
Vittorino Talamini, ricercatore universitario in pensione

(Aggiornamento del 31/10/2023 alle ore 7)
Nicola Bombardieri, Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro
Carmela Cappelli, Università Federico II di Napoli
Bianca Laura Granato, Senatrice XVIII legislatura
Letizia Luciano, docente scuola superiore
Marco Mamone Capria, Matematico ed epistemologo, Università di Perugia

(Aggiornamento del 31/10/2023 alle ore 22)
Luciano Gennari, docente di diritto ed economia, Istituto Sraffa-Marazzi, Crema
Antonio Bartolozzi, docente liceale
Cristina De Ranieri, bibliotecaria, Barga (Lu)
Elena Esposito, docente di letteratura inglese, Campania
Filomena Maggino, Professore di Statistica Sociale, Sapienza Università di Roma
Franco Maloberti, Professore Emerito University of Pavia, Professore Onorario University of Macau
Loredana Mariniello, docente di Biochimica, Università Federico II, Napoli
Maria Luisa Moriconi, ex ricercatore CNR
Donatella Paolucci, insegnante di scuola primaria, Arezzo
Angelo Rivalta, insegnante in pensione
Marirosa Sangermano, docente di sostegno, scuola primaria, Firenze
Silvana Vacirca, docente scuola secondaria di primo grado, Firenze

ALTRI
Alessandro Lazzari, ingegnere
Andrea Ronsivalle, consulente legale
Gianfranco Trebini, pensionato, libero pensatore umanista
Giulio Vincenzo Luigi Mazzola, libero Essere Umano
Giovanni Spasiano, Assistente Sociale
Gianfranco Bosco
Raquel Jara Romero
tonalpuntia
Marina Geneletti
Maria Rosaria De Pasquale
Anna Ellero, libera pensatrice
Mario Russo
Enzo Vinci
Marco Campana
Sergio Albeverio
Massimo Balzano, ingegnere
Bernardo Piemonte

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