Di Raffaele Varvara, ComeDonChisciotte.org
In questo precedente articolo avevo esordito dicendo che tra i viscidi tentacoli del regime totalitario contemporaneo, c’è n’è uno particolarmente asfissiante, di cui poco si conosce: gli ordini professionali.
L’ ordine delle professioni infermieristiche dovrebbe garantire la tutela della salute collettiva attraverso la valorizzazione della professione infermieristica, da intendersi come bene comune; si è rivelato, invece, un pericolo per la salute pubblica che colpisce, a suon di provvedimenti disciplinari, ogni professionista non allineato al pensiero unico scientificamente provato. L’ ultimo in “ordine” di tempo, l’apertura del procedimento disciplinare a carico del collega Mariano De Mattia, colpevole per aver espresso il suo libero pensiero nelle piazze.
L’ordine degli infermieri, nella persona della presidente Mangiacavalli, sta continuando con le minacce di sospensione verso i colleghi infermieri che rifiutano la panacea neoliberista, in ottemperanza a quella legge che, se applicata, svuoterà pericolosamente gli organici del SSN. Eppure secondo la FNOPI (Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche), nel SSN mancherebbero 50mila infermieri. Un modo di fare politica professionale al quanto in-credibile, contraddittorio e paradossale se ci aggiungiamo che, a fronte delle istanze sostanziali di valorizzazione culturale ed economica provenienti dal corpo professionale infermieristico, la presidente Mangiacavalli è solita attuare soluzioni cosmetiche: moneta da due euro dedicata agli infermieri, pacco di biscotti dedicati agli infermieri; il tutto ammantato di una cortina fumogena di belle ma insensate parole, pronunciate con l’ unico scopo di far credere, illusoriamente, che il comparto sanitario vivrà un nuovo boom economico con l’arrivo dei fondi stanziati dal PNRR.
Nei fatti, invece, l’ordine degli infermieri, sta contribuendo a svendere la professionalità dei suoi professionisti, introducendo logiche competitive all’interno dei perimetri professionali, come dettato dagli economisti. Chi guida le istituzioni, arrancando nel banale senza una visione, senza un ideale, viene presto sostituito dai “tecnici”, da coloro “che ne capiscono”, materializzando così la celebre frase di Kierkegaard: “La nave è ormai in preda al cuoco di bordo e ciò che trasmette al microfono del comandante non è più la rotta, ma il menù”.
Ma non è finita qua, se consideriamo il terremoto politico interno che in queste ultime settimane sta travolgendo i vertici della FNOPI. Il governo della professione infermieristica si permette di mandare le famiglie degli infermieri italiani sul lastrico mentre in casa loro, si accende lo scandalo dei rimborsi pazzi al portavoce di cifre vicine ai 10mila euro al mese; importi di cui non vi è trasparenza della FNOPI sulle pagine del sito istituzionale. Subito dopo la richiesta di accesso agli atti da parte dell’ AADI (Associazione Avvocatura Degli Infermieri) guardacaso arrivano le dimissioni del portavoce in questione, Tonino Aceti. Sulla vicenda ha chiesto di fare chiarezza l’on. Stefania Mammì, infermiera e sono in corso accertamenti da parte dell’ANAC. Non è esclusa la possibilità di un commissariamento.
La sfiducia degli infermieri e del popolo italiano verso gli ordini è tanta. La crisi politica interna alla FNOPI potrà aprire inediti scenari. Spetta a noi decretare la fine di un governo professionale pericoloso per la salute pubblica.
Come si suol dire: “Ride bene chi ride ultimo”!
Di Raffaele Varvara, ComeDonChisciotte.org