Operazione Gladio

La guerra segreta della NATO contro i cittadini europei e i loro governi democraticamente eletti

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Chyntia Chung
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“Bisognava attaccare i civili, la gente, le donne, i bambini, persone sconosciute lontane da ogni gioco politico. Il motivo era abbastanza semplice: costringere la gente a rivolgersi allo Stato per chiedere maggiore sicurezza.”
Vincenzo Vinciguerra, terrorista italiano condannato, ex membro di Avanguardia Nazionale e di Ordine Nuovo

Questa è la parte 3 di una serie di articoli in cinque parti: fate riferimento qui per la Parte 1 e la Parte 2 [1], quest’ultima spiega come il movimento nazionalista ucraino dopo la Seconda Guerra Mondiale era stato acquistato e pagato dalla CIA.

La Germania nazista: il baluardo dell’Occidente contro il comunismo

“[Hitler], distruggendo il comunismo nel suo Paese, ne aveva sbarrato la strada verso l’Europa occidentale… La Germania quindi poteva giustamente essere considerata un baluardo dell’Occidente contro il comunismo.” [2]
Conte di Halifax, alias Lord Halifax (ambasciatore britannico negli Stati Uniti 1940-1946, segretario di Stato per gli affari esteri britannici 1938-1940, viceré e governatore generale dell’India 1926-1931)

Tutti sono a conoscenza del discorso sulla Cortina di Ferro pronunciato da Winston Churchill, che a quel tempo non era più Primo Ministro britannico, il 5 marzo 1946.

Tuttavia, non era stato Churchill l’ideatore del termine, ma il ministro degli Esteri tedesco nazista, il conte Lutz Schwerin von Krosigk, che aveva tenuto un discorso a Berlino il 3 maggio 1945, riportato dal London Times e dal New York Times l’8 maggio 1945 [3]. Nel discorso, Krosigk aveva usato la frase propagandistica coniata dai nazisti “Cortina di ferro”, ripresa esattamente nello stesso contesto da Churchill meno di un anno dopo.

Dopo quel discorso ai Tedeschi, solo tre giorni dopo la resa nazista, Churchill aveva scritto una lettera a Truman, in cui esprimeva la sua preoccupazione per il futuro dell’Europa, dicendo che era calata una “cortina di ferro” [4].

Questa condivisione della politica tra la Germania nazista e l’Inghilterra non dovrebbe sorprenderci affatto.

Il Patto Molotov-Ribbentrop firmato il 23 agosto 1939 è quello che era passato alla Storia, vista la sua notorietà. Tuttavia, un fatto importante viene spesso tralasciato, è cioè che questo famigerato patto era stato firmato ben 11 mesi dopo che il primo ministro britannico Neville Chamberlain aveva firmato l’accordo di pacificazione con Hitler il 30 settembre 1938, noto come Accordo di Monaco (alias il tradimento di Monaco).

Lo storico Alex Krainer scrive [5]:

“La storia che ci è stata insegnata a scuola dice che il governo britannico aveva accettato di spartire la Cecoslovacchia solo come misura disperata per evitare una più grande guerra europea. Questo punto di vista si basa sull’idea che la Germania fosse già una schiacciante potenza militare che avrebbe potuto travolgere facilmente le deboli difese della Cecoslovacchia. Tuttavia, questa idea è palesemente falsa.” [enfasi aggiunta]

Alex Krainer continua [6]:

“Creata nel 1919, la Cecoslovacchia era lo Stato più prospero, più democratico, più potente e meglio amministrato emerso dall’Impero Asburgico… l’idea che i Tedeschi avessero un vantaggio militare e che la sicurezza ceca fosse debole erano entrambe fabbricazioni di una intensa campagna di propaganda, orchestrata dai media britannici e dai rappresentanti del governo per fuorviare il pubblico britannico ed europeo…

In termini di qualità, armamenti e fortificazioni, l’esercito ceco era noto per essere il migliore d’Europa ed era superiore all’esercito tedesco per ogni aspetto, tranne che per il supporto aereo. Il 3 settembre 1938 l’addetto militare britannico a Praga aveva inviato un cablogramma a Londra, affermando: “Non ci sono carenze nell’esercito ceco, per quanto ho potuto osservare…”

Inoltre, la sicurezza ceca era supportata da alleanze strategiche con la Francia e l’Unione Sovietica, entrambe desiderose di tenere sotto controllo la Germania ed entrambe significativamente superiori alla Germania in termini di forza militare.” [enfasi aggiunta]

Cioè, la Cecoslovacchia, di fatto, si era arresa senza opporre resistenza, ma non perché le sue difese fossero deboli. Piuttosto, perché al suo governo erano state fatte false promesse e, alla fine, era stata sacrificata a favore della Germania dagli infidi complotti della diplomazia segreta britannica.

Lord Halifax, citato in precedenza, era stato tra i negoziatori britannici dell’accordo di Monaco. Per il resto della storia, fate riferimento all’eccellente articolo di Alex Krainer [7].

Il vero risultato dell’accordo di Monaco era stato che la Germania di Hitler aveva incorporato il potente esercito della Cecoslovacchia, trasformando così la Germania in una minaccia colossale che sarebbe stata molto più difficile da sconfiggere.

Inoltre, la Banca d’Inghilterra e la Banca dei Regolamenti Internazionali, tramite il governatore della BoE, Montague Norman, avevano autorizzato il trasferimento diretto a Hitler di 5,6 milioni di sterline d’oro di proprietà della Banca della Cecoslovacchia [8].

Azioni davvero discutibili da parte dell’Inghilterra.

Alla Germania era stato permesso di diventare una potente forza militare attraverso l’intervento diretto britannico. Solo 11 mesi dopo era stato firmato il patto Molotov-Ribbentrop, come mezzo per prevenire quello che era chiaramente inevitabile: un attacco tedesco alla nazione russa, con l’appoggio della Gran Bretagna [9].

Operazione Gladio: il pugnale della NATO

“L’asse del terrore interno della NATO era imperniato sul complesso militare-industriale controllato dal Pentagono, sulla rinascita coltivata del neofascismo e su una manovalanza proveniente dalla criminalità mafiosa.”
Richard Cottrell, “Gladio: il pugnale della NATO nel cuore dell’Europa”

Con la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, il mondo aveva l’impressione che avremmo veramente dovuto fare nostra la frase “Mai più”. Sfortunatamente, i responsabili della politica occidentale e della strategia geopolitica postbellica non avrebbero potuto essere più in disaccordo.

L’operazione “Unthinkable” [10] è un ottimo esempio del tipo di pensiero diffusosi all’interno della Gran Bretagna e degli Stati Uniti dopo Roosevelt. Sebbene l’operazione fosse stata archiviata con il nuovo governo di Clement Attlee, questa era la mentalità tipica dei funzionari governativi dell’intelligence britannica e americana e tale è rimasta fino ad oggi.

Durante la Seconda Guerra Mondiale erano state prese le precauzioni per una possibile vittoria tedesca e unità di guerriglia “stay-behind” erano state dislocate in tutta Europa. Il modello era il British Special Operations Executive (SOE), una forza top-secret di commando per la guerriglia fondata nel 1940. Era opera di Winston Churchill ed era stato chiamato “l’esercito segreto di Churchill.” Questo sistema, alla fine, sarebbe stato adottato dalla NATO [11].

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo Special Operations Executive inglese aveva svolto missioni clandestine a sostegno delle organizzazioni di resistenza, ispirando la successiva Operazione Gladio.

Dopo la vittoria degli Alleati, queste unità “stay-behind” non erano state sciolte, al contrario, erano state rafforzate e ampliate in quasi tutti i Paesi europei, con l’aiuto diretto e l’incoraggiamento degli Stati Uniti.

Richard Cottrell, membro del Parlamento Europeo (1979-1989), e incaricato dal Parlamento Europeo di indagini formali, scrive in “Gladio: il pugnale della NATO nel cuore dell’Europa”:

“Dopo l’istituzione della NATO nell’aprile 1949, gli eserciti segreti erano gradualmente passati sotto il controllo diretto della nuova alleanza militare. La NATO aveva accuratamente preparato dipartimenti per la guerra clandestina, che gestivano gli eserciti segreti e assegnavano loro i compiti. Solo pochi e fidati intimi dovevano sapere della loro esistenza. Quando, alla fine, ogni unità segreta era stata scoperta, il nome Gladio era stato applicato a tutte quante.”

Tuttavia, l’attesa invasione sovietica non si era mai verificata. E così, per questi eserciti segreti si era trovato un altro scopo: usarli contro il popolo.

La speranza era che, mettendo in scena operazioni sotto falsa bandiera che sarebbero state attribuite ai comunisti, ciò avrebbe a sua volta provocato panico e repulsione e avrebbe spinto gli elettori tra le braccia accoglienti di uno stabile governo di destra.

Richard Cottrell scrive:

“Ai gruppi di soldati sotto copertura e alle loro coorti era stato ordinato di sparare, bombardare, mutilare e uccidere i propri cittadini. Gli Stati Uniti avevano proibito a qualsiasi Stato europeo sovrano di insediare ministri comunisti nei loro governi. Tutti i movimenti di sinistra erano sospettati di essere le quinte colonne di Mosca.”

L’Italia, che aveva il partito comunista più grande e potente d’Europa, sarebbe stata la prima della lista.

Il Partito Comunista Italiano, ammirato per aver guidato la lotta contro Mussolini, avrebbe dovuto vincere le prime elezioni italiane del dopoguerra, nel giugno 1946. Questo, ovviamente, era considerato intollerabile sotto il diktat della Cortina di Ferro.

Il giornalista investigativo Christopher Simpson scrive nel suo libro “Blowback”, come una parte sostanziale dei finanziamenti per l’opposizione al Partito Comunista d’Italia, che era il Partito Democratico Cristiano, provenisse dai beni nazisti catturati (in gran parte detenuti dagli Americani). Questo intervento aveva ribaltato la bilancia a favore della Democrazia Cristiana italiana, che nascondeva tra le sue fila migliaia di fascisti.

In Italia la Democrazia Cristiana sarebbe stato il partito dominante per cinquant’anni, durante gli anni dell’Operazione Gladio, fino allo scioglimento, nel 1994.

Al fine di garantire che in Italia non sorgesse alcun ulteriore sostegno comunista, l’operazione Gladio, con la conoscenza e il supporto della CIA, dell’MI6 e delle agenzie di intelligence europee, aveva condotto una campagna di brutale violenza contro gli Italiani, protrattasi per oltre vent’anni e nota come gli “anni di piombo”.

Nel 1959, un verbale di una riunione interna della NATO (datato 1° giugno 1959) era arrivato nelle mani di un quotidiano britannico, rivelando che il compito delle unità stay-behind era stato formalmente trasferito all’affrontare la “sovversione interna”. Gli eserciti segreti avrebbero dovuto d’ora in poi svolgere un “ruolo determinante… non solo a livello di politica bellica in generale, ma anche di politica di emergenza” [12].

Ciò significava che un esercito segreto di unità stay-behind, sotto la direzione della NATO, in assenza di una minaccia sovietica, doveva dirigere le proprie azioni su questioni interne, che includevano spionaggio e atti di terrorismo nei confronti dei cittadini europei con il supporto e la copertura delle unità di polizia di quelle nazioni. Questo sarebbe stato utilizzato per centralizzare ulteriormente il controllo all’interno dei governi di destra che avevano sostenuto l’apparato della NATO.

L’operazione Gladio, che utilizzava la tattica della “strategia della tensione”, funzionava su tre livelli di base.

Il primo livello era la guerriglia, da combattersi principalmente nelle strade, al fine di diminuire il favore popolare all’Unione Sovietica.

Il secondo livello era il fronte politico e avrebbe comportato cospirazioni ispirate dalla NATO, come affermare che alcuni governi erano in combutta segreta con l’URSS, al fine di esautorare governi democraticamente eletti ostili all’apparato statale della NATO e sostituirli con regimi fantoccio più flessibili.

Il terzo livello era l’assassinio (vero o della reputazione) di figure ritenute d’ostacolo agli obiettivi della NATO. Esempi includono l’assassinio dell’ex primo ministro italiano Aldo Moro nel 1978, del primo ministro svedese Olof Palme nel 1986 (noto come il JFK svedese), del primo ministro turco Adnan Menderes nel 1961, insieme a due colleghi di gabinetto, e del presidente degli Stati Uniti Kennedy nel 1963, così come l’assassinio (inteso come reputazione del personaggio) del primo ministro britannico Harold Wilson. Questi omicidi sarebbero stati seguiti da un golpe sostenuto da NATO e Stati Uniti.

I tentativi di omicidio dell’operazione Gladio includono il presidente de Gaulle (ne parleremo a breve) e papa Giovanni Paolo II (per i dettagli fare riferimento al libro di Richard Cottrell).

L’architetto dell’operazione Gladio era Yves Guerin-Serac, il genio delle operazione segrete.

Yves Guerin-Serac: il Gran maestro delle operazioni segrete dietro l’operazione Gladio

“[Yves Guerin-Serac] era schiavo della sua visione personale di un Nuovo Ordine Mondiale cristiano-fascista. Era stato anche il mentore intellettuale del terrorismo Gladio. Aveva scritto i manuali di addestramento e di propaganda di base che possono essere giustamente descritti come l’ordine di battaglia di Gladio.”
Richard Cottrell, “Gladio: il pugnale della NATO nel cuore dell’Europa”

Guerin-Serac era un eroe di guerra, un ribelle algerino, un agente provocatore, un assassino, un bombarolo, un agente dell’intelligence, un cattolico messianico e un grande maestro intellettuale dietro la Strategia della Tensione/Operazione Gladio.

Guerin-Serac aveva pubblicato tramite Aginter Press [13] il manuale Gladio, compresa “La nostra attività politica” in quello che può essere giustamente descritto come il suo Primo Comandamento:

“La nostra convinzione è che la prima fase dell’attività politica dovrebbe essere quella di creare le condizioni che favoriscano l’instaurazione del caos in tutte le strutture del regime… A nostro avviso la prima mossa che dovremmo fare è distruggere la struttura dello Stato democratico sotto la copertura di attività comuniste e filo-sovietiche… Inoltre, abbiamo persone che si sono infiltrate in questi gruppi”. [enfasi aggiunta]

Guerin-Serac continua:

“Due forme di terrorismo possono provocare una tale situazione [il crollo dello stato]: il terrorismo cieco (commettere massacri indiscriminati che provocano un gran numero di vittime) e il terrorismo selettivo (eliminare personalità selezionate) …

Questa distruzione dello Stato deve essere compiuta sotto la copertura di “attività comuniste”, dopodiché bisogna intervenire in seno all’esercito, al potere giuridico e alla Chiesa, per influenzare l’opinione popolare, suggerire una soluzione e dimostrare chiaramente la debolezza dell’attuale apparato giuridico. L’opinione popolare deve essere polarizzata in modo tale da essere presentati come l’unico strumento in grado di salvare la nazione. [enfasi aggiunta]

La violenza casuale anarchica doveva essere la soluzione per la realizzazione di una tale condizione di instabilità, consentendo così un sistema completamente nuovo, un ordine autoritario globale.

Yves Guerin-Serac, un fascista dichiarato, non sarebbe stato il primo ad usare tattiche false flag attribuite ai comunisti e utilizzate per giustificare un controllo più rigoroso di polizia ed esercito da parte dello Stato.

Il 27 febbraio 1933, Hermann Göring, il secondo in comando dopo Hitler, aveva detto in occasione dell’incendio del Reichstag:

“Questo è l’inizio della rivoluzione comunista! Non dobbiamo aspettare un minuto. Non mostreremo pietà. Ogni funzionario comunista dovrà essere fucilato sul posto. Ogni deputato comunista dovrà essere impiccato oggi stesso!” [14]

È abbastanza incredibile che gli Occidentali sembrino non stancarsi mai di questa forma di dramma, non importa quante volte l’abbiano vista mettere in scena.

Sembra non ci sia carenza neanche di volenterosi capri espiatori. Nel caso dell’incendio del Reichstag, ora ampiamente riconosciuto come un’operazione sotto falsa bandiera [15], era stato immediatamente accusato un Ebreo olandese un po’ stordito.

Il giorno dopo l’incendio, sei giorni prima delle previste elezioni politiche, Hitler aveva convinto l’anziano e confuso presidente von Hindenburg (un’icona della Prima Guerra Mondiale) che la crisi era di una gravità così profonda che avrebbe potuto essere affrontata solo con la completa abolizione di tutte le libertà personali.

La “Legge sull’incendio del Reichstag” firmata da Hindenburg aveva dato a Hitler molti degli strumenti di cui aveva bisogno per una presa totale del potere. Nel giro di due settimane, anche la democrazia parlamentare si era ritrovata nelle braci fumanti della Storia.

Non sarebbe stata l’unica operazione sotto falsa bandiera orchestrata da Hitler.

Cottrell scrive:

“Le unità delle SS avevano costretto un piccolo gruppo di internati dei campi di concentramento, “rilasciate” da Buchenwald e rivestite con uniformi polacche, ad inscenare un finto attacco sotto falsa bandiera alla torre radio principale nello Stato libero di Danzica, controllato dai nazisti. Prendendo a pretesto la provocazione dei Polacchi, era seguita l’invasione tedesca della Polonia.”

Guerin-Serac aveva passato la vita schiavo di un nuovo Impero Nero che, nei suoi sogni, avrebbe unito la divinità universale della Chiesa Romana con gli Stati Uniti e l’Europa come successore del Sacro Romano Impero. Questo era il fascismo cristiano.

Guerin-Serac apparteneva a diverse vecchie bande, inclusa la prima generazione di ex nazisti e fascisti. Faceva anche parte di un gruppo di ufficiali francesi reduci dalle guerre indocinesi e coreane ed era membro della truppa d’élite dell’undicesima Demi-Brigade Parachutiste du Choc, che collaborava con lo SDECE (l’agenzia di intelligence francese).

Il suo legame con lo spionaggio francese sarebbe stato molto importante e avrebbe portato alla fondazione dell’Organisation Armée Secrète (OAS), un gruppo terroristico francese, composto da ufficiali francesi disillusi, con sede in Spagna, che avevano combattuto contro l’indipendenza algerina.

Guerin-Serac avrebbe formato un’intricata rete paramilitare e terroristica in tutta Europa, oltre a strutture di addestramento per l’operazione Gladio, tramite la copertina della Aginter Press.

Richard Cottrell scrive:

“Guerin-Serac era arrivato a Lisbona nel 1966 con un progetto ispiratore per la fase successiva della lotta contro il liberalismo agnostico. Aveva proposto… un’organizzazione che avrebbe agito nientemeno come un’agenzia di viaggi internazionale per terroristi. Il finanziamento principale era stato fornito dalla CIA, secondo la Commissione Pellegrino istituita nel 1995 dal Senato italiano per indagare sugli anni di piombo. Guido Salvini. il magistrato incaricato di indagare sull’attentato del 1969 alla Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, aveva ritenuto colpevole oltre ogni dubbio la Aginter Press di Guerin-Serac. Salvini aveva detto ai senatori che gli agenti di Aginter erano attivi in Italia fin dal 1967 e che avevano istruito le organizzazioni neofasciste militanti locali sull’uso degli esplosivi. Da questa scoperta, era risultato che la CIA era sicuramente collegata all’ondata di terrorismo di Gladio che stava investendo l’Europa.

Aginter Press, dietro la semplice vetrina commerciale, aveva una rete invisibile progettata per trasportare i terroristi in giro per l’Europa, l’America Latina e l’Africa fornendo documenti e passaporti falsi per assassini che si spacciavano per giornalisti e fotografi, tra cui Guerin-Serac.

Cottrell continua:

“Aginter… era una scuola di perfezionamento di Gladio, dove le reclute degli eserciti segreti di tutta Europa venivano addestrate nelle arti della fabbricazione di bombe, assassinio, operazioni psicologiche, destabilizzazione e contro-insurrezione. Gran parte del materiale era stato preso in prestito dai libri di testo del centro per la guerra segreta dell’esercito americano di Fort Bragg. Di tanto in tanto gli istruttori ospiti includevano membri della SAS britannica, dei berretti verdi e… ufficiali dell’esercito francese diventati mercenari… Guerin-Serac era stato disinvoltamente convocato nella vicina Spagna per organizzare gli squadroni della morte che schiacciavano la resistenza al regime franchista. Le attività di Aginter sono state tracciate in tutti quei Paesi in cui la strategia di tensione ha operato al massimo volume: Turchia, Grecia, Cipro, Italia, Germania e Belgio.”

De Gaulle contro la NATO

“La Francia è determinata a riconquistare il pieno esercizio della propria sovranità su tutto il proprio territorio.”
Il presidente della Francia, Charles de Gaulle

Dopo la Seconda Guerra Mondiale c’era stata una crescente pressione affinché le nazioni europee si impegnassero a rispettare i diktat della NATO. Il presidente della Francia (1959-1969) Charles de Gaulle non era d’accordo. Uno dei punti principali di questo disaccordo riguardava la force de frappe (la forza d’attacco nucleare), che de Gaulle riteneva dovesse essere tenuta saldamente al di fuori del controllo della NATO. De Gaulle rifiutava, cioè, la prospettiva che la Francia venisse automaticamente trascinata in una guerra tra la NATO e il Patto di Varsavia.

Cottrell scrive:

“Questi attriti erano così profondi che la Francia, nel 1960, aveva abbandonato la struttura di comando integrata dell’alleanza, il primo passo sulla strada per riprendere la piena indipendenza militare.”

L’incessante ricerca di De Gaulle del nazionalismo e dell’indipendenza della Francia nelle politiche estere e militari era chiaramente incompatibile con la Carta del Patto Nord Atlantico.

Quando de Gaulle aveva iniziato a ventilare la possibilità di restituire l’indipendenza all’Algeria, gli ex alleati e i membri del suo stesso esercito e della polizia avevano deciso che il generale doveva andarsene.

Il 21 aprile 1961 era scattato un complotto per rovesciare il presidente de Gaulle, organizzato dall’OAS.

Cottrell scrive:

“Quel giorno, quattro generali disillusi, conosciuti come il “gruppo ultra,” avevano organizzato un colpo di stato ad Algeri. l’amministrazione civile a Washington, il Pentagono e il quartier generale della NATO in Francia erano tutti coinvolti nel complotto per eliminare il presidente e fare in modo che l’Algeria rimanesse una colonia dell’Occidente. Il leader del colpo di Stato, il generale dell’aviazione Maurice Challe, era stato in precedenza il comandante delle forze della NATO in Europa centrale. [enfasi aggiunta]

Cottrell continua:

“Le forze di Challe in Algeria erano segretamente alimentate da canali finanziari strettamente collegati alla Gladio francese… Alla vigilia del colpo di Stato, Richard Bissell, vice capo dell’ala delle operazioni segrete della CIA, aveva portato la buona novella in un incontro segreto con Challe, tenutosi ad Algeri. A Challe era stato detto che, se fosse riuscito a tenere il Paese sotto controllo per 48 ore, il governo degli Stati Uniti avrebbe riconosciuto formalmente il suo regime…

I primi dettagli del colpo di stato erano stati concordati nell’estate del 1960, quando l’ex governatore dell’Algeria, Jacques Soustelle, aveva avuto un incontro segreto con Bissell. Nello stesso anno, Challe aveva dato le dimissioni dalla NATO. Nel gennaio 1961… i principali cospiratori… si erano riuniti… l’argomento principale all’ordine del giorno era trasformare l’OAS in un governo alternativo, da sostituire a de Gaulle una volta rovesciato. Le figure chiave erano tutte presenti.” [enfasi aggiunta]

Ci sarebbero stati oltre 30 tentativi di omicidio contro de Gaulle durante la sua presidenza.

Il presidente de Gaulle non aveva dubbi sul fatto che la vera minaccia alla sua vita provenisse da questo esercito segreto riunito sotto l’ombrello della NATO.

Secondo Cottrell, era stato Jacques Foccart, un consigliere capo di de Gaulle, ad informarlo del collegamento tra Permindex/World Trade Center (WTC) e l’OAS. Foccart aveva le operazioni Permindex e WTC sul suolo svizzero [la Parte 4 discuterà più dettagliatamente il ruolo di Permindex e WTC].

La coalizione NATO/CIA aveva sponsorizzato almeno due tentativi di eliminare de Gaulle. Il generale Lyman Lemnitzer, comandante supremo alleato della NATO (1963-1969) era stato uno dei principali cospiratori.

Nel 1965 de Gaulle era venuto a conoscenza dell’ennesima cospirazione ispirata dalla NATO per attentare alla sua vita. Era stata l’ultima goccia. De Gaulle aveva comunicato a tutto il quartier generale della NATO che avrebbe dovuto dimettersi entro 6 mesi. Inoltre, il generale Lemnitzer aveva ricevuto l’ordine imperativo da de Gaulle di lasciare la NATO. Per la seconda volta nella sua illustre carriera, sarebbe stato licenziato (la prima era stata dal presidente Kennedy) [ulteriori dettagli nella Parte 4].

Il ritiro aveva causato il trasferimento del quartier generale della NATO, SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe), da Rocquencourt, vicino a Parigi a Casteau, in Belgio, il 16 ottobre 1967.

Dopo 43 anni, nel 2009 la Francia sarebbe rientrata nella NATO, con una decisione presa dal presidente Nicolas Sarkozy. Cottrell aggiunge che Sarkozy aveva un record interessante di vittorie elettorali con interventi post-terroristici drammatici e perfettamente sincronizzati…

Nella quiete di una piccola città

“Traffici sessuali, pedofilia industriale, voci di snuff movies realizzati per ricatti politici e finanziari o solo a scopo di lucro, erano tutti intessuti in una oscura ragnatela di spie, traffici di droga ufficialmente tollerati, reti paramilitari segrete e la costante ingerenza degli alti comandi della NATO negli affari interni del Paese.”
Richard Cottrell, “Gladio: il pugnale della NATO nel cuore dell’Europa”

Il Belgio è composto da una popolazione etnica mista fiamminga e francese. Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti Fiamminghi si erano schierati, apertamente o simbolicamente, dalla parte dei Tedeschi, nella speranza di una nazione fiamminga – anche all’interno di un Commonwealth nazista – completamente staccata dal Belgio.

Cottrell scrive:

“Un residuo della fraternizzazione bellica con i Tedeschi aveva portato ad un simbolismo pagano in stile nazista e a cerimonie mistiche di legame di sangue all’interno della rete belga dello stay-behind e di elementi delle forze armate nazionali, che comunque erano favorevoli alla Destra. Questa vena mistica avrebbe avuto un’importanza spaventosa nel plasmare molte delle perversioni che dovevano ancora colpire il Belgio.” [enfasi aggiunta]

Quando le nascenti istituzioni dell’Unione Europea avevano iniziato a cercar casa, avevano scelto Bruxelles come la “cabina di pilotaggio d’Europa” proprio per la sua immagine neutrale e di piccolo Paese. E perché il Belgio non era del tutto attrezzato per affrontare i gli impostori stranieri e ciò che ne sarebbe seguito.

Cottrell scrive:

“E ciò che è venuto dopo è stata la NATO, sfrattata in circostanze malsane dalla Francia. I guerrieri in arrivo avevano trasformato questo stato, già schizofrenico, nel Regno della NATO. Dopo di loro era arrivata la rapida espansione delle istituzioni federali europee e la calata di enormi corporazioni, desiderose di avvicinarsi il più possibile alle sedi amministrative di questi due grandi califfati, le più potenti alleanze militari ed economiche che il mondo avesse visto dai tempi dell’Impero Romano.”

Il piccolo Belgio aveva così avuto in breve tempo i secondi cartelli criminali più potenti e invadenti dell’Europa occidentale. In pochissimo tempo, la cabina di pilotaggio dell’Europa era diventata anche il principale centro di narcotici e armi illegali, con un occhio di riguardo al traffico sessuale.

Secondo Cottrell, la CIA aveva reclutato i nazisti belgi – per lo più, ma non esclusivamente, fiamminghi – subito dopo la guerra e li aveva selezionati per alte cariche a livello statale e provinciale. Queste “ex” figure naziste belghe erano state protette dalla giustizia e rilasciate dal carcere sotto la protezione della CIA.

Le macchinazioni della NATO, insieme agli esperti di contro-insurrezione importati dal generale Lemnitzer, erano i responsabili della formazione delle operazioni della Gladio belga, divisa scrupolosamente secondo linee politicamente corrette nelle divisioni SDRA-8 (francese) e STC/Mob (fiamminga).

Cottrell scrive:

“Secondo il giornalista Manuel Abramowitz – uno dei principali investigatori dell’estrema destra in Belgio – i neonazisti erano spinti a infiltrarsi in tutti i meccanismi dello Stato, con un’attenzione speciale riservata alla polizia e all’esercito. Negli anni ’80, questo livello di penetrazione era diventato così profondo – grazie a fronti fascisti come la milizia neonazista Westland New Post e il suo omologo di lingua francese, Front de la Jeunesse – che si può dire che le forze militari belghe fossero cadute quasi del tutto sotto il controllo degli estremisti. Sulla scia delle numerose operazioni sotto falsa bandiera nei decenni a venire, neanche una volta erano mai apparse prove convincenti di una credibile forza sovversiva coordinata di sinistra che operasse sul suolo belga, mentre le organizzazioni sediziose dell’estrema destra fiorivano apertamente.” [enfasi aggiunta]

Il senatore Hugo Coveliers, presidente della commissione investigativa speciale che indagava su gangsterismo e terrorismo in Belgio (1988-1990) aveva rintracciato la presenza di materiale incriminante nei confronti di un’unità speciale chiamata “polizia giudiziaria”.

Ecco cosa aveva scritto Coveliers su quello che sarebbe stato chiamato lo “scandalo dei Dossier X”:

“Immaginate, si sente in continuazione la storia su dossier ricattatori, in cui organizzazioni di estrema destra sono in possesso di immagini e video di un certo numero di personaggi di spicco di Bruxelles e dintorni che fanno sesso con ragazzine, minorenni si dice. L’esistenza di questi dossier era sempre stata negata con veemenza. Fino a quando non era stato dimostrato che testimonianze e video di questa vicenda erano effettivamente in possesso dei servizi di polizia.

Il dossier inizialmente inesistente risulta esistere. I video privi di sostanza si rivelano poi in fondo abbastanza interessanti da essere consegnati al giudice istruttore incaricato delle indagini sulla banda di Nivelles [ritenuta responsabile di alcune rapine cruente]. Ma il testimone ha successivamente paura di testimoniare! Cosa pensate stia succedendo qui!” [16]

Cottrell nel suo libro esplora in dettaglio le varie ipotesi e conclude che questi circuiti di traffici sessuali all’interno del Belgio, con abuso e omicidio di minori, erano incoraggiati tra i funzionari pubblici per due motivi.

Il primo è produrre ricatti incriminanti, tali da reendere impossibile una ritirata politica. Il secondo è che alcune di queste attività, registrate e conservate in archivi top secret, facessero parte delle cerimonie di iniziazione dei cultisti.

Cottrell scrive:

“Si presumeva che questi implicassero tratti pagani neonazisti, come i rituali di sangue, praticati da elementi all’interno delle forze segrete dello Stato, così come nella struttura militare vera e propria.”

In questo contesto, il recente scandalo della NATO che ha diffuso su Twitter il simbolo occulto nazista del Sole Nero [17] in occasione della Giornata Internazionale della Donna, dopotutto potrebbe non essere stato un errore…

Lo Stato parallelo segreto dell’Italia

“Eravamo un corpo unico: banditi, polizia e mafia, come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.”
Testimonianza di Gaspare Pisciotta durante il processo per la strage di Portella della Ginestre

Nel giugno 1981 era stata fatta una scoperta sorprendente, che aveva fatto notizia in tutto il mondo, anche sulla rivista TIME [18]. Era stata trovata una lista che nominava quasi 1.000 individui del rispettato establishment italiano come parte di un gruppo segreto quasi massonico, la Loggia Propaganda Due (P2), “uno Stato nello Stato”.

Lo scandalo P2 aveva provocato la caduta del gabinetto del premier Forlani, quando si era scoperto che ospitava membri della loggia P2.

L’elenco è stato trovato durante una perquisizione della polizia a casa dell’importante finanziere italiano Licio Gelli, gran maestro della loggia P2 e fervente seguace di Benito Mussolini. Il suo unico scopo era la restaurazione del fascismo italiano.

Nell’elenco di quei quasi 1000, c’erano gentiluomini (membri di Propaganda Due) che stavano progettando di prendere il potere e installare una repubblica fascista.

Le descrizioni della loggia Propaganda Due in Italia erano pesantemente inframmezzate da resoconti di cerimonie mistiche e giuramenti di fedeltà.

Gelli era fuggito in Sud America attraverso la Svizzera. È interessante notare che si trovava in Cile durante il regno di Pinochet. Gelli avrebbe subito diversi processi, alcuni in contumacia, in Svizzera e in Italia, con l’accusa di atti di terrorismo tra gli altri reati [19].

Un’altra cosa che Gelli aveva lasciato nella sua villa quando era fuggito era il Piano di Rinascita Democratica, che descriveva in dettaglio ogni fase del previsto golpe di Gladio sostenuto dalla NATO e l’ascesa dello Stato profondo italiano come un protettorato americano e successivamente NATO [20]: l’architetto capo era lo stesso Gelli.

Era stato attraverso Gelli che la CIA aveva finanziato la Democrazia Cristiana, che annoverava tra i suoi iscritti numerosi fascisti.

Federico D’Amato era un agente segreto italiano, che aveva guidato l’Ufficio per gli Affari Riservati del Ministero dell’Interno dagli anni ’50 fino agli anni ’70, quando l’attività dei servizi di spionaggio era sotto copertura e non pubblicamente nota.

D’Amato era diventato il capo dell’Ufficio speciale del Trattato del Nord Atlantico, un collegamento tra la NATO e gli Stati Uniti [21].

La responsabilità principale di D’Amato era un nucleo segreto dei Carabinieri (la gendarmeria nazionale italiana che svolge principalmente compiti di polizia interna) situato all’interno del Viminale sotto il suo controllo personale. Questo era l’Ufficio degli Affari Riservati, noto anche come Servizio di Protezione [22].

Cottrell scrive:

“Questo corpo ombra [il Servizio di Protezione] era un compagno di letto dell’OSS (poi CIA) in un ufficio ben camuffato nella elegantissima Via Sicilia, a Roma.”

D’Amato era stato il delegato selezionato che aveva negoziato il Patto Atlantico, precursore della NATO, per conto dell’Italia. Il Servizio di Protezione, sotto il controllo di D’Amato, era stata la prima genesi di Gladio.

Nel 1969, l’Italia era attanagliata da una crisi politica in piena regola che, alle sue radici, era in gran parte artificiale. La grande esplosione alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana [23] a Milano il 12 dicembre 1969 aveva segnato l’inizio delle ostilità, conosciute poi come gli anni di piombo. La colpa era stata immediatamente attribuita agli stessi radicali di sinistra accusati di aver provocato disordini nel cuore industriale italiano.

Il magistrato inquirente, Guido Salvini [24], aveva a indagare sulla vicenda nel 1988, arrivando alla conclusione che l’attentato alla Banca dell’Agricoltura era un’operazione pianificata tra la Aginter Press di Yves Guerin-Serac e due importanti gruppi neofascisti italiani, Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale.

Nell’agosto 1990, il presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti (sei volte primo ministro e, in seguito, leader della Democrazia Cristiana) era stato convocato da una commissione speciale d’inchiesta organizzata frettolosamente dal Senato per indagare sulle notizie dell’esistenza sul suolo italiano di uno Stato parallelo segreto e sul fatto che questo Stato parallelo segreto fosse dotato di un proprio esercito clandestino di commando, che operava al di fuori delle strutture militari stabilite.

Andreotti aveva ammesso che, per molti anni, l’Italia aveva effettivamente ospitato un esercito clandestino. Formalmente si trattava però di un elemento della struttura permanente della NATO. Aveva assicurato con calma ai suoi ascoltatori che non era niente di più minaccioso di una prudente precauzione per difendere l’Italia in caso di invasione da parte dei Sovietici. Nel 1971, quando la minaccia era sembrata diminuire, aveva affermato Andreotti, l’esercito segreto era stato sciolto. Secondo Andreotti la struttura era segreta perché i Russi non avrebbero dovuto sapere del cosiddetto esercito “stay behind” e, in ogni caso, l’Italia non era la sola poiché tutti i Paesi della NATO avevano tali forze.

Agosto 1990, il premier italiano Giulio Andreotti confessa l’esistenza dell’operazione Gladio davanti ad una commissione speciale d’inchiesta

Durante la sua testimonianza, Andreotti aveva ammesso che questo esercito segreto era conosciuto come Gladio e che disponeva di depositi di armi ben riforniti in ogni angolo del Paese. Questi depositi di munizioni erano stati forniti dalla NATO.

Tuttavia, ciò che Andreotti non aveva rivelato durante la sua testimonianza era che lui stesso, per molti anni potente azionista dell’Italia sotterranea, aveva fatto parte della Gladio.

Andreotti è stato colui che aveva sostituito l’assassinato Aldo Moro, citato in precedenza come una delle vittime di Gladio, come Presidente del Consiglio italiano.

Vinciguerra, che era membro dell’organizzazione neofascista Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, responsabile di atti terroristici e omicidi, sta attualmente scontando l’ergastolo per l’omicidio di tre carabinieri con un’autobomba, a Peteano nel 1972. Le sue testimonianze avevano aiutato a far luce sulle reti Gladio in tutta l’Europa occidentale durante le indagini del pubblico ministero Felice Casson [25].

In un’intervista sul Guardian [26], Vinciguerra discute di come lui e i suoi amici fossero subappaltatori di quella che aveva descritto come una:

“super-organizzazione che, in assenza di un’invasione militare sovietica… si era assunta il compito, per conto della NATO, di prevenire uno slittamento a sinistra negli equilibri politici del Paese [Italia]…”

Quindi, quando si parla di certe controparti occidentali che oggi rivendicano “avvertimenti” per operazioni sotto falsa bandiera da parte dei nostri presunti nemici, vi suggerirei di prenderlo non con un grano di sale ma, piuttosto, con tutto il chilo.

[1] https://comedonchisciotte.org/la-storia-del-movimento-nazionalista-ucraino-comprato-e-pagato-dalla-cia-dopo-la-seconda-guerra-mondiale/
[2] Susan Butler, “Roosevelt and Stalin: Portrait of a Partnership”, (2015) Alfred A. Knopf New York Publisher, pag. 165
[3] https://www.nytimes.com/1945/05/08/archives/the-reich-ministers-plea.html
[4] L. Fletcher Prouty, “The CIA, Vietnam and the Plot to Assassinate John F. Kennedy”, (1992) A Birch Lane Press Book, Carol Publishing Group, pag. 12
[5] https://thenakedhedgie.com/2021/12/18/appeasement-the-betrayal-in-munich-part-2-of-3/
[6] Ibidem
[7] Ibidem
[8] https://www.smh.com.au/business/how-bankers-helped-the-nazis-20130801-2r1fd.html
[9] https://www.strategic-culture.org/news/2020/09/18/on-roosevelt-and-stalin-what-revisionist-historians-want-us-to-forget/
[10] https://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Unthinkable
[11] Per i contenuti sull’Operazione Gladio, l’eccellente giornalismo investigativo di Richard Cottrell nel suo libro “Gladio: il pugnale della NATO nel cuore dell’Europa” sarà il principale riferimento. Richard Cottrell è un ex parlamentare del Parlamento europeo e giornalista investigativo. Cottrell ha anche condotto indagini formali disposte dal Parlamento europeo.
[12] Richard Cottrell, “Gladio: NATO’s Dagger at the Heart of Europe”, (2015) Progressive Press
[13] https://it.wikipedia.org/wiki/Aginter_Press
[14] William L. Shirer, “The Rise and Fall of the Third Reich: A History of Nazi Germany”, (1959), Simon & Schuster Paperbacks, pag. 192
[15] https://www.smithsonianmag.com/history/true-story-reichstag-fire-and-nazis-rise-power-180962240/
[16] Richard Cottrell, “Gladio: NATO’s Dagger at the Heart of Europe”, (2015) Progressive Press
[17] https://it.wikipedia.org/wiki/Sole_nero
[18] http://content.time.com/time/subscriber/article/0,33009,922552,00.html
[19] https://it.wikipedia.org/wiki/Licio_Gelli
[20] Richard Cottrell, “Gladio: NATO’s Dagger at the Heart of Europe”, (2015) Progressive Press
[21] Ibidem
[22] Ibidem
[23] https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_piazza_Fontana
[24] https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Salvini_(giudice)
[25] https://it.wikipedia.org/wiki/Felice_Casson
[26] https://www.newspapers.com/newspage/260303097/

*****************************************************
Chyntia Chung
Link: https://canadianpatriot.org/2022/04/15/operation-gladio-how-nato-conducted-a-secret-war-against-european-citizens-and-their-democratically-elected-governments/
15.04.2022
Traduzione di Costantino Ceoldo
Rivista da Markus per comedonchisciotte.org

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