Di Ivana Suerra e Giulio Bona, ComeDonChisciotte.org
Venerdì 28 gennaio 2022, Ingresso Rettorato Università degli Studi di Torino, ore 13:30.
Quando mancano due ore circa allo sgombero dei locali occupati dagli studenti No Green Pass, incontriamo Alessio Bellini, giovane attivista presente al presidio consolidatosi all’esterno dei cancelli del Rettorato, in via Po.
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D: Ciao Alessio, tu fai parte del gruppo di studenti che hanno promosso l’iniziativa di occupazione tuttora in corso. Hai notizie dai tuoi compagni che sono all’interno dei locali universitari?
R: I ragazzi che sono riusciti a rimanere dentro sino ad ora sono una decina e sono in compagnia di alcuni sindacalisti e giornalisti. Hanno convenuto con Agenti della Polizia di Stato di liberare il Rettorato alle 16:00 di oggi, nonostante ci siano state pressioni da parte delle Forze dell’Ordine per intimarli ad uscire prima, alle ore 12:00.
La situazione è veramente paradossale perché ieri, quando abbiamo cercato di entrare con una cinquantina di attivisti provenienti da tutto il Piemonte ed altre zone d’Italia, la celere ci ha impedito sia di entrare, sia di fornire viveri ai ragazzi sigillando le finestre dall’interno.
Come risposta abbiamo organizzato questo presidio all’esterno che va avanti da ieri pomeriggio.
D: Questa mattina c’è stata un’altra protesta studentesca in Piazza Arbarello che, come riportato dai giornali, nasce dall’incidente mortale di Lorenzo Parelli, giovane studente in alternanza scuola-lavoro. Questo convoglio di studenti era diretto qui in via Po per darvi sostegno?
R: No. Loro stavano manifestando per un motivo diverso dal nostro, ma noi li abbiamo richiamati a supporto per unire le proteste perché anche noi siamo critici nei confronti di questa organizzazione scolastica e lavorativa veramente malata. Abbiamo chiesto il loro sostegno non tanto sulle rivendicazioni inerenti al Green Pass, quanto per il modo in cui veniamo trattati, per il modo in cui le Istituzioni e la Polizia ci stanno mettendo a tacere respingendoci con la violenza. Noi chiediamo semplicemente di unirci per una rivendicazione che va molto oltre il tema dell’alternanza scuola-lavoro o del Green Pass, e che riguarda la libertà di espressione, l’esercizio dei nostri diritti e la possibilità di andare a scuola non solo in sicurezza, ma anche in maniera inclusiva.
D: Anche oggi la cittadinanza di Torino si è presentata qui a supporto degli occupanti, nonostante questo tu credi che i termini dell’‘ultimatum’ verranno rispettati?
R: Assolutamente sì. Anche perché non c’è interesse in questo momento a fare il contrario, considerato che dentro ci sono una decina di persone che non avrebbero capacità di resistere. Tuttavia, quando loro usciranno, non torneremo ognuno a casa propria, continueremo a fare resistenza e pressione finché non verremo ascoltati.
D: Il Rettore non vi sta dando alcuna risposta, o meglio, vi ha risposto picche.
Parafrasando Mandela, il quale diceva che “Una Nazione non dovrebbe essere giudicata da come tratta i suoi cittadini migliori, ma da come tratta i suoi cittadini di più basso rango” e ammettendo che oggi siate voi ad essere considerati come studenti di ‘basso rango’, la mia domanda è: ma che razza di comunità universitaria può dirsi tale quando non è nemmeno in grado di dare ascolto alle istanze dei propri studenti?
R: Si tratta sicuramente di un Rettore vigliacco, io lo dico senza problemi. Ci eravamo incontrati lo scorso 2 settembre, quando lui ci aveva promesso un appuntamento futuro a cui, poi, non si è mai reso disponibile. Questo fino all’altro ieri, quando ha tentato ancora di evitarci. Nonostante ciò, siamo riusciti a consegnargli la nostra lettera, alla quale lui ha risposto affermando che non dismetterà lo strumento del Green Pass perché vi sono evidenze scientifiche sul fatto che stia funzionando, ovviamente senza fornire dati a supporto.
Per cui, non si sta in alcun modo assumendo le proprie responsabilità.
Proprio ieri, ipocritamente, poche ore dopo aver dichiarato a Repubblica che reputa legittima la manifestazione del nostro dissenso – in quanto l’Università è luogo di libera espressione – ci ha mandato gli Agenti della Digos.
Paradossalmente la sua risposta è stata quella di sequestrare lo stesso Rettorato e non è questa l’Università che noi vogliamo!
Video ai link:
https://rumble.com/vtmuev-dobbiamo-resistere.html
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Di Ivana Suerra e Giulio Bona, ComeDonChisciotte.org