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Mr Gorbaciov va a Washington

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A cura di Davide
Il 13 Novembre 2016
493 Views

FONTE: DEDEFENSA.ORG

Una volta terminato un evento, soltanto allora se ne valuta l’importanza. La vittoria di Trump è una formidabile vittoria non solo di Trump ma della politica di “rabbia cosmica” dell’elettore americano (non voglio dire l’elettore americanista, e questa è una sottigliezza importante).

Questa vittoria è avvenuta contro tutte le forze del Sistema, mobilitate in permanenza per mesi e mesi.

Secondo Newt Ginrich, che dava una valutazione a mio avviso molto ragionevole, questa opposizione infamante e totalmente illegittima, soprattutto per la posizione della stampa-Sistema, è costata circa il 20% dei voti che avrebbero dovuto andare a Trump; immaginate che trionfo sarebbe stato… Preso tra 1000 commenti ecco questo di Burt Prelutsky, dato il lunedì sera precedente al voto, che ricordava la formidabile coalizione messa insieme contro The-Donald, o piuttosto direi ancora io la coalizione che si opponeva alla “politica della rabbia cosmica” dell’elettore americano:

“Se Donald Trump riesce a tirar fuori una vittoria martedì, sarà uno sconvolgimento ben più grande di quello avvenuto nel 1948 quando Harry Truman sconfisse Tom Dewey  e i sondaggisti. Trump non deve solo battere le previsioni sconfiggendo la donna che ha aspettato di essere incoronata durante gli 8 anni scorsi, ma deve sconfiggere i media ed anche vari membri dello Stato e del Dipartimento della Giustizia che hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per organizzare l’elezione [di Hillary – N.d.T.]. Ancor peggio, dovrà sconfiggere il partito dei “mai-con-Trump” che hanno messo la loro personale ripicca al di sopra degli interessi della nazione. Essi sono i teppisti che sono più contrariati da qualcuno che ogni tanto dice parolacce, piuttosto che da un pubblico ufficiale che con parole e fatti ha mostrato di esser degna della grande casa (1), piuttosto che della Casa Bianca.”

L’elettore americano ha inflitto al sistema una sconfitta fantastica… Ma, secondo me, è stata piuttosto una sconfitta come quella della Marna o di Verdun e non una Waterloo, ovvero la fine dell’inizio, [The End of the Beginning ] per citare la frase famosa di uno dei protagonisti della seconda guerra mondiale, facendo attenzione che la sostanza della guerra in corso è ben diversa e ben più importante, ben più decisiva, e non è per nulla nello stesso campo, e non va nella stessa direzione, della seconda guerra mondiale.
Questa superba vittoria versione “solo contro tutti” nella testa di Trump ma comunque con l’aiuto, se non con la spinta decisiva e imperiosa di un movimento popolare senza precedenti che si è espresso come ha fatto grazie alla potenza del sistema della comunicazione, questa superba vittoria dico, permette di mettere in campo le forze per la battaglia più importante e, io mi auguro, il confronto finale. Lo sapete che l’idea nostra, l’idea di dedefensa.org è che Trump si troverà di fronte a un compito enorme. Vada per Ercole e le scuderie di cui voi sapete, ma io credo che un’analogia diversa, di tipo hollywoodiano, sia più appropriata al clima generale.
Ritengo che per la sostanza delle forze del sistema piazzate a Washington, Trump sarà di nuovo e più che mai “solo contro tutti”. E allora? Questo è un remake di tipo post-moderno se si vuole, diciamo del genere “Mister Gorbaciov va a Washington; anche se Trump non è James Stewart e neppure Frank Capra ma questo da un po’ l’idea, vedete… Penso che il presidente Trump non possa fare altro che accettare la battaglia contro l’establishment, la burocrazia, il Sistema, oppure annegherà fisicamente e moralmente e allora regnerà il caos.

Notate bene che io sono un vero e puro pessimista-ottimista, perché in entrambi i casi è in gioco la sopravvivenza del sistema, e di conseguenza indirettamente la sopravvivenza degli Stati Uniti d’America e dunque la sorte del Sistema è fissata in anticipo dal suo abituale aspetto controverso di superpotenza e autodistruzione.

(Pieno di enfasi mi cito, citando Philippe Grasset che cita se stesso: scusateci entrambi: “Non molto tempo fa ne parlavo dicendo di lui: «La so la strada che gli rimane è che è tracciata per lui è gloriosa ma molto audace: essere il Gorbaciov degli Stati Uniti.» Mi rendo conto che ho dimenticato di ricordare che Gorbaciov ha portato a termine il suo lavoro storico (che io continuo a giudicare storico perché è venuto a capo di una cosa che aveva in se stessa una natura che rimandava al Sistema), disintegrando l’URSS e questo non è stato uno sfortunato incidente, secondo il mio punto di vista, ma perché era l’unico modo, qualunque cosa lo stesso Gorbaciov volesse o pensasse, di sbriciolare questa manifestazione del sistema. In verità non potrebbe essere un Gorbaciov Americano se non portando a termine il suo compito così come ha fatto il vero Gorbaciov, con un lavoro di disintegrazione del quale io non saprei dire che direzione prenderà e che cosa produrrà nella sua nuova essenza storica e geografica…)”
Detto in altre parole e malgrado alcuni aspetti estremamente interessanti del suo programma indefinito e ampio (altri aspetti sono invece francamente poco invitanti), Trump sarà completamente occupato dalla sua grande “battaglia di Washington”. E dovrà giocare il tutto per tutto… All’estero ciò che sarà molto interessante, ma veramente interessante, sono gli effetti dell’ incredibile panico che sta per percorrere il mondo sotterraneo, il labirinto dei corridoi del sottogoverno europeo dove ci si nutrirà dei resti del TTIP polverizzato. Quanto ai francesi che sono tanto filoamericani attualmente potrebbero essere incoraggiati dall’esempio del loro caro modello.

E poi ecco Hillary uguale a se stessa, nel suo ruolo di regina incoronata in anticipo che ha perso la carrozza e poi al momento in cui non si poteva più evitarlo ha fatto ciò che lei giudicava oltraggioso nelle intenzioni che aveva espresso Trump durante l’ultimo dibattito: dopo che Trump aveva raggiunto i 274 Grandi Elettori che lo consacravano presidente (ne servono 270 e tutti gli Stati non avevano ancora inviato i loro risultati, la signora Clinton ha rifiutato di ammettere in quel momento la vittoria del suo avversario, e si è arresa finalmente alla tradizione del Sistema quando Trump ha raggiunto 278 grandi elettori. Hillary è rimasta Hillary fino alla fine, astiosa come ai bei vecchi tempi. Hillary o non-HiIlary alla fine anche lei dovrebbe cominciare a scomparire facendoci passare ad un’era nuova perché “The show must go on” – lo spettacolo deve continuare- e ve lo preannuncio, la vera, la grande bagarre che deve condurci to the Beginning of the End (all’inizio della fine) è appena cominciata.

 

Fonte: www.dedefensa.org

Link: http://www.dedefensa.org/article/mr-gorbatchev-goes-to-washington

9.11.2016

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIAKKI49

NOTE:

  1. Il termine “big house” usato da Burt Prelutsky in inglese slang indica la prigione federale.
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