Di Alireza Niknam
Nello scorso articolo abbiamo parlato del gruppo Mujahedin-e Khalq (da ora in poi: MEK, ndt), che era inserito tra le organizzazioni terroristiche straniere negli Stati Uniti (FTO) e in Europa dal 1997 al 2012, per l’uccisione di 17 mila persone.
Improvvisamente, dopo ampie consultazioni tra Washington e Tirana, il MEK è entrato in Albania nel 2016. 40 anni di uccisioni e torture sono il suo curriculum di successo. Anche se il gruppo ha perso la propria capacità realmente operativa e sta “trapassando” alla vecchiaia.
Secondo i dati disponibili, al loro ingresso nel paese balcanico, risulta che oltre il 70% dei membri ha oggi un’età compresa tra i 70 e gli 80 anni: con un semplice calcolo, si può capire che una persona di quest’età possa soffrire di molte malattie che richiedono consulenza e assistenza medica e clinica.
Dal loro primo giorno, si è scoperto che circa ben 3 mila persone sono arrivate lì dall’Iraq; e possiamo ben comprendere che i servizi medici del Campo Ashraf 3, da soli, richiedono più di qualche ospedale per poter provvedere alle necessità di così tante persone.
Un altro aspetto, è la necessità di medicine ma nessun miliziano sembra essersi ancora registrato in una farmacia del posto.
Secondo le informazioni ricevute dalla dogana albanese, è stato rilevato che non è consentito inviare farmaci al campo del MEK: essi possono essere distribuiti solo dopo essere stati acquistati legalmente. Sorge quindi la questione principale: come fanno queste 3.000 persone a procurarsi le cure?
Se per ottenerle si può andare soltanto in farmacia e ciò non avviene, rimane soltanto un modo: farle arrivare al campo illegalmente.
Poiché il MEK non ha alcuna licenza per la compravendita, è chiaro che le medicine vengono fornite e contrabbandate all’insaputa del governo albanese.
In questo articolo, affrontiamo il tema attraverso le ricerche che abbiamo effettuato in Albania e in Iraq.
Il gruppo, secondo le registrazioni ottenute in Iraq, presenta per lo più malattie, per le quali in Albania non sono facilmente disponibili farmaci: Alzheimer, osteoporosi grave, diabete, vari tipi di cancro, problemi all’apparato digerente, problemi cardiaci e pressione alta.
Essendo il MEK un’organizzazione fantoccio e uno strumento militare ad uso e consumo dei governi occidentali – e per questo ha partecipato alle operazioni militari contro il suo Paese e il popolo iracheno, da cui ha certamente subito molti danni, tanto che dopo le operazioni di Forough Javidan, Anfal, Morvarid 1 e 2, un gran numero di membri ha riportato disabilità fisiche e mentali e ha dovuto ricorrere a farmaci rari per curarsi.
Secondo le indagini da noi svolte, la maggior parte di questi farmaci non sono disponibili, anche perchè non importabili, e per fornirli devono essere fatti arrivare da Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Italia e India.
In sostanza: devono essere contrabbandati all’insaputa di Tirana.
E quindi come fanno a giungere nel Campo MEK Ashraf 3 di Manza?
La risposta è semplice: con il pretesto delle misure umanitarie come l’importazione di lenti a contatto e occhiali per i residenti dei villaggi e dell’aiutare i bisognosi nelle vicinanze del campo, questo gruppo terroristico ha trafficato clandestinamente le sue medicine.
In base alle indagini, le lenti e gli occhiali inviati in Albania sono stati prodotti in Cina, e si può facilmente vedere il marchio Wenzhow M&I Eyewear Co. LTD e il Paese di produzione, ma la spedizione è passata prima dalla Cina alla Germania, poi all’Italia e da lì è entrata in Albania.
Ebbene, la domanda è: perché una spedizione di apparecchiature mediche proveniente dalla Cina dovrebbe andare prima in Germania, poi in Italia e quindi entrare in Albania?
La risposta è che il gruppo terroristico MEK ha creato diverse società e associazioni in Italia e Germania per fornire attrezzature mediche e farmaceutiche e inviarle poi al campo Mujahedin-e Khalq in Albania.
Ad esempio, l’Associazione dei Rifugiati Politici Iraniani e l’Associazione dei Giovani Iraniani in Italia sono due associazioni che utilizzano la loro veste istituzionale per riciclare denaro e acquistare quelle attrezzature mediche.
In precedenza, molte attività di riciclaggio di denaro sono state svolte in Germania, Inghilterra e Francia, e molte di queste attività sono state scoperte in questi Paesi, tra cui l’identificazione di un orfanotrofio in Inghilterra, che usava la sua veste di orfanotrofio per separare i bambini dalle loro famiglie, che erano membri di questa setta, per poi trasferirli nella stessa Inghilterra, ma anche in Germania, Francia e così via. Questi enti di beneficenza ricevevano denaro dal governo e dalle organizzazioni internazionali e questo denaro veniva inviato alla sede del MEK.
La stessa Maryam Rajavi (leader dell’organizzazione terroristica, ndt) fu arrestata nella sua casa in Francia per il reato di riciclaggio di denaro, insieme a un gran numero di membri del MEK.
Non importa se il governo albanese lo limita o meno, la sua storia ha dimostrato, comunque vada, che esso continuerà le sue azioni imperterrito.
Lo hanno dimostrato separando i bambini dalle famiglie appartenenti a questo culto, li hanno utilizzati per il riciclaggio di denaro in Europa sotto la veste di orfani, e ora contrabbandano le loro medicine con la scusa di sostenere le persone dei villaggi intorno al campo di Manza.
Per quanto riguarda la documentazione sul contrabbando di medicinali, che è stata ripresa anche dai media, possiamo fare riferimento alla notizia dell’agenzia di stampa italiana LaRedazione dal titolo “I vaccini migrano via mare, il primo caso di fuga di Astrazeneca, da Bari verso l’Albania” del 23 maggio 2021, in cui si parlava dell’arresto di 2 membri del MEK mentre contrabbandavano questi farmaci in Albania da parte della Guardia Costiera italiana. Si sta parlando di Qasim Farhadi, 73 anni, e Abdolrahim Orangi, 70 anni, che si trovavano alla frontiera marittima dell’Italia con l’Albania e sono stati arrestati, prima di lasciare il confine dell’Italia, dalla Guardia Costiera insieme al carico di vaccini di contrabbando.
Essi rappresentano soltanto una parte della catena di traffico di medicinali, di cui si è parlato in questo articolo, e si fa quindi appello al Primo Ministro dell’Albania, Edi Rama, e al tribunale antiterrorismo di intensificare il monitoraggio dell’entrata e dell’uscita delle attrezzature di contrabbando verso il quartier generale del MEK in terra balcanica, per prevenire il traffico di droga nel loro paese.
Tirana deve sapere che l’arresto dei membri del MEK che hanno ottenuto l’asilo politico in Albania, che è anche ai confini con l’Italia, è un pericolo per la nazione, perché ogni volta che le persone di questo gruppo terroristico vengono arrestate, l’Albania sarà a un passo dall’Unione Europea.
Di Alireza Niknam
13.09.2023
Alireza Niknam, reporter e ricercatore nel campo dei gruppi terroristici, in particolare il gruppo terroristico di Mujahedin-e Khalq (MEK). Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università di Teheran e scrive articoli per diverse agenzie di stampa internazionali. Oltre al giornalismo è commentatore politico e consulente del TerrorSpring Institute nel campo dell’antiterrorismo.
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Traduzione a cura della Redazione di ComeDonChisciotte.org