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La Redazione

 

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Marianna Madia vuole salvare i Boschi!

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A cura di Davide
Il 17 Luglio 2017
136 Views

DI CARLO  BERTANI

carlobertani.blogspot.it

Fra le tante nequizie e disperazioni che suscita la nostra amata classe politica, come ogni anno, non mancano gli incendi estivi: stavolta è toccato al Vesuvio, che ha sfoderato un bel pennacchio e copiose nuvolaglie, forse per celare il disgusto che ci circonda. Nonostante gli sforzi dei giornalai e dei tanti parolai di regime, la realtà è amara: dei 38 elicotteri dell’ex Corpo Forestale, soltanto 6 sono in grado di volare. Chi per guai veri, chi per guai burocratici, chi perché ha cambiato arma e destinazione d’uso…non stiamo a sottilizzare. La colpa è tutta sulle fragili spalle del Ministro Madia, colpevole di una riforma della P.A insulsa e senza senso, utile solo a salvare i Boschi, del Veneto e dell’Etruria in primis, sia chiaro.

Fatto è che, nel lungo Stivale e le sue infinite coste, solo 6 elicotteri dell’ex Corpo Forestale (i più esperti, insieme ai Vigili del Fuoco) sono riusciti a levarsi in volo. Per giunta sono in gran parte elicotteri piccoli, che portano un migliaio di litri d’acqua.

Due anni fa filmai un incendio boschivo nei pressi di Spotorno (SV), ed ebbi tutto il tempo di sistemare bene la videocamera: ci misero tre giorni a spegnerlo. Un Canadair sganciava acqua come poteva, sollecitato dalle forti correnti ascensionali che gl’impedivano di collimare bene sul bersaglio, consci anche che gli incendi, in Liguria, sono devastanti: della flotta primigenia di Canadair, ben due si schiantarono nei pressi di Savona, con la morte dei 4 piloti. Mestiere ingrato sganciare acqua sul fuoco: forse, è meno pericoloso sganciare bombe in giro per il mondo.

A far da Sancho Panza al solitario aquilone giallo, un AB-212 con il “secchio” che riempiva in mare: poche centinaia di litri, su un fronte di chilometri di fiamme. Punzecchiature di spillo. Per fortuna, dopo tre giorni, venne un po’ d’acqua dal cielo: Giove Pluvio s’impietosì degli umani e delle loro fatiche di Sisifo.

Come se non bastasse la nostra imperizia ed insipienza nel volerci intestardire a “sganciare” dell’acqua sul fuoco, la politica italiana ha fatto veramente bingo nell’assegnare il Corpo Forestale sotto il comando dei Carabinieri: non c’è nessuno, come i Carabinieri che – storicamente, ma soprattutto negli ultimi decenni – siano lontani da boschi e foreste, montagne e colline. Molte caserme di campagna sono state chiuse, ed i militi fanno solo più comparse sporadiche, due giretti in macchina, una la mattina e l’altro il pomeriggio. Figuriamoci che fine hanno fatto gli uomini della Forestale.

Eppure non mancano i progetti di grandi dirigibili in funzione antincendio, in grado di posizionarsi in alto e, grazie al GPS collegato con l’anemometro, far scendere una pioggia di ore sul fronte dell’incendio. 160 tonnellate d’acqua (progetto Cargolifter) contro la decina dei Canadair, e le poche “secchiate” degli elicotteri. Perché?

Poiché tutti quei progetti sono stati boicottati dalle banche, non perché non potessero diventare remunerativi – antincendio, spostamento di carichi pesanti, aerosoccorso, sorveglianza radar, installazione e manutenzione di strutture isolate (rifugi alpini, aerogeneratori, isole), ecc – ma soltanto perché l’industria aeronautica, grazie al potere del lobbismo ha saputo fermare, ancora una volta, il pericoloso rivale.

Sempre in prima pagina le foto del disastro dell’Hindenburg: pochi lo sanno che oggi i dirigibili sono riempiti con inerte Elio, ed hanno sistemi di casse interne come i sommergibili, per variare la spinta senza sprecare il gas. Basta poco: una leggenda metropolitana, tanta ignoranza, ed “olio” per oliare chi ha il potere. Il quale, nella maggior parte dei casi, non ha nemmeno idea di cosa sia un dirigibile ed a cosa possa servire.

Ora, non si tratta di “sparare sul pianista” come al solito, ma la Riforma Madia – pur portando il cognome della grande “protetta” di Walter Veltroni – ci sembra eterodiretta, perché dalle parti di via Nazionale e da quelle del Ministero dell’Economia, si chiedeva una sola cosa: risparmi.

Tutti dobbiamo risparmiare, anche i Carabinieri ed i Forestali, perché la vicenda delle banche fasulle richiede montagne di denaro, denaro vero, non la fuffa che hanno spacciato per molti anni.

Questo sistema è ottimo solo per tosarci ancora una volta: saggezza vorrebbe che il sistema bancario fosse responsabile in toto dei guai che combina – come al tempo del Banco Ambrosiano, quando tutto fu sistemato all’interno del sistema bancario – perché se c’è qualche deficiente che medita d’arricchirsi sulle spalle dei correntisti, se a pagare sono le altre banche, saranno le banche stesse a metterlo sul chi vive. Se a pagare è la fiscalità generale, è un invito a nozze: ruba tu che rubo anch’io, tanto, poi…

Come si può notare, anche dei fenomeni che sembrano assai distanti hanno origini comuni: brucia tutto perché non si costruiscono mezzi adatti, perché quelli esistenti sono obsoleti e di scarso numero, poiché le “riforme” impongono di “risparmiare”, poiché – infine – ci sono voragini innominabili da colmare. Perché qualcuno, prima, s’è riempito le tasche.

Ci vuole, però, un capro espiatorio: oh com’è gratificante assicurare alla giustizia il colpevole! Dagli al piromane! Dagli al nuovo untore!

Non nego che possa esistere qualche pazzoide del genere, e che qualcuno abbia da nascondere qualche abuso edilizio dando fuoco a tutto, però… sapeste com’è facile che tutto prenda fuoco in condizioni di calore come le attuali! Sapendo già che l’incendio, per legge, bloccherà ogni tentativo di cementificazione.

Nel 1976 bruciò la cascina dove abitavo: barre di ferro e bottiglioni di vetro, immagazzinati nel fienile, innescarono del fieno, forse troppo fresco, che era appena stato ammassato.

Ferro nei boschi? Ci ho trovato anche delle lavatrici! Un mio collega, appassionato storico, riuscì a scovare anche il relitto di un B-17 dell’ultima guerra. Vetro? Centinaia di bottiglie di birra: sono più pericolose delle pietre aguzze e delle vipere.

Lo strame che s’accumula nel bosco, anno dopo anno, con un po’ di rugiada notturna fermenta e produce gas infiammabile, in pratica metano. Basta nulla, una bottiglia che faccia da lente, un pezzo di ferro rugginoso che si scalda al sole…chilometri quadrati di bosco, e nessun sistema antincendio di prevenzione… non si può sostenere che non si è in grado di spegnere gli incendi: è colpa dei piromani!

Io, al posto dei giornalai di regime, i “piromani” li andrei a scovare dalla parti di via Nazionale…

 

Carlo Bertani

Fonte: http://carlobertani.blogspot.it

Link: http://carlobertani.blogspot.it/2017/07/marianna-madia-vuole-salvare-i-boschi.html

16.07.2017

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