Lo zio Sam, alias Wilcoyote, ha fatto saltare il gasdotto sbagliato?

E cosa c'è dietro l'infinita sfilata di atti di autodistruttiva imperiale arroganza?

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Kevin Barrett – substack.com – 5 ottobre 2022

 

Dopo che “parti non troppo ignote” hanno sabotato il gasdotto Nordstream, Anthony Blinken ha festeggiato la “tremenda opportunità”. Ha ipotizzato che l’intera struttura Nordstream fosse fuori uso. Questo avrebbe dato ai produttori statunitensi la possibilità di guadagnare miliardi di dollari derubando la cieca Europa e vendendo gas a prezzi superpompati.

Ma Blinken potrebbe aver festeggiato troppo presto. Secondo Bloomberg News:

 

bloomberg

 

Dopo il sospetto di sabotaggio del gasdotto la scorsa settimana, con una serie di esplosioni, lunedì Gazprom ha dichiarato che tre delle condotte erano state interessate e una no. In una dichiarazione sul suo account Telegram il gigante del gas ha detto di aver ridotto la pressione sulla linea B non interessata di Nord Stream 2 per ispezionare il collegamento alla ricerca di danni e potenziali perdite.

Un commentatore di Unz Review ha spiegato:

“La vantata Marina degli Stati Uniti ha “toppato”. Nelle torbide profondità del Mar Baltico hanno piazzato i loro esplosivi per far saltare le ***QUATTRO*** condotte dei gasdotti NS 1 e NS2 (non sapevate che ci fossero quattro condotte, vero? Nemmeno io). Sembra però che abbiano sbagliato a piazzare due dei pacchetti di esplosivo su uno dei tubi della NS2 – la linea A – lasciando l’altro tubo – la linea B – senza carica esplosiva, e di conseguenza ***NESSUN DANNO***. La linea B è quindi ***PRONTA A RIPARTIRE*** con una capacità di 27,5 miliardi di metri cubi all’anno… che, per fare un paragone, è il 50% della capacità totale di Nordstream 1, di cui, come si ricorderà, è stata recentemente ridotta al 20% la capacità prima di chiuderla completamente (2,75 volte la capacità del gasdotto Norvegia-Polonia appena inaugurato)”.

Quindi, se la Germania si infastidisce per il tentativo degli arroganti terroristi americani di saccheggiare e distruggere la loro economia, tutto ciò che i tedeschi devono fare è annullare le sanzioni alla Russia e chiedere a Putin di aprire il rubinetto, il che potrebbe causare il rapido disfacimento della NATO. Se ciò accadesse, l’attacco terroristico al Nordstream si rivelerebbe uno dei peggiori autogol della storia strategica.

Anche se questo scenario peggiore (dal punto di vista degli Stati Uniti) non dovesse concretizzarsi rapidamente, il fallimento dell’attentato al Nordstream potrebbe ritorcersi contro i suoi autori. Tagliare l’ancora di salvezza del gas russo alla Germania e sostituirlo con quantità inadeguate di gas statunitense a prezzi eccessivi può essere sembrata una buona idea nel breve termine, in quanto rimpolpa il dollaro nei confronti dell’euro e mantiene l’UE legata al suo status di vassallo degli Stati Uniti, tagliata fuori dalle vaste risorse della Russia. Ma nel medio termine, dato che le nazioni non occidentali continuano a conquistare quote sempre maggiori del PIL globale mentre l’Occidente declina, sabotare l’economia del proprio più grande vassallo sembra autolesionista, anche nell’improbabile caso in cui gli europei non si decidano mai a reagire.

Il fiasco terroristico del Nordstream si inserisce in una lunga serie di mosse incredibilmente stupide da parte dell’ex egemone mondiale. Gli Stati Uniti avrebbero potuto prosperare nell’ambiente post-Guerra Fredda stringendo accordi vantaggiosi con tutte le principali nazioni e civiltà. Invece, come ha osservato Putin nel discorso della scorsa settimana, sono riusciti ad alienarsi la maggior parte del mondo con la loro arroganza psicopatica e il loro vandalismo sanguinario. Saccheggiando la Russia e spingendo la NATO verso est negli anni ’90, lanciando una guerra sotto falso pretesto contro l’Islam nel 2001 e, più recentemente, alienandosi contemporaneamente Russia, Cina, Iran e l’intero mondo islamico, i geni strategici che gestiscono la sicurezza nazionale dello Stato americano sembrano voler deliberatamente dare vita alla madre di tutte le coalizioni anti-occidentali.

L’Impero cova forse un segreto desiderio di morte? Il senso di colpa inconscio (per aver tradito la Repubblica americana e ucciso milioni di persone all’estero) spinge i cervelli della sicurezza nazionale ad autodistruggersi? Forse. Ma prima consideriamo altre due spiegazioni, una ovvia e l’altra da cospiratore.

Prima quella ovvia: lo Stato di sicurezza nazionale permanente degli Stati Uniti è stato assolutamente corrotto dal potere assoluto. Quando la Guerra Fredda è finita e gli Stati Uniti sono emersi come egemone unipolare, i gestori dell’impero hanno iniziato a credere che “ora siamo un impero e quando agiamo creiamo la nostra realtà“. Questa è arroganza nel migliore dei casi, psicosi nel peggiore. Hanno iniziato a pensare di poterla fare franca con qualsiasi cosa. Queste manie di grandezza hanno scatenato una frenesia alimentare tra coloro che si abbuffano alla mangiatoia del complesso militare-industriale. Corruzione e incompetenza hanno danzato insieme in un circuito di feedback positivo che si auto-rinforzava. Nessuno doveva preoccuparsi molto delle conseguenze reali delle decisioni sbagliate, perché “noi” vivevamo nella “nostra realtà” di apparente onnipotenza.

Ma la politica statunitense è stata così vistosamente autodistruttiva che è difficile non chiedersi se possa essere intenzionale. È possibile che qualche potenza ostile si sia impadronita del cervello americano e abbia spinto la nazione all’autodistruzione, come i parassiti della toxoplasmosi si impadroniscono del cervello dei topi e li fanno innamorare dei gatti?

La nazione che potrebbe trarre i maggiori vantaggi dalle politiche autolesioniste degli Stati Uniti è la Cina. Chiunque abbia deciso di esportare l’industria manifatturiera americana in Cina, sprecando poi più di 7.000 miliardi di dollari per combattere i musulmani senza una ragione particolare, litigando successivamente con la Russia in Ucraina, potrebbe anche essere stato un agente dormiente cinese. Anche la tardiva guerra commerciale anticinese lanciata nel 2019, seguita dall’apparente attacco COVID a Wuhan, è stata così follemente inefficacei che avrebbero potuto essere facilmente sceneggiata da una versione del PCC del dottor Fu Manchu.

Ma non ci sono prove che il PCC gestisca segretamente la politica estera degli Stati Uniti. Se c’è un parassita tipo toxoplasmosi che guida il cervello dello Zio Sam, sono i neocon sionisti. Questi tizi si sono ubriacati con la sedicente filosofia del male di Leo Strauss. L’intera nozione di diplomazia e di negoziazione “win-win give-and-take” è estranea a loro. Non hanno mai incontrato un atto di estrema impudenza (“chutzpah” nel testo, N.d.T.) imperiale che non gli piacesse. Dall’11 settembre e dalle guerre che era stato progettato per scatenare, alla dichiarazione di guerra de facto alla Russia del 2014 attraverso il colpo di Stato a Kiev, all’attacco Covid del tardo autunno 2019 a Wuhan e Qom, fino al recente tentativo clamoroso di mettere definitivamente fuori uso il Nordstream, i neocon continuano a fare cose folli apparentemente progettate per rafforzare l’impero statunitense, ma che in realtà lo minano segretamente.

I Sion-con stanno tramando per distruggere gli Stati Uniti e poi dominare il Nuovo Ordine Mondiale che nascerà dalle sue ceneri? O sono semplicemente così scervellati e fanatici nella loro arroganza filo-americana-imperiale da continuare a fare cose follemente controproducenti?

 

Kevin James Barrett (nato il 4 febbraio 1959) è un ex docente universitario americano, convertito alla religione musulmana. È membro dello Scientific Panel for the Investigation of 9/11 (SPINE) e membro fondatore della Muslim-Jewish-Christian Alliance (MUJCA), fondata il 30 ottobre 2004 con l’obiettivo dichiarato di migliorare “il dialogo interreligioso, la coesistenza e la comprensione” alla luce degli eventi dell’11 settembre.

 

Link: https://kevinbarrett.substack.com/p/did-uncle-sam-aka-wile-e-coyote-blow

 

Scelto e tradotto (IMC) da CptHook

 

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