L’Europa è Finita!

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Il momento storico è certamente di quelli da definirsi epocali, se il futuro nuovo che ci aspetta sarà migliore o peggiore, questo solo Dio lo sa. E molto dipenderà dalla quantità di umanità presente nei cromosomi di quelli che saranno i nuovi poteri che sono in procinto di conquistarsi il diritto di condurre il nuovo mondo che sta per nascere e le vite di coloro che lo popolano.

Una cosa però è certa e parafrasando con parole forti, ma certamente non fuori luogo, la famosa frase che Tommaso Buscetta sbatté in faccia a Totò Riina, durante il loro, ormai famoso confronto nel Maxiprocesso alla Mafia:

L’Europa è finita!

Buscetta aveva ragione, quando gridò a Riina che la Mafia, così come lo era nei loro ideali, era finita. Gli anni avvenire ci hanno dimostrato come il potere mafioso, da sempre fulcro del sistema di potere che giace nel nostro paese, abbia abdicato nei confronti di quel potere piduista di stampo massonico, per assumerne in modo subalterno il ruolo di “braccio armato”.

Gli ideali, seppur malsani, ma attenti all’onore ed al territorio dei mafiosi di un tempo, hanno lasciato il posto alla selvaggia diabolicità dei massoni deviati odierni, che non guarda in faccia a niente ed a nessuno, eccetto che all’accumulo infinito della ricchezza personale ed al controllo totale della vita altrui.

Sono i poteri che impossessatosi  delle nostre istituzioni, un tempo democratiche, trasformando il nostro paese in una vera e propria oligarchia a tinte perfettamente massonica, ci hanno prima condotto ed oggi ci tengono ben stretti dentro la gabbia dell’Euro.

L’Euro, una moneta coloniale da sempre pensata ed esclusivamente funzionale a quello che è il vero obiettivo per cui è stata realizzata: saccheggiare nazioni e popoli.

Il cinque per cento di quei poteri europei che per trenta anni hanno creduto di poter vivere all’infinito di magheggi finanziari, comodamente seduti sui divani delle loro suite – certi che per mangiare sarebbe stato sufficiente spolpare all’infinito il restante novantacinque per cento di chi abita e lavora nel continente – oggi si ritrovano con una Europa che non produce più niente e drammaticamente non autosufficiente in quanto ad energia e prodotti di base provenienti dalla terra, per mancanza di spazi nella coltivazione.

L’Europa che per ben oltre duemila anni è stata indiscutibilmente il centro del mondo, da dove sono partiti eserciti per conquistare le ricchezze di nazioni e continenti interi, contribuendo sempre più spesso anche a trasferire in quei luoghi le idee più malsane che caratterizzano questi poteri, oggi è al capolinea! I suoi poteri sono al capolinea!

Sorrido, di fronte alla classica frase, da sempre sulla bocca della maggioranza, che indicano gli Stati Uniti, come il burattinaio che tira i fili dell’Europa.

Dimenticare la storia è forse statisticamente parlando, l’errore più volte commesso dagli uomini di buona volontà!

Sono stati gli europei a colonizzare le Americhe ed importare alla Casa Bianca, fin da dentro le stive delle caravelle di Cristoforo  Colombo, quella cultura massonica tipica europea, laddove fino ad allora comandavano gli indiani con i loro riti e le loro tribù.

Il deep state americano così come si è evoluto negli ultimi centocinquanta anni, raggiungendo i suoi massimi livelli di disumanità con i global-dem al governo, è certamente frutto dell’influenza e di un progetto di potere nato in Europa. Con uomini europei appartenenti ben piazzati nel fulcro del potere a Washington.

Sarebbe sufficiente uno studio attento dell’albero genealogico di ogni figura che ha ricoperto la carica di presidente degli Stati Uniti negli ultimi centocinquanta anni, per comprendere come ognuna di esse sia originata ed appartenente ai poteri europei.

Una su tutte, quella dell’indimenticabile presidente ucciso a Dallas, John Fitzgerald Kennedy – figlio di Patrick Joseph Kennedy , un massone di origini irlandesi. Uomo pronto a tutto e di più per assecondare la sua sete di potere e le volontà dei poteri a cui aveva giurato diabolica devozione con il sangue. Ammiratore di Hitler e con moderati sentimenti antisemiti, pensate, arrivò persino a sottoporre la figlia Rosemary ad un intervento di lobotomia, perché considerata troppo intraprendente coi ragazzi. Un intervento, che Joseph tenne nascosto al resto della famiglia e ridusse la ragazza allo stato vegetativo in cui è sopravvissuta fino all’età di 86 anni.

Nonostante tutti i depistaggi e la verità tutt’ora ben nascosta, oggi il mondo intero è ben cosciente del motivo per cui John Kennedy fu ucciso. Nessuno esce in piedi dal rinnegare il patto massonico, e la pistola fumante la ritroviamo nell’ultimo discorso che Kennedy fece alla nazione poco prima di venir ucciso. Un discorso dove il presidente chiedeva aiuto al popolo americano per mettere alla sbarra tutte le società segrete che di fatto guidavano dal profondo il paese.

Dunque, non prendiamoci in giro: il potere diabolico che oggi sta distruggendo le nostre vite e nei decenni passati ha distrutto quelle di molti popoli in giro per il mondo, a partire da quelli africani, nasce in Europa. Semmai potremmo discutere dove, all’interno del continente, questi abbia la sede principale, ma nessun dubbio dobbiamo avere sulla sua origine genealogica.

Certo, Roma in quanto capitale dell’Italia, per la sua storia millenaria e soprattutto per essere stata scelta come la sede mondiale della religione cristiana, non può certo giocare un ruolo secondario all’interno di quelle famiglie che detengono il potere nel tempo.

I segnali che, dopo millenni, un nuovo potere pare essere pronto a stringere il cappio al collo all’Europa ed a queste famiglie, oggi sono abbastanza evidenti.

L’immobilità dei militari americani di fronte alla de-dollarizzazione in corso è un indubbio segnale. Mai, fino ad oggi, i governi degli Stati Uniti erano stati fermi di fronte a chi minacciava la santità del dollaro, Saddam Hussein e Gheddafi ne sanno qualcosa.

Le selvagge manovre sui tassi, intraprese dopo decenni di necessaria calma piatta per sostenere una moneta senza Stato (l’Euro), e l’apparente disallineamento della Fed nel sostenere da sempre una parità artificiale tra dollaro ed euro, sono un altro evidente segnale che molto probabilmente a Washington non siedono più gli stessi poteri.

Se a questo aggiungiamo le massicce politiche fiscali espansive che i governi Usa da Trump in poi stanno mettendo in atto, per riposizionare il loro sistema economico verso l’economia reale a discapito di quella finanziaria in contrapposizione alle politiche austere tutt’ora in essere in Europa, pare ancora più chiaro che oltreoceano le cose stiano cambiando.

Gli USA negli ultimi due, forse tre anni, di fronte ad eventi storici, stanno giocando un ruolo ambiguo, che però di fatto collima con quelle che invece sono le mosse chiare ed esplicite delle due altre potenze mondiali rappresentate da Cina e Russia.

Gli Sati Uniti ed il loro presidente fantoccio Biden, apparentemente al fianco della UE nel conflitto in Ucraina, all’interno del Patto Atlantico rappresentato da una NATO sempre più in declino sul fronte internazionale, di fatto ha sempre usato la tattica dell’armiamoci e partite, facendo mettere la faccia a Draghi e co. e rimetterci le penne ai popoli europei, che sono oggi i soggetti maggiormente colpiti dalle sanzioni messe in atto contro la Russia.

E mentre tutti gli analisti stanno correndo ai ripari per correggere al rialzo le loro nefaste previsioni di crescita nei confronti di Mosca, l’Eurozona, al contrario è entrata in quella che viene definita una recessione tecnica, stante il fatto che il prodotto interno lordo complessivo, ha fatto segnare una variazione congiunturale negativa per due trimestri consecutivi.

Nei giorni scorsi anche il Fondo monetario internazionale ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte all’evidenza, rivedendo le sue previsioni sulla crescita della Russia più che raddoppiandole da + 0,7% a + 1,5%. “La disoccupazione del paese è vicina al minimo storico e quest’anno i salari reali sono cresciuti costantemente, mentre le fabbriche statali e le aziende private competono per la manodopera scarsa”, si legge in un’analisi del quotidiano statunitense New York Times. [1]

E non come d’incanto ma perché, come sostengo da sempre, una forte spinta alla crescita dell’economia russa, è stata data dalla imponente spesa statale, aumentata del 50%, per sostenere la guerra.

L’inatteso boom per molti, ma non per chi vi scrive, ha costretto anche la banca centrale russa guidata da Elvira Nabiullina, sinora particolarmente prudente nelle sue previsioni, a rivedere in modo deciso le previsioni sul Pil per il 2023, atteso in crescita fino al 2,5%.

Stesso discorso vale anche per gli USA con un Pil che nel primo trimestre del 2023 cresce del 2% ed un tasso di disoccupazione in forte calo. Anche in questo caso, hanno contribuito in modo determinante i massicci deficit governativi che hanno raggiunto persino il 9% del Pil.

Per non parlare del colosso cinese, dove la crescita del Pil per gli stessi periodi, va ben oltre il 6%, pur in presenza di un taglio significativo (4,9%) delle esportazioni. Tutto perfettamente in linea con la nuova politica messa in atto ormai da tempo dal presidente cinese Xi Jinping che vede il governo concentrare i propri sforzi fiscali sulla domanda interna. [2]

Come vedete, nel resto del mondo di fame non si muore e nemmeno si passano le notti insonni per rincorrere le rateizzazioni per mutui e bollette. E se a questo aggiungiamo che anche nelle terre coloniali africane – dove i poteri europei da sempre hanno spadroneggiato, ed oggi si mangia, grazie agli accordi sul grano di Putin – sono in atto vere e proprie rivoluzioni per cacciare i coloni, con l’esercito USA fermo a guardare, beh….. credo proprio che per l’Europa e chi la comanda le ore siano pressoché contate.

di Megas Alexandros

Fonte: L’Europa è Finita! – Megas Alexandros

 

NOTE

[1] Banca centrale: “Nel 2023 l’economia russa potrebbe crescere fino al 2,5%”. Dubbi sulla sostenibilità del “mini boom” – Il Fatto Quotidiano

[2] La Cina sconfessa le politiche “mercantiliste” che sono a fondamento della UE! – Megas Alexandros

 

 

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