Lettera aperta ai russofobi

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Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

Cari fratelli che odiate i russi e la Russia, voi rappresentate la punta di diamante del successo della propaganda di guerra di matrice anglofona, sulla scia della propaganda vaccinale contro il covid-19, che probabilmente vi avrà contraddistinto come i principali fedeli collaborazionisti, anche qui sulla vostra stessa pelle, ma anche giocoforza su quella del vostro prossimo e del mondo intero.

Per i danni locali e universali che l’ottusità di tali atteggiamenti oggettivamente produce dovreste essere stramaledetti, ma siete pur sempre parte della nostra famiglia, che vi include compassionevolmente a prescindere.

Non starò qui a spiegarvi le tante contraddizioni del vostro comportamento, mettendo il dito in una piaga che sta già diventando purulenta con le tante verità che emergono nel tempo dal letamaio della propaganda mediatica. Questo è un compito vostro, se ne avrete il coraggio che certamente vi difetta. Ma dovrete trovarlo questo coraggio, insieme alla dignità per essere riammessi nella famiglia dei meritevoli di sopravvivere. E’ nell’interesse di tutti la vostra evoluzione, e poi la famiglia viene prima di tutto, a dispetto di quanto gli stessi che vi manipolano vorrebbero negare.

Quello che invece vi invito a seguire con cuore aperto, ben sapendo quanto ciò vi sarà difficile, è una riflessione elementare sul conformismo.

Fin da piccini ognuno di noi si sforza di piacere al suo prossimo, aderendo ai modi e alle regole osservate negli adulti con ingenua e sincera compartecipazione. La natura stessa ci aiuta in questo processo d’inserimento nella società, con tanti strumenti, dai neuroni-specchio alla tenerezza che ispirano i cuccioli indifesi di ogni razza.
Poi si cresce e s’imparano sempre cose nuove utili a cavarsela nel migliore dei modi, tanto più se ci si sente deboli e/o inadeguati, un tempo si diceva “complessati”, comunque impauriti dalle conseguenze di una possibile esclusione dal branco.

Con l’età e l’esperienza però viene meno la purezza e l’ingenuità dello slancio adattativo. E qui si aprono due strade: quella dell’ipocrisia ragionieristica, dello sbagliare sistematicamente i conti a proprio favore, o quella opposta di critica cosciente al sistema dominante, che implica però l’eventualità di uno scomodo rifiuto ad uniformarsi al sistema stesso rimanendone inclusi.

Come in tutte le cose umane ci sono i pro e i contro, e la bilancia non pende sempre da una stessa parte al mutare delle epoche, dei contesti e dei periodi storici. Quello che stiamo vivendo noi occidentali negli anni venti del ventunesimo secolo è certamente un momento assai critico, soprattutto per le distopie economico-finanziarie e per gli assetti geopolitici che ci spingono a scontri sanguinosi, in tutti i sensi; per di più come italiani ed europei da una posizione di periferia impotente e sacrificabile di un impero unipolare ormai morente.

Brutta faccenda per tutti noi, in particolare per le nuove generazioni cresciute nella paura, nell’odio e nell’ignoranza irresponsabile. Come vedete, cerco di accreditare tutte le attenuanti generiche al vostro conformismo, per quanto patologico. Ma proprio questo è il punto, la distinzione tra equilibrio psichico e patologia dello spirito e del comportamento.
Le varie discipline che si occupano della psiche umana concordano su un punto dirimente in proposito: l’esame di realtà.

Se apriamo un quotidiano o accendiamo la TV, o la radio, subiamo passivamente una rappresentazione della realtà faziosa, a senso unico, ossessiva e martellante quanto unanime, con largo uso di menzogne utili a disegnare un quadro fatto di perversa fantasia delirante, che giustifica il terrore, lo stato di emergenza, e ovviamente descrive un nemico responsabile unico del male, la cui condanna non si può contraddire, pena la scomunica e l’inferno per l’incauto malcapitato che osasse anche solo provare a rifletterci sopra.

Anche questo costituisce un’attenuante alla vostra ipocrisia conformista, ma fino a un certo punto, giusto quel punto spartiacque tra la sanità mentale e folle idiozia. Un sincero ingenuo, per quanto credulone per natura, mai e poi mai si lascerebbe ingannare così a lungo e così palesemente, ignorando anche tutte le contraddizioni dello stesso racconto mediatico di cui sopra. E poi ci sono quegli sprazzi di verità che emergono non solo da fonti autonome alternative, ma anche leggendo tra le righe di alcune comunicazioni dello stesso mainstream. E’ da quest’insieme di elementi che un critico esame di realtà individuale entra in azione, tendendo alla ricerca della verità anche contro la ricerca della apparente convenienza del momento.

Per questo nonostante tutto confido in voi, fratelli russofobi, in un vostro risveglio che preluda alla pace per tutti, compresi i cugini russofoni, che tanto patiscono da queste vostre discriminazioni razziste.

Per concludere contravvengo al mio stesso proposito di non entrare nel merito dei fatti, citando a solo titolo esemplificativo una delle affermazioni più gettonate: “E’ assolutamente chiaro che i Russi sono gli aggressori e gli Ucraini sono gli aggrediti”.

Il mio appassionato consiglio, cari conformisti, è quello di recuperare il gusto del dubbio, forza motrice della scienza, chiedendovi di scalfire questa certezza sulla base dei fatti che voi stessi conoscete, anche se queste conoscenze sono per voi prodotti destinati al dimenticatoio dell’ipocrisia.
Non potete non aver mai saputo che è dal 2014 che gli ucraini russofoni del Donbass vengono bombardati dai battaglioni di nazisti d.o.c. protetti dal potere a Kiev, con già 14.000 morti tra cui donne, vecchi e bambini. E che questa guerra civile, o per meglio dire pulizia etnica, è stata fomentata dal governo americano e sostenuta dalla NATO con addestratori, armi e personale tecnico sul campo. E che la rivoluzione colorata di piazza Maidan è stata sobillata e poi manipolata dalla CIA e suoi alleati occidentali. E che la NATO sta progressivamente espandendosi a ridosso dei confini russi per tradire i patti sulla sicurezza reciproca con la Russia sanciti dopo il dissolvimento dell’Unione sovietica. E che …

La fame di verità, cari russofobi, vien mangiando, e quest’esempio è solo un’anticipazione del menù che perfino voi vi potete permettere, se solo conservate un minimo di onestà intellettuale e di amor proprio, visto che il vostro conformismo in questa circostanza non vi è più nemmeno conveniente sul piano personale. Rifateli almeno i vostri conti ragionieristici, tralasciando per un attimo la follia passionaria. Buon lavoro.

Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

22.05.2022

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