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La Redazione

 

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La tecnologia come male o salvezza? Oltre la dicotomia

La tecnologia viene vista in una duplice veste, come male o salvezza da tutti i mali, ma è possibile andare oltre questa dicotomia?
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A cura di Redazione CDC
Il 11 Settembre 2023
7695 Views

Di Roberto Siconolfi, blog.advmedialab.com

È possibile una visione equilibrata della tecnologia, che porti ad un rapporto equilibrato con questa, non tanto nella concezione classica ma errata secondo la quale l’importante è utilizzarla bene, bensì nel rapporto equilibrato dell’uomo con se stesso, e dunque anche di quelle che sono sue vere e proprie estensioni: le protesi tecnologiche.

Se la tecnologia è un male, allora la ruota, l’aereo, la stampa, il computer, tutto ciò che ha esteso le facoltà umane è un male?

Se la tecnologia costituisce la salvezza, allora, sempre tutte queste invenzioni hanno portato o ci stanno portando al paradiso terrestre?

Probabile che il tutto sia più complesso, o più semplice, allo stesso tempo!

In quest’articolo parleremo di:

  • Tecnologia, il mito Ned Ludd: distruggere la macchina
  • La Scuola di Francoforte e la tecnologia totalitaria
  • Conservatorismo e fondamentalismo religioso: la tecnologia demoniaca
  • Tecnologia e cospirazione: le tendenze attuali
  • La tecnologia come salvezza e misura del progresso
  • Silicon Valley: l’Atlantide della tecnologia
  • Postumanesimo e transumanesimo: la liberazione attraverso la tecnologia
  • Accelerazionismo, prometeismo, archeofuturismo: tecnologia e movimenti politici radicali
  • Tecnologia e potere: il transumanesimo delle élite
  • Tecnologia, oltre male e salvezza: la terza via
  • Tecnologia: una porta d’accesso alla conoscenza della realtà
  • Il creatore della tecnologia: l’uomo
  • Bibliografia

Tecnologia, il mito Ned Ludd: distruggere la macchina

Uno dei capostipiti della lotta alla tecnologia in quanto tale, è colui che divenne un vero e proprio mito all’interno del movimento operaio del XVIII secolo, ovvero il capitano (o generale) Ned Ludd.

Poco si sa della vita di questo capitano, secondo alcuni egli non è addirittura esistito, tuttavia il suo nome è divenuto leggenda con l’avvento della società industriale, della fabbrica, e delle prime grandi tecnologie dell’industria moderna (macchina a vapore, telaio, ecc.).

Con Ned Ludd nascerà il luddismo, ovvero quel movimento di protesta delle fabbriche che si scaglia proprio contro la macchina, vedendola come l’incarnazione dello sfruttamento e della sofferenza operaia ai tempi dell’avvento della società industriale.

A partire proprio dalla distruzione di un telaio meccanico ad opera dello stesso Ludd in un evento che si presume avvenne nel 1779, il luddismo nasce in quel panorama non solo inglese, ma anche francese e in generale europeo e americano, di diffusione di idee rivoluzionarie, giacobine, egualitarie, proletario quanto borghese, frammisto a movimenti religiosi a base protestante (calvinismo, puritanesimo, metodismo).

Con l’evoluzione del movimento operaio e socialista, il luddismo sarà superato dal marxismo e dal cosiddetto socialismo scientifico, il quale invece promuoverà ideologicamente l’impadronimento dei mezzi di produzione, e quindi anche dei dispositivi e degli strumenti tecnologici.

Questo aprirà un interessante dibattito, all’interno del movimento e del pensiero rivoluzionario e socialista, tra chi crede che la macchina, la tecnologia, sia neutra e finalizzata ad un uso, come il dominio di classe, e chi invece la riterrà intrinsecamente negativa.

La Scuola di Francoforte e la tecnologia totalitaria

L’espressione Scuola di Francoforte è in realtà una definizione generica che inquadra la corrente sociologica, filosofica, e in ultima analisi culturale, politica e scientifica del marxismo storico.

Essa nasce nel 1923 con l’Istituto per la Ricerca Sociale dell’Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte sul Meno, su iniziativa di una serie di intellettuali e ricercatori.

La Scuola di Francoforte si pone in contrasto con il cosiddetto marxismo ortodosso, per una specificità particolarmente importante per il nostro discorso: i rapporti di produzione di marxiana memoria sono incorporati nei mezzi di produzione, e dunque i mezzi di produzione non sono neutri e ad appannaggio della classe al comando (borghese ma anche proletaria nel caso di dittatura di quest’ultima), bensì sono essi stessi i mezzi del padrone: i mezzi di produzione sono la borghesia, sono il capitalismo!

Su questa lunghezza d’onda il saggio di Horkheimer e Adorno Dialettica dell’Illuminismo1, il “doppio volto” dell’illuminismo, che da filosofia di libertà disvela la sua vocazione di sopraffazione, in particolare della scienza sulla natura, e di mantenimento dello status quo della classe dominante.

A questo si aggiunge la capacità totalizzante dei mezzi e della tecnologia, per come vista sempre dai francofortisti e in particolare dal Marcuse2, e che costituisce l’altro punto fondamentale di tale corrente di pensiero, secondo la quale il capitale ha un vero e proprio piano, il cui fine ultimo è il dominio totalitario – una componente che ritroveremo in certe tendenze cospirazioniste odierne.

Conservatorismo e fondamentalismo religioso: la tecnologia demoniaca

Da tutta un’altra prospettiva, in base al pensiero conservatore e a un certo tradizionalismo e fondamentalismo religioso, la tecnologia viene vista come un male.

Sia che la vogliamo vedere come il naturale sviluppo di un moto di decadenza della storia e della civiltà, in particolare occidentale, sia che la vogliamo vedere come espressione di forze demoniache, sataniche o semplicemente espressione della materia, in ambo i casi la tecnologia rappresenta un’impurità, un allontanamento da Dio o dai mondi dello spirito, il metodo/misura di valore delle società materialistiche.

Martin Heidegger, con le sue riflessioni sulla tecnica3, si concentra sulla differenza tra tecnica classica e tecnica moderna, dove la seconda è causa di uno squilibrio tra l’energia presente nel sistema naturale e quella utilizzata, e che viene immagazzinata a tale scopo.

In pratica la tecnica moderna, diversamente da quella classica, allontana ulteriormente l’uomo dalle dinamiche naturali, e pure da se stesso, essendo la tecnica un qualcosa che va oltre il dato meramente tecnico, e che apre all’essenza delle cose e della realtà.

Ma ancora in una prospettiva simile possiamo citare René Guénon4, per i quali le società con una forte componente tecnica, oltre che economica, rappresentano forse un ultimo stadio del moto di decadenza della storia, un’affermazione di modelli basati sulla quantità, che escludono il primato della qualità, oltre che dello spirito.

E poi ancor più in là troviamo le religioni più tradizionaliste, o le loro correnti meno conciliate con la modernità (cristianesimo ortodosso alle correnti preconciliari del cattolicesimo), fino ai veri e propri fondamentalismi, i quali vedono nella tecnologia l’aspetto prettamente malefico, demoniaco, satanico, e che va combattuto senza sé e senza ma.

“È possibile una visione equilibrata della tecnologia nel rapporto equilibrato dell’uomo con se stesso.”

Tecnologia e cospirazione: le tendenze attuali

In maniera più aderente all’attualità politica ed ideologica, la tecnologia assume le vesti del grande oppressore nei confronti degli uomini e dei popoli.

A torto o a ragione, i media, il digitale e la tecnologia più in generale vengono individuati da tutta una serie di correnti politiche e di pensiero alternative attuali, come l’apparato delle élite nel loro governo/oppressione dei popoli.

Il dominio dei media ad opera di pochi grandi gruppi interlacciati a specifici poteri forti, il regime speciale della sorveglianza, le idee green sulla transizione ecologica e digitale, la quarta rivoluzione industriale, il postumanesimo e il transumanesimo: tutto ciò costituisce quel terreno di potere politico sul quale si articola la lotta di quelle aree indicate in senso pieno o dispregiativo come populiste, sovraniste, cospirazioniste o del dissenso.

La base di questa lotta, politica quanto ideologica, è costituita da tendenze di pensiero che in qualche modo miscelano o sono frutto di quelle da noi analizzate in precedenza.

Da una neo-luddista all’interno di un certo populismo e sovranismo popolare, di sinistra, fino alle tendenze più propriamente tradizionaliste, o cattolico preconciliari, o legate a un tradizionalismo ortodosso, che dalla Russia agli Stati Uniti, passando per l’Europa occidentale si oppongono ai piani di disumanizzazione dell’uomo ad opera delle élite dominanti, nel loro tentativo di creare una specie di uomo nuovo transumano e proprio attraverso la componente tecnologica.

Per quest’ultima componente, quella cattolica preconciliare o cattolico integralista, la tecnologia, o meglio taluni aspetti legati al progresso tecnologico, sia in ambito culturale, che negli sviluppi stessi (post e transumaneismo), derivano dalla gnosi, forma sapienziale antica, presente anche nel cristianesimo delle origini, e antico nemico dell’istituzione religiosa cristiana.

In particolare vengono visti come gnostici, a torto o a ragione, gli aspetti legati alla volontà di perfezionamento della natura umana (in particolare il corpo) attraverso la tecnologia, e la volontà di conoscere da parte dell’uomo al di là della religione, intesa particolarmente in senso istituzionale.

Infine, abbiamo un certo ecologismo, sovente legato allo spiritualismo contemporaneo, che vede sempre nell’affermazione di modelli altamente tecnologici la negazione dell’essenza umana più profonda, spirituale, e questo anche nel rapporto con la natura.

La tecnologia come salvezza e misura del progresso

Passiamo al fronte di coloro che vedono nella tecnologia uno dei massimi fattori di progresso civile e sociale, misura dello sviluppo umano e della civiltà, con addirittura una velata, e nemmeno troppo, possibilità di salvezza dell’essere umano.

Il progresso tecnologico, come quello scientifico del resto, come la fonte della verità e delle possibilità di elevazione dell’uomo: sembrerà strano ma è questa la promessa ultima della scienza del nostro tempo, spesso deformata in quel movimento ideologico-filosofico-religioso che investe la scienza di verità, concepite in maniera dogmatica e che possiamo definire scientismo.

Se è l’uomo l’artefice del suo destino, senza l’ausilio di alcun Dio o di alcuna forza celeste, se l’obiettivo fondamentale dell’uomo è la conquista del mondo, piuttosto che dei cieli o del paradiso, allora l’attività conoscitiva e creativa di questi va rivolta alle cose del mondo, ad un’estensione orizzontale verso tutto ciò che ci circonda su questo piano.

E se con l’illuminismo, il positivismo, il razionalismo, il materialismo, si ha l’avvento dal punto di vista non solo filosofico, scientifico e culturale ma anche della percezione del mondo di tale orizzontalizzazione, allora le tecnoscienze, lo sviluppo a oltranza delle facoltà umane in ambito materiale, sensibile, rappresentano la naturale filiazione della Dea ragione.

Se il soggetto si sgancia dall’oggetto, alla maniera di Cartesio, allora il soggetto può immaginare e manipolare l’oggetto a proprio piacimento, in un discorso che non ha più limiti e che va dalla scissione tra il soggetto e l’universo, non concependosi più parte di un Tutto, fino alla creazione della vita in laboratorio, non sentendosi più parte di una creazione a lui superiore.

Silicon Valley: l’Atlantide della tecnologia

Passiamo a quella che forse è la punta più avanzata della concezione della tecnologia come salvezza dell’umanità, quella che possiamo definire non a torto come un’Atlantide tecnologica, una terra perfetta, utopica, dove il progresso scientifico e tecnologico si mischia ad atmosfere e culture di stampo esoterico-paganeggianti.

Una conoscenza senza limiti della realtà, a similitudine delle suddette atmosfere e culture, e sempre a similitudine, o forse a parodia, di certe concezioni gnostiche sulla possibilità dell’uomo di potersi elevare da sé, senza limiti, giungendo ad una piena conoscenza e comprensione della realtà.

La Silicon Valley nasce proprio in questo mix a sfondo esoterico-tecnologico, che riprende, e in molti casi scimmiotta, determinate dottrine altamente sapienziali, riproponendole nella versione più contemporanea, occidentale, hippie, cyberpunk, utopico socialisteggiante, anarcoide e con venature gerarchico-meritocratiche.

Ma la Silicon Valley e tutto l’apparato tecnico-scientifico da essa generato, prende piede anche per l’utilità del sistema militare e spionistico della più grande potenza mondiale, gli USA, e contemporaneamente come testa d’ariete di una novella forma imperiale, non più basata su confini spaziali, ma creatrice di nuove frontiere, allo stesso modo territoriali e disciplinanti.

Sebbene situata in un territorio preciso, tra San Francisco a San Jose, essa si traspone su quello virtuale, formato dalle più grandi imprese hi-tech del nostro tempo (Amazon di Jeff Bezos, Apple di Steve Jobs, Meta di Mark Zuckerberg, Microsoft di Bill Gates, e poi  Linkedin, eBay, Intel, PayPal, Nvidia, ecc.), e da questo piano ancora a quello politico, nel senso neo-imperiale, di un impero a-geografico, come da noi brevemente descritto.

Postumanesimo e transumanesimo: la liberazione attraverso la tecnologia

In questo quadro, che vede nella tecnologia una specie di terra promessa, uno strumento per la liberazione della specie umana, nascono due correnti di pensiero il postumanesimo e il transumanesimo.

La prima più di taglio filosofico-scientifico riflette sull’avanzata del progresso tecnologico, dalle biotecnologie fino all’ibridazione con l’umano, e su tutte le ricadute conseguenti da un punto di vista della concezione antropologica oltre che etica e filosofica.

Secondo Roberto Marchesini il postumanesimo, e la nuova figura del Multividuo, si caratterizzano per un’apertura costante all’alterità, la quale non è più concepita come un qualcosa di impuro, alla maniera degli umanisti oppure degli essenzialisti5.

L’uomo si apre permanentemente all’alterità, si ibrida con il non umano, e non ha più identità, centri di gravità, non ha essenza, appunto, non ha un centro di coesione.

Se il postumanesimo definisce le possibilità di evoluzione antropologica e degli aspetti filosofici, umanistici e biologici, il transumanesimo è un vero e proprio movimento sub-culturale, per certi versi politico.

Un movimento che ritiene l’umanità ancora incompiuta, e che mira a raggiungere la compiutezza proprio attraverso lo sviluppo tecno-scientifico, pur nella consapevolezza di quanto di oscuro ciò possa comportare.

Il transumanesimo si batte per la possibilità dell’uomo di condurre liberamente la propria vita, includendo in ciò la possibilità di modificazioni antropologiche e tecnologiche, propugnando politiche inclusive e un’eguaglianza tra tutti gli esseri non solo umani, e dunque anche animali e macchine6.

Il transumanesimo e il postumanesimo affondano le loro radici, inoltre, nella letteratura cyberpunk e fantascientifica, nella body art, e nel cinema sempre fantascientifico o body horror.

In generale da un punto di vista estetico viene celebrato quel sex appeal, che miscela organico ed inorganico, pulsioni sessuali con oggetti inanimati, scenari distopici e futuristici.

La nuova alba della tecnologia: dichiarazione transumanista

Il movimento transumanista propone una vera e propria nuova alba della tecnologia in grado di liberare, emancipare e realizzare definitivamente l’essere umano e la sua libertà.

Ecco la sintesi della dichiarazione (l’ultima versione del 2009), firmata dai principali esponenti del movimento:

  • L’umanità sarà profondamente trasformata dalla scienza e dalla tecnologia del futuro
  • Crediamo che il potenziale dell’umanità sia ancora in gran parte irrealizzato
  • Siamo consapevoli di come l’umanità si trovi ad affrontare gravi rischi, in particolare derivanti dal cattivo uso delle nuove tecnologie
  • Sforzi di ricerca sistematici vanno indirizzati alla comprensione di tali prospettive
  • La riduzione dei rischi esistenziali, lo sviluppo dei mezzi per la preservazione della vita e della salute, l’alleviamento delle sofferenze gravi, e il miglioramento della lungimiranza e della saggezza umana
  • La formulazione delle politiche dovrebbe essere guidata da una visione morale responsabile e inclusiva
  • Sosteniamo il benessere di tutti gli esseri senzienti
  • Siamo favorevoli che agli individui venga riconosciuta un’ampia libertà di scelta su come condurre le proprie vite

Accelerazionismo, prometeismo, archeofuturismo: tecnologia e movimenti politici radicali

Poi ci sono movimenti più propriamente politici, che hanno la tecnologia come fondamento della propria visione, e in un’ottica assai radicale e volta a superare lo status quo, sia in un ambito economico e che socio-politico.

Il primo è sicuramente l’accelerazionismo, nelle sua varianti di sinistra e di destra, che propugna un’accelerazione delle dinamiche capitaliste, al fine di distruggere e superare tale sistema economico.

Da un lato la sinistra vuole l’evoluzione tecnologica per fini di emancipazione sociale (vedere Mark Fisher, o anche Nick Srnicek ), la destra invece, con una matrice maggiormente capitalista, vuole promuovere una gerarchia ed una sorta di super razza (vedere le teorie di Nick Land).

Il centro nevralgico dell’accelerazionismo è il Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) fondato da Nick Land e Sadie Plant all’Università di Warwick in Gran Bretagna nel 1995, dove si miscelano influenze cyberpunk, horror gotiche, esoterismo, numerologia, demonologia, e sperimentazioni di musica elettronica e sostanze psicotrope.

L’accelerazionismo alla Nick Land, ritratto nelle sue opere, in particolare in Dark Enlightenment7 è sicuramente tra i punti di riferimento della cosiddetta alt-right, la destra alternativa americana, pur divergendo per la vocazione di questa in senso populista e anti-capitalista.

Ma sempre in seno alla destra alternativa, stavolta europea, nasce il prometeismo, e a partire dall’opera dell’intellettuale francese Guillaume Faye, già facente parte del movimento della Nuvelle Droite e del  Groupement de recherche et d’études pour la civilisation européenne (GRECE) ma che ruppe con questo nel 1986.

L’intellettuale in Archeofuturismo8 delinea nella sua visione la coniugazione dei valori originari del mondo arcaico, con l’avanzata del progresso tecnico e tecnologico.

La figura di Prometeo, che darà vita anche a tutto il movimento culturale conseguente, viene letta come il Dio, che non facendosi scrupoli di una certa morale cattolica, supera determinati limiti, ma non a fini prettamente sovversivi, anti-divini, ma per servire in qualche modo l’uomo e la sua conoscenza.

Tecnologia e potere: il transumanesimo delle élite

Altro tema fondamentale di questa rassegna è il rapporto tra tecnologia e potere, affrontato non tanto nell’aspetto critico, come abbiamo visto con nei primi paragrafi.

Determinate idee, orientamenti, prassi sono frutto dello spirito del tempo, delle idee collettive e della forma mentis di un dato periodo.

Da questo punto di vista tutto quello che riguarda il postumanesimo, il transumanesimo, ecc., è inevitabilmente parte, con le dovute differenze, anche della cultura dominante. È il brodo di coltura del XXI secolo, del mondo postmoderno, degli esordi del nuovo millennio, un brodo di coltura nel quale affondano determinati gruppi di potere.

Tra questi vi è sicuramente il World Economic Forum (WEF), con l’uomo di punta Klaus Schwab, autore de La quarta rivoluzione industriale9, il quale analizza, prefigura, e progetta, un mondo dove la componente robotica, di intelligenza artificiale, sia preponderante, fino a giungere a delle vere e proprie modifiche antropologiche, degli ordinamenti giuridico-politici e della struttura socio-politica mondiale.

Tutte idee dominanti anche in ambito politico, pensiamo alla UE e ai suoi piani relativi alla transizione ecologica e digitale.

Altro progetto d’élite è il Great Reset, un piano articolato insieme all’Agenda 2030 dell’ONU e sostenuto dallo stesso WEF, volto ad una riarticolazione della vita sul pianeta (per ora si riscontra molto nel cosiddetto Occidente), al fine di creare un rapporto ottimale tra uomo e natura e attraverso le nuove tecnologie.

Ma ancora tra i potenti transumanisti non possiamo non citare il magnate Elon Musk (Tesla, Neuralink, Twitter, Space X, ecc.). Le sue idee, i suoi desideri, talvolta i suoi capricci, sono di dominio pubblico attraverso le sue stravaganti uscite. Anch’egli uno degli uomini di punta della rivoluzione digitale, forgiatosi proprio tra gli ambienti della Silicon Valley.

Interessante notare anche il suo riposizionamento politico da quando è divenuto il proprietario di Twitter (ora X), facendo sbloccare l’account del presidente Donald Trump con il quale sembra aver instaurato una simpatia e comunanza di intenti.
È tra i firmatari, inoltre, della moratoria internazionale per l’Intelligenza Artificiale, paventando i sinistri scenari ai quali questa può portare.

Tecnologia, oltre male e salvezza: la terza via

Oltre i fronti anti-tecnologico e pro se non ipertecnologico è possibile tracciare una possibilità alternativa, una terza via alla tecnologia.

Una terza via che tenga conto delle criticità espresse dai due fronti in tutte le loro sfaccettature, ma che sia basata sostanzialmente sulla presenza mentale.

Il vivere la realtà che abbiamo sottomano implica il confronto inevitabile con la tecnologia, le nuove tecnologie multimediali, il digitale.

È importante, dal nostro punto di vista, fare propria la lezione di Marshall McLuhan secondo la quale medium is the message, e che dunque la componente dei media è fondamentale nella vita e nella storia umana, tanto da riconfigurare la sua stessa antropologia e nei suoi vari aspetti.

Tra i filosofi della comunicazione del nostro tempo vi è sicuramente Cosimo Accoto, il quale in alcuni suoi scritti riferisce esplicitamente sull’erroneità dell’atteggiamento di respingimento oppure di ingenuo entusiasmo.

L’era inflazionaria, alla quale andiamo incontro va affrontata secondo il filosofo italiano, dal punto di vista della tollerabilità da parte dell’umano dei continui input, stimoli e avanzamenti tecnologici.

Ma potremmo citare anche Luciano Floridi, il quale nel suo concetto di On life riferisce che oramai le coscienze umane sono già connesse e viventi in una gigantesca Infosfera10, che ricalca il concetto di Noosfera elaborato dal filosofo gesuita Teilhard de Chardin.

Sempre dal nostro punto di vista, però, l’unico strumento che ci può garantire di far fronte all’avanzata travolgente, all’uncanny valley delle nuove tecnologie, è la coscienza.

Più il soggetto è presente a se stesso, cosciente, più sarà in grado di affrontare il mondo per come si sta dispiegando, compresi gli aspetti più strabilianti come la modifica antropologica postumana.

Su questa linea, va superata anche quella vecchia concezione positivista del mezzo, visto come sganciato dal fine. Anche in questo caso medium is the message, medium che ha una capacità travolgente e non può essere vissuto come neutro e semplicemente utile o non utile a qualcosa.

Esso configura, ricrea, pervade, e dunque solo un’attività umana estremamente cosciente può dirigerlo.

Tecnologia: una porta d’accesso alla conoscenza della realtà

In un senso ancor più profondo tutta una serie di riflessioni possono essere fatte e grazie alla conoscenza che si ha della tecnologia e di tutto il movimento di trasformazione della realtà dovuto ad essa.

Attraverso l’uso della tecnologia, dei nuovi media in particolare, è possibile comprendere il funzionamento della realtà nelle sue leggi universali, così come abbiamo chiarito in precedenti elaborazioni scritte e in alcuni dei nostri webinar.

È possibile trovare quelle connessioni psichiche che fanno del mondo un tutt’uno, per così dire, è possibile notare quei risvolti karmici dovuti alla nostra carica emozionale sul mondo (nell’uso dei social media in particolare), è possibile notare quelle integrazioni verso i nostri stessi dispositivi che li rendono oramai parte di noi e del nostro tessuto neuro-cognitivo, seppure in forma invisibile.

Ma ancora, è possibile comprendere chi è il dominatore, il creatore di tutto ciò, e cioè l’uomo, e da qui comprendere che la macchina potrà solo emulare l’uomo, e i suoi sistemi algoritmici essere solo una riduzione descrittiva dell’esperienza umana, come chiarisce l’inventore del microprocessore Federico Faggin in Irriducibile11.

E questo segna un punto a svantaggio di tutte quelle concezioni meramente evoluzioniste e materialiste che assimilano l’uomo e il suo cervello ad una specie di macchinario meramente computazionale che si evolve sostanzialmente a caso, seguendo delle leggi di mera convenienza naturale.

Il creatore della tecnologia: l’uomo

È l’uomo che crea tutte queste meraviglie a partire da una visione più profonda, che è situata inevitabilmente in altri mondi, invisibili, che sono quelli che poi si appoggiano, si incarnano, agli organi materiali (il cervello), dando vita al mondo per come lo conosciamo e al progresso della tecnologia.

A riguardo sempre le riflessioni di Faggin sull’invenzione del primo computer ad opera di Alan Turing, frutto proprio di una visione profonda, un’intuizione sovrasensibile per dirla con Platone, una connessione tra mondi visibili e invisibili, con il computer che in qualche modo è stato già generato in questi ultimi.

A riguardo tutto lo studio e la ricerca sulle relazioni tra tecnologia e magia, che vede nella pubblicazione di Andrea Venanzoni Il trono oscuro12 un’esaustiva disamina storica e intellettuale sul come, e in quali ambienti esoterici, determinate scoperte siano state partorite.

Di Roberto Siconolfi, blog.advmedialab.com

29.08.2023

Roberto-Siconolfi-BLOG-1

Roberto Siconolfi. Sociologo; collabora con diversi giornali, riviste, centri di ricerca, blog, canali on line e cartacei. Autore del saggio “Il Nuovo Totalitarismo e la Rivoluzione della Coscienza” (Milano, AGA Editrice, 2019). Lavora presso Adv Media Lab, dove con articoli e webinar si occupa del funzionamento dei media e dei fenomeni ad ampio raggio della postmodernità.

Bibliografia

1 Horkheimer, M. & Adorno, T. W., Dialettica dell’illuminismo (R. Solmi, trad.). Einaudi, 2010.

2 Marcuse, H., L’uomo a una dimensione. L’ideologia della società industriale avanzata, Einaudi, 1967.

3 Heidegger M., Die Frage nach der Technik (1953), in Vorträge und Aufsätze, Neske, 1957, trad. it. La questione della tecnica, in Saggi e discorsi, Mursia, 1976.

4 Guénon R., Il regno della quantità e i segni dei tempi, Adelphi, 2009.

5 Marchesini R., Posthuman. Verso nuovi modelli di esistenza, Bollati Boringhieri, 2001

6 Haraway D., Manifesto cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo, Milano, Feltrinelli, 1995

7 Land N., Illuminismo oscuro, Gog, 2021.

8 Faye G., Archeofuturismo, Aga editrice, 2020.

9 Schwab K., La quarta rivoluzione industriale, Franco Angeli, 2016.

10 Floridi L., La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Milano, Raffaello Cortina, 2017.

11 Faggin F., Irriducibile. La coscienza, la vita. i computer e la nostra natura, Mondadori, 2022.

12 Venanzoni A, Il Trono Oscuro. Magia, potere e tecnologia nel mondo contemporaneo,  Luiss University Press, 2021.

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