La farsa è finita. La Camera respinge la ratifica della riforma del Mes

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Di Luca Lanzalaco per ComeDonChisciotte.org

Dopo mesi di attesa e di sfibranti procrastinazioni oggi, 21 dicembre 2023, la Camera dei Deputati ha respinto a larga maggioranza la ratifica della riforma del Mes: 184 voti contrari, 72 a favore e 44 astenuti. Favorevoli alla ratifica i deputati di Pd, Italia Viva e Azione, contrari quelli di Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 Stelle, si sono astenuti Forza Italia, Noi Moderati e Alleanza Verdi e Sinistra. Con ciò l’Italia, unico tra i 20 paesi dell’eurozona a negare la ratifica, ha bloccato la riforma del cosiddetto Fondo “Salva Stati” che richiedeva l’unanimità.

E’ stata una decisione giusta e condivisibile per innumerevoli ragioni che abbiamo illustrato e discusso più volte in passato. Inutile ripetere quanto già scritto e detto. Vediamo, quindi, quali sono le implicazioni di questa decisione che, per alcuni aspetti, potremmo definire “storica”.

Da un punto di vista strettamente economico, non ci sono cambiamenti significativi in quanto il Mes continua ad esistere nella sua “vecchia” versione. Se un governo ha bisogno di fondi può comunque rivolgersi alla mastodontica e sostanzialmente inutile tecnostruttura. Deve far riflettere il fatto che ad oggi, se prescindiamo dalla fase della crisi dei debiti sovrani, nessuno Stato si è avvalso di questa opportunità. Evidentemente non si trattava di una opportunità allettante. L’unica vera implicazione pratica è che il Fondo Unico di Risoluzione delle crisi bancarie non si potrà avvalere del “paracadute” d’emergenza che avrebbe offerto il “nuovo” Mes. Ciò significa che il Fondo e il Sistema bancario europeo saranno obbligati ad adottare criteri di gestione più prudenziali. In fondo, si tratta di una conseguenza positiva. E, comunque, è chiaro che il “nuovo” Mes sarebbe stato più che un fondo “Salva-Stati”, che esiste e continuerà ad esistere, un vero e proprio fondo “Salva-Banche”.

Da un punto di vista politico, invece, le conseguenze sono significative a livello sia nazionale che europeo. A livello nazionale, intorno a questa decisione si sono spaccate sia la maggioranza di governo (FdI e Lega contrari, Forza Italia e Noi Moderati astenuti) che, e direi soprattutto, l’opposizione (M5S contrario, PD, IV e Azione favorevoli, AVS astenuti). Le posizioni sovraniste tagliano quindi trasversalmente sia la destra che, in modo più marcato, la sinistra. E’ presto per dire se questa frattura interna ai due schieramenti lascerà traccia, sicuramente non può essere ignorata.

A livello europeo, la bocciatura della ratifica della riforma del Mes ha messo in evidenza come l’Italia possa acquisire, o riacquisire, un nuovo protagonismo. Da un lato, non ha ceduto al ricatto “l’Italia non può bloccare tutta l’Unione europea per un Trattato” (così Elly Schlein, 11 dicembre 2023). L’Italia aveva il diritto di farlo e l’ha fatto. Dall’altro, ha mandato un chiaro messaggio a Francia e Germania che 24 ore prima avevano praticamente obbligato il governo italiano ad accettare la riforma del Patto di Stabilità, una vera iattura, che avevano concordato tra loro.

Potremmo dire la mancata ratifica della riforma del Mes è stato un passo piccolo, ma molto significativo, che l’Italia ha fatto verso la riappropriazione della propria sovranità.  E, soprattutto, è stato un eccellente inizio della campagna elettorale per le elezioni europee del 2024.

Di Luca Lanzalaco per ComeDonChisciotte.org

21.12.2023

Luca Lanzalaco è professore ordinario di Scienza politica presso l’Università di Macerata. Ha recentemente pubblicato, con Giampiero Cama e Sara Rocchi, Le banche centrali prima e dopo la crisi. Politica e politiche monetarie non convenzionali (ATì editore, 2019) e Fragile Boundaries. The Power of Global Finance and the Weakness of Political Institutions (Rivista Italiana di Politiche pubbliche, 2/2015, il Mulino). E’ autore del libro  L’Euro e la Democrazia – dalla Crisi Greca al nuovo Mes (Youcanprint, Bari, 2022).

 

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