di Marco Di Mauro per Come Don Chisciotte
Ieri, 21 agosto, diverse città italiane sono scese in piazza continuando l’appuntamento settimanale delle proteste No Green Pass.
Fiore all’occhiello è Milano, dove 20mila persone hanno calcato le strade per protestare contro la dittatura sanitaria, seguita dalle 4000 persone che a Torino hanno occupato la stazione centrale, mentre a Trento in migliaia sono sfilati in corteo per poi contestare sotto la sede della RAI. Anche Genova e Verona si sono fatte sentire, come la Sardegna a Cagliari e a Bosa (dove erano presenti Mariano Amici e Linda Corrias). A rendere peculiare questo penultimo sabato di agosto sono però da un lato l’Emilia Romagna, con una grande affluenza a Modena e Forlì, oltre a un migliaio di persone a Bologna; dall’altro il sud Italia, che si è distinto per la pressoché totale diserzione delle piazze, con l’eccezione di un piccolo gruppo (circa duecento persone) a Napoli. Non ha fatto meglio la capitale in Piazza del Popolo, dove si sono viste le solite facce, poco più di duecento persone.
Diversamente dai sabati precedenti, la preparazione di questo 21 agosto è stata caratterizzata da alcune polemiche tra i movimentisti di alcune città, sostenitori della spontaneità delle proteste, e alcuni (non tutti) gruppi Telegram e Facebook che se ne contendono la paternità. Il caso limite, lampante, e talora – ahinoi – grottesco, è quello del gruppo Telegram “Basta Dittatura” (già noto tra i manifestanti per pubblicare una lista di piazze totalmente arbitraria e di non correggere gli errori che gli vengono segnalati e per dare, durante i cortei, pittoreschi “consigli comportamentali” ai manifestanti dal loro pulpito su Telegram) i cui amministratori hanno iniziato una campagna di discredito rivolta a chiunque non sia della loro parrocchia, da Ancora Italia al Fronte del Dissenso, fino alle polemiche con altri gruppi Telegram affini per scopi e struttura (come “No Green Pass – Aggiornamento Manifestazioni”) e alla rottura con il “Movimento Italiano” (la cui pagina Facebook originale è stata censurata ed eliminata dalla piattaforma), riconosciuto dai più come il primissimo promotore, via Facebook, della lista delle piazze No Green Pass. La questione è controversa, e prossimamente ne renderemo edotti i lettori di Come Don Chisciotte in maniera precisa ed estesa (con tanto di fonti e screenshot per i quali non è questa la sede), ma per ora riteniamo doveroso rivolgere un appello ai protagonisti della vicenda: l’intenzione stessa di monopolizzare l’elenco delle piazze, aggredendo gli altri invece di cercare una cooperazione che renderebbe più forte, radicato e condiviso lo sforzo, è funzionale soltanto a fautori e promotori della dittatura sanitaria, e a nessun altro, e ha un effetto disastroso sulla portata e sulla credibilità delle proteste; esortiamo dunque i gruppi Telegram e canali Facebook che stanno avendo questo tipo di comportamenti a smettere immediatamente di attribuirsi l’ossimorica paternità delle proteste spontanee del popolo, a cessare i proclami telematici con la grottesca pretesa di dirigere le piazze reali da Telegram, riservando a se stessi la sola funzione che gli compete: fornire ai cittadini un servizio informativo rispetto a luoghi e tempi delle proteste. Un servizio informativo vero, costruito contattando i gruppi territoriali che si spendono materialmente per formare quelle piazze, e non decidendo arbitrariamente una lista di città, con l’unico risultato di reclamizzare piazze vuote, sviando i cittadini dalle piazze realmente partecipate e dando ai media mainstream un motivo per gridare al flop.
Prossimi appuntamenti: al consueto appuntamento settimanale si aggiungono appuntamenti non “spontanei” (che speriamo non siano visti in senso provinciale e divisivo, ma nazionale e collaborativo) come la chiamata di Francesco Toscano a Milano sabato 28 agosto, mentre il Fronte del Dissenso si è chiamato, dopo l’ultima assemblea plenaria, Roma il 25 settembre.
Arrivederci sabato prossimo nelle piazze d’Italia, fino alla vittoria.