Israele ed Occidente non hanno i mezzi per contrastare la tecnologia iraniana

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DI GILAD ATZMON E  NIR DVORI

gilad.online

Quella che segue è una traduzione dell’articolo di oggi dell’israeliano News 12, che analizza le lezioni impartite dal recente attacco alle strutture petrolifere saudite. Sebbene io, come molti altri commentatori, sia convinto che l’offensiva non abbia alcunché a che fare con l’Iran, questa ha dimostrato che le armi di Teheran sono probabilmente superiori alle capacità di difesa occidentali.

Lo scrittore israeliano Nir Dvori sottolinea come l’attacco sia avvenuto 650 km all’interno del territorio saudita. “Ha dimostrato grande efficacia ed efficienza, entrambi i tipi di armamenti hanno infatti accuratamente centrato il proprio bersaglio”. Ha anche messo in mostra un’eccezionale capacità di intelligence – “sia nell’identificare e selezionare gli obiettivi sia nello scegliere la rotta dell’attacco”. A quanto pare, né i droni né i missili da crociera sono stati rilevati, né è stato fatto alcun tentativo di intercettarli. Ciò significa che, nonostante i multimiliardari investimenti sauditi in armamenti e sistemi di difesa aerea occidentali, il loro cielo è tutt’altro che protetto.

Negli ultimi anni Israele ha concentrato i propri sforzi nel contrastare i progetti balistici e di droni dell’Iran. Evidentemente sapeva a cosa sarebbe andata incontro. Il recente attacco al sito petrolifero saudita ha dimostrato come l’Occidente non abbia ancòra sviluppato un’adeguata risposta ai missili di precisione iraniani, ai loro missili da crociera lenti o ai loro droni. Questo da solo spiega perché, nonostante le persistenti minacce di Israele di attaccare direttamente l’Iran, sia stata riluttante a metterle in atto. Israele sa quanto sia vulnerabile, e comprende bene le possibili drammatiche conseguenze di un simile attacco. Sa benissimo che, sebbene il proprio sistema antimissilistico possa essere in qualche modo efficace contro la tecnologia balistica V2 tedesca, non ha alcuna speranza contro ciò di cui l’Iran dispone.

Questo aiuta a spiegare perché Israele vuole che l’America e la NATO attacchino l’Iran per suo conto. Potrebbe essere disposta a fare tutto il possibile per provocare un simile conflitto, da una pesante azione di lobbying ad operazioni di falsa bandiera.

Trump incredibilmente sembra aver colto quanto la situazione sia instabile. Di conseguenza ha allontanato dalla stanza dei bottoni John Bolton, il proprio principale falco. Il presidente potrebbe trovarsi fuori della Casa Bianca per la propria riluttanza a combattere la guerra di Israele contro l’Iran?

 

Il carattere, l’unicità ed il successo dell’attacco iraniano preoccupano Israele ed il mondo intero

DI NIR DVORI

mako.co.il

L’attacco iraniano alle strutture petrolifere saudite è stato di grande importanza, ed è particolarmente preoccupante [per Israele]. L’offensiva è stata [la prima nel suo genere] ed ha dimostrato che gli iraniani possiedono la capacità di colpire e dimezzare la produzione di petrolio [saudita].

Il colpo inferto agli impianti petroliferi in Arabia Saudita è stato un avvertimento ad Israele ed all’Occidente – gli effetti del quale sono molto preoccupanti. [Israele] ora si troverà costretta ad aggiornare il proprio sistema di sicurezza. Il blitz ha dimostrato una progettazione ed un’esecuzione impressionanti, la produzione di petrolio saudita è stata ridotta della metà, probabilmente anche quella di gas è stata parzialmente compromessa.

Gli attacchi sono stati eseguiti con due soli tipi di armi: da una parte, 7 missili da crociera Quds, guidati da un motore a reazione ceco, 3 dei quali caduti prima di centrare l’obiettivo; dall’altra, 18 droni suicidi, una replica iraniana del “Rafi” israeliano.

L’attacco è stato significativo sotto due punti di vista:

  • è stato effettuato da una distanza relativamente ampia – circa 650 km;
  • si è dimostrato estremamente efficace: tutti e due i tipi di armamenti hanno centrato l’obiettivo.

L’Iran ha anche messo in mostra l’abilità della propria intelligence – sia nell’identificare e selezionare gli obiettivi sia nella scelta della rotta di attacco e della sua esecuzione.

Apparentemente, né i missili da crociera né i droni sono stati rilevati, né è stato compiuto alcun tentativo di intercettarli.

La capacità dell’Iran di penetrare nel sistema di difesa aerea saudita, nonostante i miliardi di dollari spesi per difendere la zona, è stata dimostrata dal fallimento [del sistema difensivo] contro le piccole e lente armi d’assalto.

La precisione di impatto di meno di 3 metri è impressionante. I frammenti dei missili da crociera iraniani sono stati identificati tra i derivati ​​dei missili 55-KH che l’Ucraina ha consegnato all’Iran nel 2001.

L’accuratezza dell’azione ha messo in imbarazzo la comunità dell’intelligence occidentale. Si è scoperto che l’Iran, un paese con capacità tecnologiche medie, ha sviluppato missili a medio e lungo raggio molto efficaci. Ciò mette sostanzialmente in pericolo l’esistenza stessa degli organismi di regolamentazione internazionali, i quali presumevano che negare l’accesso a vari tipi di tecnologia potesse impedire che questi venissero ottenuti.

L’attacco è la prova provata del potenziale operativo dell’Iran, che si basa su capacità non solo tecnologiche, ma anche di intelligence e coordinamento. Il monopolio occidentale sugli armamenti di precisione è forse evaporato. Israele e paesi limitrofi hanno imparato una dura lezione: i sistemi di individuazione ed intercettazione non forniscono una contromisura adeguata alle nuove minacce regionali.

È necessario affrontare droni lenti, hovercraft e missili da crociera. La distanza raggiunta dall’Iran in questa occasione – 650 km – permetterebbe di danneggiare qualsiasi punto di Israele dall’Iraq occidentale.

 

Fonte: https://gilad.online/

Link: https://gilad.online/writings/2019/10/1/israel-and-the-west-do-not-have-the-means-to-counter-iranian-technology

1.10.2019

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG

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