Riceviamo e pubblichiamo.
Illustre Presidente,
Le scrivo in queste ore nelle quali, come sempre nel nostro Paese, la riapertura delle scuole diventa una cartina al tornasole per percepire la situazione generale che il Paese stesso vive o a cui, per meglio dire, verrà sottoposto dal dispositivo governativo che lo rappresenta e comanda.
L’argomento per cui Le scrivo è quello della pandemia Covid (o come desidera chiamarla: ci ho scritto diversi libri e so che la terminologia varia a seconda dei contesti). Nella prima ondata “pandemica”, il mondo universitario in cui lavoro anticipò addirittura le misure che in seguito il governo prese (capii solo in seguito il perché: siamo stati governati per due anni da un comitato “scientifico”‘di accademici…). Ora nelle scuole i presidi, e il ministro del Suo governo, parlano senza che ce ne sia motivo di misure preventive che verranno eventualmente attuate. Insomma, per quelli di noi abituati a leggere le tracce per ricostruire mondi (faccio il filologo di professione), si stanno gettando le fondamenta di quanto accadrà nel prossimo futuro. Le scrivo perché ricordo che, nel periodo degli arresti domiciliari imposti alla nazione, le Sue prese di posizione contro le misure drastiche, contraddittorie e insensate escogitate dai suddetti membri del comitato e imposte al governo, furono nette e decise.
Ho già fatto la mia previsione pubblica, che spero lei smentirà: a febbraio verrà reintrodotto il green pass come base discriminatoria per lavoratori e cittadini (le confesso che ho pensato a febbraio perché ho immaginato che lei lotterà per un po’ contro ciò che le verrà imposto di fare, ma a febbraio, mostrando alla nazione che aveva provato a lottare, cederà di fronte alla narrazione della pandemia contro cui bisogna combattere, e che verrà imposta anche a lei).
Illustre Presidente, le scrivo – come anarchico, e dunque lontanissimo da ogni idea di schieramento politico – per chiederle di farsi portatrice storica di un gesto di coerenza e in controtendenza con quanto – come molti di noi hanno capito – sta per essere rimesso in moto. Glielo chiedo a nome dei ragazzi delle scuole, degli adolescenti che hanno bisogno di poter sognare e non di essere addestrati agli stati di emergenza perenni, a nome dei parenti delle vittime causate dal vaccino obbligatorio, a nome dei tanti cittadini discriminati sul posto di lavoro e di quelli che il lavoro lo hanno perso a causa della follia imposta da OMS e altri organismi fuorilegge che non rappresentano alcun cittadino del mondo.
Illustre Presidente, mentre il mondo va in sfacelo ci sono cittadini non rappresentati dal potere politico che attuano strategie di buonsenso e di bellezza, di solidarietà e dissenso individuale. Colga anche lei, Presidente, come responsabile di uno degli Stati più martoriati e feriti dalla sperimentazione di massa, l’occasione per diventare invece una figura credibile e senza cedimenti.
Confido in una Sua risposta e soprattutto in gesti netti e non fraintendibili.
Con l’occasione le mando i miei più cordiali saluti
Prof. Francesco Benozzo
Alma Mater Studiorum / Università di Bologna
13.09.2023