DI JAMES HOWARD KUNSTLER
Clusterfuck Nation
Tii politiscii unt ghli ekonomisti
eurrhopei zhuonano tutthi come sziensziati paszi con tutto lorrho euro-kiakkhere
affaschinandi. Ma tefono esserrhe pkhroprio schtupidi a machen zuch
an unglaublich scheiße sturm del zishctema finanziarrhio. Che cazzo
è?
Sicuramente tutti i previsori avanzeranno
le conclusioni più nefaste. Tutti sono falliti, tutti hanno i
propri loro prefrontali ben occupati e tutti stanno roteando nel vortice
del gran parco a tema continentale di città adorabili e di grandi mangiate.
Mi dispiace, ma non vedo come si possa fermare l’emorragia mentre
ci si accosta a una stagione di incanto vacanziero.
Ogni banca (e i suoi zii) stanno mollando
i debiti sovrani di chiunque, anche se si scopre che erano croissants
importati da una colonia appestata. Siee…! Genti di tutte le risme
e di tutti gli accenti cercano disperatamente di spostare i propri soldi
in qualche porto sicuro: ma dov’è quest’ormeggio accogliente? Forse
negli USA, per il momento; ma accadrà lunedì mattina quando i mercati
reagiranno alla notizia del fine settimana in cui la super-commissione
del Senato non è stata in grado di accordarsi su un’azione decisiva
per poter impedire i previsti e massicci tagli automatici al budget
elaborati da questo macchinario rosso, bianco e blu da giorno del giudizio,
per non menzionare le minacce delle agenzie di rating di spedire
i titoli del Tesoro USA un gradino più in basso dopo questo fallimento.
Ahi, ahi, ahi!
Per essere chiari: non funziona proprio
niente. Il sistema globale della frode dei controlli contabili è stato
completamente svelato. Nessuno presterà più niente a nessuno perché
tutti sospettano di tutti nella propria capacità di adempiere agli
obblighi. Il mondo intero è diventato una catenella di margherite composte
da mendicanti e accattoni. Tutte queste centinaia di trilioni di dollaro
in assicurazioni con i credit default swap
(ahi!). Senza valore né scopo, perché ora che il default greco
di almeno al 50 per cento, ufficialmente, non è riuscito ad avviare
i rimborsi, nessun altro default lo potrà fare. Invece, si avranno
cascate di default non protetti. Tutti gli avvocati sulla faccia
della terra potranno adire a vie legali fino a che il sole non si trasformerà
in uno gnomo rossastro senza riuscire a risolvere questi magheggi, e
i soldi da loro rappresentati se la saranno svignata tanto lontano che
neppure Ray Kurzweil in modalità Singolare potrà trovarne traccia
nei suoi eterni viaggi nello ziliardo di universi paralleli.
Questo per l’industria degli hedge
fund. Spero che i tizi che confezionano queste graziose operazioni
si godano i propri anni a venire a Fairfield County nel Connecticut,
o a Saddle River nel New Jersey, perché in pochi anni si ritroveranno
tra i partecipanti a OWS in qualche campeggio urbano improvvisato per
poter mettere i denti su una bagel vecchia di tre giorni. Personalmente,
non vedo l’ora di testare alla guida alcune imprescindibili Lamborghini
Sesto Elemento usate da 5000 dollari, ma che poi mi guarderò bene dall’acquistare.
Quelli svegli potranno persino scovare qualche affarone in una proprietà
costiera negli Hamptons.
Sono passate due settimane da quando
i fondi dell’MF Global di John Corzine sono svaporati, tra cui si
dice che ci siano circa 800 milioni di dollari (anche se ci sono altre
voci che parlano di più di due miliardi) rubacchiati dai portafogli
dei clienti che non possono farsi vivi, e ci sono poi voci ulteriori
del fatto che formassero un lotto di collaterali che era stato liquidato
un nanosecondo dopo il suo arrivo a JP Morgan, che aveva prestato alla
ditta di Corzine soldi sufficienti per potersi comprare la corda con
cui impiccarsi. Da notare che la notizia è sparita completamente dai
notiziari mainstream (mentre entravano i soldatini dei Kardashian)(ndr:
un reality show statunitense).
Persino il povero Gerald Celente, direttore
del gruppo di analisi Trends Journal, arci-nemesi delle multinazionali,
è stato messo nell’angolo quando MF Global in qualche modo ha
visto finire sotto sequestro gli ETF sull’oro che Gerald stava raccogliendo
e le sue cose sono svanite! L’ho sentito imprecare su un podcast
e lui è uno di quelli che non vorrei avere dalla parte avversa. Fino
a ora, Celente stava solo commentando l’eventualità della rivoluzione
nelle strade. Ora, mi azzardo a dire, sarà in prima linea (o forse
calandosi dal muro di sicurezza di Jamie Dimon con un coltello ben stretto
tra i denti).
Il caso di MF Global ha velocizzato
l’evaporazione della fiducia in ogni ambito, piccolo e grande, dove
l’1 per cento degli americani ripone i propri averi. Gli ordini di
estinzione potrebbero volare per le architravi come cigni neri radioattivi.
Per l’ora di pranzo di domani ciò potrebbe riguardare tutte le banche
“troppo grandi per fallire”. Questo è ciò che gli esperti definiscono
come “contagio”. Dove vanno a finire quei soldi (se mai potranno
uscire fuori)?
Non vedo dove possano andare ora se
non in quel metallo lucente giallo e bianco, e forse in qualche posizione
petrolifera. Ma i meccanismi del commercio dei metalli preziosi sono
già stati scimmiottati, e si dovrebbe stare molto attenti a dove piazzare
gli ordinativi. Per quanto riguarda il petrolio, se i prestiti dovessero
bloccarsi, allora le lettere di credito non verranno emesse e le petroliere
non muoveranno alcun prodotto. Per essere più precisi, il sistema globale
del debito intercambiabile è dipeso da colossali trasferimenti di soldi
presi a prestito a ultra-breve termine. Se il prestito a breve diventasse
semplicemente introvabile, le cose potrebbero sprofondare, e con questo
intendo dire che il cibo non arriverebbe più ai supermercati, che hanno
in giacenza solo tre giorni di rifornimenti. Non sarebbe un bel modo
per avvicinarsi al Giorno del Ringraziamento?
Questa settimana ammetto di aver descritto
uno scenario estremo. Ma questa settimana ci ha fatto vedere le più
estreme coincidenze di eventi a cui il mondo ha assistito dal settembre
2008, e forse anche un po’ peggio.
Fonte: The Blue Bus Is Calling Us
20.11.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE