La storica menzogna
DI GARY WEBER
Argenpress
15 dicembre 1961. Una corte israeliana condanna a morte Adolf Eichmann per i suoi crimini di lesa umanità verso il popolo ebraico. Un fatto storico innegabile.
Si é scritto molto su lui. Tre agenti del Mossad descrissero dettagliatamente nei loro libri come sequestrarono il criminale di guerra in Argentina. Non sono fatti innegabili.
Questa é la versione degli agenti, mai smentita dal governo di Israele.
1.- Dopo molti anni di indagini, il Mossad scoprì dove viveva Eichmann e nel pomeriggio dell’11 maggio 1960, in strada, lo spinse dentro un’auto. Lo detennero per nove giorni in un dipartimento clandestino a Buenos Aires.
2.- Nella notte del 20 maggio, gli agenti lo condussero, drogato e vestito con l’uniforme di un membro dell’equipaggio della El Al, nell’Aeroporto Internazionale di Ezeiza, davanti alle autorità della Dogana e del Controllo di Immigrazione, le quali non vi prestarono attenzione, e lo fecero salire sull’aereo Bristol Britannia della El Al che nella mattina aveva portato una delegazione del governo di Israele.
3.- L’aereo dell’El Al decollò pochi minuti dopo la mezzanotte il 21 maggio da Ezeiza ed atterrò il 22 maggio alle ore 7,35 in Israele, con un solo scalo a Dakar.
Questa non può essere la verità.
1.- Eichmann viene scoperto da un superstite del Campo di Concentramento di Dachau, Lothar Hermann, esiliato in Argentina. Herman lo comunica al procuratore generale di Hesse, Fritz Bauer, e questi cerca per anni di convincere il governo israeliano a fare un processo ad Eichmann. Nel Marzo del 1960, Hermann scrive ad Israele: ‘Ovviamente loro non hanno nessun interesse a detenere Eichmann’.
2.- Secondo le indagini dell’autorità argentine, nella notte del 20 maggio, nessun uomo drogato e con uniforme dell’El Al passò i controlli a Ezeiza. L’aereo dell’El Al partì da Ezeiza senza Eichmann a bordo.
3.- Il Bristol Britannia ha, secondo il costruttore, la Bristol Aeroplane Company, una capacità di 6.869 chilometri. La distanza tra Dakar e Buenos Aires é di 6.952 chilometri. Per questa ragione tecnica, l’aereo dovette rifornirsi di carburante come fece all’andata, a Recife. In questo scalo, misero Eichmann sull’aereo dell’El-Al, nell’aeroporto internazionale Laguna del Sauce en Punta del Este.
Le autorità israeliane non dissero mai al mondo cosa successe in questi 10 giorni tra l’11 ed il 21 maggio. Lo interrogarono? Lo torturarono? O negoziarono con Eichmann, allora il nazista di maggior rango in esilio? Confessò qualcosa o si arrivò ad un accordo? Quali erano i motivi dell’arresto dell’uomo che durante cinque anni era stato un impiegato della Standard Oil? E chi é quest’uomo misterioso, William Mosetti? L’uomo di Standard Oil, ufficiale di Mussolini, agente nordamericano e direttore generale della Mercedes Benz Argentina. In questa fabbrica lavorava anche Adolf Eichmann.
Nel 1927 Adolf Eichmann entrò nella ‘Frontkämpfervereinigung’ (un’organizzazione nazista paramilitare). Nacque nel 1906 a Solingen e crebbe a Linz, in Austria. Fu allo stesso collegio di Hitler, al Kaiser-Franz-Josef-Realschule. Nel 1927 fu assunto dalla Vacuum Oil Company a Vienna, ‘fino al giugno del 33 lavorò per questa ditta in Alta Austria, a Salisburgo e nel nord del Tirolo’ – scrive Eichmann nel suo curriculum.
Nel 1932 fu reclutato dal suo amico Ernst Kaltenbrunner, futuro capo della Reichssicherheitshauptamt (Centrale della polizia nazista), per il Partito Nazista e le SS. Grazie alla motocicletta che gli fu data dalla Vacuum Oil, poteva muoversi ed i suoi camerati, ai quali regalò birra e panini nella ‘Casa Marrone’ a Linz, lo nominarono ‘Führer del gruppo di Attacco Motorizzato’. Nel giugno del 1933, il governo austriaco proibì tutte le attività naziste ed Eichmann perse il suo impiego. ‘Fu un licenziamento amabile’, scrive il biografo di Eichmann, David Cesarani. La Vacuum gli pagó cinque stipendi ed Eichmann con il suo curriculum entrò nella SS a Passau, Germania, e da lì passò alla centrale dell’SD, il servizio di sicurezza, dove formò il dipartimento ‘affari ebrei’.
Dopo la guerra, Eichmann, segretario della Conferenza del Wannsee, dove si decise ‘la soluzione finale della questione ebraica’, si nascose in Germania per cinque anni. Non lo accusarono nel processo di Norimberga. Documenti della CIA indicano che Eichmann nascose l’oro nazista e finanziò la fuga dei criminali di guerra.
Il protocollo di una conferenza segreta convocata il 10 agosto del 1944 a Strasburgo raccomandava la fuga di capitale verso paesi neutrali. ‘Gli industriali devono prepararsi a costruire, dopo la sconfitta, la nuova potenza tedesca mediante un’offensiva esportatrice. Inoltre dovranno finanziare il Partito Nazista, che passerà alla clandestinità. Pertanto d’ora in poi, il governo di Hitler metterà a disposizione dell’industria grandi somme, per poter contare dopo la guerra su una solida base all’estero.’
L’Argentina si offrì come ‘solida base’. Eichmann sbarcò nel 1950 a Buenos Aires, con documenti falsi che si procurò da un prete cattolico in Italia. Due anni più tardi, lo raggiunsero sua moglie e i figli che iscrisse al Collegio Tedesco con il suo vero cognome.
Simon Wiesenthal ricevette un anno dopo una lettera da un amico emigrato: ‘Ho visto quel porco miserabile di Eichmann, vive nei dintorni di Buenos Aires.’ Trasmise l’informazione al console israeliano a Vienna, ma non successe niente. Né la CIA né i servizi di spionaggio tedeschi mossero un dito, molti ‘vecchi camerati’ erano rimasti nelle loro file. A Bonn, il cancelliere Konrad Adenauer protesse il suo ministro Hans Globke, autore del commento ufficiale delle leggi razziali di Norimberga.
‘Eichmann venne con un gruppo di 16 tedeschi’, ricorda Jorge Antonio, mano destra del Presidente Perón, che nel 1951 fondò la Mercedes Benz Argentina, ‘Daimler mi chiese di dare loro un posto poiché erano tecnici. Lo conoscevo col suo vero nome, ma non mi interessava’.
Antonio comprò, come prestanome della Daimler-Benz e di altre ditte, 60 società per azioni nell’industria mineraria, agricola e immobiliare, con denaro che fu nascosto durante la seconda guerra mondiale in Svizzera. Saldando fatture di importazione ed esportazione, il capitale si dirigeva di nuovo verso il circuito produttivo del consorzio. Non si era mai domandato se stava amministrando denaro nazista? ‘Con noi, i tedeschi fecero molti soldi’, diceva Antonio con un sorriso, se Lei lo chiama lavaggio di denaro sporco? Io volevo una fabbrica di camion e la ottenni’.
Nel 1955 i militari rovesciarono Perón, Antonio fu incarcerato, il suo impero espropriato e tutta la contabilità confiscata. Si investigò la provenienza del capitale. I giudici decisero, nella sentenza del 1957, l’espropriazione delle sue ditte senza indennizzo: ‘Risulta quindi evidente che l’interdetta [impresa], non avendo potuto dimostrare l’esistenza della radicazione del capitale tedesco, cerca di togliere importanza alla questione, quando la stessa é uno dei punti fondamentali’.
La Daimler-Benz e il suo azionista maggioritario, la Deutsche Bank, reagirono. Non volevano perdere “il loro” capitale e si ricordarono di un vecchio amico: William Mosetti. Era tornato dopo la Guerra alla Socony-Vacuum, adesso trasformata in Mobil Overseas Oil Company. Quando la Daimler-Benz lo assunse, viveva a Leopoldville, Congo Belga. Da lì, lo mandarono a Buenos Aires. E Mosetti fece un buon lavoro. Nel 1959, il tribunale di appello giudicò a favore dei tedeschi. Nonostante che la Daimler-Benz non potesse spiegare l’ origine dei suoi investimenti in Argentina, tale omissione non fu – secondo i giudici – così grave da legittimare l’espropriazione. La ditta fu condannata a pagare una multa e la fabbrica di camion aprì di nuovo i battenti. Assunsero mano d’opera, tra loro Ricardo Klement alias Adolf Eichmann.
Eichmann si sentiva al sicuro in Argentina. Rilasciava interviste. L’ex ufficiale della SS, Willem Sassen, registrò con lui varie conversazioni di ore. Eichmann era amareggiato. Quel che fu l’onnipotente che ordinava la morte di centinaia di migliaia di persone, viveva nella povertà e non aveva alcun potere. Guadagnava una miseria alla Mercedes Benz mentre i suoi camerati delle SS avevano fatto carriera nella giovane Germania Federale e non ne volevano sapere degli accordi di Strasburgo sulla ricostruzione del Partito Nazista.
Sui nastri, registrati da Sassen, si sente più volte lo stappare di bottiglie di vino. Eichmann si entusiasmava ricordando le sue ‘azioni eroiche’: ‘Non mi pento di nulla. Se avessimo ammazzato 10,3 milioni di ebrei dei 10,3 milioni di ebrei che c’erano, sarei contento e direi: molto bene, liquidammo un nemico’.
Sassen cercó di vendere l’intervista alla stampa. Era solo questione di tempo, un giornalista avrebbe presto bussato alla porta del ciarlatano criminale di guerra. Ed era assolutamente imprevedibile di cosa e di chi Eichmann avrebbe parlato. Su Hans Globke? Sui suoi camerati della SS che popolavano i direttivi delle imprese?
Il 29 Aprile del 1960, l’ assemblea degli azionisti della Mercedes Benz Argentina nominò Mosetti direttore Generale. Dodici giorni più tardi Ricardo Klement non tornò a casa. Aveva detto a sua moglie che aveva una riunione importante fuori Buenos Aires. Ma non tornò nella nottata e l’indomani mattina la moglie, disperata, andò alla fabbrica della Mercedes Benz e i suoi camerati fecero una “operazione di ricerca semi ufficiale”, come dice un promemoria di Hanns-Martín Schleyer, ex ufficial della SS e direttore della Daimler-Benz. Il 23 maggio, il primo ministro David Ben Gurion dichiarò alla Knesset che Adolf Eichmann si trovava detenuto in Israele. Non disse come arrivò in Israele.
Mosetti deve aver partecipato al sequestro di Eichmann. La sezione del personale della Mercedes Benz lo rimosse dalla previdenza sociale (ANSES) il 12 maggio del 1960. Ovvero, sapeva che non avrebbe più occupato il suo posto di lavoro undici giorni prima del comunicato alla Knesset.
Il governo argentino ordinò una serrata inchiesta per verificare come era stata possibile la violazione della sua sovranità. Il risultato di tale lavoro non venne mai pubblicato. Né gli argentini né il resto del mondo furono informati di quel piccolo e sporco Piper (Apache) con targa statunitense che fu visto in un aeroporto locale, vicino alla casa di Eichmann, quell’11 maggio, diretta in Uruguay. Quel giorno, Eichmann non tornò a casa.
Fino ad oggi, giornalisti di tutto il mondo scrivono libri e testi per documentare il presunto sequestro di Eichmann da parte del Mossad. E con questo si fanno molti soldi. La menzogna prosegue per la sua strada.
Gary Weber
Fonte: http://www.argenpres.info
Link: http://www.argenpres.info/nota.asp?num=041268&parte=1
08.04.2007
Traduzione per www.comedonchisciotte.org di VALERIA TADDEI