DI MARCO PIZZUTI
linkiesta.it
La maggior parte degli storici tende a minimizzare la gravità dei raid aerei su Dresda del febbraio 1945 nei quali morirono almeno 135.000 persone. La sua distruzione cancellò quasi otto secoli di storia insieme a buona parte dei suoi abitanti
Un estratto da “Biografia non autorizzata della Seconda Guerra Mondiale” di Marco Pizzuti:
Nel febbraio 1942 Arthur Travers Harris venne nominato comandante in capo del Bomber Command della Royal Air Force e in poco tempo passò alla storia come «Butcher Harris» (Harris il Macellaio) per avere raso al suolo quarantacinque delle principali città tedesche. Durante il suo mandato, infatti, gli angloamericani diedero il via ai bombardamenti a tappeto sulle più grandi città della Germania senza alcuna distinzione tra obiettivi militari e popolazione civile, perché lo scopo delle missioni era abbattere il morale tedesco e decimare la forza lavoro dell’industria bellica.
Il 24 luglio 1943 Harris diede avvio all’Operazione Gomorra, che durò cinque giorni, durante la quale i bombardieri angloamericani distrussero la città di Amburgo: i loro attacchi multipli non si limitarono a colpire le installazioni portuali, le fabbriche e i presidi militari, ma si accanirono soprattutto contro i quartieri residenziali dove trovarono la morte almeno 45.000 civili. Dopo Amburgo fu la volta di Kassel (in cui persero la vita 10.000 civili), Chemnitz, Berlino, Norimberga e Colonia. Nel febbraio 1945 la stessa sorte toccò alla città di Dresda, che fino a quel momento era conosciuta in tutto il mondo come la Firenze dell’Europa orientale per numero di opere d’arte e patrimonio architettonico. La sua totale distruzione da parte degli aviatori angloamericani cancellò dalle mappe quasi otto secoli di storia insieme a buona parte dei suoi abitanti.
Ciononostante, la maggior parte degli storici tende ancora a minimizzare enormemente la gravità di quanto accaduto, confidando nella correttezza degli argomenti utilizzati dagli uffici d’informazione bellica alleati: la presunta presenza di importanti obiettivi militari e la supposta esagerazione del numero delle vittime da parte dei tedeschi a scopo propagandistico. Tale atteggiamento apologetico rispetto alla condotta bellica degli Alleati non sembra tenere conto del fatto che da diversi decenni è stata dimostrata la totale assenza di obiettivi militari a Dresda nel 1945. Il conteggio dei morti, inoltre, si è rivelato eccessivamente ottimistico, poiché non si è considerato che in quel periodo la città era sovraffollata da centinaia di migliaia di profughi civili.
CONTINUA QUI