Mike Whitney
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Mercoledì scorso, l’amministrazione Biden ha etichettato gli Houthi come “Terroristi Globali Specialmente Designati”, aprendo la porta all’imposizione di sanzioni a tappeto. I gruppi umanitari hanno immediatamente risposto avvertendo che la designazione minaccia di intensificare notevolmente la crisi umanitaria dello Yemen. A causa della guerra quasi decennale che il regime saudita ha condotto contro lo Yemen con le armi e il sostegno logistico degli Stati Uniti, più della metà della popolazione del Paese – oltre 18 milioni di persone – ha bisogno di cibo e di altra assistenza… US Imperialism Setting Middle East Ablaze, World Socialist Web Site
L’amministrazione Biden sta per reimporre l’embargo sullo Yemen, un embargo che era durato 7 anni, che aveva privato la popolazione civile di cibo, acqua e forniture mediche essenziali. Questo è il modo in cui Washington usa la definizione di “terrorista” come arma e utilizza la carestia come strumento di politica estera. Il chiaro intento è quello di ridurre la popolazione alla fame, in modo che gli Stati Uniti possano portare avanti la loro agenda geopolitica nella regione. In questo caso, gli obiettivi strategici di Washington rimangono in gran parte nascosti al grande pubblico, quindi li elencheremo qui:
Gli Stati Uniti hanno tre obiettivi principali nello Yemen:
1. Eliminare un alleato dell’Iran. (Gli Houthi)
2. Controllare le importanti rotte di navigazione nel Mar Rosso.
3. Costruire un oleodotto attraverso lo Yemen nel caso in cui gli Stati Uniti lanciassero una guerra contro l’Iran e la navigazione nello Stretto di Hormuz fosse interrotta.
Ora che Israele sta procedendo con la sua operazione di pulizia etnica, possiamo aggiungere un quarto obiettivo alla lista:
4. Impegnare militarmente qualsiasi esercito o milizia regionale che cerchi di far deragliare le ambizioni territoriali di Tel Aviv.
Si tenga presente che l’attuale guerra non è solo un’espansione del territorio israeliano, ma un tentativo di stabilire Israele come egemone regionale. Israele aspira a diventare la potenza dominante in Medio Oriente, senza essere contrastato dai suoi attuali rivali. L’amministrazione Biden sta contribuendo a questo progetto soprattutto perché gli interessi degli Stati Uniti coincidono con i piani a lungo termine di Israele. Si veda questo estratto da un articolo del World Socialist Web Site:
Il genocidio a Gaza è parte integrante della strategia di guerra globale dell’imperialismo statunitense, che persegue l’egemonia mondiale. È uno dei fronti di una guerra mondiale emergente, insieme alla guerra per procura di Washington contro la Russia in Ucraina, all’escalation della sua guerra in Medio Oriente, il cui obiettivo centrale è l’Iran, e ai suoi preparativi di guerra contro la Cina. Bernie Sanders backs US attack on Yemen, World Socialist Web Site
In breve, le ambizioni globali degli Stati Uniti coincidono perfettamente con la strategia regionale di Israele. Nessuno dei due Paesi crede di poter raggiungere i suoi più ampi obiettivi con mezzi pacifici, in parte a causa della mancanza di risorse critiche e della flessione della produzione economica. L’aggressione militare è quindi l’unica strada percorribile. Gli obiettivi principali dell’imminente conflitto sono Iran, Russia e Cina. Per saperne di più, consultare il World Socialist Web Site:
Queste azioni sono preparatorie ad uno scontro frontale con l’Iran che potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Non solo il Pentagono ha pianificato questa guerra per decenni, ma, dal punto di vista dell’imperialismo statunitense, i suoi obiettivi strategici non sono mai stati così vitali come oggi, quando gli Stati Uniti sono in guerra di fatto con la Russia e stanno preparando una guerra con la Cina. Il suo obiettivo nel prendere di mira l’Iran è quello di assicurarsi un dominio incontrastato sulla principale regione esportatrice di petrolio del mondo, una regione in posizione unica per proiettare il potere geopolitico attraverso l’Eurasia, l’Africa e l’intera regione dell’Oceano Indiano…
La realtà è che si tratta di arene diverse in un conflitto globale in rapida evoluzione, in quanto l’imperialismo statunitense cerca disperatamente di compensare il declino del suo potere economico relativo e di stabilire l’egemonia globale attraverso la guerra, il saccheggio e la rinascita dell’asservimento coloniale.
… la dinamica in Medio Oriente è quella di una rapida escalation verso una conflagrazione regionale guidata da Washington, dai suoi alleati imperialisti e dal loro principale cliente regionale, Israele. US imperialism setting Middle East ablaze, World Socialist Web Site
Insurance companies are refusing to secure Israeli, British and US ships in light of the current escalation in Yemen
This is attributed to the ongoing military operations against Yemen led by the United States and Britain. pic.twitter.com/MSU4AuhHqE
— MintPress News (@MintPressNews) January 18, 2024
Lo Yemen è una piccola ma cruciale parte della strategia complessiva. Le élite miliardarie che si servono di agenti politici per attuare la loro politica sono determinate a sradicare la minaccia che gli Houthi rappresentano per la navigazione commerciale nel Mar Rosso. Questo è il motivo di fondo che ha spinto Washington alla guerra. Non sorprende che fosse stata anche la causa prima dell’intervento a guida saudita, anche se i media avevano deviato l’attenzione sulla meno rilevante lotta per il potere politico.
La verità è che l’attuale guerra di Washington contro lo Yemen non è altro che la continuazione del conflitto tra Sauditi e Houthi. Nel 2015, i sauditi avevano guidato una coalizione di 9 Paesi arabi (sostenuta dagli Stati Uniti) che aveva condotto massicci attacchi aerei sul Paese, imponendo al contempo un blocco navale che aveva causato la morte di centinaia di migliaia di yemeniti. L’obiettivo apparente dell’intervento era quello di sostenere il leader politico preferito da Washington, Abdrabbuh Mansur Hadi. Se i sauditi avessero prevalso nel conflitto, gli Stati Uniti avrebbero raggiunto i loro principali obiettivi strategici senza doversi impegnare in combattimenti veri e propri. Ma i sauditi non avevano vinto, ed è per questo che c’era stata una pausa nell’azione, mentre le élite della politica estera statunitense escogitavano un altro piano per eliminare gli Houthi e consegnare lo Yemen, situato in una posizione strategica, nelle mani fidate di un fantoccio sostenuto dagli Stati Uniti. (Il recente scoppio delle ostilità tra gli Stati Uniti e gli Houthi, a causa del blocco delle navi commerciali dirette in Israele, ha offerto agli Stati Uniti l’opportunità di unire le forze con le milizie arabe e di usare la propria potenza di fuoco per [cercare di] eliminare il nemico e ottenere ciò che i procuratori di Washington (i sauditi) non erano riusciti ad ottenere.
Anche se l’attuale guerra tra Stati Uniti e Yemen è ancora nelle sue fasi iniziali (nota: gli Stati Uniti hanno condotto 5 importanti attacchi aerei contro le posizioni degli Houthi sulla terraferma, mentre gli Houthi hanno attaccato 4 navi commerciali negli ultimi 5 giorni) le possibilità di vittoria degli Stati Uniti non sono così incoraggianti. Gli Houthi sono una macchina da guerra ben organizzata, altamente motivata, che conosce bene il territorio e ha una buona conoscenza di come gli Stati Uniti amano condurre le loro guerre. Se gli Stati Uniti non sono riusciti a battere i Talebani, non dovrebbero pensare di poter battere gli Houthi.
Poi, naturalmente, c’è la questione di “quanto siano ben equipaggiati” gli Houthi. Date un’occhiata:
In pochi anni, i ribelli Houthi in Yemen hanno accumulato una gamma notevolmente diversificata di armi anti-nave, che includono missili da crociera e balistici, che hanno recentemente usato per minacciare le navi nel Mar Rosso…
Nelle parate militari del 2022 e del 2023, gli Houthi avevano presentato altri ASCM [missili cruise antinave], tra cui quelle che sembrano essere due versioni antinave del Quds/351 LACM iraniano. Una versione sarebbe dotata di un puntatore radar (Sayyad), l’altra di un puntatore elettro-ottico/infrarosso (Quds Z-0).
..
… possiedono altri mezzi ISR, tra cui UAV, (droni) imbarcazioni nominalmente civili usate per l’esplorazione, informazioni open-source sul traffico marittimo e dati raccolti dal Behshad, un cargo iraniano ancorato nel Mar Rosso che, secondo quanto riferito, serve come base operativa e di ricognizione del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Sembra inoltre probabile che l’Iran abbia dotato il gruppo di sistemi radar costieri.
Il vasto arsenale degli Houthi solleva interrogativi sulla più ampia strategia dell’Iran nella regione. … Ciò suggerisce un forte interesse iraniano per il rafforzamento a lungo termine delle capacità antinave degli Houthi e un potenziale tentativo di esportare il modello iraniano di coercizione navale dal Golfo Persico e dallo Stretto di Hormuz al Mar Rosso e allo Stretto di Bab el-Mandeb, geopoliticamente importanti. Houthi anti-ship missile systems: getting better all the time, IISS
Cosa ci dice questo estratto?
Ci dice che gli Houthi sono una forza militare ben armata che si è dotata di armi specifiche per la guerra nel Mar Rosso. Ci dice che gli Houthi sapevano che, alla fine, ci sarebbe stata una guerra con gli Stati Uniti per la quale avrebbero dovuto essere ben preparati. Ci dice che gli Stati Uniti probabilmente subiranno perdite significative nel conflitto che li attende e che i combattimenti si protrarranno per diversi anni, cosa che interromperà il transito nel Mar Rosso, infliggerà danni ingenti alle linee di approvvigionamento globali e rafforzerà ulteriormente le coalizioni antiamericane. Tutto questo si sarebbe potuto evitare se l’amministrazione Biden avesse scelto di fare pressione su Israele affinché ponesse fine all’assedio di Gaza e permettesse agli aiuti umanitari di raggiungere il popolo palestinese. Ma ha scelto di non farlo.
If you are dumb or an enemy of Islam, you would still claim that IS is the agent of US and Israel. pic.twitter.com/eOtP1Y11GB
— AreeMM (@mvrunnerman) January 15, 2024
Vale la pena ricordare che i portavoce degli Houthi hanno ripetutamente dichiarato che attaccheranno nel Mar Rosso solo le navi legate a Stati Uniti, Regno Unito e Israele. A tutte le altre navi sarà permesso di navigare liberamente nella via d’acqua senza alcuna minaccia per la loro sicurezza. I media hanno cercato di fuorviare l’opinione pubblica insistendo sul fatto che gli attacchi sono casuali e indiscriminati, ma non è così. Ecco un riassunto della Press TV iraniana:
Il movimento di resistenza yemenita Ansarullah ha promesso un “passaggio sicuro” per le navi internazionali che navigano nel Mar Rosso, mentre le forze armate del Paese, come sostegno ai palestinesi nella Striscia di Gaza assediata, intensificano gli attacchi di rappresaglia contro le imbarcazioni di proprietà israeliana o con destinazione Israele.
Mohammad al-Bakhiti, membro del politburo di Ansarullah, ha rilasciato questa dichiarazione in un’intervista pubblicata venerdì dal quotidiano russo Izvestia, affermando che il Mar Rosso è sicuro per le navi che transitano sulla strategica via d’acqua che non sono legate ad Israele.
“Per quanto riguarda le navi di tutti gli altri Paesi, compresi Russia e Cina, la loro navigazione nella regione non è in alcun modo minacciata… Inoltre, siamo pronti a garantire il passaggio sicuro delle loro navi nel Mar Rosso, perché la libera navigazione svolge un ruolo importante per il nostro Paese”, ha aggiunto.
Sottolineando che gli attacchi alle navi “in qualsiasi modo collegate a Israele” continueranno, Bakhiti ha dichiarato: “Ansarullah non persegue l’obiettivo di catturare o affondare questa o quella nave. Il nostro obiettivo è quello di aumentare i costi economici” per il regime israeliano “al fine di fermare la carneficina a Gaza”. (Press TV)
È un giorno triste quando i media di Stato iraniani possono essere più affidabili di una qualsiasi delle centinaia di agenzie di stampa occidentali, ma questo è lo stato dei media occidentali oggi.
Tra l’altro, oltre 50 organizzazioni umanitarie si sono unite (praticamente da un giorno all’altro) per esprimere la loro opposizione all’etichettatura di Biden degli Houthi come Terroristi Globali Specialmente Designati (SDGT). Ecco un breve estratto della loro dichiarazione:
Sebbene gli Houthi condividano molte colpe, insieme alla coalizione a guida saudita/UAE, per le orribili violazioni dei diritti umani in Yemen, le designazioni non fanno nulla per risolvere questi problemi. Tuttavia, impediranno la fornitura di assistenza umanitaria critica a milioni di persone innocenti, danneggeranno notevolmente le prospettive di una soluzione negoziale del conflitto e mineranno ulteriormente gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti nella regione. La nostra coalizione si unisce ad un coro di crescente opposizione alla designazione, tra cui un gruppo bipartisan di membri del Congresso, molteplici organizzazioni umanitarie che operano sul campo nello Yemen ed ex diplomatici di carriera che hanno servito sia presidenti repubblicani che democratici.
Invece di essere un catalizzatore per la pace, queste designazioni sono una ricetta per ulteriori conflitti e carestie, mentre minano inutilmente la credibilità diplomatica degli Stati Uniti”. 50 Group Coalition Calls on Biden to Reverse Houthi Terrorist Designation, FCNL
Il motivo per cui abbiamo riportato qui la dichiarazione è che l’amministrazione e i media hanno insistito sul fatto che la designazione di “terrorista” non affamerà la popolazione quando, in realtà, è proprio quello che è stato progettata per fare. La politica di Biden mira a ridurre lo Yemen alla fame. Dobbiamo essere chiari su come funziona questa politica. L’amministrazione intende uccidere le persone nel modo più straziante possibile per affermare il controllo su un pezzo di terra che si trova a 8.000 miglia di distanza dagli Stati Uniti.
Do you see the importance of protecting the Red Sea shipping line? pic.twitter.com/mphOexH01j
— The Wise Investor 🇱🇰 (@SLWiseInvestor) January 9, 2024
Dovremmo anche chiarire perché, nell’aprile 2023, i sauditi avevano finalmente eliminato le restrizioni durate otto anni sulle importazioni dirette nello Yemen. Non è stato perché i sauditi erano stati improvvisamente colpiti da rimorsi. Era stato perché gli intraprendenti Houthi avevano iniziato a bombardare i campi petroliferi e le infrastrutture critiche dell’Arabia Saudita. Questo aveva costretto le canaglie saudite a tornare al tavolo delle trattative. Ecco la storia di Aljazeera:
I ribelli Houthi dello Yemen hanno assunto la responsabilità di una serie di attacchi all’Arabia Saudita dopo che i media statali del regno hanno riferito di attacchi con razzi e droni contro un deposito di petrolio a Gedda e altre strutture a Riad.
Un enorme pennacchio di fumo nero è stato visto salire dall’impianto di Gedda, mentre, domenica, la città si preparava ad ospitare una gara di Formula Uno. Il portavoce militare degli Houthi, Yahya Sarea, ha dichiarato che il gruppo ha attaccato le strutture di Aramco con missili e le raffinerie di Ras Tanura e Rabigh con droni. Sarea ha aggiunto che l’attacco ha preso di mira anche strutture vitali nella capitale saudita Riyadh.
Gli attacchi hanno colpito “le strutture di Aramco a Gedda e le strutture vitali nella capitale del nemico saudita, Riyadh”… Le strutture del gigante petrolifero Aramco sono state attaccate anche a Jizan, Najran, Ras Tanura e Rabigh con “un gran numero di droni”, ha aggiunto. (Aljazeera)
Questi attacchi si erano verificati nel marzo 2022. Non molto tempo dopo i sauditi erano rinsaviti e avevano iniziato a cercare un accordo negoziale.(Strano che le cose funzionino così). Ci aspettiamo che l’attuale conflagrazione produca lo stesso risultato. Mentre la guerra di Washington contro lo Yemen prende slancio, gli Houthi prenderanno senza dubbio di mira le strutture petrolifere dell’Arabia Saudita, facendo crollare le azioni globali mentre i prezzi del petrolio saliranno alle stelle. Pensiamo che questo scenario potrebbe spingere la diplomazia d’emergenza a porre fine alle ostilità prima che la situazione sfugga davvero di mano. (Purtroppo non abbiamo la sfera di cristallo, quindi dovremo vedere come si evolverà la situazione. Guardate questa breve estratto da un pezzo di Trita Parsi del Quincy Institute, che riflette su uno scenario completamente diverso che nessuno nell’amministrazione ha preso in considerazione. Ecco cosa ha detto:
C’è una semplice ragione per cui gli attacchi militari degli Stati Uniti e del Regno Unito contro gli Houthi dello Yemen non raggiungeranno l’obiettivo di riaprire alla navigazione internazionale le cruciali rotte del Mar Rosso: gli Houthi non devono riuscire a colpire altre navi commerciali, né tantomeno a compiere una rappresaglia contro le navi militari statunitensi. Tutto quello che devono fare è provarci. Ciò è sufficiente a sostenere un blocco navale de facto del Mar Rosso, attraverso il quale transita uno sconcertante 12% del commercio globale. Molte navi commerciali occidentali non rischieranno di attraversare quelle acque, e questo proprio a causa degli attacchi militari del Presidente Joe Biden. How Biden Can Stop Houthi Missile Attacks—Without Risking War, Time
Tombola. Gli Houthi non devono sconfiggere gli Stati Uniti per vincere la guerra. Devono solo resistere un po’ di più degli Stati Uniti e continuare a minacciare il trasporto commerciale sul Mar Rosso. È tutto ciò che devono fare. E, con la loro prodigiosa scorta di missili balistici e droni d’attacco, dovrebbero essere in grado di sostenere questo sforzo per gli anni a venire, forse per sempre. Qualcuno del team di Biden ha mai pensato a questo?
Siamo convinti che l’amministrazione Biden stia abbaiando all’albero sbagliato. Non esiste una soluzione militare al blocco degli Houthi nel Mar Rosso. Gli Stati Uniti hanno già lanciato 5 massicci attacchi aerei sullo Yemen, colpendo più di 70 siti, senza alcuna indicazione che la capacità offensiva degli Houthi sia stata anche solo leggermente ridotta. A tutti gli effetti, l’attuale strategia è un completo fallimento, senza alcun beneficio materiale.
Allo stesso tempo, gli Houthi hanno lanciato i loro attacchi missilistici contro le navi commerciali di passaggio, 4 degli ultimi 5 giorni. Il successo di questi attacchi non può essere misurato in termini di quante navi sono state affondate (che non è l’obiettivo), ma in termini di quanti mercantili stanno attualmente evitando il corridoio di transito più importante del mondo. Questo numero continua a crescere di giorno in giorno, il che significa che – con qualsiasi metro di misura possibile – gli Stati Uniti stanno perdendo la guerra. E questo, a sua volta, significa che Biden ha intenzione di alzare la posta.
Ma in che modo l’escalation cambierà il risultato finale? Il dispiegamento di forze speciali o di truppe di terra nella penisola arabica garantirà una vittoria americana o dovremo aspettarci un altro pantano ventennale come quello dell’Afghanistan? E l’amministrazione è davvero preparata ad affrontare l’inevitabile crollo economico e le turbolenze del mercato azionario, quando la situazione precipiterà e i giacimenti petroliferi sauditi saranno divorati dalle fiamme, mentre i bombardamenti delle basi statunitensi in Iraq e Siria si intensificheranno fino a raggiungere un crescendo fragoroso? Non dovrebbero almeno pensarci un attimo? Ecco un ultimo estratto dal World Socialist Web Site:
Il lancio di attacchi militari contro lo Yemen segna una nuova tappa nella crescente offensiva militare imperialista in tutto il Medio Oriente e oltre. Gli Stati Uniti e i loro alleati imperialisti stanno conducendo una guerra di fatto contro l’Iran, operando per eliminare gli alleati militari dell’Iran in tutto il Medio Oriente. Gli attacchi contro lo Yemen sono diretti a circondare l’Iran e a provocare una rappresaglia contro le forze statunitensi, che potrebbe essere usata per giustificare una guerra su larga scala contro Teheran….
Al di là di tutto questo, gli Stati Uniti sono coinvolti in una lotta per respingere la sfida posta dalla Cina alla loro egemonia globale, che minaccia di scatenare una guerra vera e propria nel Pacifico. Nei media e nei circoli politici statunitensi si parla sempre più di un nuovo “asse del male” che coinvolge Iran, Cina e Russia.
Ognuno di questi conflitti non può essere compreso in modo isolato. Il bombardamento dello Yemen fa parte di una controrivoluzione globale, in cui le potenze imperialiste cercano di ristabilire il controllo diretto sulle loro ex colonie…
Tutte le guerre scatenate dagli Stati Uniti e dai loro alleati imperialisti si sono concluse con una sanguinosa disfatta dopo l’altra, con milioni di morti. Ma ogni disastro non fa che rafforzare la determinazione dell’imperialismo statunitense ad utilizzare la guerra come mezzo per garantire la propria egemonia globale. The US/UK attack on Yemen and the global eruption of imperialist war, World Socialist Web Site
Tutto è pronto per una grande conflagrazione nello Yemen, che si intensificherà rapidamente e si diffonderà in tutto il Medio Oriente. Non vedo alcuna indicazione che Biden abbia intenzione di rallentare la corsa alla guerra o di ritirarsi dall’orlo del baratro. Si preannuncia una vera e propria catastrofe.
Mike Whitney
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/war-on-yemen-dont-expect-a-cakewalk/
19.01.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org