DI PANAGIOTIS GRIGORIOU
greekcrisis.fr
(*) NdT gioco di parole basato sulla somiglianza tra i termini francesi “jaunes” (gialli) e “jeunes” (giovani), per paragonare le manifestazioni dei Gilet Jaunes (Gilet Gialli) in Francia con quelle dei giovani studenti in Grecia.
La Grecia osserva i Gilet Gialli di Francia ricordando il 2010, momento di massima espressione della protesta, spento dal tempo e dagli atti di violenza deliberata per far rientrare le persone nelle proprie case. Infatti oggi in Grecia ci sono solo simulacri di manifestazioni di protesta, salvo, forse, per le recenti proteste dei giovani del nord della Grecia, mirate contro i patti riferibili alla denominazione della regione slava di Skopje e subito stigmatizzate dalle sinistre come espressioni para-fasciste di vetero nazionalismo. Ma il nazionalismo è cosa diversa dal patriottismo ed è quest’ultimo ad ispirare i giovani e, in generale, le forme di protesta definite “populiste” che stanno scoppiando in Europa. Inevitabilmente. Perchè la violenza sociale ed economica prima o poi si trasforma in violenza fisica, se non trova altro modo di esprimersi ed essere ascoltata.
Ora della sveglia. All’inizio di dicembre sui media Greci, i Gilet Gialli sono in prima fila nelle notizie. Analisi di certo a volte approssimative, anche campate per aria, prevalenti sui fatti e soprattutto sui gesti dopo l’ultimo… lampo di Parigi. A volte, prima di concludersi in modo inaspettato [i cambiamenti] danno degli avvertimenti: “Non dimentichiamolo, la Francia a volte indica la strada da seguire in altri paesi europei, questo movimento può poi diffondersi altrove”, Radio 90,1 questa settimana. Si può dire allora senza dubbio che il popolo ha “Fatto la Secessione “.
In questo momento ad Atene è piuttosto il silenzio che regna, il traffico automobilistico è spesso scorrevole, come ci piace dire, senza ostacoli. Soprattutto, quando le bancarelle chiudono, il centro urbano si svuota (…) L’altro giorno, il vecchio proprietario di una pelletteria locale, esprimeva volentieri tutto il suo dolore. “Il negozio ci sarà fino al mio pensionamento, che cerco di rimandare. Per quanto riguarda il quartiere, beh non c’è più, i nostri legami, la nostra assistenza reciproca, il semplice fatto di dirsi buongiorno, a volte. Mi chiudo in casa mia, ho smesso di fumare e mi tengo un euro al giorno per comprare le crocchette al gatto, fortunatamente i miei due figli lavorano qui e non hanno lasciato il paese. Mia figlia è un’infermiera per €600 al mese, e mio figlio impiegato in telefonia per circa lo stesso stipendio. Innanzitutto dobbiamo prenderci cura della nostra salute, dobbiamo rimanere sani, e per il resto si vedrà.
Secondo le recenti statistiche ufficiali, 4.312.395 persone hanno debiti non pagati verso l’amministrazione fiscale, mezzo milione in più rispetto allo scorso settembre, e tra loro, 1.797.492 i contribuenti vedranno i loro beni, quelli rimasti, sequestrati dal fisco, il che è già successo per 1.148.583 di loro (stampa greca della settimana). Vale la pena notare che la popolazione greca supera appena i 10 milioni abitanti e che le banche, passate in epoca SYRIZA in mano a fondi avvoltoio internazionali, chiedono sequestri cautelativi da parte del fisco (anch’esso non più Greco) a quasi il 25% della popolazione, la cui proprietà – essenzialmente immobiliare – è stata confiscata, a cui si aggiungono coloro che hanno già svenduto [di propria iniziativa] per le stesse ragioni.
Agli occhi degli storici del futuro, è il più grande passaggio di mano della proprietà pubblica e privata di un paese e della sua popolazione, in assenza di dichiarazione di guerra di tipo tradizionale. Tanto per dire, è una banca che reclama dalla famiglia di un imprenditore che si è suicidato a Salonicco, la somma di €590.000 (Stampa della settimana).
L’impoverimento molto ordinato della classe media, come quasi tutte le altre classi sociali è piuttosto un programma, e i greci commentano gli eventi francesi, a volte con un’aria di déjà vu. “Sì, abbiamo sperimentato un periodo simile, forse i primi anni della crisi. All’arrivo della troika e durante le grandi manifestazioni, è stato nel maggio del 2010, i bastardi del sistema hanno inviato sul posto i teppisti anarchici sparando a margine di dimostrazioni, e in particolare nella filiale di una banca: tre dipendenti tra cui un giovane Donna incinta sono morti lì, e da lì per molto tempo, i greci sono stati paralizzati, e sono rimasti a casa per un po’.
(…) Per più di una settimana, molte scuole superiori, soprattutto nel nord della Grecia, Macedonia, Tracia e le isole del Mar Egeo, sono state occupate e bloccate dai loro studenti. Questi ultimi, poi, dimostrano contro il tradimento di Tsípras, e il “suo” accordo macedone dello scorso giugno, un accordo già respinto dalla stragrande maggioranza, soprattutto nel nord della Grecia (Vedi articoli su questo blog e su questo argomento dal febbraio 2018).
Così, e in assenza di gilet gialli, la Grecia sta attualmente vivendo i suoi… Gilet “giovani”, il cui slancio patriottico è innegabile, ed è stata attribuito immediatamente dal governo degli Tsiprosauri, come dalla quasi totalità della sinistra greca, all’opera dei neonazisti di Alba Dorata. Fatica inutile (…) Il paese reale sa fare la differenza fra patriottismo e nazionalismo. È infatti la mancanza totale e intenzionale di patriottismo che caratterizza gli attuali leader che alimenta il nazionalismo, a partire da quelli alba Dorata.
[Infatti] va notato che il sistema si nutre e conserva come può gli esponenti di Alba Dorata, per screditare qualsiasi idea e reazione patriottica, battezzandola come fascista ecc. Il resto è noto.
Nonostante le apparenze, quelle che la propaganda nutre naturalmente, i gilet gialli francesi e i… giovani Giubbotti greci fanno parte di questa stessa secessione del popolo, a significare questa stessa rivolta a [istituzioni] falsamente legittime, [legittimate] cioè dalla finzione delle élite e del loro sistema. È certamente sorprendente scoprire alcuni degli slogan “populista e poujadisti” degli studenti greci delle scuole superiori tipo “la democrazia ha tradito e venduto Macedonia”, salvo che è vero; con la sola differenza che si tratta di una pseudo-democrazia, in altre parole di una “governance”. La quale legifera da Bruxelles e dalle viscere del sistema Soros senza alcuna legittimità, in violazione della costituzione così come del parere del popolo, espresso con il referendum del 2015.
È come se stessimo dicendo, al fine di far capire le realtà greche… così esemplari, che in un caso supponiamo immaginario, la Francia, dopo aver sofferto per dieci anni di politiche di austerità che abbiano portato al diffuso impoverimento della sua popolazione, alla totale mancanza di speranza nel futuro, al rapido collasso senza ritorno della sua classe media, alla distruzione del servizio pubblico, [dopo tutto ciò] il paese venisse obbligato a cedere il suo seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell’ONU, (presumibilmente all’Unione Europea e in realtà alla Germania), così come a consegnare … le chiavi del suo armamento nucleare a Berlino. Poi, infine, e nello stesso caso, supponiamo immaginario, [venisse creata] la regione di frontiera tedesca dell’Alsazia, diventata un paese indipendente, ma collegato alla Germania, denominata “Alsazia d’Oriente”, e che questo paese voglia poi apertamente rivendicare l’annessione dell’Alsazia francese, il tutto con l’amabile… collaborazione dell’Elite e dei governanti.
Ebbene, questo scenario – fatte le debite proporzioni – apparentemente delirante della politica-fiction, è la esattamente rappresentativo dell’angosciante realtà greca degli anni 2015-2018, e come le visioni del paese reale possono avere superato le pseudo-fenditure sinistra-destra. (…)
Quindi, in questo caso, Antigóni Liberáki, membro del partito “to Potámi”, la formazione così cara allo speculatore George Soros come a Jean-Claude Juncker, e cugino di Mitsotakis, attualmente presiede il Consiglio di amministrazione della ONG Soros “Solidarietà Now” in Grecia. Questo stesso Liberáki, aveva dichiarato nel 2015… ” i poveri fanno scelte sbagliate nella vita e nel voto democratico, mentre i ricchi fanno le scelte giuste”. Antigóni Liberáki in ogni caso, ha scelto George Soros, questione… di spirito!
(…)
Dice Bertrand Renouvin sui Gilet gialli in Francia sul suo Blog
“Teorizzato dagli ultraliberali, incarnato dai governi di destra e di sinistra per diversi decenni, la violenza economica genera violenza sociale, in una nazione sempre più divisa tra ricchi e poveri. Questa violenza sociale è stata a lungo, troppo a lungo contenuta. È stata canalizzata attraverso grandi dimostrazioni sindacali, di cui governi non hanno più tenuto conto dall’immensa protesta contro la riforma delle pensioni nel 2010 in poi” (…). “Nato da una rivolta fiscale che si è [poi] allargata in una rivendicazione generale sul potere d’acquisto, il movimento che scuote la Francia ricorda una verità fondamentale: il potere politico ha la funzione essenziale di stabilire le condizioni della giustizia sociale, altrimenti perde la sua legittimità. I presidenti ed i partiti dominanti hanno ignorato questa funzione e per questo a loro volta sono stati eliminati” (Blog di Bertrand Renouvin, 03 dicembre). Alla fine di novembre, l’ennesimo evento sindacale si è svolto ad Atene e altrove in Grecia, nel più completo disinteresse, fatta eccezione per i disordini causati dallo sciopero dei trasporti pubblici ad Atene.
Tempo di allarmi così, tra Gilet gialli e… Gilet giovani, accomunati dai media Greci, e soprattutto su Internet. Sui giovani Greci, Dimitris Konstantakópoulos, giornalista e analista da sinistra sottolinea sul suo Blog “che quando SYRIZA attacca il sentimento nazionale dei greci, poi, sta segando il ramo su cui ha trovato il sostegno per arrivare al potere. (…) Le accuse degli esponenti di Syriza circa l’impeto patriottico dei giovani ricordano molto da vicino le accuse di propaganda e di calunnia che i media avevano prodotto sotto la dittatura dei colonnelli”.
“Faccio anche notare che gli slogan degli alunni, come ad esempio: “Macedonia terra greca”, “i fascisti fuori delle scuole”, o anche: “hanno venduto la Grecia e si inchinano agli stranieri”, ahimè sono esatti” (…) “Se questo tipo di mobilitazione deve essere fatta da un movimento globalmente situato sulla estrema destra, ciò è reso inevitabile da SYRIZA, che ha abbandonato la difesa del paese, e che, inoltre, si rivolge contro il patriottismo greco, cioè, che la stessa forza che la spinse al potere, quando finse di voler togliere il paese dal regime neocoloniale dei memorandum e della troika. “, Dimitris Konstantakópoulos sul suo Blog, 3 dicembre 2018.
(…)
Analisi molto corrette, dati i fatti. E’ forse l’epoca della resilienza finale dei popoli, delle Nazioni e delle idee; il tutto, nel vuoto del deserto dove continuiamo a camminare, piegati con la bocca divorata dalla sete, mentre intorno a noi si agitano milioni di burattini reali o digitali.
Questo povero Blog ha già sette anni, [vissuti] non senza difficoltà e la cui esistenza rimane incerta, nonostante i suoi 700 donatori, il tutto sotto lo sguardo confortante del nostro Hermes, a volte detto il Trismegisto, in ricordo forse degli altri aspetti della spiritualità antica precedente il cristianesimo. E sotto lo sguardo della nostra Mimi, che sembra invecchiata tutto ad un tratto… in compagnia di questo blog.
Panagiotis Grigoriou
Fonte: www.greekcrisis.fr
Link: http://www.greekcrisis.fr/2018/12/Fr0693.html#deb
6.12.2018
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANZ CVM