Un recente studio evidenzia che l’assunzione quotidiana di un estratto di fungo shiitake è in grado di supportare il sistema immunitario e favorire l’eliminazione dell’HPV.
L’infezione da Human Papilloma Virus colpisce l’80% delle persone sessualmente attive almeno una volta nella vita secondo le stime del National Foundation For Infectious Diseases. Nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente entro due anni dalla contrazione, ma ci sono alcuni ceppi (una quindicina) definiti “ad alto rischio” che possono causare cancro sia nella donna (più di frequente alla cervice uterina) sia nell’uomo, rischio che in particolare c’è quando le infezioni persistono nel tempo. *
Ben vengano quindi soluzioni che possano aiutare a potenziare l’azione di barriera del sistema immunitario contro i virus e favorirne l’eliminazione. Questo recente lavoro scientifico, randomizzato in doppio cieco e controllato con placebo, condotto da ricercatori americani su 50 donne con una storia superiore a due anni di HPV persistente, ha appunto evidenziato che sei mesi di integrazione con un estratto del fungo shiitake favoriscono il contrasto all’infezione e l’eradicazione fino al 64% dei casi senza significativi effetti collaterali negativi segnalati.
Le pazienti hanno assunto 3 grammi di estratto del fungo per via orale una volta al giorno a stomaco vuoto per 6 mesi, seguiti da 6 mesi in cui hanno assunto un placebo. Invece nel braccio di controllo il placebo è stato assunto per l’intero anno. Le donne sono state valutate ogni tre mesi con DNA HPV test e RNA HPV test e anche con il monitoraggio di alcuni marcatori immunitari. Alla fine dell’anno anche alle partecipanti che avevano assunto per 12 mesi solo il placebo è stata data la possibilità di continuare lo studio e ricevere la supplementazione con l’estratto del fungo per 6 mesi successivi e i risultati hanno confermato la capacità dello shiitake di eliminare l’infezione.
Al momento la medicina convenzionale propone per lo più la vaccinazione per la prevenzione dell’infezione da HPV ma, considerati i risultati ottenuti in questo studio, sarebbe bene approfondire con ulteriori ricerche l’utilizzo dell’estratto di shiitake. Gli stessi autori della ricerca scrivono, infatti, che sarebbe necessaria una valutazione più approfondita in modo da valorizzare ulteriormente gli effetti positivi già riscontrati.
C’è anche da dire che già due precedenti studi pilota avevano dimostrato che questo tipo di fungo è in grado di modulare il sistema immunitario in modo da eliminare le infezioni persistenti da HPV ad alto rischio; dunque, questo ultimo recente studio rappresenta in realtà UN’ENNESIMA CONFERMA. Senza dimenticare che in Cina la coltivazione per utilizzo sia culinario che medicinale dello Shiitake è antica, antecedente a quella del riso. Secondo la tradizione orientale si dice che sia in grado di stimolare il Qi, l’energia vitale primordiale che anima il corpo e lo connette al cosmo vivente.
N.B.
* Nello studio sopra citato si legge che quando le infezioni da HPV dipendenti da ceppi ad alto rischio persistono nel tempo le persone hanno un rischio maggiore di sviluppare il cancro. Tuttavia, è bene precisare che avere un’infezione persistente da HPV ad alto rischio NON provoca di per sé il cancro, piuttosto è un cofattore che contribuisce al rischio di sviluppo del cancro quando ci sono anche altri fattori concomitanti, ad esempio cattiva alimentazione, fumo, stress fisiologico o disfunzione/soppressione immunitaria.
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