LA MELISSA è conosciuta dalla maggior parte delle persone come pianta che è in grado di calmare l’ansia e l’agitazione (QUI un precedente articolo che ne parla) in realtà ha anche effetti benefici sulla pressione sistolica e diastolica.
Qualche tempo fa fu condotto uno studio clinico in doppio cieco controllato e randomizzato su 49 pazienti: 23 hanno ricevuto capsule di Melissa officinalis (400 mg/die) tre volte al giorno, 26 invece hanno ricevuto placebo, sempre tre volte al giorno. I due gruppi sono stati seguiti per un periodo di quattro settimane con la misurazione delle pressioni sistolica e diastolica una volta al basale e poi ancora ogni due settimane per 10 settimane. Alla fine, i ricercatori hanno potuto riscontrare che la pressione sanguigna sistolica e diastolica è diminuita significativamente dopo il consumo di Melissa rispetto al placebo. Inoltre, durante lo studio non sono stati osservati effetti collaterali significativi.
Un precedente studio ha dimostrato, invece, la capacità di Melissa officinalis di ridurre anche i livelli sierici di trigliceridi in tre mesi suggerendone di conseguenza l’utilizzo nei pazienti diabetici dislipidemici.
Da tempo immemorabile le piante officinali aiutano l’uomo nella cura dei disturbi più svariati e una volta queste conoscenze erano normalmente diffuse poi, purtroppo, sono cadute nell’oblio anche a causa dell’impazienza e della presunzione dell’uomo che si è allontanato dalla natura.
Ben vengano il progresso e lo sviluppo tecnologico, ma non ha senso affrontare piccoli disturbi o patologie al loro esordio subito con medicinali potenti senza tentare vie più dolci, anche perché molte volte le erbe officinali (se ovviamente conosciute e ben utilizzate) sono in grado di dare gli stessi risultati delle medicine da banco senza rischio di effetti collaterali.
Se il mondo della ricerca e dell’industria farmaceutica investissero maggiormente in questa direzione, sarebbe un’iniziativa encomiabile e di sicura utilità per il genere umano, eppure si continua a puntare solo sulla chimica. Le piante officinali, invece, sono una risorsa preziosa, le loro proprietà terapeutiche sono particolari perché favoriscono e rafforzano le difese del nostro corpo e non si limitano a curare i disturbi del momento. Bene sarebbe utilizzarle fresche, ogni volta che è possibile, perché le virtù terapeutiche sono notevolmente superiori rispetto a quelle essiccate.
N.B.
Confrontarsi sempre con un professionista esperto se si intende ricorrere alle erbe e alle piante per il potenziamento della salute. I medici che praticano la medicina integrata o le medicine cosiddette complementari non si oppongono all’utilizzo delle erbe medicinali, anzi spesso vi ricorrono, insieme ad altri strumenti o rimedi naturali, per il rafforzamento del terreno costituzionale.
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VB