Forse c’è una cura ??

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DI ROSANNA SPADINI

Guerra batteriologia, guerra finanziaria, magari anche maledizione divina verso questa terra ossessionata da Satana Trismegisto “che culla a lungo sul cuscino del male il nostro spirito stregato, svaporando, dotto chimico, il ricco metallo della nostra volontà. Il Diavolo regge i fili che ci muovono! Gli oggetti ripugnanti ci affascinano; ogni giorno discendiamo d’un passo verso l’Inferno, senza provare orrore, attraversando tenebre mefitiche.”

La tragedia nazionale è annunciata da un bollettino infernale di guerra, nelle ultime 24 ore l’Italia ha pagato il suo tributo più pesante, una nemesi da day after: 627 morti (24h), in tutto 47021 contagiati, di cui 5129 guariti e 4032 morti. Le regioni d’Italia più colpite sono sempre Lombardia,Emilia-Romagna, Veneto, Marche e Piemonte. La Basilicata è l’unica regione che ad oggi non registra morti con coronavirus.

Eppure “la sanità migliore del mondo” aveva promesso altro, benché la Protezione Civile abbia spedito alla Lombardia mascherine doppiovelo, manco carta igienica, forse più propriamente salviettine usa e getta per la polvere.

Chissà perché medici e infermieri cinesi li abbiamo visti bardati come astronauti, i nostri sono costretti a stare in corsia con presidi sanitari da terzo mondo. Mancano quasi ovunque i Dispositivi di protezione individuale (Dpi) anti contagio, dalle mascherine alle maschere facciali, dai camici ai guanti monouso. Anche per questo, come denunciano da giorni i sindacati e gli ordini professionali, in Italia medici e infermieri contagiati dal nuovo coronavirus superano ampiamente le 3.600 unità (dato del 18 marzo), oltre il doppio rispetto a quelli infettati in Cina. E il personale sanitario affetto da Covid-19 è pari al 10% dei casi totali.

Aggiungo anche che il problema mascherine non è di poco conto, perché in tutti paesi che stanno affrontando con successo l’epidemia, sono indossate dalla stragrande maggioranza della popolazione che per qualche motivo deve uscire di casa: Cina, Giappone, Corea del Sud, Singapore, Hong Kong. Solo da noi si continua a dire ”meglio stare distanti”. Lo stesso Ricciardi Vaccinator ha detto più volte che le mascherine non servono… (?!) Ma se si deve andare in metro, al supermercato o in farmacia, le mascherine sono fondamentali, soprattutto contro una malattia dove capita che il 75% del campione (vedi Vo’ Euganeo) sia asintomatico e in grado contagiare senza saperlo per settimane. Forse i nostri funzionari pubblici non possono raccomandarne l’uso semplicemente perché le mascherine non ci sono !!

Ma anche negli incubi più oscuri si può intravvedere una luce in fondo al tunnel. Durante l’ultimo briefing della Casa Bianca il presidente Trump parlando insistentemente del “virus cinese“, e sottolineando che non vorrebbe “fare la fine dell’Italia” (sigh), ha fatto riferimento in particolare a due potenziali trattamenti individuati da ricercatori di tutto il mondo e sottoposti a vari gradi di indagine e test nella lotta contro la pandemia globale.

“Come sapete abbiamo iniziato i primi test clinici su un vaccino per il virus” (per il quale ci vorrà però almeno un anno). Nel frattempo, la Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia del governo federale statunitense che si occupa di prodotti farmaceutici, “è vicina ad approvare” l’utilizzo di due farmaci contro il coronavirus. La Fda dovrebbe consentire l’utilizzo del farmaco anti-malaria, Idrossiclorochina, e del farmaco antivirale Remdesivir, sviluppato come terapia contro l’ebola. “Questi sono i due medicinali disponibili adesso, essenzialmente approvati dietro prescrizione” ha detto il presidente Usa.

Già il 5 febbraio Pechino aveva diramato la notizia che un farmaco contro la malaria avrebbe potuto effettivamente inibire in vitro l’infezione del coronavirus 2019-nCoV. La scoperta era stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell Research da alcuni ricercatori cinesi dell’Istituto di virologia di Wuhan, dell’Accademia cinese delle Scienze e dell’Istituto di farmacologia e tossicologia di Pechino.  Nei loro studi gli scienziati avevano valutato in vitro l’efficacia antivirale di sette differenti farmaci. L’idrossiclorochina, un farmaco ampiamente utilizzato per la prevenzione e la terapia della malaria e di alcune patologie autoimmuni, è capace di bloccare le infezioni virali modificando i livelli di acidità e basicità all’interno delle cellule bersaglio, interferendo sui recettori del coronavirus SARS.

L’idrossiclorochina è stata tra i primi protocolli di terapie che gli scienziati cinesi hanno identificato come efficaci nella cura il nuovo coronavirus. Studi clinici su circa 130 pazienti hanno dimostrato la capacità del farmaco di ridurre la gravità della malattia e di accelerare l’eliminazione del virus, secondo il Ministero cinese delle scienze e della tecnologia. Il fosfato di crolochina è stato ufficialmente raccomandato il 19 febbraio nelle linee guida per il trattamento di Covid-19 pubblicate dalla China Health Commission, insieme ad alcuni altri farmaci come Kaletra di AbbVie Inc e Arbidol per l’influenza come trattamenti antivirali per i pazienti. La commissione ha raccomandato non più di un protocollo di idrossiclorochina di 10 giorni per pazienti adulti a 500 mg – mezzo grammo – due volte al giorno.

«Sappiamo come guarire dal Coronavirus», lo ha annunciato in esclusiva a Les Echos il virologo francese Didier Raoult, direttore dell’Istituto Mediterraneo per le infezioni di Marsiglia, nel sud della Francia. Per l’idrossiclorochina e i dati sono molto promettenti: tre quarti dei pazienti infettati non sono risultati più portatori del virus dopo 6 giorni di cura con il Plaquenil.

Secondo l’iniziale test svolto a Marsiglia con 24 pazienti – dunque un dato ancora troppo basso per “cantare vittoria”, come spiegava bene il direttore dell’Aifa nella conferenza stampa della Protezione Civile – i risultati ottimi si sono avuti su pazienti gravi e meno gravi. Ma sempre secondo gli studi presentati da Raoult sull’International Journal of Antimicrobial Agents, «L’idrossiclorochina utilizzata in abbinamento all’antibiotico azitromicina, utilizzato normalmente contro la polmonite batterica, ha portato alla guarigione dei pazienti in una settimana».

I pazienti trattati a Marsiglia con il Plaquenil sono stati comparati ad altrettanti pazienti colpiti da Covid 19 ricoverati negli ospedali di Avignone e Nizza: ebbene, «il 90% di quelli che non sono stati trattati con il farmaco sperimentale ad oggi è ancora portatore del virus».  Non mancano però indicazioni sugli eventuali dosaggi od effetti collaterali: «l’idrossiclorochina presenta dei problemi di interazione farmacologica con diversi trattamenti utilizzati nelle terapie intensive che preoccupano i medici nel suo utilizzo», riportano i media francesi (ripresi da Repubblica). In merito a questi dati il dottor Raoult ha spiegato che «certamente ci sono degli effetti collaterali anche gravi se non si rispetta il dosaggio, ma si tratta di un farmaco che conosciamo bene e sappiamo come utilizzarlo».

  • Linea Nera: pazienti che non prendono nulla, dopo 6 giorni il 90% è ancora infetto.
  • Linea Blu: pazienti che prendono solo il farmaco antimalarico idrossiclorochina, dopo 6 giorni solo il 40% è infetto.
  • Linea Verde: pazienti che prendono sia l’antimalarico idrossiclorochina che l’antibiotico azitromicina, dopo 5 giorni 0% di  infetti, tutti negativi.

Mentre l’idrossiclorochina è stata usata per decenni per curare la malaria e l’artrite reumatoide cronica, può avere però effetti collaterali pericolosi, tra cui la morte, se presa in modo errato.

Una pandemia déjà-vu? Certamente!! Il 18 ottobre 2019 a New York andava in scena una simulazione che nel giro di poche settimane sarebbe diventata reale, un’esercitazione che mirava ad illustrare le aree in cui saranno necessarie partnership pubblico/privato (!!) per rendere efficiente la risposta a una grave pandemia e ridurre le conseguenze economiche e sociali su larga scala. Event 201 simula un’epidemia di un nuovo coronavirus zoonotico trasmesso dai pipistrelli ai maiali alle persone, che alla fine diventa efficacemente trasmissibile da persona a persona, portando a una grave pandemia. L’agente patogeno e la malattia che provoca sono modellati in gran parte sulla SARS, ma è più trasmissibile nel contesto comunitario da persone con sintomi lievi. Figuriamoci!!

Sul tema della pandemia Bill Gates sta lavorando da molto tempo, lo dimostra anche un video di una conferenza tenuta dal fondatore di Microsoft nel 2015: «Quando ero un ragazzo, il disastro di cui ci preoccupavamo era la guerra nucleare. Oggi la più grande catastrofe possibile non è più quella. Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone nelle prossime decadi, è più probabile che sia un virus molto contagioso e non una guerra. Non missili ma microbi».

 

Rosanna Spadini

21.03.2020

 

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