Coronavirus: la guerra dei pipistrelli

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DI ROSANNA SPADINI

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Suona molto strano che la “Bill & Melinda Gates Foundation” abbia ospitato a New York, il 18 ottobre scorso, un evento scientifico dove “politici, dirigenti d’azienda e funzionari sanitari” hanno lavorato insieme su un focolaio di coronavirus simulato, quindi sull’eventualità che scoppiasse una pandemia a livello globale, e in particolare durante l’Evento 201, in collaborazione con il Johns Hopkins Center for Health Security e il World Economic Forum.

Inoltre suona meno strano che abbiano deciso di finanziare il gruppo che possiede il brevetto per il virus mortale e sta lavorando su un vaccino per risolvere la crisi.

Già in precedenza il 19 giugno 2015, il Pirbright Institute, finanziato dal governo britannico, aveva presentato una domanda di brevetto per il coronavirus vivo, approvato poi il 20 novembre 2018.

In particolare, la Bill & Melinda Gates Foundation ha donato 189.232 dollari al Pirbright Institute in una sovvenzione del 2013, al fine di “migliorare la comprensione e l’uso efficace degli attuali strumenti e misure di controllo (compresi i vaccini) contro la peste dei piccoli ruminanti e l’afta epizootica, due gravi malattie che colpiscono il bestiame e sono diffuse nei paesi in via di sviluppo”.

Poi, nel novembre del 2019, il sito web del Pirbright Institute pubblicò un articolo incentrato sul finanziamento della Fondazione Bill & Melinda Gates per un hub dedicato ad “anticorpi di bestiame” per un importo di $ 5,5 milioni: “L’ambizioso programma di lavoro vedrà un’ampia collaborazione tra più organizzazioni di ricerca del Regno Unito al fine di utilizzare i risultati della ricerca sulle malattie del bestiame e l’immunologia per sostenere la salute umana come parte dell’agenda One Health”.

Il professor John Hammond, il principale ricercatore del programma, dichiarò all’occasione: “La nuova tecnologia ci ha dato l’opportunità di utilizzare queste risposte anticorpali dettagliate per realizzare la prossima generazione di vaccini e terapie, che miglioreranno la salute degli animali e, in definitiva, la salute umana, nonché garantiranno la sicurezza delle nostre forniture alimentari.” 

Tutto ciò è avvenuto alla fine di dicembre del 2019, prima del primo rapporto documentato della malattia. E poi in chiusura dell’evento 201,  Tom Inglesby del John Hopkins Center promuoveva il globalismo come soluzione alla pandemia: “stanno emergendo problemi che possono essere risolti solo da aziende globali e governi che lavorano insieme”.

Dunque la malattia fu segnalata a fine dicembre 2019 a Wuhan, una delle principali città della Cina centrale, ed ora si sta rapidamente diffondendo. Da quel momento i viaggiatori malati di Wuhan hanno infettato persone in Cina e in altri paesi, compresi gli Stati Uniti.

Il virus mortale arriva comunque due  anni dopo l’ apertura di un controverso laboratorio sempre a Wuhan, per lavorare con agenti patogeni particolarmente pericolosi.

Ora si vanno diffondendo anche molte teorie che speculano sull’origine dell’epidemia, molte delle quali denunciano una varietà di soggetti di ogni tipo, tuttavia ci sono anche prove verificabili riguardanti il ​​recente interesse di un’agenzia del governo degli Stati Uniti verso i nuovi coronavirus, in particolare quelli trasmessi dai pipistrelli agli umani.

L’agenzia è la Defense Advanced Research Project Agency (DARPA) del Pentagono, che ha iniziato a spendere milioni per tali ricerche nel 2018 e alcuni di quegli studi finanziati dal Pentagono sono stati condotti in noti laboratori di armi biologiche statunitensi al confine con la Cina, portando alla scoperta di dozzine di nuovi ceppi recenti di coronavirus, fino allo scorso aprile.

Inoltre, i legami del principale laboratorio di biodifesa del Pentagono con un istituto di virologia a Wuhan non sono stati finora riportati nei media in lingua inglese.

Mentre rimane del tutto sconosciuto ciò che ha causato l’epidemia, le stesse aziende che recentemente hanno scelto di sviluppare un vaccino per combattere l’epidemia sono esse stesse alleate strategiche di DARPA, in più stanno sviluppando controversi vaccini per DNA e RNA, una categoria di vaccini che non è mai stata precedentemente approvata per uso umano negli Stati Uniti.

Tuttavia, man mano che crescono i timori del potenziale pandemico del coronavirus, questi vaccini sono destinati a essere immessi sul mercato per uso pubblico. La DARPA ha recentemente speso milioni per la ricerca su pipistrelli e coronavirus, nonché per la modifica genetica di “armi biologiche”. Ora gli “alleati strategici” dell’agenzia sono stati scelti per sviluppare un vaccino basato su materiale genetico per arrestare la potenziale epidemia.

A ciò si aggiunge un interessante articolo del Washington Times che racconta: “Un segno inquietante – ha detto un funzionario americano – è che le false voci dall’epidemia, diffusasi diverse settimane fa, hanno iniziato a circolare su Internet cinese affermando che il virus fa parte di una cospirazione degli Stati Uniti per diffondere armi batteriologiche. Ciò potrebbe indicare che la Cina sta preparando sbocchi di propaganda per contrastare le accuse future che il nuovo virus sia sfuggito da uno dei laboratori di ricerca civili o di difesa di Wuhan.”

Due anni fa, i media avevano discusso  dell’improvvisa preoccupazione del Pentagono che i pipistrelli potessero essere usati come armi biologiche, in particolare nella diffusione di coronavirus e altre malattie mortali. Il Washington Post aveva affermato che l’interesse del Pentagono a indagare sul potenziale uso dei pipistrelli per diffondere malattie mortali era dovuto ai presunti sforzi russi di fare lo stesso.

Tuttavia, queste affermazioni riguardo all’interesse russo nell’usare i pipistrelli come armi biologiche risalgono agli anni ’80, quando l’Unione Sovietica si era dedicata a ricerche segrete che coinvolgevano il virus di Marburg, ricerche che non coinvolgevano nemmeno i pipistrelli e che si erano concluse con il crollo dell’URSS nel 1991.

Sulla scia del bombardamento di Pearl Harbor nel 1941, centinaia di pipistrelli messicani a coda libera furono reclutati come parte di un piano strategico per far esplodere le città giapponesi, armando gli insettivori volanti con bombe e liberandoli dagli aerei. L’idea era che i pipistrelli si sarebbero appostati negli edifici e sarebbero esplosi, uccidendo il nemico mentre dormiva. Che cosa avrebbe potuto andare storto?

Nessuno però aveva ancora inventato una bomba più piccola di una lattina di fagioli, impossibile da trasportare da parte di un animale delle dimensioni di un topo. E soprattutto i pipistrelli – a differenza di delfini e piccioni – non possono essere addestrati a seguire gli ordini.

Nonostante le sue stravaganze, il progetto ottenne comunque il via libera, perché il suo ideatore, un dentista anticonformista della Pennsylvania di nome Lytle Adams, aveva alcuni amici altolocati, che convinsero la first lady Eleanor Roosevelt a dare un’occhiata a una delle sue idee precedenti: un aereo che consegnava posta senza atterrare. Quindi, quando una sua lettera dettagliò la proposta del pipistrello al presidente Franklin D. Roosevelt, non finì immediatamente cestinata, anzi fu inoltrata al National Research Defense Committee –  il gruppo da cui fu lanciato il Progetto Manhattan – con una nota presidenziale di raccomandazione.

“Quest’uomo non è un pazzo” scrisse Roosevelt “Sembra un’idea perfettamente selvaggia ma vale la pena esaminarla.” Al piano della bomba a pipistrello fu impresso il “top secret” e gli fu assegnato il nome in codice fantascientifico Project X-Ray.

Come attestano molti dei programmi di ricerca del Pentagono, i pipistrelli intesi come armi biologiche sono stati definiti difensivi, tuttavia alcuni scienziati indipendenti hanno recentemente accusato il Pentagono, in particolare il suo braccio di ricerca DARPA, di fare speculazioni non solo “difensive” ma in realtà “offensive”.

Intanto sempre il 15 gennaio 2020, dopo due anni di guerra commerciale, Usa e Cina firmano la tregua sui dazi. Pechino si è impegnata ad acquistare prodotti americani aggiuntivi per 200 miliardi di dollari in due anni. Una vittoria per Trump in vista del voto. Guarda la coincidenza!

A questo punto la morale della storia potrebbe ridursi ad una guerra commerciale batteriologica tra Usa e Cina? O semplicemente intimidazioni per un accordo commerciale, più una sperimentazione pratica di nuovi vaccini? Del resto anche le due bombe  che il 6 e il 9 agosto 1945 distrussero Hiroshima e Nagasaki dovevano “testare” gli effetti sull’uomo, per muovere i primi e tragici passi nell’era atomica.

Due piccioni con una fava forse, anzi due pipistrelli…

 

Rosanna Spadini

04.02.2020

 

 

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