Follia in Vietnam

Lockdown fatti rispettare dall'esercito, aumento esponenziale dei casi... e una nuova campagna di vaccinazione di massa. Coincidenze, senza dubbio

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Alex Berenson
alexberenson.substack.com

Fino a quest’estate, il Vietnam era un esempio di successo nella lotta alla Covid.

Molti Americani pensano ancora al Vietnam come ad un Paese povero popolato da coltivatori di riso. In realtà, l’economia vietnamita è in continuo aumento dal 2000, perché ha costi di produzione inferiori a quelli della Cina, il suo storico nemico a nord. Meno del 10% dei 100 milioni di Vietnamiti si trova ancora sotto la soglia di povertà globale.

Come la Cina, il Vietnam ha un governo nominalmente comunista che si potrebbe definire come pro-crescita e autoritario. E, come la Cina, l’anno scorso il Vietnam si è mosso aggressivamente per contenere il coronavirus, con apparente successo.

Nel 2020, il Vietnam aveva avuto meno di 1.500 casi di Covid e 35 morti. In un articolo del marzo 2021, un gruppo di accademici, inevitabilmente sostenuto dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, si era vantato che il merito era dei precoci lockdown del Vietnam e del suo aggressivo programma di tracciamento dei contatti.

Quanto aggressivo? Nel 2020 Vietnam aveva tenuto 4,3 milioni di persone in centri di quarantena centralizzati e ne aveva messi agli arresti domiciliari altri 6 milioni.

Aveva anche chiuso le frontiere a quasi tutti i viaggi internazionali e creato un’applicazione telefonica che “permette agli utenti di dichiarare il proprio stato di salute, segnalare casi sospetti e controllare in tempo reale i movimenti delle persone messe in quarantena.”

In altre parole, un programma automatico di spionaggio che avrebbe fatto la felicità di Orwell.

Inoltre, non vi sorprenderà sapere che il Vietnam ha dato un giro di vite anche alla “disinformazione” sulla Covid. “Il governo è stato attento alla disinformazione fin dall’inizio… ed esiste un apposito decreto che specifica le multe per le persone che usano i social media per condividere informazioni false, non veritiere, distorte o calunniose.”

Fonte: https://ourworldindata.org/covid-exemplar-vietnam

Ma il successo del Vietnam nel contenere la Covid era bruscamente terminato questa primavera.

L’epidemia di coronavirus era iniziata a maggio ed era esplosa a fine giugno. Da allora, i casi sono aumentati di 25 volte. Venerdì, il Vietnam ha riportato più di 17.000 casi, un record assoluto, più di 10 volte di quelli avuti in tutto il 2020.

Anche i decessi sono in aumento. Nell’ultima settimana, il Vietnam ha avuto in media più morti pro capite degli Stati Uniti.

Con questo numero di casi, tracciare i contatti individuali è effettivamente impossibile, anche per uno stato centralizzato e autoritario. Così il Vietnam ha implementato lockdown molto più aggressivi rispetto all’anno scorso, compreso l’arrivo di soldati per far rispettare la quarantena nella metropoli meridionale di Ho Chi Minh City (ex Saigon).

Come riferito dalla Reuters il 26 agosto: “Il Vietnam ha schierato i soldati per le strade di Ho Chi Minh City per cercare di far rispettare le severe restrizioni di movimento del Paese, che impediscono alla gente di uscire di casa, anche per acquistare cibo.”

A quanto pare, questo piano… ha qualche difetto.

Come ha scritto un lettore questa mattina:

“Il 23 agosto hanno imposto per due settimane questa cosiddetta Direttiva 16, che, a questo punto, è come la legge marziale…

Nelle aree delle zone rosse non si possono fare acquisti nei supermercati per due settimane.  Presumibilmente il loro piano era di avere i militari che facevano la spesa per voi e ve la consegnavano a domicilio…

Come si può immaginare, è un incubo. Ora c’è un’applicazione mobile per il cibo e le cose essenziali, ma i supermercati sono sommersi dagli ordini e non possono soddisfare tutti. Alla faccia dei militari che fanno la spesa…”.

Dove andrà a finire tutto questo resta da vedere. Presumibilmente il governo vietnamita non farà morire di fame i suoi cittadini per ridurre il numero di casi di un virus a cui sopravvivono circa 997 persone su 1000. (Anche se, a questo punto, chi può esserne sicuro?) Ma l’economia vietnamita e le catene globali [che da essa dipendono per la] fornitura di abbigliamento e scarpe stanno già iniziando a sentirne gli effetti.

Ma è la domanda più importante che rimane senza risposta: perché proprio adesso?
Inevitabilmente, i media e il governo danno la colpa alla variante Delta. Ma questa variante era già diffusa in tutto il mondo ben prima dell’esplosione dei casi in Vietnam, due mesi fa.

Ma in Vietnam quest’estate è successo qualcosa di importante: l’inizio di un programma di vaccinazione di massa. Il Vietnam non si è affidato ai vaccini cinesi (la cosa non sorprende, data la lunga storia di conflitti tra i due Paesi). Ha usato soprattutto il vaccino DNA/AAV di AstraZeneca, insieme ai vaccini mRNA di Pfizer e Moderna, lo stesso trio che domina in Europa.

All’inizio di giugno, quasi nessuno in Vietnam era vaccinato. Oggi, quasi il 20% del Paese ha ricevuto almeno una dose.

L’andamento è esattamente lo stesso che avevamo già visto in Israele e in Gran Bretagna a gennaio e in molti altri Paesi in primavera. La prima dose della campagna di vaccinazione di massa è associata ad un enorme picco di casi.

Troppi Paesi hanno sperimentato questa tendenza perché possa essere definita una coincidenza. La domanda è cosa la stia causando. Le possibilità includono cambiamenti comportamentali post-vaccinali (la calda estate dei vaccinati!), persone vulnerabili che si raggruppano nei luoghi di vaccinazione o (più probabilmente) una soppressione a breve termine del sistema immunitario indotta dal vaccino.

Dato che ora sappiamo che il picco di protezione del vaccino mRNA dura al massimo qualche mese, il picco [di casi] post-prima dose è ancora più importante in una valutazione costi – benefici dei vaccini. Ma i sostenitori dei vaccini non vogliono nemmeno riconoscere l’esistenza di un picco [di casi] post-prima dose, tanto meno ammettere che una cosa del genere rende il problema delle vaccinazioni di massa ancora più intricato.

Non importa.

Che scelgano o meno di ammettere la verità, l’esperienza del Vietnam dimostra ancora una volta che il virus continua a comportarsi da virus. Le misure estreme possono temporaneamente ritardare la diffusione del Sars-Cov-2 (ad un costo enorme per le libertà civili). Ma senza un vaccino permanente ed efficace, ogni Paese (ed ogni individuo) sarà alla fine esposto [al virus]. E, in questo momento, non siamo affatto vicini ad un vaccino permanente ed efficace.

Tutto questo lo direi su Twitter, ma non posso.

Voi potete, però.

Alex Berenson

Fonte: alexberenson.substack.com
Link: https://alexberenson.substack.com/p/insanity-in-vietnam
29.08.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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