Ecco perché incolpare Putin aiuta Putin

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Dmitry Orlov
cluborlov.wordpress.com

La crisi sistemica a cui stiamo assistendo in Occidente (e in altre parti del mondo troppo strettamente interconnesse con l’Occidente per non viverla) è oggettivamente causata dall’Occidente stesso. Ma gli Occidentali, non essendo abituati a riconoscere i propri errori (essendo nelle loro menti confuse superiori, indispensabili e infallibili), sono costretti a giustificare i loro epici e ubiquitari fallimenti dando la colpa a Putin. Cioè, non incolpano nemmeno la Russia in generale, ma  Putin di persona; dopo tutto, la Russia può a volte essere buona e gradevole (come lo era stata sotto Gorbaciov e Eltsin), ma è Putin che fa in modo che si comporti male. Ecco perché deve essere tutta colpa di Putin.

Ecco a cosa si è arrivati: un Presidente degli Stati Uniti (o chiunque gestisca il suo teleprompter) che nel corso della sua campagna elettorale aveva giurato di assumersi la responsabilità di qualsiasi cosa fosse accaduta sotto il suo comando, ora dice che “l’aumento dei prezzi è colpa di Putin” in modo così regolare e monotono che la frase è diventata un meme.

Ormai la narrativa “è tutta colpa di Putin” si è diffusa fino a comprendere tutti i problemi più sensibili: inflazione, prezzi del carburante, aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari e persino… carenza di latte artificiale! Si è scoperto che la mancanza di latte per bambini non è dovuta alla scoperta di batteri pericolosi nei prodotti di un’azienda monopolista, ma alla carenza di olio di girasole importato da… l’Ucraina. Questo secondo il Wall Street Journal, nientemeno! I passaggi logici necessari per dare la colpa a Putin sono quindi ovvi: le carenze sono dovute alla guerra e la guerra è colpa di Putin.

Questa meravigliosa strategia funziona bene nel breve periodo, ma, a lungo termine, ha una grande vulnerabilità dovuta proprio al meccanismo stesso della psicologia di massa. Superficialmente, è semplice e apparentemente a prova di bomba: Putin è irrazionale; ha ambizioni imperiali, soffre di paranoia, manie di grandezza, è ossessionato dalla restaurazione dell’URSS… Poiché le sue motivazioni sono irrazionali, non possono essere affrontate con mezzi razionali come negoziati, diplomazia, compromessi e così via. Putin è un dittatore pazzo con tanti missili nucleari e quindi tutto ciò che possiamo fare è subire. Questo costrutto sembra sufficiente per la maggior parte degli scopi, come spiegare i problemi sociali, economici e i fallimenti della leadership [occidentale]. Ma solo nel breve termine.

Se l’inaudita ondata di sanzioni che l’Occidente ha scagliato contro la Russia avesse prodotto una sorta di effetto tangibile durante i primi due o tre mesi dell’operazione speciale della Russia in Ucraina, allora questa strategia sarebbe stata sufficiente per alleviare le sofferenze delle masse occidentali colpite dallo shock della crisi in corso (c’è da dire che la crisi avrebbe continuato a svilupparsi anche se l’economia russa fosse crollata). Ma, sul lungo termine, questa strategia cessa di funzionare. In primo luogo, la narrativa del “dare la colpa a Putin” è piuttosto monotona e invecchia rapidamente. In secondo luogo (e molto più importante, a livello di subconscio di massa), crea l’impressione che Putin sia un dio, superpotente, superinfluente e in grado di influenzare i processi sia globali che locali attraverso mezzi sottili e invisibili. Inoltre, il dio Putin è simile a Zeus e ha a disposizione potenti saette atomiche, che aggiungono un fascino terrificante alla sua immagine già spaventosa.

Prima o poi il subconscio di massa occidentale arriverà ad una conclusione semplice e perfettamente logica: se Putin è onnipotente e superinfluente, e se noi con le nostre deboli “sanzioni infernali” non abbiamo potuto fare nulla per indebolirlo o spiazzarlo nell’arco di tre, poi cinque, poi sette mesi, allora, ovviamente, dobbiamo scendere a patti con lui e acconsentire alle sue richieste prima che le cose peggiorino ulteriormente! E, anche se sarebbe avvilente per il subconscio di massa occidentale negoziare con un piccolo tiranno o un despota pazzo, negoziare con un semidio onnipotente che ha in mano il destino dell’umanità non è affatto vergognoso, anzi è una misura necessaria, inevitabile ed essenzialmente ragionevole. Inoltre, dovrebbe essere possibile rappresentare un tale compromesso in termini lusinghieri: come un dono magnanimo della comunità delle nazioni civilizzate offerto in buona fede per salvare il mondo dall’armageddon nucleare in procinto di essere scatenato da un semidio arrabbiato e onnipotente.

D’altro canto, se i politici occidentali fossero, come ci si potrebbe aspettare, riluttanti a negoziare con Putin e a scendere a compromessi, le sofferenti masse occidentali li biasimeranno per ogni ritardo. Se Putin è onnipotente e superinfluente, allora perché allora non stanno negoziando e cercando un compromesso? Cosa stanno aspettando? Cos’è che non capiscono? Gli individui meglio informati tra le masse occidentali potrebbero anche essere in grado di intuire vagamente un fatto raramente discusso ma piuttosto ovvio: che quello Putin vuole non è affatto irragionevole. Vuole solo una parte dell’Ucraina (non necessariamente tutta, solo le parti entusiasticamente e patriotticamente filo-russe) e vuole anche che la NATO si allontani dai confini della Russia. “Ma perché vogliamo questa Ucraina?” potrebbe chiedersi questa persona illuminata. Dopo tutto, la maggior parte delle persone in Occidente ha vissuto molti anni felici senza neanche sospettare l’esistenza dell’Ucraina. Per di più, la recente scoperta della sua esistenza ha coinciso con l’inizio di una crisi molto spiacevole – e ancora non riescono a trovare quel dannato posto su una mappa! Ed ora devono soffrire per i prezzi del gas alle stelle, per la mancanza di cibo, per l’inflazione galoppante, per la carenza di latte artificiale – e tutto questo perché alcuni politici idioti si rifiutano di dare a Putin questa cazzo di Ucraina che comunque nessuno vuole? (Beh, la Polonia sì, ma chi diavolo è la Polonia?) Andiamo! Siate ragionevoli! Sbarazzatevi di questo stupido parco giochi di Hunter Biden e andiamo avanti!

Questa è la nuova narrativa che si sta inevitabilmente formando nel subconscio collettivo dell’Occidente e, con il passare del tempo, con i prezzi dell’energia che continuano ad aumentare, con la sempre maggiore scarsità dei beni di consumo… mentre, nel frattempo, il rublo si rafforza e la Russia diventa sempre più ricca nonostante le “sanzioni infernali,” spostando senza fretta verso ovest il suo favoloso muro di fuoco di artiglieria attraverso il territorio ucraino, questa narrativa diventerà sempre più forte e, alla fine, sarà dominante. A quel punto, ogni tentativo di “dare la colpa a Putin” sarà accolto da fischi e da lanci di verdure marce. Cosa dobbiamo aspettarci che facciano i politici occidentali in queste circostanze? Non dobbiamo aspettarci alcuna sorpresa; faranno quello che hanno sempre fatto: cercheranno di sopprimere la nuova narrazione alternativa. “Cancelleranno” chiunque cerchi di articolarla all’interno dello spazio mediatico. (Tucker Carlson, attento!).

Così facendo, l’Occidente rifarà tutto ciò che è già accaduto in Ucraina, il sintomo di una strisciante ucrainizzazione dell’Occidente. In Ucraina, per ogni singolo disastroso e catastrofico fallimento verificatosi nel 2014 e nel 2015, il regime di Kiev aveva dato la colpa a Putin in persona. Nel corso del tempo era riuscito a creare un quasi-culto di Putin, raffigurandolo come divinità malvagia e onnipotente, decisa a distruggere la povera e dolente piccola Ucraina. Di conseguenza, nel 2018, anno più anno meno, nel subconscio collettivo ucraino si era formata una nuova narrativa: “A cosa ci serve questa Crimea infestata dai Russi o questo Donbass incazzoso? Perché non possiamo semplicemente darli a Putin, in modo che ci lasci in pace e ci permetta di svilupparci come un Paese orientato all’Europa?”

Cosa aveva fatto il regime di Kiev di fronte a questa nuova narrativa? Aveva fatto tutto il possibile per sopprimerla. Non si trattava di un’iniziativa indipendente da parte sua; dopo tutto, si tratta di un’amministrazione coloniale gestita da Washington. E, poiché Washington era impegnata a progettare una guerra dell’Ucraina contro la Russia, qualsiasi narrazione che implicasse una pace con la Russia non era semplicemente consentita. Ecco perché tutti i partiti politici ucraini di opposizione erano stati banditi, tutti i canali televisivi non controllati dal governo erano stati chiusi e chiunque si fosse azzardato ad ipotizzare che dare a territori de facto indipendenti la possibilità di decidere il proprio destino potesse essere una buona idea era stato accusato di separatismo e imprigionato o ucciso. Di conseguenza, l’Occidente aveva ottenuto ciò che voleva: una guerra dell’Ucraina contro la Russia.

Ma poi qualcosa era andato terribilmente storto. Putin aveva anticipato l’attacco degli Ucraini e li aveva battuti sul tempo inviando colonne di carri armati nel territorio precedentemente controllato dal regime di Kiev, sconvolgendo la loro logistica e mandando in tilt i loro piani di battaglia. Poi aveva iniziato a degradare metodicamente la capacità bellica dell’Ucraina, utilizzando le armi a distanza. Secondo il programma, alla fine di questo mese sarà tutto finito, nonostante gli aiuti militari occidentali. E poi si è scoperto che la Russia era pronta per le “sanzioni infernali,” avendo trascorso otto anni a prepararsi ad esse, ed era stata in grado di reggere il colpo, che poi è rimbalzato sull’Occidente e ha iniziato a ridurlo in pezzi. L’Occidente ha continuato di riflesso a seguire lo schema ucraino e a dare la colpa a Putin. Ormai la narrativa di un Dio Putin onnipotente ha completamente attecchito e dovremmo aspettarci di sentire sempre più voci che chiedono a gran voce di negoziare e scendere a compromessi con lui.

Il già citato Tucker Carlson è una di queste voci, e la sua influenza sul suo vasto pubblico dà l’esempio ad una parte significativa dell’elettorato statunitense – non che il loro voto conti molto. Cosa assai più sorprendente, la stessa opinione è stata espressa a Davos da nientemeno che quel fossile parlante di Henry Kissinger! Come tutta risposta, gli Ucraini hanno aggiunto Kissinger al loro… database dei terroristi. Diversi portavoce del regime di Kiev sono rimasti soffocati dalla rabbia. Come ha potuto? Non sa che negoziare con Putin è assolutamente vietato? Questa narrazione deve essere soppressa in Ucraina e in Occidente!

La strategia di dare la colpa a Putin ha avuto l’effetto opposto sia in Ucraina che in Occidente e continuerà a ritorcersi contro, intaccando il tessuto sociale e demoralizzando la popolazione. Ma non è tutto! Questa strategia è anche immensamente utile alla Russia. Ignorando l’ovvio concetto che tutto ciò che è dannoso per l’Occidente è automaticamente vantaggioso per la Russia, c’è un altro beneficio, molto più significativo, che questa strategia fornisce direttamente alla Russia: finisce per aumentare il prestigio della Russia e di Putin nel resto del mondo, molto più importante per la Russia di quanto non lo sarà mai l’Occidente.

Ormai il mondo è abbastanza unificato in termini di accesso alle informazioni. Le élite di quasi tutti i Paesi hanno accesso a Internet, sono in grado di leggere l’inglese o utilizzare Google Translate e capirne il senso. E quello che leggono è che in Occidente, che sta entrando in una grave crisi, danno la colpa a Putin. Pertanto, Putin è onnipotente e superinfluente. Inoltre, queste élite possono osservare che Putin non ha la minima paura dell’Occidente ed è disposto ad entrare in conflitto con esso – un conflitto armato, come distruggere il più grande esercito d’Europa, addestrato e comandato da specialisti occidentali, nell’arco di tre mesi, utilizzando solo una piccola parte della proprie forze armate e con perdite minime. Vedono Putin consegnare ai libri di storia il tradizionale dogma militare secondo il quale gli attaccanti devono superare i difensori con un buon margine. Questo li porta ad una conclusione ovvia: Putin è sicuramente una persona che dovrebbe essere trattata con grande cautela e rispetto; l’Occidente – ormai non tanto. Quanto più a lungo si continuerà a usare la narrativa “è tutta colpa di Putin,” tanto più sulla scena mondiale cresceranno l’influenza e il prestigio di Putin, già molto significativi, e questo, a sua volta, migliorerà le possibilità della Russia di raggiungere accordi favorevoli in quasi tutti i negoziati internazionali.

Questo vantaggio si estende ben oltre le relazioni bilaterali della Russia. Per la prima volta da quando faceva parte dell’Impero Mongolo, la Russia ha la possibilità reale di confrontarsi con l’Occidente non da sola, ma come parte di una potente coalizione internazionale.

– Dov’erano i grandi Paesi non occidentali quando la Russia aveva affrontato l’Occidente collettivo nel XVII secolo, con la Polonia alla testa della carica? L’India, la Persia e la Cina stavano tutte cuocendo nel proprio brodo, mentre l’Impero Ottomano era, come sempre, ostile alla Russia. L’Africa, il Sud America e l’Asia sud-occidentale erano colonie occidentali.

– Dov’erano questi Paesi nel XVIII secolo, quando la Russia veniva attaccata dagli Svedesi, con il resto dell’Occidente alle spalle? La situazione non era molto diversa, solo che il conflitto con gli Ottomani era ancora più caldo.

– Dov’erano nel XIX secolo, quando la Russia era stata assalita dai Francesi, con il resto dell’Europa schierato al fianco della Francia? Di nuovo la stessa cosa.

– Dov’erano nel XX secolo, quando la Russia aveva combattuto contro la Germania – due volte! – mentre il resto dell’Occidente armava e finanziava i Tedeschi? Nella prima metà del secolo [questi Paesi] erano ancora colonie o quasi-colonie, mentre, nella seconda, stavano ancora trovando la propria strada e avevano poco da offrire dal punto di vista militare, economico e politico.

Dai tempi dell’Impero del Cielo Blu di Gengis Khan, che a un certo punto era arrivato a comprenderea Russia, Cina, Corea, India e Persia (e coltivava i familiari temi russi della sicurezza collettiva e dell’aiuto reciproco obbligatorio) e fino a oggi la Russia era sempre rimasta sola nel suo perenne conflitto con l’Occidente. Ma ora Putin, senza l’aiuto di nessuno, ha la possibilità di cementare una gigantesca alleanza internazionale di nazioni non occidentali, che comprende la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, una base di risorse indipendenti e abbondanti e ben oltre la metà di tutto il potere economico. Nessun altro ha un livello simile di sostegno da parte delle relazioni pubbliche occidentali, a parte la campagna “incolpa Putin.” L’unico concorrente alla pari di Putin nel contendere la posizione di un nuovo Gengis Khan è Xi Jinping, che vorrebbe tanto entrare nella coalizione come pari di Putin. Ma, prima di poter realizzare questo sogno, la Cina deve superare una prova: deve riconquistare Taiwan. Vendicare l’umiliazione subita per mano dei Giapponesi sarebbe un ulteriore fiore all’occhiello. Una volta che la Russia avrà espulso gli Stati Uniti dall’Ucraina e la Cina gli Stati Uniti da Taiwan, la strada verso l’unificazione eurasiatica sarà evidente.

Che cosa dovrebbe fare l’Occidente a questo punto? Incolpare Putin di tutto, naturalmente!

Dmitry Orlov

Fonte: cluborlov.wordpress.com
Link: https://cluborlov.wordpress.com/2022/06/06/how-blaming-putin-is-helping-putin/
06.06.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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