di Fabrizio Bertolami per Comedonchisciotte.org
Il 15 marzo a Berlino, durante un incontro a tre, il Presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Scholz e il neoleletto primo ministro polacco Tusk hanno siglato un accordo per fornire un supporto congiunto in termini di armamenti all’Ucraina.
“Utilizzeremo i profitti derivanti dai beni russi congelati in Europa per sostenere finanziariamente l’acquisto di armi per l’Ucraina”, ha detto Scholz elencando gli sforzi dell’Unione Europea per aumentare il sostegno a Kiev.
L’incontro segue alcune dichiarazioni del presidente francese circa l’eventualità di inviare truppe occidentali in Ucraina, sebbene alcune nazioni come l’Italia si siano affrettate a precisare che non invieranno soldati in quanto “non siamo in guerra con la Russia“, come ha affermato il ministro degli esteri italiano Tajani.
In un’intervista alla televisione nazionale francese, Macron ha infatti affermato che una vittoria russa in Ucraina “ridurrebbe la credibilità dell’Europa a zero” e significherebbe che “non abbiamo sicurezza”, aggiungendo che la sicurezza del continente è “in gioco” nel conflitto che, secondo lui, “è esistenziale per la nostra Europa e per la Francia e se la situazione dovesse peggiorare, saremmo pronti a garantire che la Russia non vinca mai questa guerra”.
L’accordo a tre prevede un impegno congiunto a fornire armamenti a Kiev e non prende in considerazione, per ora, l’invio di truppe dei tre paesi sul terreno. La Francia, rispetto agli altri due partner ha sinora inviato meno armi e fornito meno fondi e probabilmente questo impone a Macron l’esigenza di un cambio di passo, ma alcuni analisti suggeriscono che il motivo possa essere di natura geoeconomica e strettamente legato alla possibilità che l’Ucraina perda l’accesso al mare.
Secondo il quotidiano francese Le Monde, “l’ufficio di Macron ha spiegato che l’obiettivo è ripristinare l’ambiguità strategica dell’Occidente. Dopo il fallimento della controffensiva ucraina 2023, il presidente francese ritiene che promettere decine di miliardi di euro in aiuti e fornire – in ritardo – le attrezzature militari per Kiev non sono più sufficienti. Soprattutto se Putin è convinto che l’Occidente abbia definitivamente escluso la mobilitazione delle proprie forze”.
Questo nuovo assetto di alleanze, che vede escluse le nazioni mediterranee a scapito di quelle del Nord/Est Europa era già uno dei punti centrali della strategia enunciata da Zbignew Brzezinski nel suo celebre saggio “La Grande Scacchiera” del 1997 in cui affermava che l’Ucraina dovesse aderire alla NATO e all’EU, disegnando così uno scenario geopolitico totalmente nuovo, diverso sia da quello “Mediterraneo” (Francia, Germania, Italia) sia da quello “Carolingio” (Francia, Germania, Benelux) in cui Francia, Germania, Polonia e Ucraina costituiscono un blocco capace di integrare le tre nazioni più popolose del continente e contemporaneamente in grado di incunearsi sino ai confini della Russia.
Durante una conferenza stampa, il 4 Marzo l’ex presidente russo Medvedev ha presentato una mappa che riporta un futuro, possibile, assetto dell’Ucraina post-guerra in cui tutta la parte Est e Sud diventerebbe russa, mentre quella Ovest verrebbe spartita tra Polonia, Ungheria e Romania. Tale mappa si fonda, in parte, sul passato storico dell’area ucraina che per secoli è stata appunto attribuita alle quattro nazioni contigue: l’area ad Ovest, che comprende la Galizia e quindi Leopoli e Ivano-Franvisk , è stata parte integrante della Polonia sino al 1772, per poi passare all’impero asburgico, dopo la prima spartizione della Polonia e vede la presenza ancora oggi di una nutrita minoranza di etnia polacca. Sempre ad Ovest, l’area detta Trans-Carpazia è stata parte integrante della Grande Ungheria nel periodo che va dall’indipendenza dagli Asburgo sino alla fine della Prima Guerra Mondiale L’area rivierasca è stata russa per secoli, con Odessa fondata nel 1794 dall’imperatrice Caterina e tutt’oggi la quota di popolazione russofona nell’area è di poco più del 40%. Le aree del Donbass, della Crimea e in generale quelle ad est del Dniepr sono stati protettorati russi dalla loro fondazione sino alla nascita dell’Unione Sovietica, allorchè vennero cedute a quella che oggi conosciamo come Ucraina.
Al netto della spartizione ad Ovest a favore delle suddette nazioni, è probabilmente la conquista russa della costa ucraina a spaventare maggiormente il presidente francese, poichè ciò permetterebbe contemporaneamente di togliere l’accesso al mare a Kiev e impedire la creazione di quell’area detta “Trimarium” che va dal Baltico al Mar Nero, passando per il Mediterraneo orientale; la prima eventualità impedirebbe all’Ucraina di potersi avvalere del diritto di poter invitare navi militari di altre nazioni, così come stabilito dalla Convenzione di Montreaux del 1936, che regola anche l’accesso al Mar Nero attraverso gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli e le impedirebbe totalmente di poter accedere alle vie marittime per esportare la propria produzione di grano, prodotto di cui è uno dei maggiori produtttori mondiali.
Questa speciale classifica è ora guidata dall’Australia con la Russia in quinta posizione e, come si può vedere dai dati sotto riportati, la somma delle esportazioni russe e ucraine sorpasserebbe la quota francese, mettendo in pericolo la possibilità di concorrere a definire i prezzi dei cereali, proprio a favore dei russi.
- Australia: US$10.2 Miliardi (15.4% del totale mondiale delle esportazioni di grano)
- Stati Uniti: $8.52 Miliardi (12.9%)
- Canada: $7.9 Miliardi (12%)
- Francia: $7.4 Miliardi (11.2%)
- Russia: $6.8 Miliardi (10.3%)
- Argentina: $3.1 Miliardi (4.7%)
- Ucraina: $2.7 Miliardi (4%)
La possibilità che il progetto “Trimarium” non si realizzi, andrebbe anchead inficiare la possibilità di chiudere l’accesso al mare alla Russia, sia da nord (il Mar Baltico) che da Sud (il Mediterraneo, attraverso il Mar Nero). Non è un segreto che la difesa della Crimea, da cui il pronto intervento russo nel 2014 seguito dai referendum sull’annessione svoltosi nella penisola, sia la principale preoccupazione russa, considerata la presenza della flotta militare di Mosca e la possibilità di raggiungere il Mediterraneo e le coste del Nord Africa ed in particolare della Siria dove, a Tartus, esiste l’unica base navale russa al di fuori dei suoi confini.
di Fabrizio Bertolami per Comedonchisciotte.org
19.03.2024
Fonti:
https://www.politico.eu/article/emmanuel-macron-olaf-scholz-donald-tusk-unity-ukraine-strategy/
https://www.elpais.cr/2024/03/15/scholz-macron-y-tusk-compraran-mas-armas-para-ucrania/
https://www.reuters.com/world/europe/scholz-macron-tusk-seek-bridge-european-divisions-ukraine-2024-03-15/
https://simplicius76.substack.com/p/sitrep-3724-macron-raises-rhetoric
https://www.themoscowtimes.com/2024/01/11/putin-says-ukraines-odesa-is-historically-russian-reality-is-more-complicated-a83612
https://www.lemonde.fr/en/france/article/2024/03/14/macron-says-russian-ukraine-victory-would-reduce-europe-s-credibility-to-zero_6619721_7.html
https://www.repubblica.it/esteri/2024/03/04/news/mappa_medvedev_ucraina_russa-422250144/
https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_di_Montreux
https://www.worldstopexports.com/wheat-exports-country/?expand_article=1
https://comedonchisciotte.org/quando-brzezinski-ordino-alla-conquista-delleurasia/