Kit Knightly
off-guardian.org
Il dottor Kyle Merritt, un medico del dipartimento di emergenza a Nelson, BC, ha aggiunto “il cambiamento climatico” come fattore aggravante dei problemi medici di una sua paziente. E, così facendo, ha realizzato una importante e preoccupante prima mondiale.
La prima diagnosi medica in assoluto di “cambiamento climatico.”
Il dottor Merritt ha rilasciato un’intervista a Glacier Media:
“Se non guardiamo alla causa sottostante, e trattiamo solo i sintomi, continueremo a rimanere sempre più indietro,” ha detto il medico del pronto soccorso a Glacier Media. […] Io cerco solo di… ragionare su ciò che sto vedendo.”
L’episodio solleva alcune domande interessanti.
Ha senso dal punto di vista medico?
Naturalmente no.
Ha diagnosticato una sua paziente come “affetta da cambiamento climatico.” È impossibile, è assurdo.
È come diagnosticare qualcuno che è stato colpito da un fulmine come “sofferente per gli effetti della pioggia” o un infartuato come “affetto dalle conseguenze di Mcdonald’s.”
…In realtà, è peggio di così. Almeno nel primo esempio esiste un distinto rapporto causa-effetto e non ci sono articoli scientifici che mettono in dubbio l’esistenza di Mcdonald’s.
La paziente in questione ha più di 70 anni, è asmatica, diabetica e soffre di insufficienza cardiaca. È molto, molto malata…e il clima non c’entra nulla
Anche se il dottor Merritt potesse in qualche modo dimostrare che una parte del decadimento delle condizioni di salute della sua paziente è ascrivibile al cambiamento climatico (e non c’è alcuna prova che possa farlo), in realtà, diagnosticare una cosa del genere è completamente folle.
Quindi, perché farlo?
È una classica mossa di PR. Anche molto ovvia, se ci pensate.
Per prima cosa, c’è da chiedersi come abbiano potuto i media scoprire l’accaduto, dato che le cartelle cliniche e le diagnosi sono rigorosamente private.
È ovvio che il dottor Merritt non si è limitato a diagnosticare alla sua paziente un “cambiamento climatico,” ne ha anche tempestivamente informato i media locali.
Aggiungeteci poi che questo è avvenuto durante la conferenza del COP26 a Glasgow, che proprio oggi ha messo in guardia sugli aumentati “rischi per la salute legati al clima” (mossa che ha già dato origine ad una nuova ONG, “Medici e infermieri per la salute planetaria”) e avrete un esempio da manuale di un lancio mediatico gestito in modo teatrale.
Perché proprio ora?
In parole povere, perché la Covid ha funzionato e il clima no.
Per decenni hanno continuato ad alimentare la paura pubblica con la minaccia di “una nuova era glaciale,” delle piogge acide, del buco nell’ozono e di una miriade di altri presunti disastri climatici prossimi venturi e non hanno mai raggiunto neanche un decimo del livello di isteria collettiva creato dalla “pandemia” di Covid-19.
Da qualche parte, qualche dirigente delle pubbliche relazioni non particolarmente brillante ha deciso che il modo migliore per “far perno dalla Covid al clima” è cercare di trasformare l’ormai previsto da tempo [e mai realizzatosi] disastro ambientale in un problema di salute pubblica.
È maldestro, un po’ divertente, e probabilmente non funzionerà, ma apre alcune preoccupanti possibilità per il futuro.
Per esempio?
Beh, tanto per cominciare, questa potrà anche essere la prima “diagnosi di cambiamento climatico,” ma, onestamente, credete che sarà l’ultima?
Non sorprendetevi se, nei prossimi mesi, vedremo un enorme aumento delle “diagnosi climatiche.”
Sono già in corso i primi tentativi per creare un rapporto causa-effetto tra il “cambiamento climatico” e le patologie più comuni.
Qualche giorno fa, un titolo sull’Independent recitava “La crisi climatica non riguarda solo l’ambiente, ma anche la salute.”
Come ho accennato prima, proprio oggi il panel del COP26 ha avvertito che “i rischi per la salute legati al clima” stanno per aumentare.
La settimana scorsa il Journal of Allergy and Clinical Immunology aveva pubblicato un lavoro intitolato “Climate Change and Global Issues in Allergy and Immunology,” secondo cui il cambiamento climatico starebbe già peggiorando l’asma e alcuni tipi di allergie.
Non è difficile mettere insieme una lista di altre comuni patologie che sono già state collegate al cambiamento climatico.
Cancro, polmonite, colpo di calore, diabete, malattie cardiache ed essenzialmente tutte le patologie polmonari.
Ci sono poi anche tutte le malattie diffuse dalle zanzare o da altri agenti zoonotici, più quelle dovute all’ingestione di acqua contaminata da microrganismi
E questo è anche perfettamente logico, perchè la Covid ha dimostrato che le nostre istituzioni mediche e scientifiche non hanno alcuna remora a questo tipo di comportamento.
Si parla già di problemi di salute mentale “legati al clima,” come stress, ansia e depressione. Queste potrebbero facilmente trasformarsi in altre “diagnosi legate al clima.”
Ora, permettetemi di speculare per qualche paragrafo…
La pratica della “diagnosi legata al clima” è probabilmente destinata ad espandersi. Quando gli scettici cominceranno a porre domande sui suoi fondamenti scientifici, saranno ovviamente accusati di “negazionismo climatico.”
Appariranno articoli di fondo che, in barba ad ogni logica, cercheranno di difendere la possibilità di diagnosticare una “malattia climatica.” I cosiddetti giornalisti o gli esperti mercenari in campi inventati, come “l’etica del clima,” cammineranno sui trampoli per farla sembrare, in qualche modo, plausibile.
Ci verrà detto che, anche se la pratica è tecnicamente imprecisa, è al servizio di una causa più grande. Che la gente potrebbe non essere effettivamente malata a causa del cambiamento climatico, ma che ne stiamo tutti morendo, anche se in modo figurato.
“La Covid ci ha dimostrato che la gente fa ciò che è giusto solo quando ha paura: dobbiamo fargli provare la paura per il clima.”
“Le diagnosi di cambiamento climatico sono in aumento. E questa è una buona cosa.”
“Gli operatori sanitari prendono posizione sul clima con un nuovo trend di diagnosi.”
“I lavoratori del servizio sanitario nazionale ci hanno salvato dalla Covid e ora vogliono prendere posizione sul clima.”
…non è necessario leggere il Guardian come faccio io per vedere questi titoli, o altri molto simili, nel nostro futuro.
Poi potrebbero iniziare i decessi. La Covid ha dimostrato che si può creare la paura di “una strage” solo aggiungendo una riga in più sui certificati di morte. Possono farlo anche per il clima. I titoli dei giornali continueranno…
“I medici vedono un picco di “morti per il clima” mentre la gente improvvisamente sente le conseguenze dell’inazione.”
Quando verranno fatte notare le falle nel ragionamento, i giornali sosterranno che, anche se la gente non sta realmente morendo a causa del cambiamento climatico, metterlo simbolicamente sui certificati di morte è il modo migliore per illustrare un pericolo che noi tutti corriamo.
Ammetteranno senza mezzi termini che la statistica non è reale, ma poi la useranno come scusa per chiedere di agire comunque:
“Le morti climatiche settimanali stanno superando quelle per la Covid, dobbiamo affrontare la “pandemia climatica.”
…e così via.
Il cambiamento climatico comincerà ad essere elencato come “causa di morte” per un numero sempre crescente di malattie. Ho già menzionato il cancro, le malattie polmonari e le malattie cardiache. Saranno tutte “legate al clima.”
La stampa ha passato l’ultimo anno a dirci che il cambiamento climatico “rende le pandemie più probabili,” così ogni futura “pandemia” potrà essere collegata al clima e quindi non ci sarà nessun problema ad attribuire al clima qualche centinaia di migliaia di decessi.
Il cambiamento climatico è presumibilmente dannoso per il feto, perciò i nati morti e gli aborti spontanei potranno essere tutti “morti per il clima.”
Potranno fare uno studio che scoprirà che “livelli più alti di radiazioni solari” possono “aumentare il rischio di cancro” e poi iniziare a dire che chiunque muoia di cancro è anche morto a causa del clima.
Non devono nemmeno limitarsi alle cause naturali.
Annegato in un’inondazione improvvisa? Quella è una morte da clima.
Morto di fame a causa della siccità? Morte climatica.
Suicidato? “Era piuttosto depresso per il clima.”
Attaccato da un orso polare? Beh, il cambiamento climatico lo ha costretto a uscire dal suo habitat naturale.
Non sono divertente. Questa non è satira, vorrei che lo fosse. Credetemi, alla fine potrebbero veramente dire una cosa del genere o qualcosa di simile.
Se gli ultimi venti mesi sono serviti a qualcosa, dovrebbero almeno avervi insegnato questa preziosa lezione: non c’è nulla – NULLA – di troppo disonesto, di troppo cinico o anche di troppo folle che l’establishment non possa farvi credere.
Non importa se è improbabile, autocontraddittorio o irrazionale, non importa nemmeno se è fisicamente impossibile, lo diranno, e si aspetteranno che voi ci crediate.
Ora abbiamo il nostro primo “caso” climatico. La prima morte “dovuta al clima” probabilmente non è molto lontana. Ne seguiranno probabilmente migliaia di altre.
Sarà allora che si tornerà a parlare di “lockdown climatici.”
Kit Knightly
Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2021/11/09/the-first-climate-change-diagnosis-is-here-it-will-not-be-the-last/
09.11.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org