Finian Cunningham
strategic-culture.org
Non contento di aver condannato la propria nazione al suicidio economico per il deterioramento delle relazioni con la Russia, il governo tedesco ora vuole seppellirne il cadavere sabotando le relazioni commerciali con la Cina.
La scorsa settimana, Robert Habeck, Ministro del Commercio tedesco, aveva fatto arrabbiare Pechino quando, ad un vertice del G7, aveva dichiarato che Berlino intendeva adottare una nuova politica nei confronti della Cina per “ridurre la dipendenza economica.” Habeck aveva detto che la Germania si sarebbe impegnata ad adottare controlli più severi sugli investimenti esteri cinesi e ad abbandonare la dipendenza tedesca dalla Cina per i prodotti di base, come i semiconduttori, le batterie e altri prodotti elettronici.
Facendo la voce grossa di fronte agli altri membri oc cidentali del G7 (un club elitario inutile come non mai), Habeck aveva affermato che “l’ingenuità nei confronti della Cina è finita.” Aggiungendo che le relazioni commerciali non sarebbero più state considerate separatamente dalle presunte violazioni dei diritti umani e da altre preoccupazioni internazionali, intendendo presumibilmente la presunta ostilità della Cina nei confronti di Taiwan.
Pechino aveva criticato le affermazioni di Habeck e aveva replicato che era lui ad essere “ingenuo” nel cercare di danneggiare relazioni bilaterali reciprocamente vantaggiose.
Nel fine settimana, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, rispondendo ad una domanda riguardo alla posizione della Cina su Taiwan, aveva raddoppiato la provocazione. Scholz aveva insinuato che Pechino fosse la parte ostile responsabile delle recenti tensioni sull’isola separatista. Aveva quindi ammonito la Cina: “È importante bandire la violenza dalle relazioni internazionali.”
Era stata un’altra bandiera rossa sventolata da Berlino in faccia alla Cina. Scholz non sembra rendersi conto, o non vuole rendersi conto, che Taiwan è una parte sovrana della Cina.
Questo è il dato legale dei trattati delle Nazioni Unite e della politica di una sola Cina, accettata a livello internazionale. Sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Australia, la Francia e la Germania a dispiegare sempre più forze militari nelle acque territoriali cinesi, causando pericolose tensioni e obbligando Pechino ad assumere una posizione più dura nella difesa della propria sovranità, comprese le sue giuste rivendicazioni su Taiwan.
A che gioco stanno giocando i leader tedeschi? La sconsideratezza della loro posizione e i danni che stanno infliggendo all’economia del Paese ci fanno chiedere di chi facciano gli interessi. Di certo, sembrerebbe, non quelli della popolazione tedesca.
La Germania, il motore economico dell’Unione Europea, sta schiantandosi a causa del folle sabotaggio del commercio energetico con la Russia. Ricorda quei crash test automobilistici al rallentatore in cui dei manichini vengono scagliati contro il parabrezza. Ora si sta dirigendo verso una muraglia cinese.
Il taglio autoimposto delle forniture di gas dalla Russia sta distruggendo l’industria tedesca e facendo sprofondare la popolazione in un inverno di miseria e povertà indicibili. Molti osservatori, tra cui il presidente russo Vladimir Putin, sono sconcertati dal suicidio economico volontario in cui si sta precipitando il governo tedesco.
Per decenni, l’economia tedesca, trainata dalle esportazioni, è stata alimentata da un’abbondante fornitura di gas naturale e petrolio russo a basso prezzo. Il governo di coalizione di Berlino, subentrato alla fine dello scorso anno all’amministrazione di Angela Merkel, ha interrotto i legami con Mosca come parte del suo sostegno alla politica di Washington di isolamento della Russia. La Germania si è impegnata a fondo ad aiutare il regime di Kiev, sostenuto dagli Stati Uniti, con armi pesanti fornite all’Ucraina in guerra con la Russia.
Tutto questo alla faccia dell’ammonimento di Scholz alla Cina di “bandire l’uso della violenza nelle relazioni internazionali.” Berlino sta alimentando il conflitto in Ucraina e, insieme agli Stati Uniti e agli altri Paesi della NATO, sta impedendo ogni processo diplomatico inteso a trovare una soluzione pacifica con la Russia.
Se il colpo mortale all’economia tedesca causato dalla sua politica sconsiderata nei confronti della Russia non era già abbastanza grave, ora Berlino vuole distruggere le relazioni con Pechino.
Negli ultimi sei anni, la Cina è sempre stata il primo partner commerciale della Germania. Il commercio bilaterale è cresciuto costantemente. Quest’anno il commercio si avvia a superare il record del 2021 di oltre 240 miliardi di dollari di scambi tra Cina e Germania.
Con i suoi 1,4 miliardi di abitanti, la Cina è un mercato vitale per gli esportatori tedeschi, in particolare per l’importantissima industria automobilistica, motore dell’economia tedesca. Quasi il 40% delle vendite globali di Volkswagen, Audi, BMW e Mercedes avviene in Cina, grazie al fenomenale sviluppo economico di quest’ultima.
Il governo di Berlino sta mettendo a repentaglio la sua stessa sopravvivenza economica con la Cina, adottando una politica di provocazione sfrenata nei confronti di Pechino. In questo modo, i “leader” tedeschi eseguono gli ordini di Washington. Lo hanno fatto per sabotare le relazioni con la Russia. Ora sono intenzionati a ripetere la stessa follia nei confronti della Cina.
È da notare che Habeck, il Ministro del Commercio tedesco, è un membro dei Verdi nella coalizione di governo con i socialdemocratici di Scholz. L’altro Verde di spicco della coalizione è Annalena Baerbock, ministro degli Esteri. Entrambi spingono una posizione ideologica irrazionale di danneggiamento delle relazioni russe e cinesi. I Verdi vogliono convertire la Germania alle fonti di energia rinnovabili, come l’energia eolica e solare. È così che giustificano l’eliminazione degli idrocarburi russi. Ma il calcolo è completamente errato. Le industrie tedesche e la popolazione in generale hanno bisogno del gas russo per far funzionare le fabbriche e riscaldare le case. La follia di tagliare l’energia russa si sta ritorcendo contro di noi. L’assurdità è che la Germania sta tornando ad utilizzare i combustibili sporchi, come il carbone, per cercare di colmare disperatamente la carenza di energia che si è autoinflitta dando retta agli ideologi verdi.
Più che l’ideologia verde, però, la vera ideologia di fondo è quella della russofobia e della sinofobia. Habeck e Baerbock sono accecati dal loro asservimento all’agenda transatlantica di Washington, che vuole impedire che l’Europa abbia normali relazioni di vicinato con Russia e Cina.
L’agenda di Washington è quella di promuovere l’egemonia statunitense e il suo presunto dominio unipolare nelle relazioni internazionali. In breve, l’imperialismo americano.
Un’estensione di questa agenda è quella di fomentare l’antagonismo verso la Cina. L’accerchiamento della Russia va di pari passo con l’accerchiamento della Cina. Non è una coincidenza che, mentre Washington inasprisce le tensioni con Mosca per l’Ucraina e l’invasione della NATO, fomenti febbrilmente le tensioni con la Cina per Taiwan e le dubbie accuse di violazione dei diritti umani da parte di Pechino.
L’amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Congresso stanno rifornendo di armi l’Ucraina e Taiwan in un tentativo deliberato, e si potrebbe dire criminale, di provocare un confronto militare. L’economia capitalista statunitense ha bisogno di tensioni e conflitti per sostenere il proprio complesso militare-industriale, cuore pulsante del capitalismo americano.
Se il Cancelliere tedesco Scholz avesse un po’ di indipendenza di pensiero, farebbe meglio a protestare con Washington per l’uso della violenza nelle relazioni internazionali.
Ma non c’è alcuna possibilità che Scholz e il suo governo lo facciano. Sono lacchè di Washington e hanno subito un lavaggio del cervello senza speranza con assurdità ideologiche, russofobia e sinofobia.
L’inverno sta già arrivando ed insieme ad esso il terrore della Germania e della popolazione europea in generale per la scelta politica di distruggere la pietra miliare delle relazioni energetiche con la Russia. Con l’ulteriore danneggiamento delle relazioni tedesco-cinesi, l’élite politica di Berlino sta sparando in testa alla Germania e all’Europa – due volte.
Le industrie, le imprese e i lavoratori tedeschi sono incattiviti dalla stupidità del loro cosiddetto governo, meglio descritto come un regime a Berlino sostenuto da Washington. Le rabbiose proteste di piazza, viste nelle ultime settimane in Germania e in altre parti d’Europa contro la miseria economica autoinflitta, sono solo un’anticipazione dell’esplosiva agitazione sociale che si sta preparando.
Finian Cunningham
Fonte: strategic-culture.org
Link: https://strategic-culture.org/news/2022/09/23/from-suicide-to-dead-and-buried-germany-now-provokes-china/
23.09.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
Finian Cunningham
Ex redattore e scrittore per i principali organi di informazione. Ha scritto molto sugli affari internazionali, con articoli pubblicati in diverse lingue.