Coronavirus una patologia neutralizzabile

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DI FRANCESCO SENES

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Attualmente le varie Asl di tutte le regioni italiane stanno facendo incetta degli ultimi posti letto provenienti dai vari presidi ospedalieri, utilizzando reparti principalmente di medicina e chirurgia, riconvertendoli in posti letto per pazienti infetti con il coronavirus e con seri problemi respiratori. Posti che attualmente al di la della Lombardia dove la situazione sanitaria è drammatica in quanto il coronovirus ha messo in luce la fragile inadeguatezza dei servizi sanitari voluti da anni di distruzione del sistema sanitario pubblico a scapito di un privato arrembante. Per le altre regioni è una situazione forse un po’ sovrastimata rispetto al livello reale dell’epidemia. In effetti tutte queste riconversioni al momento e per fortuna non si giustificano. In effetti al momento per la maggior parte abbiano ospedali vuoti che devono assistere pazienti per terapia intensiva senza macchine e senza medici. Anche perché con i più che insufficienti posti ministeriali riservati agli specializzandi anestesisti e rianimatori anche in condizioni normali e senza emergenza Covid-19 da molti anni vivono in grande criticità sempre denunciata dalla categoria e mai risolta dalla politica e anzi dalla stessa sempre più aggravata.

Quindi purtroppo non desta stupore il fatto che nel Lodigiano la maggior parte dei pazienti non sia stata ricoverata ma lasciata a casa e a detta di alcuni sindaci abbandonati a loro stessi senza alcuna assistenza sanitaria.

Ora se occorrono così tanti posti letto possiamo fare due considerazioni. La prima è che i pazienti che attualmente hanno necessità di ricovero ospedaliero per grave insufficienza respiratoria siano molti di più di quelli elencati dalla protezione civile, oppure siamo davanti a l’ennesimo delirio politico dove l’obiettivo è di chiudere vari altri presidi ospedalieri. Insomma prendere “La Palla al Balzo”.

Il decorso della malattia è vario nella sua sintomatologia; principalmente colpisce le prime vie aeree dando problemi irritativi alla gola e al naso e poi ai bronchi producendo nel peggiore dei casi una broncopolmonite diffusa con scarso parenchima areato per consentire la sopravvivenza (in altri termini resta ben poco dei polmoni normali per vivere) ecco perché i pazienti vanno intubati dove i più gravi non riescono ad avere una respirazione autonoma normale ma devono essere intubati e assistiti dalla ventilazione assistita.

L’ultima notizia sullo sviluppo patologico del coronavirus proviene dalla Cina dove hanno isolato il virus vivo nelle feci dei loro pazienti. Quindi nella sua potenzialità è un virus altamente trasmissibile non solo per via aerea ma anche per ciclo orofecale, perlomeno in Cina (quindi trasmissibile anche con la bocca e con quello che si beve e si mangia se contaminato).

E’ necessario inoltre dire che il virus che è un RNA virus e che cambia la sua disposizione genetica rapidamente. Infatti chi lo ha isolato afferma che il virus covid 19 cinese non è lo stesso covid 19 italiano (quindi noi cosa abbiamo a disposizione il covid 17 ?) ed è anche utile dire che, come i virus dell’influenza, ha i suoi effetti come da virus parainfluenzale e a ciclo orofecale (apparato digerente: stomaco intestino) ma è però differente da tali virus perche sono due virus differenti ma qui il Covid 19 è unico nel dare patologie differenti in differenti pazienti.

Tirando le somme si tratta di un virus anomalo, in quando da solo è in grado di produrre patologie varie come congiuntiviti, riniti, faringiti, tracheiti, broncopolmoniti, vomito, diarrea e naturalmente febbre elevata. Il tutto associato alle notizie mediatiche lascia molto perplessi e scettici sull’origine naturale (dai pipistrelli) del coronavirus. In particolare il fatto che i due coronavirus, quello italiano e quello cinese, siano differenti e producano lo stesso effetto fa più pensare al possibile sviluppo di quelle nuove tecnologie genetiche prodotte nei laboratori bellici che differenziano la la loro affinità più su di una linea genetica che un altra. Dunque una tipologia virale specifica per affinità differenti sulle diverse razze umane quali la caucasica, mongolica, etiopica, americana e malese.

E ora mettiamo a fuoco le possibili soluzioni per la guarigione dal covid 19 – 17, ma anche da tutte le altre diavolerie che si possono inventare i cultori della patologia bellica o ahimè della natura a causa dell’ormai sovraffollamento antropico a danno della natura che sviluppa per eccessiva commistione uomo – animali selvatici lo sviluppo di nuovi tipi di patologie che però invero al passaggio da uomo a uomo si indeboliscono sempre di più e finiscono la loro virulenza in pochi passaggi.

Le attuali proposte terapeutiche ad oggi purtroppo sono sparse nel senso che ogni centro va per conto suo e ognuno cerca di provare a dare qualcosa ai suoi pazienti e vedere se funziona.

A Napoli all’ospedale Cotugno in 2 pazienti intubati hanno provato il tocilizumab (già sperimentato in Cina) un farmaco che ha la funzione di modulatore del sistema immunitario utilizzato normalmente per l’artrite reumatoide o per contrastare gli effetti dannosi della chemioterapia. Come funzione ha quella di ridurre gli effetti edemigeni provenienti dalla reazione immunitaria in vari organi e tessuti. In questo caso nei confronti del coronavirus riducendo l’edema congestizio del polmone infettato restituisce più polmone areato per consentire una migliore respirazione. A seguito di questa terapia a 2 pazienti intubati è stata tolta la respirazione assistita. Buona notizia.

Su wattsup ora gira (grazie a vari volenterosi) un vocale dove dice che in Lombardia all’ospedale San Gerardo di Monza, al Policlinico e al Sacco usino per curare i pazienti la vitamina C affetti somministrandone almeno 1 – 2 gr al giorno. (una soluzione diciamolo che almeno se non fa guarire almeno non fa male se non si esagera nell’assunzione andando in tossicosi).

Altre soluzioni provate:

Farmaci antivirali specifici utilizzati per altre infezioni virali: Falavir (in Cina). Favipiravir (usato per infezioni virali influenzali)

Farmaci anti HIV: Lopinavir, galidesivir.

Prospettive : solo farmaci miracolosi. Ma quando?

Vaccini specifici: Allo studio ci sono almeno 30 i vaccini nel mondo e per almeno uno dovrebbe iniziare la sperimentazione clinica dal mese di agosto”. ( ma quanti vaccini poi devono essere composti se il virus modifica il suo stato genetico?)

Infine altre fantasmagoriche se non comiche soluzioni si segnala:

  • ll coronavirus non resiste a temperatura superiori ai 26 – 27 gradi. (Ma noi per l’appunto abbiamo una temperatura normale intorno ai 36 gradi centigradi e se qualcuno pensa che i 26 gradi siano Fahrenheit la conversione in gradi centigradi arriva a – 3° gradi).

  • Bere molta acqua il virus teme l’acqua. (Ma il nostro corpo è costituito da circa il 70 % di acqua).

  • Bere liquidi caldi,

  • La peggiore purtroppo in Iran dove la situazione da quel che si dice è talmente drammatica che qualcuno ha pensato bene di bere alcool etilico disinfettante pensando di immunizzarsi ma con le inevitabili conseguenze nefaste che si possono immaginare.

Riepiloghiamo dunque intraprese per contrastare l’epidemia virale:

  • Stando ai presupposti parrebbe che sia fondamentale per evitare le gocciole di flugge (le gocciole di saliva invisibile uscite durante una normale conversazione) quindi è fondamentale la distanza di 1 mt o meglio 1.20 e magari 2 o forse è meglio 3 metri (dipende dal colpo di tosse e dalla stazza del soggetto).

  • L’uso della mascherine (sopratutto però per chi è contagiato quindi significa che chi tossisce dovrebbe usare la mascherina per evitare di infettare gli altri).

  • Il Gomito come ricettacolo di tutti gli starnuti e colpi di tosse se sei privo della mascherina.

  • I guanti per evitare il contatto diretto con superfici potenzialmente infette.

  • Quindi lavarsi spesso le mani. Usare il gel disinfettante che ormai è dilagato e quasi sostituisce il lavaggio con l’acqua corrente e sapone.

  • Per gli operatori sanitari l’imposizione di uso di camice, maglietta, pantaloni e scarpe in dotazione regolamentari di base ( Benissimo, l’unico problema è che se li mandi a lavare dalla ditta convenzionata con la struttura poi non ti tornano più indietro e dunque te li devi portare a casa e lavarli nella tua lavatrice). Uso delle mascherine. Ovviamente le mascherine nei reparti non ci sono e quando ci sono è come non averle, in quanto non sono nemmeno classificabili per il livello di contenzione infettiva. (Occorrerebbe infatti una mascherina Fp2 o Fp3 ma sono troppo care e come si sa la sanità non può permetterselo).

  • La disinfezione degli ambienti di lavoro: Dove in condizioni normali è già quasi un’ opera ciclopica riuscire a far lavare il pavimento “una tantum” dall’addetto che cronicamente nelle sue infinite discussioni di lavoro nella pausa caffè e altro si lamenta delle poche ore che gli pagano e del carico di lavoro insostenibile cui sono sottoposti e che dunque per oggi non può fare quello che non si è fatto ieri insomma se oggi è sporco domani lo sarà ad esposizione geometrica in quanto ogni giorno la sporcizia raddoppia.

  • Il confinamento delle aree in cui si è riscontato lo sviluppo dell’infezione. Prima nel Lodigiano e ora via via in tutta Italia con riduzione di tutta l’attività produttive di lavoro con attività completamente chiuse eccetto farmacie ipermercati supermercati megastore dove puoi compare di tutto. Chiuse tutte le scuole con attività scolastica ridotta e a casa con i problemi noti dei genitori che a volte non possono lasciare bambini piccoli da soli ma che a volte li lasciano lo stesso ma qui l’abbandono di minore è culturalmente contemplato e tollerato. Chiusura di tutte le attività culturali. Infine chiuse le messe non è più possibili ricevere i sacramenti e se può andare bene per il battesimo (pensiamo a Sant’Agostino a quanti anni ha ricevuto il battesimo), va bene per la cresima, il matrimonio, che si possono posticipare, ma diventa davvero impossibile per un funerale. Ma in Italia il centro della Cristianità è possibile anche questo: bloccare i funerali. Mi torna alla memoria Don Camillo di Giovanni Guareschi e di quando la piena del Po invadendo anche la chiesa impedì ai fedeli di raggiungerla ma ovviamente non lo impedì a Don camillo che a mezzo busto nell’acqua faceva messa lo stesso ai fedeli posti in alto all’asciutto.

  • Prospettive: la linea dura. Chiudere tutto forse anche anche il Parlamento? E a quel punto che fare? Dare pieni poteri all’esercito?

Per l’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) l’Italia attualmente è knowledge-generating platform” (piattaforma conoscitiva) insomma vediamo un po’ che succede nel caso di una pandemia estesa in un paese occidentale applicando le nostre regole. Infatti per capire quello che sta accadendo in Italia ricordiamo i gradi intrapandemici, di allerta pandemica e pandemici dell’OMS:

Periodo intrapandemico

  • Fase 1

    Nessun virus potenzialmente pandemico in circolazione negli animali viene identificato nell’uomo.

  • Contromisure:

    Rafforzare il livello di preparazione e risposta all’influenza pandemica a tutti i livelli (mondiale, continentale, nazionale e regionale)

  • Fase 2

    Un virus influenzale animale, in circolazione fra animali domestici o selvaggi, causa infezioni nell’uomo ed è per questo considerato una potenziale minaccia pandemica.

    Contromisure

    Ridurre al minimo il rischio di trasmissione all’uomo. In caso di passaggio dell’infezione all’uomo, rilevare e documentare il più rapidamente possibile la trasmissione

    Periodo di allerta pandemica

  • Fase 3

    Un virus influenzale animale o umano riassortito provoca casi sporadici o piccoli focolai influenzali nell’uomo. La trasmissione da uomo a uomo è limitata a determinati casi – ad esempio quando avviene un contatto ravvicinato fra una persona infetta e il personale medico – ma non ha raggiunto una diffusione tale da causare focolai epidemici su vasta scala.
    Questi casi non indicano che il virus abbia assunto una capacità di trasmissione tale da poter causare una pandemia.

    Contromisure

    Assicurare una rapida tipizzazione del nuovo virus e garantire immediate capacità di rilevamento, notifica e risposta già a partire dai primi casi registrati

  • Fase 4

    Caratterizzata dalla provata trasmissione da uomo a uomo di un virus riassortito in grado di provocare focolai epidemici su vasta scala. Il rischio dello scoppio di una pandemia aumenta, ma questo non significa ancora l’arrivo certo di una pandemia.

    Contromisure

    Contenere i focolai epidemici e rallentare il più possibile la diffusione della malattia per guadagnare tempo e implementare così le contromisure, compreso lo sviluppo di un vaccino

  • Fase 5

    Contraddistinta dalla trasmissione da uomo a uomo del virus in almeno due paesi in una delle sei regioni definite dall’OMS. Mentre la maggior parte dei paesi non registra alcun caso di contagio, la dichiarazione di fase cinque è un segnale forte che indica l’arrivo imminente di una pandemia.

    Rimane poco tempo per mettere a punto l’organizzazione, la comunicazione, e l’implementazione delle contromisure.

    Contromisure

    Aumentare al massimo gli sforzi per contenere e rallentare la diffusione della malattia con l’obiettivo di scongiurare una pandemia e guadagnare tempo per attuare tutte le possibili contromisure

  • Periodo pandemico
  • Fase 6

    È la fase pandemica, caratterizzata da focolai su vasta scala in almeno un paese in una diversa regione dell’OMS. La pandemia è nel pieno del suo corso.

    Contromisure

    Minimizzare l’impatto della pandemia

  • Post picco

    I casi cominciano gradualmente a scendere al di sotto del picco nella maggior parte dei paesi. Non è sicuro che si verifichi nuove ondate. È necessario tuttavia prepararsi ad un’eventuale seconda ondata.

  • Post pandemia

  • L’attività influenzale torna ai livelli normali, tipici dell’influenza stagionale. È importante comunque mantenere la sorveglianza.

Le direttive del governo dunque (vedi lo sviluppo delle contromisure) riflettono quelle dell’OMS, dirigendo di fatto tutte le varie iniziative politiche del governo Conte. Nei fatti l’Italia è bloccata sia dall’interno con tutte le regioni, province e comuni anche senza contagio. E dall’esterno con il blocco delle frontiere da parte di vari stati ( Austria, Svizzera solo parzialmente aperta ai frontalieri) con ampio blocco delle linee aeree e marcate limitazioni all’uso dei treni. Il tutto in attesa che l’infezione passi prima o poi.

“State in casa” è il motto imperante del governo italiano e di tutti i politici e se proprio devi uscire lo fai con l’autocertificazione che contempla nel caso poche esclusioni: lavoro, salute, rientro dal lavoro e necessità varie come ad esempio fare la spesa. Soluzioni che nemmeno in tempo di guerra sono state mai applicate.

A fronte di questa situazione viene da pensare al personale sanitario di Codogno o di Cremona che a vederli fanno una tristezza infinita, distrutti nel fisico grazie a turni massacranti imposti dalla politica dei tagli alla sanità sopratutto degli ultimi 20 anni e distrutti nel morale per la risposta politica inadeguata, incapace, assente. Ci terrei davvero che il personale leggesse questo articolo e provasse ad applicare la soluzione suggerita sarebbe un gran bel pugno allo stomaco a chi ha distrutto la sanità italiana e ora la sfrutta per lucrarci sopra.

Bene a questo punto vediamo se è possibile risolvere questa delirante situazione che ci hanno così bene organizzato e somministrato, diciamo pure traendo ampia ispirazione da G. Orwell e il suo 1984 e da A. Huxley e Il mondo nuovo Ritorno al mondo.

Ecco a voi il testo della lettera che ho inviato a tutti i sindaci della ex zona rossa del Lodigiano e nel Bresciano.

Inviata in data 05 Marzo 2020

Buongiorno signor Sindaco/a

cercando di fare cosa utile per fronteggiare questa terribile epidemia virale le volevo suggerire una possibilità che forse potrà essere molto utile per la soluzione del problema nella sua comunità. Si tratta di una soluzione semplice ma definitiva per estirpare qualsiasi virus o batterio che produca una patologia che si propaghi attraverso i mezzi aerei, semplicemente attraverso l’uso di una macchina che produce Ozono O3 che ha il vantaggio ove sia installata di sterilizzare l’area (stanza). Pertanto anche in pazienti che hanno lievi sintomi e confinati nelle loro abitazioni l’uso di questa metodica consente di rendere l’aria respirata completamente priva di batteri e virus limitandone dunque la possibile estensione a parenti o altri. Ma trae giovamento anche chi ha contratto la patologia e la sviluppa in quanto l’O3 consente respirandolo insieme alla normale miscela dell’aria di andare a neutralizzare nelle vie aeree gli agenti patogeni responsabili.

Com’è noto per lo sviluppo di una patologia virale o batterica è fondamentale la carica (il numero di batteri o virus coinvolti). Se il numero è insufficiente la malattia infettiva non si sviluppa fatte salve quelle situazioni in cui il paziente è molto debilitato (defedato) e non ha le risposte immunitarie efficaci. Se la carica è bassa si può anche contrarre la patologia ma non svilupparla in quanto l’apparato immunitario e in grado di fronteggiarla. Parliamo ovviamente di persone sane e magari giovani.

Le macchine che producono ozono non sono care e acquistabili on line. Ovviamente parliamo di macchine che devono produrre una buona quantità di ozono ( da 5000 a 10000 mg/h) macchine poi riutilizzabili in altra sede qualora il paziente risulti guarito. Penso infatti che in una abitazione dove ci sia una persona infetta a qualsiasi livello della patologia ritenuta ancora confinabile in una normale abitazione una soluzione di questo tipo possa essere determinante per la guarigione dalla malattia e dunque per il confinamento e contenimento della stessa in modo adeguato e risolutivo, altrimenti dobbiamo solo contare sul nostro apparato immunitario che come abbiamo visto non sempre è in grado di fronteggiare e neutralizzare l’infezione.

Mi auguro di poterle essere stato utile.

Con i migliori auguri.

Ovviamente questo tipo di soluzione si presta solo ad una terapia inalatoria che prevede l’uso di una miscela aria con ozono ad una buona concentrazione. Ma non utile in pazienti con grave deficit respiratorio. L’ozono da solo inoltre non può essere assunto in quanto danneggia gli alveoli la parte più fine dei bronchi che consentono lo scambio di gas tra ossigeno e anidride carbonica.

Mentre la terapia con ozono per i pazienti con grave infezione da coronovirus deve essere trasfusionale dove il sangue nella sacca del paziente trasfuso, viene arricchito con una miscela di ossigeno e ozono che contrasta in modo efficace qualsiasi infezione virale o batterica. Insomma una soluzione possibile a questa terribile infezione anche ai livelli più elevati di infezione.

Vivere infine in un ambiente con uno sterilizzatore costante che impedisce lo sviluppo di virus e batteri grazie all’ozonizzatrice magari poste in ospedali e in luoghi di cura dove avere sempre un ambiente sterile in cui ospitare un paziente è l’auspicio migliore. Ma anche negli ambulatori dove la sterilizzazione la sanificazione continua e essenziale.

Inoltre porre queste macchine la dove si trovano aree chiuse come autobus, treni, aerei ma anche nelle proprie automobili e nei vari locali pubblici o privati consente di restituirci un mondo dove gli antibiotici sono solo un lontano ricordo e solo necessariamente utilizzabili in pazienti con un sistema immunitario molto compromesso.

Un mondo eticamente organizzato in cui l’uomo fa il bene e opera solo per il bene, sia per il proprio ma anche e sopratutto per il migliore e più gioioso futuro dell’umanità.

Concludendo vi dirò che sono un medico e che cerco nel mio piccolo di stimolare all’uso di nuove soluzioni al momento poco o per nulla utilizzate per debellare questa virosi politica.

Infine come ultima vorrei farvi riflettere sull’intera vicenda che stiamo vivendo riportandovi un tratto del Vangelo di Matteo (l’esattore).

Matteo 7,15-20

Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti cattivi. Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco. Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti.

Per chi voglia approfondire: http://www.ossigenoozono.it/IT/Home

Francesco Senes

Fonte: www.comedonchisciotte.org

13.03.2020

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