Aveva ragione Paolo Barnard: “HANNO VINTO!!!” – si sono presi le menti dei nostri figli

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Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Purtroppo c’è chi ci arriva prima e chi dopo un pò!!!! l’amico Paolo Barnard ci aveva messi in guardia per tempo, sul fatto che il vero potere era ed è, anni luce avanti a noi. Ci aveva avvertiti che senza una “task force”, ovvero una squadra di navy sealscomposta da una élite di super esperti e preparati in materia economica e finanziaria, non avremmo avuto alcuna possibilità di vincere contro chi ci comanda veramente.

Lo dico a quelli come me, che ancora lottano caratterizzati da una eterna forza della speranza che il bene vince sempre sul male, quelli cresciuti nella convinzione, che quando non c’era più niente da fare, la cavalleria sarebbe comparsa all’improvviso come nei migliori film americani. A quelli come me che tale forza e speranza gli viene automaticamente iniettata nelle vene dall’essere padre dei suoi splendidi figli e che il dovere e Dio li obbliga a dare loro un futuro migliore dell’attuale.

Ecco, oggi, questa mattina, da un episodio familiare banalissimo ho capito che il vero potere ha veramente vinto!!!!

I miei figli mi sottopongono il calcolo che vedete nella foto dell’articolo e mi chiedono il risultato. Rispondo di gettito ” fa 10″…. loro ridono e mi dicono: “ma tu babbo che sai tutto di economia, contabilità, finanza… come fai a sbagliare questo calcolo”….. “fa meno 80”, rispondono in coro.

A quel punto forte dell’ignoranza pragmatica di chi si è fatto da solo, chiedo spiegazioni ed il perché di tale risultato matematico. Mi rispondono: “è così… così ci hanno insegnato a scuola, le moltiplicazioni vengono prima”.

Chiedo loro la base scientifica e la logica dietro questa affermazione, mentre contemporaneamente mi chiedo, da ignorante e pragmatico, se tutto questo fosse vero. Interviene la mamma a conferma: “guarda che se non sanno queste cose, poi non passano gli esami”.

In un attimo, ripercorro a ritroso nella mia mente gli anni della scuola alla ricerca di tale insegnamento, niente il buio assoluto: “mai sentita questa roba!!!”. Basta, c’è qualcosa che non mi torna e chi mi conosce sa, che quando provo questo sentimento pur di raggiungere la verità sono in grado di spostare il mondo.

Scrivo immediatamente ad un amico fidato, matematico e statistico. Sottopongo a lui la questione, e mi conferma, a livello aritmetico, la bontà di quanto asserito  dai miei figli, con parole ed uno scambio di considerazioni che non lasciano spazio all’interpretazione, e che vi riporto qua sotto:

Aveva ragione Paolo Barnard: “HANNO VINTO!!!” – si sono presi le menti dei nostri figli

Aveva ragione Paolo Barnard: “HANNO VINTO!!!” – si sono presi le menti dei nostri figli

Ecco dove la mia mente voleva arrivare, nell’ignoranza della mia generazione di uomo che si è istruito da solo nella palestra della vita, ho avuto la certezza dal mio stimato amico, che oggi l’istruzione dei nostri figli è finalizzata ad apprendere cose che mai serviranno loro nella vita reale.

Da qui ad arrivare a chiedermi se anche questo facesse parte del datato piano che ci vuole condurre al Great Reset, il passo è stato brevissimo – come istantanea è stata la risposta che mi sono dato: “SI”.

Ma certo di cosa mi stupisco, proprio io che ogni giorno, da anni ho a che fare con laureati in economia che ancora non riescono a capire che al surplus di un soggetto deve corrispondere sempre il deficit di un altro. Ingegneri che invece di pensare a far stare in piedi i ponti, non dormono la notte pensando all’arrivo dell’inflazione come fosse il giudizio universale. Funzionari pubblici che non sanno come fare a far quadrare i conti dello Stato per non lasciare ai nostri figli l’onere di dover ripagare il debito pubblico. Gente che da venti anni si alza la mattina ed invece di bersi il cappuccino si bevono la balla colossale dello “spread”, credendo ancora che i tassi li decidano i mercati finanziari.

Insomma, se questa è la realtà dell’ignoranza in cui viviamo un motivo ci dovrà pur essere e certamente la scuola non può chiamarsi fuori da questa grave responsabilità.

Se vogliamo continuare a vivere in uno Stato democratico moderno, è bene ricordarsi che il tema dell’istruzione, rientra tra quei settori (vedi, sanità, giustizia, trasporti, militare, ecc.), che hanno l’assoluta necessità di essere gestiti in maniera irreprensibile. Proprio perché hanno un effetto diretto e determinante sulle nostre vite. Quindi, è estremamente necessario che tale gestione avvenga per mezzo di un soggetto pubblico il cui fine esula dal principale obbiettivo del profitto, che è caratteristica del settore privato. Ovvero, quand’unque tale attività fosse demandata ad un soggetto privato, questa dovrebbe essere assolutamente svolta all’interno di chiare direttive di matrice pubblica e sottoposta ad uno stretto controllo da parte di quest’ultima.

Ora, per tornare alla risposta che mi sono dato sopra, in merito al fatto, se anche il settore dell’istruzione fosse oggetto delle attenzioni di coloro che stanno esautorando gli Stati di ogni frammento di democrazia e rendendo ogni individuo un cittadino universale, privo di origini, di diversità di pensiero ed allineato al pastore come un gregge di pecore – beh, vi chiedo, vi pare plausibile che l’élite che ci comanda, abbia lasciato nelle nostre mani i cervelli dei nostri figli!!!!

Non sto qui certo a ripetervi la risposta, anche perché posso benissimo capire i brividi che stanno percorrendo lungo la schiena di chi sta leggendo il mio pensiero con ancora un pò di sale in zucca.

Tagli all’istruzione, incentivazione delle scuole private e la colonizzazione del pensiero attraverso i media ed i professori allineati, sono stati e sono gli strumenti con cui i poteri forti hanno colonizzato i cervelli della massa. Altrimenti non si spiegherebbe come, ancora dopo oltre venti anni dall’avvento dell’euro e la conseguente devastazione economica e sociale che ha portato, la gente tema come il lupo, l’uscita da questa gabbia.

Sì, il vero potere è anni luce avanti, sta preparando i nostri figli a seguire regole senza ragionare, senza farsi domande, anche di fronte alla realtà della illogicità di quello che devono rispettare. Insegnano loro che quello che conta è il risultato, ovvero il superamento dell’esame, non il formarsi per la vita che dovranno affrontare. “se fai cosi sei promosso, altrimenti sei bocciato”….. il “perché” non esiste, come non esiste il “a che cosa mi serve” – “e’ una regola…. punto, finito”. Abituano le loro menti a non domandare e domandarsi, a rispondere in modo automatico usando in modo surrettizio la caratteristica principale che la matematica ha in sé, ovvero l’assenza del passaggio sentimentale. Questo è pericolosissimo, perché abituare le nostre menti alla forza dei numeri, ci rende “killer”, qualora dovessimo occupare ruoli di potere e saremmo chiamati a decidere sulle vite degli altri, soprattutto quelle dei più deboli.

Potremmo fare migliaia di esempi nella storia e nel mondo e tanto per rimanere più vicini alle nostre memorie ed al nostro habitat, come non dimenticare il cinismo con cui Mario Monti ed Elsa Fornero, hanno imposto gli inutili e sbagliati provvedimenti “lacrime e sangue” al popolo italiano, provvedimenti che oggi sappiamo furono dettati loro dai poteri che avevano lo scopo di distruggere la domanda interna nel nostro paese, attraverso una scellerata politica di deflazione salariale. I risultati e la devastazione li abbiamo davanti ai nostri occhi.

Come non dimenticare l’altrettanto cinismo con cui il nostro premier attuale Mario Draghi, quando a capo della BCE, privo di ogni passaggio sentimentale, non esitò neanche un attimo a chiudere i rubinetti alle banche greche per salvare il sistema-euro, fregandosene completamente della decisione democratica uscita dal referendum e della conseguente (già allora, nota alle sue competenze in materia), distruzione economico sociale che poi sarebbe scaturita dalla sua decisione.

Ed infine, l’esempio più eclatante lo abbiamo con l’avvento della pandemia e la conseguente campagna di vaccinazione ed obbligo del green-pass, dove l’odio scaturito dalla totale mancanza di orientamento all’interno del labirinto di una informazione che privilegia l’interesse del potere, sta compromettendo i nostri quotidiani rapporti personali e sta conducendo interi paesi verso derive autoritarie estremamente pericolose, che se non verranno fermate in tempo, porteranno a conseguenze sicuramente peggiori rispetto a quelle che stiamo affrontando con il problema della pandemia.

I media ogni giorno ci mostrano le atrocità del regime dei talebani in Afghanistan, ma, noi non siamo in grado di renderci conto che, in tema di scuola ed istruzione, oggi nel mondo occidentale, siamo quanto di più vicino possa esserci alla strategia psicologica su cui il regime talebano basa la formazione delle sue reclute. Pensate agli attentatori che si lanciarono contro le torri gemelle, erano fieri e felici di farlo perché la loro formazione culturale e religiosa li aveva convinti, che sarebbero andati incontro alla folle promessa di Allah, di godersi il paradiso con 72 vergini.

Cosa possiamo fare noi genitori per fronteggiare tutto questo – e faccio ammenda per primo, perché pur essendo totalmente presente nella vita dei miei figli, mi rendo conto che in tema di istruzione ho lasciato troppo correre. Ho creduto fosse intelligente, istruttivo e formativo per la vita che dovranno affrontare, lasciarli liberi nella gestione del loro principale impegno che è la scuola –MI SBAGLIAVO!!!!

Per capire cosa fare noi genitori, dobbiamo capire cosa è il nostro nemico. Il “Vero Potere” si sa, è come il mercurio: ogni goccia di potere tende a riunirsi in una goccia di potere più grande. Quindi tende a centralizzarsi, diventando un leviatano immenso e inarrivabile dal quale il singolo uomo finisce per sentirsi più minacciato che protetto. E ha ragione. Perché il potere non risponde che a due uniche esigenze: mantenersi ed espandersi. A scapito di tutto e tutti coloro che trova sulla sua strada. Non protegge nessuno, nemmeno chi lo detiene. Infatti, se chi lo detiene diventa scomodo, il potere, come se avesse una forza propria, se lo scrolla di dosso e trova un nuovo detentore, capace di mantenere il potere già accumulato e magari anche di espanderlo. Quasi come fosse un’entità indipendente dall’umanità e che serve da copertura di quelle famiglie che lo detengono realmente attraverso i secoli.

Stando così la faccenda, è chiaro che il nemico di ogni grande potere sia il potere più piccolo, quel piccolo potere che non risponde ad un potere più grande, quel ribelle piccolo ragnetto che tesse la sua tela altrove rispetto ai grandi giochi delle grandi ragnatele. Questo potere “più piccolo” in qualche forma lo hanno tutti gli uomini: tutti hanno il potere di crescere dei figli con dei principi o degli altri, tutti il potere di scegliere un mestiere od un altro, tutti il potere di comprare un prodotto od un altro e così via. Questo al vero, grande, unico Potere Centrale (oppure ai poteri centrali, perché il fatto che ne esista uno solo è molto discutibile ad oggi), ovviamente, resta estremamente antipatico. E – siccome può farlo – prende delle contromisure.

Ovviamente esistono molti tentativi di ribellione e realtà alternative, ma niente che il Potere Centrale non riesca – quanto meno – a tenere a bada facendo in modo che tutto questo possa nuocergli, forse, ma mai essergli mortale. Invece un nemico ben più difficile da tenere a bada è l’indipendenza dell’educazione genitoriale, ad esempio.

Per questo se vogliamo cominciare a ricreare i presupposti e le contromisure per poter schiacciare la testa al “Vero Potere”, riconquistare la scuola, quindi, diventa oggi un atto coraggioso, doveroso e vantaggioso per difendersi da un potere immenso e crescente che non fa comodo a nessuno, neppure a chi lo detiene, ma che nessuno ha il coraggio di disinnescare per paura di perdere quei pochi vantaggi che gli derivano dallo status quo, dalle cose come stanno ora. Come un coniglio che sta per essere schiacciato da un treno in corsa ma non si leva dalle rotaie perché lì si è incastrata la sua carota.

La scuola, però, non va solo riconquistata ma anche trasformata. Esistono meravigliosi esempi di scuole in cui si impara quello che serve. La nostra no, ha ancora i programmi ministeriali che servono a renderla il principale sistema di controllo ed omologazione del paese.

Pensate ai licei, che ancora oggi insegnano cose inutili ai più (latino, greco e chi più ne ha più ne metta) che sono materie interessantissime ma ormai diventate l’emblema di una cultura che si presenta come inutile. Di fronte al vanto dell’inutilità viene facilmente tagliata dai finanziamenti statali perché quando i politici vanno a dire alla gente “questa cultura è inutile” la cultura non solo non si difende e non cerca di dimostrare il contrario ma strombazza ai quattro venti la sua inutilità come se fosse una medaglia. Il greco e il latino aprono la mente perché sono lingue complesse? Bene. L’ungherese è la seconda lingua più difficile al mondo. Vogliamo studiarlo? No? Lo parla troppa poca gente e non serve a niente? Va bene, allora studiamo il cinese e l’arabo che sono due lingue difficilissime e fra le più parlate del mondo. Almeno i ragazzi che le studiano capiranno perché fanno tutta quella fatica, capiranno a cosa serve loro, e anche i cittadini saranno più battaglieri nel difendere qualcosa che è palesemente e potentemente utile.

Chi fa l’errore di pensare che la scuola non debba essere utile, cade nella trappola di uno dei sistemi più subdoli del Potere Centrale: la ridefinizione identitaria dell’avversario. Siccome il Potere Centrale ha molti messi e molti media non si preoccupa solo di formare chi lavora per lui ma cerca di formare anche chi lotterà contro di lui, e spesso ci riesce, dandogli una mentalità fatta apposta per fargli perdere ogni battaglia intrapresa.

Allora, se avete seguito il ragionamento, le scuole devono tornare ad essere utili. Altrimenti diventano indifendibili e territorio del Vero Potere. E poche cose come le scuole ad oggi hanno l’assoluto bisogno di essere difese. Come centro di preparazione, apprendimento, ed auto-educazione. Perché l’informazione può venire dall’esterno, ma l’educazione deve sempre venire da dentro: è infatti ogni singolo individuo che deve essere lasciato libero di scegliere, una volta informato a fondo su com’è fatto il mondo, che persona vorrà scegliere di diventare.

Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

12.09.2021

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