Oggi in Israele è stato legalizzato a tutti gli effetti il sistema green pass. Il Comitato per la Costituzione, la Legge e la Giustizia ha approvato una legge che entrerà in vigore dal primo febbraio, e che il Jerusalem Post presenta come la svolta che ristabilirà il controllo parlamentare delle decisioni prese in stato di emergenza. La legge, che deve ancora essere discussa dallo Knesset Plenum – massima autorità del parlamento monocamerale israeliano – prevede una distinzione dell’attività parlamentare tra le “ondate attive” e gli intervalli tra esse. L’intervallo è ribattezzato “situazione sanitaria speciale” in cui si ripristina il controllo parlamentare sull’attività del governo, con l’approvazione camerale delle misure governative e un tempo per il dibattito di almeno cinque giorni. Fin qui, tutto bene, anche se ci sembra esagerato parlare di “cancellazione” del green pass in Israele come fanno loro.
Ma cosa accade invece durante le ondate, dove si prevede il ritorno allo “stato di emergenza”? Una sola parola: dittatura legalizzata.
Durante lo stato di emergenza, i regolamenti possono entrare in vigore senza la previa approvazione del comitato, che può essere data a posteriori. Il periodo di tempo concesso alla commissione per discutere i regolamenti prima di approvarli o respingerli sarà aumentato da 24 a 48 ore.
Per la prima volta dall’introduzione del sistema del Green Pass lo scorso febbraio, i suoi regolamenti saranno ora sanciti per legge, tenendo i luoghi pubblici, i luoghi di lavoro, gli eventi privati, le istituzioni educative e altri soggetti legalmente responsabili di seguirli correttamente.
La legittimazione del Green Pass regolerà anche la discrezione del governo su di esso e limiterà la sua applicazione ai luoghi che vendono o forniscono prodotti e servizi essenziali. (Jerusalem Post)
Il primo, concreto passo verso l’istituzionalizzazione della tessera verde, che sancisce l’acquisizione dei dati da parte dello stato come procedura istituzionale. Cosa non nuova in Israele, che dal punto di vista della digitalizzazione del Sistema Sanitario e del tracciamento e archiviazione dei dati sanitari in un archivio controllato dal governo, è già il paese più avanzato al mondo, fiore all’occhiello di Pfizer e McKinsey.
Da dove hanno tratto la notizia della cancellazione del pass in Israele i giornali italiani? Al solito Post, che in un editoriale molto curioso afferma nel titolo “In piena Omicron, Israele deve andare oltre il Green Pass”, e poi nel corpo dell’articolo profonde elogi sulla sua efficacia e su come sia divenuto normale per i cittadini utilizzarlo. Andare oltre il pass vuol dire “incoraggiare la vaccinazione nei bambini dai 5 anni in su” e “creare ambienti quanto più sani possibile”.
Israele è la prova di come gli “allentamenti” sono una psy-op, una vera e propria strategia bellica nel contesto dell’instaurazione della dittatura sanitaria con la quale si è spalancata la porta all’aggressione del corpo umano e sua conversione in flussi di dati, cibo primario del capitalismo della sorveglianza, premessa necessaria per l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. L’ingegneria sociale dei media di regime, infatti, ci presenta questa legge come cancellazione delle restrizioni, allineando un’altra tessera al contesto di generale “allentamento” dei regimi che stanno cercando di far passare anche in Italia, che con Israele è uno dei paesi più colpiti dall’operazione Covid. Fuga in avanti, balzo indietro, più restrizioni, via le restrizioni, è un gioco al massacro psicologico che ha lo scopo di fiacchire e disorientare la resistenza. Difatti chiamano in causa la variante Omicron con un chiaro messaggio: il vaccino non funziona, è troppo potente, ‘avvisando’ indirettamente la popolazione per altri richiami vaccinali.
Da questa storia emerge chiaramente quanto i media siano una vera e propria arma nelle mani del nemico, e che non verificare una notizia vuol dire essere agiti dalla sua propaganda.
MDM 24/01/2022
Fonti https://www.jpost.com/health-and-wellness/coronavirus/article-694378