MONETA FIAT, la verità

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DI mincuo
Comedonchisciotte

Premetto che è un post il più condensato possibile, altrimenti non legge nessuno. Perciò è ovviamente incompleto, ma spero sia sufficiente e abbastanza chiaro soprattutto.

Sulla fiat-money, moneta fiat o non fiat, cioè commodity-money, moneta-merce (N.B. per chi non è esperto fiat = autorità, cioè moneta che deriva il suo valore essenzialmente da un’autorità, e dalla fiducia della gente, quindi un valore fiduciario, non determinato cioè dal valore intrinseco di un materiale, oro, argento ecc..) è stata sparsa tanta confusione per decenni. Non basta neanche dire che bisognerebbe studiare, perché molte cose che hanno sempre circolato e sono state regolarmente insegnate sono false, o per meglio dire interessatamente false.

A questo si aggiunge anche il fatto che gli economisti in generale, salvo rarissime eccezioni, sono degli ignoranti completi sulla storia della moneta, e quindi sul suo significato, dato che la conoscenza della storia della moneta non è solo una curiosità, ma è basilare per capirne l’essenza.

E questo non lo dico io ma ve lo dice la massima autorità di tutti i tempi in fatto di storia della moneta e cioè Alexander del Mar, che scrisse:

“As a rule political economists do not take the trouble to study the history of money; it is much easier to imagine it and to deduce the principles of this imaginary knowledge.” e cioè:

“Come regola gli economisti non si preoccupano di studiare la storia della moneta, è molto più facile per loro immaginarla e dedurne i principi da questa conoscenza immaginaria”.

E’ perfettamente valida ancora oggi questa frase scritta 100 anni fa, ma è un po’ ingenerosa nei loro confronti.

Non è infatti nemmeno colpa loro perché si formano su percorsi che escludono regolarmente uno studio approfondito e in sua vece danno i soliti “concetti” e cioè opinioni e affermazioni o riassuntini già pronti, che non sono altro che indottrinamento, e però uno studente non ha mai motivo di dubitare, ha fiducia nell’onestà e nella buona fede di chi amministra la cultura. Quindi assorbe le affermazioni e le dà per scontate, e se non è per caso o per interesse personale poi non ci torna più, quindi per lui quelle affermazioni restano un principio e una verità consolidata.

E su quella verità poi si determinano successivamente anche le sue riflessioni, le sue deduzioni e i suoi lavori.

Questo, più o meno, avviene pressoché in tutti i campi, non solo in economia.

Le monete in realtà sono sempre state essenzialmente fiat, (e l’emissione di tutte sotto controllo dei Governi fino al 1700), e cioè erano essenzialmente fiat anche prima delle banconote, ed era proprio la loro natura fiat quella che in realtà conferiva buona parte del valore all’oro, per altro sempre tesaurizzato, e non viceversa come è comune pensare, e inoltre i sistemi erano poi basati di fatto su rame, bronzo e ottone in realtà, come l’Oricalco Romano del Sesterzio (una lega pressapoco identica al Nordic Gold dei 50 cent di EUR odierni), con un valore intrinseco bassissimo. (N.B. oggi i 50 cent hanno circa 8 10 cent di valore intrinseco, cioè il valore del metallo più la lavorazione) o le stesse monete d’argento (il denario Romano ad esempio) che erano coniate progressivamente con titolo sempre più basso, anche sotto il 50%.

Quindi l’essenza fiat della moneta era quella determinante, e solo quando perdeva fiducia tutto il sistema (fu l’Antoniniano a sostituire il Denario, partendo da un titolo migliore) per guerre e sconvolgimenti politici si ripartiva da un miglior contenuto intrinseco, ma proprio per la perdita di parte della fiducia nell’autorità.

Io stesso quando ero chiamato anni fa a tenere brevi lezioni a tesorieri, money manager o asset manager, cambisti ecc… per semplicità propinavo invece la storia “classica”, semplicistica, delle monete, per ragioni didattiche e di tempo, separando cioè fittiziamente i due momenti, moneta-merce e moneta-fiat, ma sapevo di dire il falso, perchè di fatto erano fiat da sempre le monete e cioè da millenni, fin dai tempi dei Babilonesi, e successivamente il concetto stesso fu ben teorizzato e precisato a partire dai tempi della riforma monetaria di Solone in Grecia, del 599 A.C., riforma che fu poi presa a modello e fondamento dalla Repubblica Romana per il suo sistema monetario.

E così era anche il sistema Spartano, molto efficiente, instaurato da Licurgo (circa nel 750 A.C. e fino al 450 A.C.).

Se uno deve studiare la storia della moneta, che non è solo una curiosità ma è essenziale per capirne il significato, deve cominciare a prendersi i testi fondamentali, e principalmente quelli appunto di Alexander del Mar, che come importanza sta alla storia della moneta come Mozart sta alla storia della musica classica.

Poi quelli di Zarlenga, in particolare relativamente al concetto di usura, che non è quello comunemente inteso, o di Van den Mierop, o Kroos, o Shaw, o Rogoff ecc..

La commodity-money è essenzialmente una favola.

Già Aristotele, nell’Etica, diceva: “la moneta esiste non per natura, ma per legge”.

Questa nozione fu alla base per secoli, e fu anche la base della stabilità che si ebbe per secoli e da questa nozione deriva il fondamento cardine e cioè che l’emissione deve essere esclusivamente in mano allo Stato, e non ai privati.

La non comprensione (sincera o interessata) della moneta si deve ad Adam Smith e a Jeremy Bentham, i cui argomenti sono basati sulla fallace nozione di moneta-merce, che poi ha portato tutta una serie di altri soggetti (banche private specialmente) a sponsorizzare questa tesi balorda e negata da tutta l’evidenza storica, e a occultare quella che era la cultura secolare ed anche quella corrente, man mano censurata e oscurata.

Dalla nozione di moneta-merce deriva essenzialmente poi quella di moneta posseduta ed emessa privatamente, come è quella emessa oggi.

Il privilegio di emettere moneta e di controllarne l’offerta è immenso, non c’è potere paragonabile a quello, e la concentrazione di ricchezza che ne deriva può far comprendere come quei privati che ne godettero, scippando man mano agli Stati e ai Governi la prerogativa di emetterla, siano di fatto divenuti i padroni e i decisori reali delle politiche nei vari Paesi.

Chi poi tentò di contrastare questo dominio, e di avviare un sistema differente, fu sempre demonizzato e attaccato e fece sempre una brutta fine, e l’ultimo in ordine di tempo è stato Gheddafi, senza con questo voler dare giudizi su di lui, ma solo sottolineando quel particolare aspetto, (Gheddafi stava promuovendo e organizzando un sistema monetario pan-Africano, sganciato dal dollaro) che fu almeno una parte delle ragioni che spinsero alla guerra.

Boom-boost (bolle e scoppi) e shock continui, cioè frequenti, non rari, erano sconosciuti prima del monopolio privato della creazione monetaria. C’erano, ma non frequenti, e non in tempi normali, cioè di relativa pace.

Diventano frequenti dopo la nascita della Banca di Inghilterra, privata e legata a un sistema di banche private, che fu creata nel 1694. Uno schema questo ripetuto poi successivamente altrove, in forma più o meno palese, e quindi in sostanza aumentano parallelamente al trasferimento del potere di emissione e controllo della moneta dallo Stato ai privati.

Questa volatilità, cioè questo incremento forte di frequenza di boom-bust lo dimostrano bene Reinhardt e Rogoff in un loro studio piuttosto famoso.

Tanto è stato l’interesse dei privati ad affermare e imporre una dottrina, che perfino Alexander del Mar, che è stato appunto la massima autorità in questo campo, ed è del 1900

http://en.wikipedia.org/wiki/Alexander_del_Mar è stato fatto scomparire dai libri e dai percorsi Universitari per 100 anni, anche se un’elite ristretta di specialisti lo conosce perfettamente. (Robert Mundell, Nobel dell’economia, solo nel 2004 sollevò il caso dell’ostracismo accademico a Del Mar http://www.the-american-interest.com/article.cfm?piece=1112)

E questo interesse a far scomparire lui come altri, o a non pubblicizzarli, deriva anche dal fatto che Del Mar disse chiaramente che non importava nulla quale regime politico poi fosse in vigore, se un sistema di banche private direttamente o indirettamente avesse controllato la moneta, perchè in ogni caso si sarebbe potuto avere solo oligarchie. (N.B. Si noti che la GosBank, la Banca Centrale Sovietica fu privatizzata nel 1937, e uno degli artefici fu Averell Harriman prima e Armand Hammer poi, due Americani, il secondo dei quali fu poi anche Consigliere della Banca Centrale Sovietica) http://www.dtic.mil/cgi-bin/GetTRDoc?AD=ADA334631

Di fatto la maggior fonte delle fluttuazioni dei cicli economici sta nell’aumento e nella contrazione (specie se repentini) dei crediti bancari (che sono la vera creazione della moneta) i quali non sono necessariamente guidati dai fondamentali dell’economia reale, altra credenza popolare e pure di una larga fetta di economisti, ma sono essi stessi che cambiano quei fondamentali.

I crediti sono la creazione della moneta odierna, e sono appannaggio del sistema privato di banche, non della Banca Centrale che ha un ruolo nella creazione di moneta infimo, ed oggi ha un ruolo più evidente ma solo in relazione e connesso al salvataggio del sistema bancario, in pratica gonfiando a dismisura i propri bilanci, cosa che non esisteva fino alla crisi del 2008.

Non esiste nessuna “riserva frazionaria totale” o “riserva frazionaria parziale” cioè non c’è alcun rapporto tra moneta e depositi, queste sono solo sciocchezze spacciate e ripetute, anche da presunti esperti e perfino da economisti.

In realtà chiunque conosca come avviene la creazione di moneta sa che non c’è alcun legame. I depositi sono creati dalla banca stessa ex nihilo all’atto stesso dei loans (crediti) concessi e non modificano di norma le riserve esistenti.

Su questo si può andare a vedere tutta la letteratura specifica ma in particolare anche gli stessi statements ufficiali delle Banche Centrali e delle primarie Banche, o i loro studi specifici, ad esempio quelli della Banca di Inghilterra, vedi quello del 2007 di Berry, capo del Monetary Analysis Division of the Bank of England, oppure di Keister and McAndrews (2009), staff economists alla Federal Reserve Bank of New York, eccetera.

Ciò che determina la quantità di moneta è la domanda di credito delle imprese, la politica di concessione di credito delle banche, il livello dei tassi reali, e in misura minore lo spread tra tassi attivi e passivi e alcune valutazioni di trade-off. Le Banche Centrali non hanno controllo sulla quantità di moneta se non indirettamente attraverso i tassi primari, ma le Banche Centrali vanno piuttosto pensate come un unicum con le banche commerciali, non come un mondo a parte.

Quindi quando sentite qualcuno che ripete la storia della “riserva frazionaria”, riguardo alla creazione odierna di moneta, lasciate perdere, è un buon consiglio.

Occupate piuttosto quel tempo per leggere qualcosa di qualificato.

Amen.

Post Scriptum.

Un’ultima cosa, leggermente fuori tema ma non troppo.

La Sovranità, che viene sempre citata.

Non esiste nessuna sovranità se non hai una valuta tua, che regola le condizioni dei tuoi terms of trade, e devi invece adeguarti (obbedire) al valore di una moneta Europea che ha i suoi terms of trade, funzione dell’Europa e in particolare di alcuni suoi Paesi leader.

E’ un non sense, che significa?

E non esiste nessuna sovranità se non hai il controllo della politica monetaria, cioè dei tassi di interesse, e devi adeguarti (obbedire) ai tassi Europei che non sono in funzione della tua economia, ma di quella dell’Europa cioè della sua economia e in particolare di quella di alcuni suoi Paesi leader.

E’ un non sense, che significa?

La parola sovranità non è senza un contenuto, quindi chi parla di sovranità ma stando nell’EUR dice una cosa senza senso. L’EUR è stato creato apposta per togliere la sovranità alle Nazioni.

L’Italia aveva già storicamente un deficit di sovranità, essendo che dei poteri essenziali che competono a uno Stato sovrano, e cioè fare le leggi, imporre le tasse, battere moneta e occuparsi della difesa dei cittadini, quest’ultimo non l’ha mai avuto in pieno, avendo perso la guerra, ma gli altri li aveva.

Ora forse non è chiarissimo a tutti ma non ne ha più nessuno.

mincuo
14.09.2012

Nota: L’articolo è stato ripreso dal forum, dove è già presente con numerosi commenti.

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