Unipolarismo vs Multipolarismo: résumé dagli albori al III Millennio

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Di Alessandro Fanetti per ComeDonChisciotte.org

Il MONDO UNIPOLARE sorto convenzionalmente dopo la dissoluzione dell’URSS (ma già dopo la Caduta del Muro di Berlino la situazione BIPOLARE era più che compromessa) ha vissuto il suo periodo “d’oro” fino ai primi anni del III Millennio. Periodo d’oro nel quale la Superpotenza USA non aveva reali rivali sul campo:

Unipolarismo vs Multipolarismo: résumé dagli albori al III Millennio

  • L’America Latina e i Caraibi non erano in grado di rappresentare un vero pericolo per gli interessi statunitensi. Il “cortile di casa” USA non aveva dato forti, unitari e vincenti segni di vita “alternativa” rispetto al c.d. Washington Consensus, ad esclusione di pochi e isolati casi come quello cubano. Ma L’Avana doveva pensare a come sopravvivere alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, stava attraversando un momento drammatico della propria “esistenza rivoluzionaria” e il c.d. “Perìodo Especial” non lasciava spazio a “giochi geopolitici” del Governo dell’isola caraibica.
  • Il Presidente El’cin stava traghettando la Russia verso liberalizzazioni e privatizzazioni senza limiti, in un’ottica di trasformazione senza precedenti del Paese e della sua società. In questo contesto, l’impegno geopolitico venne derubricato ad affare di seconda importanza, sostanzialmente abbandonando l’ “Estero lontano” e “snobbando” anche l’ “Estero vicino”. Salvo rare eccezioni come il lavoro del già Ministro degli Esteri e Primo Ministro Primakov.

 

La dimostrazione lampante della debolezza russa in politica estera fu l’inizio dell’allargamento della NATO verso Est senza sostanziali opposizioni (1999).

 

  • La Cina degli anni ’90 del ‘900 stava proseguendo nelle riforme architettate da Deng Xiaoping e stava subendo trasformazioni interne epocali, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
  • L’Africa divisa e, almeno in parte, sotto il giogo neocoloniale, non era in grado di rappresentare una reale alternativa geopolitica continentale e/o globale unita e indipendente.
  • L’Oceania, con l’Australia tradizionalmente vicina alle Potenze anglosassoni principali (USA e UK), non ha mai rappresentato una forza capace di giocare un ruolo globale alternativo sovrano e unitario.
  • Le altre Potenze regionali, talvolta con aspirazioni globali (a partire da India e Turchia), non avevano la forza e la capacità per ergersi a promotori di una visione globale alternativa e significativamente influente nel panorama globale.

 

Questa situazione di sostanziale “dominio geopolitico” USA venne sfruttata in vari modi da Washington, in particolare rafforzando ancora di più il ruolo del Dollaro sui mercati globali, intervenendo ove lo riteneva necessario anche militarmente (Prima Guerra del Golfo, Jugoslavia) e, in generale, rafforzando la sua influenza sull’intero globo.

Una situazione che cominciò però a “scricchiolare” quando Potenze regionali e/o globali, insieme ad una parte significativa della loro popolazione (e delle loro élite), iniziarono a “mettersi di traverso” in maniera decisa e più unitaria a tale sostanziale dominio incontrastato di Washington.

Già dall’elezione di Hugo Chávez in Venezuela del 1998 – ’99 s’iniziò a comprendere che il “Nuovo Secolo Americano” non sarebbe stato costruito con semplicità. Il mondo iniziò ad entrare in un’epoca turbolenta che il III Millennio ha sprigionato con tutta la sua forza.

Dal mondo unipolare sostanzialmente incontrastato si entra dunque nello scontro “titanico” UNIPOLARISMO VS MULTIPOLARISMO.

 

Uno scontro che vede fronteggiarsi due visioni del mondo completamente diverse, due entità “materiali e spirituali” in netta contrapposizione e, in definitiva, due proposte incompatibili.

Due proposte che vedono da un lato l’Occidente politico (con la NATO come Alleanza Militare di riferimento) e dall’altro tutta una serie di popoli e Paesi che hanno in Organizzazioni regionali come i BRICS+ e la SCO le loro “Punte di diamante”.

 

Uno scontro preparato con cura e sviluppatosi a tappe, con il 2003 e il 2007 come chiavi di volta:

 

  • 2003: Invasione dell’Iraq da parte di una coalizione di Paesi guidati dagli USA. Anni dopo, Putin dirà che quell’azione lo portò ad iniziare a diffidare decisamente degli Stati Uniti e a lavorare per progetti alternativi concreti al consesso internazionale liberale. Dopo un anno, dunque, sostanziale abbandono di quello “Spirito di Pratica di Mare” tanto caldeggiato e voluto dall’allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi.
  • 2007: Discorso di Vladimir Putin alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. In esso, il Presidente russo accusò l’Occidente di voler imporre i propri standard e la propria visione (e interessi) al mondo intero, facendo presente che la Russia non ci stava e si sarebbe opposta in qualsiasi modo.

 

Uno scontro che si sta sviluppando sempre più decisamente:

 

  • La Turchia si sta ritagliando un ruolo da protagonista nel panorama geopolitico regionale (e, in parte, globale), facendo parte della NATO ma dialogando con la Russia e “flirtando” con le Organizzazioni alternative all’Occidente liberale come la SCO e i BRICS+.
  • L’India mantiene un equilibrio significativo, ad esempio comprando ingenti quantità di materie prime dalla Russia (nonostante l’embargo occidentale) ma dialogando con Washington e facendo parte, ad esempio, del QUAD (Alleanza Strategica di Sicurezza fra Australia, Giappone, India e Stati Uniti).
  • La Russia è l’avanguardia “anti – occidentale”, essendo protagonista dalla proposta multipolare grazie al filosofo Aleksandr Dugin ed essendo protagonista nello scontro con Kiev (e con l’Occidente politico in generale).
  • La Cina ha visto deteriorarsi i rapporti con l’Occidente, principalmente con l’avvento al potere del Presidente Xi Jinping e la sua visione globale. Proposte come la “Belt and Road Initiative” hanno allarmato Washington e lo scontro su Taiwan non mostra segnali distensivi nemmeno per il medio – lungo periodo.
  • L’America Latina e i Caraibi sono divenuti un “cortile di casa complicato” per gli USA, sia per la sempre più massiccia presenza di Russia e Cina nell’area (ma anche dell’Iran), sia per la presenza di Governi apertamente “anti – Washington”. Venezuela, Nicaragua e Cuba fanno parte dell’ “asse del male” per Washington ma molti altri Paesi si pongono negativamente o neutralmente nei confronti degli USA. A tal proposito, la nascita di Organizzazioni Regionali mai viste prima come ALBA – TCP (Unione dei Paesi Socialisti della Regione) e CELAC (Unione di tutti i Paesi del Continente, ad eccezione di due: Stati Uniti e Canada) fanno comprendere bene i movimenti in atto.
  • A proposito di Iran, questo è un Paese che si sta ritagliando un ruolo da protagonista nelle dinamiche regionali (e, in parte, globali), rafforzato dall’accordo con l’Arabia Saudita del Marzo 2023 e della vicinanza con Mosca.

 

In conclusione, dunque, è possibile affermare che lo scontro UNIPOLARISMO VS MULTIPOLARISMO è il grande protagonista del III Millennio.

Unipolarismo vs Multipolarismo: résumé dagli albori al III Millennio

Uno scontro geopolitico che vede contrapposti l’Occidente politico, sostanzialmente uscito vincitore dalla fine del BIPOLARISMO USA – URSS, e una parte di Paesi che aspirano ad una propria via allo sviluppo.

Parte di Paesi che ha nella Russia e nella Cina i principali “alleati”, in quanto da considerare come i competitors n°1 di Washington e della NATO.

 

Di Alessandro Fanetti per ComeDonChisciotte.org

27/07/2023

Alessandro Fanetti, studioso di geopolitica e relazioni internazionali, autore del libro Russia: alla ricerca della Potenza perduta (Edizioni Eiffel, 2021).

A cura del gruppo CDC Geopolitica.

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