Un Ministro del MEF sordo e l’altro muto: sono un italiano e un tedesco!

Ai margini di un EcoFin Giancarlo Giorgetti nostro Ministro del MEF ed il suo omologo tedesco si leccano le profonde ferite derivanti da debito ed interessi per chi non è più proprietario della propria moneta. Quello che ne esce fuori è la solita accettazione passiva dei noti dogmi neoliberisti che hanno portato i popoli della UE alle soglie del Terzo Mondo.

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

 

«Caro Lindner, ti lamenti dei miliardi di interessi da pagare, e io cosa dovrei dire?»

Questa frase fa parte del siparietto che il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha inscenato a margine dell’ultimo EcoFin con il titolare del Tesoro di Berlino e fedelmente riportata dal numero due della Lega, nel suo intervento di pochi giorni fa al Forum Internazionale del Turismo, dove ha ribadito l’amara realtà al suo uditorio: «Quando si dice non bisogna fare deficit, non bisogna fare debito. No, non bisogna far debito», ha ribadito sottolineando che «se quelli di prima hanno sbagliato, non dobbiamo sbagliare noi».

Non solo, continua Giorgetti nel riportare il dialogo con Lindner, di cui si dichiara abbastanza amico: «”sono molto preoccupato per l’aumento dei tassi, l’anno prossimo pagherò 40 miliardi di interesse” (afferma il Ministro tedesco, ndr). E io gli ho risposto: Io che ne pago 90 cosa dovrei dire?». «La differenza sono 50 miliardi ed è quello di cui ogni anno il Ministro delle Finanze italiano – oggi sono io domani un altro – deve farsi carico, sottraendolo ai contribuenti» [1]

Poi rivolgendosi ancora alla sua platea, Giorgetti aggiunge: i buoni giudizi delle agenzie di rating? «Abbiamo fatto le cose giuste, è andata bene, ma prima c’è stata un’altra agenzia di rating molto più importante: i risparmiatori italiani che hanno sottoscritto in massa i Btp».

Per chi conosce la materia è veramente disarmante, sembra di assistere ad un dialogo tra un muto ed un sordo, attraverso un vetro insonorizzato dove ascolti le oscenità che vengono affermate e non puoi far niente per intervenire e dire basta a questa continua opera di legalizzazione della frode – che i nostri politici continuano a sostenere in totale tradimento dei principi democratici sanciti costituzionalmente e nei confronti dei loro popoli – riguardo a temi oggettivi come il debito pubblico, il deficit e il reddito da interessi che gli Stati forniscono a chi ha risparmio.

Credetemi è veramente un incubo per chi ha la “sfortuna” di sapere e rendersene conto!

Il debito pubblico, ovvero la somma dei deficit annuali che ogni stato consegue, non sono soldi che qualcuno presta allo Stato per una reale necessità finanziaria di quest’ultimo, come ci viene fatto credere. Ma la decisione che un governo prende di farsi prestare dal settore privato gli stessi soldi che lui stesso ha fornito loro in precedenza, è solo e soltanto una scelta politica (in questo caso di politica fiscale), ossia di concedere un reddito a chi ha risparmio in proporzione del risparmio che possiede.

Una scelta di politica fiscale esattamente equiparabile a qualsiasi altra misura di spesa che il governo mette in atto…a partire dal tanto discusso Superbonus per finire alle pensioni e gli stipendi pubblici (parlamentari compresi), tanto per rendere l’idea.

Il risparmio detenuto dal settore privato che per scelta politica ripeto, un governo decide di farsi prestare, non è piovuto dal cielo nelle tasche dei rentier o del mondo finanziario che lo detengono, ma, come già detto, proviene tutto e sottolineo tutto dal deficit del governo italiano in prima battuta o da deficit conseguiti da governi di altri Paesi.

Non esiste alternativa a questa realtà, che non sia quella di stamparsi i soldi in cantina!

Del resto se la moneta è per legge e per sua natura un monopolio di Stato, per pura logica e leggi della fisica, non può affluire nei nostri conti o nelle nostre tasche prima che quest’ultimo la spenda!

Compreso questo assunto prettamente contabile, vi chiedo: hanno senso le lamentele di Giorgetti e Lindner sul fatto che aumentare il debito costringe gli Stati a pagare più interessi, obbligandoli quindi a tagliare servizi ed investimenti per i cittadini e la nazione?

Anche il più svagato e meno attento alunno di terza elementare comprenderebbe la non logicità di quello che i due Ministri dell’Economia ci stanno dicendo. E quello che sorprende è che nessun giornalista, ne chi ascolta, faccia notare la abnorme e palese incongruità delle loro parole.

Definire Debito Pubblico i titoli di Stato detenuti dal settore privato e non per esempio i soldi che ognuno di noi ha sul conto corrente non ha alcun senso, dal momento che a livello tecnico trattasi dei medesimi soldi che si spostano da un conto ad un altro all’interno della stessa Banca Centrale.

Tanto per essere ancora più chiari, i 2.800 miliardi circa che rappresentano contabilmente il Debito Pubblico italiano, corrispondono esattamente al centesimo al risparmio netto del settore privato. Quello stesso risparmio che lo Stato, come già detto, ha fornito per mezzo della spesa pubblica e sul quale a chi lo possiede, decide poi di fornire un reddito da interessi nel momento che consente di acquistare i propri titoli del Debito Pubblico. Un interesse nella misura che decide direttamente la Banca Centrale, quando stabilisce il tasso.

Quindi, di cosa si lamentano Lindner e Giorgetti?!

La decisione di pagare interessi è presa dai governi all’interno della funzione esclusiva di politica fiscale a loro demandata e la misura di quanto pagare lo decide la BCE, unico titolare della gestione della politica monetaria con la quale appunto decide il tasso. In pratica si lamentano per decisioni che loro stessi, in quanto rappresentanti delle istituzioni, prendono…siamo veramente oltre la follia più satanica!

Ed il fatto che i due organismi (Governo e Banca Centrale), vengano presentati come indipendenti, fa parte sempre della sceneggiatura volta a far accettare la frode. Indipendenti da chi? verrebbe da chiedergli!

Può essere indipendente un organismo che crea denaro dal nulla!? ovvero lo strumento più prezioso e indispensabile che muove tutti i sistemi economici del pianeta!?

Certo, già sento le loro pronte risposte alle quali fanno eco quelle dei soliti giornalisti ed economisti mainstream, fervidi sostenitori del Sistema: ci sono le regole di bilancio (il famoso Patto di Stabilità), la BCE non può finanziare direttamente gli Stati, dobbiamo rendere conto ai mercati che comprano i nostri titoli, e così via…Insomma tutte le solite balle che servono solo a tenere in piedi la struttura di questa unione monetaria rappresentata dall’Eurozona e renderla accettabile alle masse.

Ma questa struttura così come dimostrato, costruita sulla frode dottrinale, solo per trasferire ricchezza dal basso verso l’alto, è piovuta anch’essa dal cielo? oppure è frutto di un disegno ben architettato e messo in atto attraverso una volontà politica, carissimi Giorgetti e Lindner?

Beh…a domanda retorica, il rispetto che si deve all’intelligenza, ci obbliga a non rispondere!

L’ottimo giudizio delle agenzie di rating, il gradimento degli italiani verso i Btp ed il resto delle affermazioni di Giorgetti, anch’esse fanno parte delle solite novelle che servono poi a rendere plausibile agli ignari, l’inimmaginabile.

Dal momento che i tassi li decidono le Banche Centrali e se pagare o meno interessi viene deciso dai governi, ditemi voi a cosa servono le pagelle delle agenzie di rating?! tra l’altro società quest’ultime che fanno capo direttamente ai medesimi colossi diavoli della finanza, i quali poi sono coloro che direttamente hanno progettato e sostengono la struttura fraudolenta appena descritta.

Riguardo agli italiani così innamorati dei Btp a detta del ministro Giorgetti (“hanno sottoscritto in massa), beh…la “massa” di cui stiamo parlando è circa il 10% dei cittadini che evidentemente dispongono di risparmio da investire. Ma, visto che non smettono di ricordarci di quanto siamo fortunati di vivere in una democrazia – se il principio della maggioranza vale – un Ministro dovrebbe anche buttare l’occhio sul restante 90% dei cittadini e su quelle 7 famiglie su 10 che non arrivano a fine mese. Non perché non comprano Btp, ma perché il risparmio non sanno proprio cosa sia!

E non stiamo parlando di noccioline, ma di 100 miliardi all’anno di spesa pubblica che se fosse democraticamente distribuita pro capite corrisponderebbe quasi a 1.700 euro a testa, 7.000 euro per una famiglia di quattro persone. Una integrazione al reddito familiare di quasi 600 euro al mese, che nel nostro mondo del lavoro fatto di precarietà e deflazione salariale perpetua, per qualcuno significherebbe addirittura raddoppiare il proprio stipendio.

Ed invece questi soldi da tre decadi finiscono nei conti del mondo finanziario (banche in primis), ed in quelli di coloro che dispongono di risparmio.

La misura di spesa di fornire un reddito in proporzione al risparmio che un soggetto detiene, ha la caratteristica di essere altamente regressiva. Questo perché come potete ben capire, fornire un reddito in percentuale alla ricchezza finanziaria che uno detiene, fa in modo che negli anni chi è ricco lo diventi ancora di più, allargando in modo progressivo quella scala sociale, che i governi di un Paese così detto democratico, avrebbero invece il costante dovere di ridurre.

Se poi tale operazione viene intrapresa all’interno del famoso avanzo primario, caratteristica che distingue i nostri governi da tre decadi a questa parte, stiamo letteralmente trasferendo ricchezza finanziaria dal lavoro alla rendita. Soldi che poi, in un sistema di oppressione fiscale come il nostro, non vengono neanche reinvestiti nel Paese dai rentier che li ricevono. Quindi viene meno anche quella possibilità di un ritorno a livello di moltiplicatore di questa enorme spesa che il nostro governo ormai sostiene da decenni.

Stiamo parlando di migliaia di miliardi, che certificano lo status di colonia del nostro Paese e la relativa condizione di schiavitù in cui vivono famiglie ed imprese medio-piccole italiane.

Insomma, è opportuno che ce ne rendiamo realmente conto cari lettori: siamo di fronte ad una operazione eversiva, in stato più che avanzato, volta al rovesciamento dell’ordine costituito sulla quale si fonda la nostra Repubblica. E solo e soltanto una magistratura totalmente appartenente al Sistema, può rimanere immobile di fronte a tale reato perpetrato nel tempo.

Di Megas Alexandros

Fonte: Un ministro del Mef sordo e l’altro muto: sono un italiano ed un tedesco! – Megas Alexandros

Note:

[1] Giorgetti alza il muro sul Patto di stabilità: “Fuori dal deficit gli investimenti green o noi non firmiamo” – ilGiornale.it

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