DI ANTONIO DE MARTINI
corrieredellacollera.com
Un somaro e un leone si trovarono in Mesopotamia a dover attraversare i due fiumi.
Il Leone propose di attraversare il Tigri sulla groppa del somaro, promettendogli la reciprocità al passaggio dell’Eufrate.
Il somaro fece buon viso alla non respingibile, autorevole, proposta.
Per aggrapparsi, il Leone, con gli artigli aguzzi, ferì dolorosamente il somaro che riuscì comunque a guadare il fiume.
Giunti in riva all’Eufrate, il Leone si sottopose di buon grado a traghettare il somaro però sprovvisto di artigli che ne favorissero la presa.Il ciuco, tira fuori il batacchio e per fissarsi in groppa al Leone, lo sodomizza. Al ruggito del Leone oltraggiato, l’illuminante risposta: “ognuno si arrangia con le proprie unghie”.
(Aneddoto Mesopotamico)
Stiamo assistendo, inconsapevoli, impotenti e stanchi di storia, a una svolta simile a quella che avvenne a inizio medio evo con l’apparizione del combinato uomo-corazza- cavallo
Il cavaliere diventava strumento bellico invincibile persino se isolato.
Di fronte a quest’uomo-arma, imbattibile dai consueti militi-contadini appiedati e armati di attrezzi agricoli, la società civile si difese in due modi.
La Chiesa, al massimo della sua influenza, impose la “Tregua di Dio” riuscendo a far sospendere le ostilità in alcuni giorni della settimana e si riuscì a varare il codice d’onore della cavalleria, una sorta di autoregolamentazione basata sulla autogratificazione che è giunta fino a noi.
Ai tempi nostri, con la scomparsa dell’URSS, gli USA palesarono il loro modo nuovo di fare la guerra con tecnologie fino a quel momento ignote (internet, la guerra notturna, l’utilizzo di laser, aerei e bombe di concezione particolari ….) e usarono l’alone di prestigio del vincitore della guerra fredda per suscitare, quasi dal nulla, una coalizione di oltre trenta stati contro Saddam Hussein indicato prototipo degli “Stati canaglia”.
Era nato il modello politico-militare necessario al nuovo ordine mondiale dell’ “American Century”.
Gli Stati “minori” con ambizioni superiori alla potenza effettiva, avrebbero dovuto scegliere tra la sottomissione e una “escalation democratica”: monito, sanzioni, messa al bando dalla comunità internazionale, punizioni esemplari e robuste.
Il decennio successivo ( 1991-2001) fu quello del massimo fulgore della potenza americana, sfidata per la prima volta in casa propria da ventuno uomini con mezzi improvvisati.
La pattuglia che agì applicò, probabilmente ignara, le considerazioni strategiche di due colonnelli cinesi che nel gennaio 1999 avevano pubblicato a Pechino il testo strategico “La guerra illimitata”.
Di fronte a tanta completa perfezione tecnologica, coordinamento diplomatico, strategia globale mostrati dall’America, i colonnelli Quiao Liang e Wang Xiangsui propongono lo schema aperto della guerra illimitata: con ogni mezzo, su ogni fronte, ottimo il metodo di Jacob Fugger (che distrusse l’industria tessile italiana e i Medici di Firenze prestando loro tanto denaro da renderlo irrestituibile…). Gli arabi, oltre a manovrare grandi masse facilmente esaltabili, hanno affinato le tecniche psicologiche per indurre al suicidio o per assassinare e non sono i soli.
Con tecniche di tal genere si possono indurre alla depressione interi paesi.
Senza muovere i carri armati si può competere nel cyber spazio o negli abissi marini o al polo sud a colpi di missioni scientifiche come illustra François Lenglet nel suo “La guerra degli imperi” (Fayard).
In questo contesto, le forze armate perdono il monopolio della guerra e si riducono ad essere solo uno degli strumenti – certamente il più costoso – a disposizione degli stati per difendere o imporre i propri interessi.
A ben vedere le sommosse di questi giorni, col pretesto di un corto metraggio – che nessuno ha visto e che è stato pomposamente chiamato film – in paesi dove internet non è affatto diffuso ( Sudan, Alto Egitto…) sono uno degli aspetti di questo nuovo modo di fare la guerra e che gli Stati Uniti hanno anch’essi adottato con le varie “primavere arabe”, movimenti democratici ucraini, georgiani, serbi. Tutti posti in cui chiunque comandi la democrazia è un optional.
Un altro aspetto di questo nuovo guerreggiare è lo sfruttamento (non ancora la creazione, credo) delle crisi finanziarie e lo stesso movimento ecologista che, a mio avviso, nell’ultimo trentennio è soprattutto servito a mettere fuori gioco il nucleare favorendo di fatto i carburanti fossili.
Il nuovo modo di guerreggiare consente anche di rispettare formalmente il principio che “le democrazie non si combattono tra loro”, ma nella sostanza si consentono violenze politiche, economiche, tecniche, finanziarie.
In questo campo, per ora sono all’avanguardia americani e cinesi e i vantaggi di medio termine li coglieranno loro.
Antonio De Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com
Link: http://corrieredellacollera.com/2012/09/18/un-aneddoto-mesopotamico-e-un-libro-cinese-ci-spiegano-cosa-sta-succedendo-e-a-cosa-servono-le-sommosse-islamiche-di-questi-giorni-di-antonio-de-martini/
29.07.2013
Nota: link alle pagine di wikipedia a cura di CdC