DI ISRAEL SHAMIR
unz.com
Le elezioni parlamentari russe sono andate lisce come un abito di seta. Il partito di governo, Russia Unita, ha una grande maggioranza dei seggi in Parlamento, mentre gli altri tre partiti, i comunisti (CPRF), i nazionalisti e i socialisti hanno condiviso il resto. I partiti pro-occidentali non superano la soglia e son rimasti fuori, come prima.
L’affluenza è stata bassa. Il dato ufficiale indica un rispettabile 48%, ma i rapporti in tempo reale hanno indicato un valore molto inferiore. Gli ultimi dati in tempo reale si attestano a 20% per Mosca e 16% per S. Pietroburgo. Questi numeri hanno iniziato a salire inspiegabilmente dopo le 5 pm, e Eduard Limonov, uno scrittore famoso e acuto osservatore della scena politica, è rimasto convinto che l’affluenza sia stata artificialmente “migliorata”.
Il nuovo sistema elettorale (una peculiare combinazione di sistemi maggioritario e proporzionale) sarebbe stato polarizzato a vantaggio del partito di governo. E’ difficile dire se le elezioni russe siano state truccate, e se sì, in quale misura. Sicuramente, se una delle parti può lamentarsi di essere stata truffata, sono stati i comunisti, non i nazionalisti filo-occidentali e liberali. Nonostante quello che forse avete sentito, i comunisti presentano l’unica vera alternativa al regime di Putin, poiché i partiti filo-occidentali sono molto piccoli ed estremamente impopolari. I comunisti (così come gli altri due partiti) sono amici di Putin; sostengono la sua politica estera, e sarebbero a favore di una politica perfino più attiva. Essi hanno approvato di tutto cuore il ritorno della Crimea nell’orbita russa, e parlano a favore di un intervento militare in Ucraina.
Putin è il più moderato politico russo accettabile per il pubblico; ogni valida alternativa democratica sarebbe più radicale, e più filo-comunista o nazionalista. Tutti i politici russi al di sopra di una certa età furono membri del Partito Comunista; i socialisti poi sono una frazione del Partito Comunista stabilita dal Cremlino, al fine di minare la CPRF.
In queste elezioni, due partiti comunisti alternativi son stati creati appositamente dal Cremlino, e molti russi hanno votato per loro erroneamente pensando di votare per i comunisti. Se degli imbroglioni politici russi fossero stati incaricati di lavorare per la campagna di Clinton, avrebbero inondato le urne con decine di Trumps fasulli sperando che molti elettori di Trump si confondessero votando per un finto Trump.
Pur condividendo e sostenendo la politica estera di Putin, i comunisti, i socialisti e una minoranza consistente del partito Russia Unita non sono d’accordo con le politiche economiche e finanziarie liberali di Putin. Essi vorrebbero sopprimere gli oligarchi, introdurre controlli valutari, ri-nazionalizzare le industrie privatizzate per rafforzare lo Stato sociale. Ma non possono farlo: anche se riuscissero ad ottenere una chiara maggioranza nelle elezioni, Putin avrebbe comunque il diritto di chiedere, per esempio, al liberale Medvedev o all’arci-liberale Kudrin di formare il nuovo governo.
Il problema è che i poteri del Parlamento russo sono estremamente limitati. La Costituzione è stata scritta dai liberali russi e dai loro consiglieri americani per evitare che i russi non potessero mai più recuperare i loro beni a loro massicciamente spogliati da alcuni uomini d’affari ebrei. La costituzione ha dato al presidente il peso di un zar, e ridotto al minimo i poteri del Parlamento. E’ stata imposta alla Russia nel 1993, dopo che il Parlamento precedente aveva messo sotto accusa l’allora presidente Eltsin; invece di svanire dolcemente all’orizzonte, lui aveva inviato i carri armati e bombardato il Parlamento. I suoi difensori sono andati in galera; dopo che Eltsin fu silurato con la nuova costituzione, il tutto è stato ereditato da Putin.
Il nostro amico Saker ha dichiarato: “Queste elezioni sono state una grande vittoria personale per Vladimir Putin”. Ma è vero? Russia Unita comprende persone di opinioni molto diverse, da privatizzatori filo-occidentali ai cripto comunisti. La loro piattaforma comune è la loro adesione al potere. Sono ugualmente propensi a sostenere Putin o a condannarlo e mettere sotto processo. Sono simili al Partito Regionalista che ha governato l’Ucraina nei giorni del presidente Yanukovych, o al partito comunista sovietico ai tempi di Gorbaciov. Quando sorgessero difficoltà, essi scapperebbero abbandonando il loro presidente.
Putin potrebbe ottenere una presa molto migliore sul potere se dovesse consentire maggiore libertà e democrazia, ottenendo in tal modo sostenitori sempre più convinti, Putinisti reali, invece di meri carrieristi. Tuttavia, Putin preferisce carrieristi flessibili. Vedremo se avrà un motivo di pentirsene, come Yanukovich.
Non è molto democratico, si potrebbe dire, avere un parlamento impotente imballato da anonimi yes-men. Il Parlamento non è un luogo di confronto, coma dal famoso detto di Boris Gryzlov, leader di Russia Unita e Presidente del Parlamento. «Non è un posto per la lotta politica, per le battaglie ideologiche; si tratta di un luogo in cui legiferare costruttivamente”, ha aggiunto. In Russia la libertà di parola (quasi illimitata) è totalmente sconnessa dall’azione, e questo è frustrante. Anche le manifestazioni sono limitate e possono portare ad essere arrestati. Nelle parole di Gryzlov, “Le strade sono fatte non per azioni politiche o proteste, ma per i festeggiamenti”.
Se questa è la funzione del parlamento, chi mai se ne dovrebbe preoccupare? Chi può biasimare la maggioranza degli elettori russi per essere stati lontani dalla città nelle loro ville di campagna ( “dacie”) nel mezzo della gloriosa tarda estate?
Quel che è peggio, ci sono sempre meno ragioni per preoccuparsi di votare, in qualsiasi paese. In Europa, la differenza tra i partiti è praticamente scomparsa.
Considerate la Francia: qual è la differenza tra Sarkozy, uomo di destra, e il “sinistro” Hollande? Niente di niente. Il primo ha fatto fuori la Libia e integrato la Francia nella NATO, il secondo vuole far fuori la Siria e obbedisce a tutti gli ordini americani. Non c’è alcuna differenza tra partiti in Svezia, pure. Tutti sono per l’accettazione passiva di un miliardo di rifugiati, pronti a condannare come razzisti gli oppositori in mezzo a loro, e sono per l’integrazione nella NATO mentre schiumano rabbia sulla minaccia russa. Qual è la differenza tra il Tory Cameron e il laburista Blair? Zero. NATO, bombe, agevolazioni fiscali per i ricchi sono caratteristiche di entrambi.
I parlamenti e il popolo non significano quasi nulla ora in Europa – proprio come in Russia. Il popolo britannico ha votato per Brexit. Bene! Cosa è successo? Niente. Il nuovo governo non eletto di Theresa May ha semplicemente rinviato la decisione a posteriori nel mucchio di corrispondenza commerciale non molto urgente accanto alla richiesta di assegnazione di budget per uno zoo. Forse lo consegnerà a Bruxelles in un anno o due. O magari la gente si dimentica di cosa aveva votato.
In pochi mesi, la signora May dirà come ha detto Stephen Dedalus quando gli venne chiesto di rimborsare le sterline che aveva preso in prestito: “In questi cinque mesi la massa molecolare è cambiata. Io sono un altro me stesso ora, non ho più le stesse molecole… E’ l’altro IO quello che ha avuto le sterline.” L’altra Inghilterra è quella che ha votato per Brexit, le molecole ora sono tutte cambiate.. Cerchiamo di ri-votare, o meglio dimentichiamo tutto quanto.
Molte persone con cui ho parlato già ripetono, parola per parola, il nuovo mantra del voto post-Brexit: “Solo i vecchi in pensione e i razzisti disoccupati hanno votato per il Brexit” la signora Clinton ha fornito il nome per loro: i déplorables. Questo nome americano per gli elettori simpatizzanti per Trump si adatta agli elettori del Brexit come un guanto. Un deplorevole è una persona che non sottoscrive la sentenza del paradigma neoliberista e la sua sorella gemella, la politica di identità parallele.
Clinton ha parlato di déplorables al suo incontro con i ricchi pervertiti di Wall Street, con biglietto d’ingresso da centomila dollari a sedia. Rompere la schiena alle banche o creare posti di lavoro non vi aiuterà, o vittime LGBT sante dei porci maschi sciovinisti bianchi, ha detto. Certo, ma aiuterà noi, le persone che lavorano. Non ci interessa avere gabinetti unisex, non smaniamo di avere presidenti d’azienda femmina. Abbiamo altre preoccupazioni: come ottenere un lavoro sicuro e una casa decente per i nostri figli. Evidentemente questo ci rende deplorevoli agli occhi dei pervertiti ricchi.
In Europa è sorta una nuova generazione di partiti: i partiti deplorevoli. In Svezia, fino ad ora, un partito Svedese Democratico, l’unico partito che parlasse contro la NATO, contro l’UE, contro l’assunzione dei migranti era stato escluso dal dibattito pubblico. Due partiti principali, la destra e la sinistra, dimenticata la loro lunga animosità, han fatto un governo insieme, solo per mantenere la SD fuori, perché sono déplorables. Il risultato è stato paradossale: molte più persone si sono attivate per sostenere il partito deplorevole.
Il partito francese Front National di Marine Le Pen è un altro partito di déplorables. Vuole mettere la Francia fuori dell’UE e fuori della NATO, e per tenere fuori le ondate di immigrati. La sinistra e la destra preferirebbero inchinarsi all’ Arabia Saudita e trasferire il potere agli sceicchi piuttosto che consentire le déplorables per vincere, riflette Houellebecq nel suo Submission.
Il deplorevole Jeremy Corbyn è stato quasi rimosso dalla sua presidenza del partito laburista dai deputati del Labour. I deputati hanno preferito mantenere il loro partito come un clone dei conservatori e lasciare l’elettorato senza una vera e propria scelta. Ma Corbyn combatte, e speriamo che non mancherà di tenere il suo partito e trionfare alfine.
Più potere, più soldi, più controllo appartiene ormai ad un piccolo gruppo di persone. Siamo stati privati dei diritti civili, senza accorgercene. I finanzieri e la loro nuova nobiltà del bel parlare si son impadroniti del mondo in modo più completo di quanto avesse fatto l’aristocrazia nell’ 11° secolo.
La Russia, con la sua democrazia molto limitata è per ora messa meglio: la loro nobiltà di dissertazione ha raccolto meno del tre per cento dei voti nelle ultime elezioni, anche se sono ancora pesantemente rappresentati nel governo.
L’ultima battaglia decisiva per la conservazione della democrazia avviene ora negli Stati Uniti. Il suo campione improbabile, Donald Trump, è odiato dallo estabilishment della politica, dai media comprati, dalle minoranze aizzate tanto quanto Putin, Corbyn o Le Pen sono odiati.
L’Huffington Post ha pubblicato la seguente Nota del redattore: “Donald Trump incita regolarmente alla violenza politica ed è un bugiardo seriale, xenofobo rampante, razzista, misogino che ha più volte promesso di bandire tutti i musulmani – 1,6 miliardi di membri di una intera religione – dall’ entrare negli USA”
Un uomo così odiato dai nemici della democrazia è uno che merita il nostro sostegno. Quando la rivoluzione arriverà, chi dice “xenofobo, razzista, misogino” al proprio fratello sarà allineato contro il muro e fucilato. Quindi probabilmente non sarà la rivoluzione di Sanders.
Sono preoccupato che i nemici non permetteranno l’insediamento di Trump: diranno che Putin avrà truccato le macchine per il voto, e presenteranno il caso alla Corte Suprema; o forse cercheranno di assassinarlo. Ma prima, lasciatelo vincere, no?
E’ difficile prevedere le conseguenze d’una sua vittoria. Newsweek ha notato (mentre si discute l’aiuto degli Stati Uniti ad Israele): “Una vittoria di Trump introdurrebbe un livello di incertezza nel mondo che Israele teme. Nessuno ha idea di che cosa potrebbe fare Trump come presidente e ciò introdurrà qualcosa di nuovo nelle relazioni internazionali “.
Questo suona già abbastanza allettante. Israele teme la democrazia, teme la pace in Medio Oriente, teme la disobbedienza degli USA, teme che gli ebrei perderanno i loro posti riservati nella prima classe sul ponte superiore, nelle redazioni e i posti da direttori di banca. Lasciate che tremino.
Le conseguenze della vittoria di Trump saranno di vasta portata. La fede nella democrazia sarà ripristinata. La NATO si ridurrà, e molti soldi saranno destinati a riparare le infrastrutture degli Stati Uniti, invece di bombardare Siria o Libia. Gli Americani saranno nuovamente amati.
Le conseguenze della vittoria di Clinton saranno di più breve durata, perché ci regalerà l’inferno di una guerra nucleare, e la dittatura eterna del Tallone di Ferro.
Questa elezione è come l’alternativa pillola rossa / pillola blu, una scelta data a tutti noi. “Se si prende la pillola blu, la storia finisce lì. Ti svegli nel tuo letto e puoi credere a quello che vuoi credere. Si prende la pillola rossa, e si può rimanere nel Paese delle Meraviglie, e prometto di mostrarvi quanto è profonda la tana del Bianconiglio.” Fortunatamente, sappiamo bene di che colore è la pillola di Trump, e quella di Clinton.
Israel Shamir su [email protected]
Fonte: www.unz.com
Link: http://www.unz.com/ishamir/democracys-last-chance/
21.09.2016
Traduzione perv www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTO MARROCCHESI