TSUNAMI: "COSPIROLOGIA APPLICATA" E NUOVE IPOTESI DI ORIGINE ARTIFICIALE

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PRIMA PARTE

DI RENZO GABRIEL BONIZZI E PEPI KATONA

Milano, 13 gennaio 2005 – Lo tsunami e la “cospirologia applicata”. Continuiamo nell’analisi iniziata la settimana scorsa sull’ipotesi che la catastrofe generata dall’uomo: le ipotesi del complotto più ricorrenti e meglio documentate si incentrano su due tecnologie scatenanti, le esplosioni atomiche sottomarine o mediante l’arma elettromagnetica Haarp. Ipotesi che – è bene ripetere – non condividiamo. I sostegni scientifici di gran parte dei cospiròlogi (non di tutti) sono decisamente modesti. Per intenderci: l’energia espressa dal maremoto nell’Oceano Indiano dev’essere almeno pari a quella immessa. E’ una semplice e banale legge della fisica. Significa qualcosa come un milione di bombe atomiche esplose insieme.
Come anche nell’articolo della settimana scorsa, così anche in questo articolo non entreremo nella confutazione di ogni singola teoria, tranne qualche caso, anche perché diverse ipotesi sono addirittura espressione di pura fantasia, per non parlare del millenarismo ufologico. Ma non tutte le teorie sono disprezzabili per accuratezza e qualità del lavoro svolto dagli analisti del Grande Complotto Mondiale. Anzi, alcuni documenti offrono chiavi di lettura e spunti di notevole interesse.

Ma se non è condivisibile, il fenomeno del complottismo a-un-tanto-al-chilo è diffusissimo, e merita attenzione quantomeno dal punto di vista sociale.


Coincidenze, e-mail e alieni


La cospirologia applicata dice che esattamente un anno prima del maremoto, alla stessa ora dello stesso giorno, ma esattamente un anno prima (il 26 dicembre 2003 alle ore 5,28) in Iran la città d’arte di Bam è stata rasa al suolo. I morti furono almeno 50mila. Una coincidenza: per le teorie del Grande Complotto non è una coincidenza, ma una dimostrazione. Così come prima di Natale giravano mail anonime firmate da un “ragazzo tedesco” secondo il quale Wolfowitz era in possesso di una arma nucleare e avrebbe attaccato il 26 o 27 dicembre. E poi, l’ufologia applicata allo tsunami.


L’arma Haarp nei documenti russi


Tornando all’arma Haarp, di cui abbiamo parlato la settimana passata, si tratta dell’High frequency Active Auroral Research Program sviluppato dallo scienziato statunitense Bernard J. Eastlund e in contemporanea anche dall’Urss (quando esisteva). Consiste in un “cannone virtuale” elettromagnetico che ionizza l’aria e crea una forma di plasma nell’atmosfera, nella ionosfera e nella magnetosfera. Negli anni ’70 Usa e Urss siglarono un’intesa che imponeva la proibizione di studiare sistemi geofisici con finalità militari. La Duma di Mosca negli ultimi mesi ha ravvisato una minaccia nella continuazione degli studi statunitensi.


A questo proposito, un documento pubblicato dal Parlamento Russo (Duma) nel 2002 ricorda che l’esercito statunitense aveva programmato di collaudare le tecniche per intervenire sul clima. “Quando questi siti, in Alaska, Groenlandia e Norvegia, diverranno operativi, si creerà una linea chiusa con un potenziale fortissimo in grado di influenzare i mezzi vicini alla terra”, ha scritto la Duma.


Secondo alcuni esperti russi (http:/www.russianla.com/archive/j-article.php?.id=8629) il sistema Haarp potrebbe essere all’origine dello tsunami dell’Oceano Indiano poiché – a dispetto degli accordi – si è continuato a studiare e a sperimentare l’utilizzo militare dei fortissimi campi elettromagnetici, mascherati come pura ricerca di fisica di base oppure come “dual use” civile e militare.


L’Haarp è stato infatti riclassificato come Tdn o Tdp (“technology dual purpose“). Gli esperti russi attribuiscono a queste ricerche la sequenza di catastrofi climatiche che hanno colpito l’Europa e l’Asia nell’estate 2002.


Il clima cambia: colpa di Haarp o dell’effetto serra?


Un articolo dello studioso Michel Chossudovsky sul controllo climatico a scopi militari (http://globalresearch.ca/articles/CHO409F.html) attribuisce alle sperimentazioni di Haarp anche l’effetto serra: gli Stati Uniti non aderirebbero al Protocollo di Kyoto perché conoscerebbero la reale (e diversa) origine del riscaldamento del globo. “Gli specialisti dell’esercito non si pronunciano a questo proposito, i meteorologi non fanno ricerche e gli ambientalisti rimangono saldi sulla teoria del riscaldamento globale e sul Protocollo di Kyoto. Sono state formulate diverse teorie generali sui cambiamenti climatici e meteorologici, ma nessuna di esse spiega in maniera esauriente le cause di queste manifestazioni climatiche così atipiche e irregolari, per non parlare della perdita di vite umane e della distruzione che ha portato alla destabilizzazione di interi sistemi agricoli ed ecologici. Ovviamente queste teorie non menzionano il problema della manipolazione climatica a scopi militari”.


Il Pentagono, pur ammettendo di poter modificare il clima mondiale a scopi militari, ha aderito alla teoria sull’aumento delle temperature e secondo Chossudovsky si tratta di una copertura conveniente. Anche se non esistono prove che questi eventi siano il risultato della guerra climatica, il Phillips Geophysics Lab, partner del progetto Haarp, ha istituito un corso per il personale militare nella base di Hanscom in Maryland, sulle “tecniche per la modificazione climatica“.


Il programma del corso prevede lezioni su come provocare tempeste, uragani, ecc. a scopo militare. (http://www.dtc.army.mil/tts/1997/proceed/abarnes/ e in particolare il file power point http://www.dtc.army.mil/tts/tts97/abarnes.zip). Non parla di Haarp, ma una ricerca dell’Aviazione statunitense descrive l’uso di “modificazioni indotte nella ionosfera” come un mezzo per alterare i fenomeni metereologici e disturbare comunicazioni e radar nemici ma l’aviazione potrebbe provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti a scopi difensivi e offensivi e anche come deterrente (US Air Force. Air University of the US Air Force, AF 2025 Final Report, http://www.au.af.mil/au/2025/).


Che cos’è Haarp


Si tratta di un sistema che, attraverso emittenti ad alta frequenza, porta allo stato di plasma gli ioni atmosferici, creando nell’aria una bolla energetica governabile in modo da influenzare i processi nell’atmosfera, nella ionosfera, nella magnetosfera e anche al suolo. Per usare le parole di Michel Chossudovsky (http://www.globalresearch.ca/articles/CHO201A.html) si tratta di “uno strumento tecnologico super potente che emette onde radio in grado di raggiungere aree della ionosfera, si concentrano su di essa e la riscaldano. In seguito le onde elettromagnetiche rimbalzano sulla terra e penetrano qualsiasi cosa – viva o morta che sia.”


Le emittenti di energia del piano Haarp si trovano in Norvegia (Tromsoe), Alaska (base militare di Gokona) e in Groenlandia. I dettagli sull’impianto di Gokona sono nel sito ufficiale http://www.haarp.alaska.edu, che descrive come – dopo il primo sistema di 48 antenne – sia in ultimazione un impianto di 180 antenne fornite dalla Phazar.


Il nuovo impianto in Alaska e le aziende che vi partecipano


Dovrebbe essere completata la fase di collaudo di Haarp con l’avvio del Full Size Ionospheric Research Instrument, che entro l’estate 2006 prevede le nuove 180 antenne, installate su 15 colonne divise in 12 file. In quel momento il programma Haarp avrà raggiunto la sua massima potenza Firi, cioè – secondo alcuni – la capacità di modificare in modo selettivo, a scopi militari, i fenomeni metereologici in ogni parte del mondo. La terza e più potente stazione emittente dovrebbe assicurare una copertura a tutta l’Eurasia dall’Atlantico al Pacifico. Il programma è guidato dalla E-Systems, azienda dai contorni molto riservati che fattura 1,8 miliardi di dollari in gran parte da cosidetti “progetti neri” (http://www.earthpulse.com/haarp/vandalism.html).


La E-Systems è della Raytheon, il quarto maggiore fornitore dell’esercito statunitense, la quale con l’acquisizione della E-Systems possiede oggi i brevetti per sviluppare il centro Haarp di Gokona e conduce ricerche militari sul clima in Antartide con la consociata Raytheon Polar Services. La E-Systems ha acquisito anche i procedimenti e le attrezzature strategiche per la guerra climatica e i diritti sui brevetti, incluso il brevetto statunitense di Bernard J. Eastlund Nr: 4.686.605 intitolato “Metodo e attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera terrestre, della ionosfera e/o della magnetosfera”.


Che cosa fa Haarp


Secondo gli studi di Chossudovsky, Haarp può causare blackout e fermare le centrali elettriche di intere regioni. A parere della scienziata Rosalie Bertel, Haarp è descrivibile come “un gigantesco impianto di riscaldamento che può causare gravi danni alla ionosfera creando dei buchi, ma anche delle lunghe incisioni sullo strato protettivo che evita che il pianeta sia bombardato da radiazioni mortali“. Secondo alcuni, lo strumento è adeguato alla formazione di tifoni e terremoti in qualunque area del mondo, ma anche di agire sui sistemi informatici, elettronici e di comunicazione e infine di sconvolgere i pensieri umani.


Le ricorrenze di fenomeni anormali sul globo ha fatto pensare che negli ultimi anni (soprattutto nel 2002) sia stata condotta una campagna di prime sperimentazioni del sistema Haarp. Per esempio nel marzo 2004 il primo uragano che si sia mai formato nell’Atlantico meridionale si è abbattuto sul Brasile con venti a una velocità di circa 90 miglia l’ora e ha causato più di una dozzina di morti.


I meteorologi sono rimasti a bocca aperta quando hanno avvistato il ciclone di nuvole, con tanto di occhio ben definito, in un bacino oceanico dove non se n’erano mai visti prima. (http://www.climate.org/topics/climate/brazil_hurricane.shtml). Nella Corea del Nord nel giugno 2001 si è verificata una grande siccità (è piovuto un decimo della media), siccità che ha indebolito le coltivazioni, mentre in ottobre la provincia di Kangwon (media: 20 millimetri di pioggia nel mese di ottobre) ha visto cadere 400 millimetri d’acqua in 12 ore (si veda la notizia della Bbc in http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/asia-pacific/1614981.stm).


Tra maggio e giugno 2004 Cuba è stata colpita dalla peggiore siccità nella sua storia: una grave siccità che interessa la parte orientale di Cuba ha eroso il 40% delle terre coltivate, causato la morte per mancanza di cibo di milioni di vacche e costretto 4 milioni di persone a contare ogni singola goccia d’acqua consumata. È la peggiore siccità verificatasi negli ultimi 40 anni. “La siccità ha ridotto i livelli delle acque sotterranee di quasi tre metri negli ultimi 10 anni, prosciugando più di 5.000 pozzi nella provincia”, ha detto alla Bbc Leandro Bermudez, geologo e vice presidente dell’Istituto nazionale per le risorse idriche di Cuba. (http://msnbc.msn.com/id/5262324)

SECONDA PARTE

degli stessi autori leggi anche: SPUNTA L’IPOTESI DI “CAUSE ARTIFICIALI”

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