Di Verdiana Siddi, ComeDonChisciotte.org
Se questo agglomerato di marciumi si tiene in piedi in qualche modo, e se la Terra ancora non ci ha inghiottiti, forse è per via di certi intarsi che alcuni sacri eletti incastrano eternamente alla Storia.
Abbiamo visto linguaggi disfarsi durante le due guerre mondiali, smembrarsi e poi ritrovarsi in forme nuove. Abbiamo visto gli equivoci deviare l’espressione e poi la fruizione, eppure se siamo qui è perché qualcuno non ha mai smesso di resistere. Il lume dell’anima ha protetto l’autenticità se pur all’ombra sempre più invadente della promozione led massiva ed esclusiva dei grandi sistemi.
Da un po’ di tempo però qualcosa è cambiato. Alcuni artisti, di quelli che avevano detto NO! alla svendita della loro arte, che avevano deciso di mantenere spirito critico e non piegarsi alle macchine del successo, o alla masturbazione dell’ego, di quelli manager dei loro stessi passi, indipendenti, tanti li vedo confusi. Come aggrappati ai brandelli di una bandiera consumata da due anni di corrosivo azzeramento, li vedo accettare qualsiasi cosa. Sembra non abbiano più la spina dorsale di un tempo, perché gliel’hanno massacrata a bastonate. Loro per dignità artistica sarebbero morti di fame e ora usano l’arte come estremo per sopravvivere e non come nettare per esistere… forse va bene suonare anche gratis, anche la musica di altri, se per due anni nessun locale – quasi – ti ha fatto suonare senza il Green Pass?
E se essere artisti fosse invece una qualità superiore alla semplice pratica fisica del bagnarsi di sudore e di pubblico acclamante, o prestare il proprio talento per del denaro, se fosse una connessione con qualche luogo invisibile, e da questo la precisa volontà di imprimerne la testimonianza in un’opera? L’opera d’arte non si misura con gli schemi tecnici adattati ad un’estetica impeccabilmente vuota, quelli sono falsi d’autore: l’arte si manifesta nella direzione indeviabile ed incessante degli spermatozoi, nel tendere alla verità con ogni cellula, nel saper seguire l’intuito, il flusso della propria co-scienza.
Da quando Rizzo ha dato sostegno alla Donato e da quando Toscano ha parlato alla folla di comunisti in ovazione, abbiamo la misura politica di cosa significhi un’opera d’arte. *Per secoli e secoli la misura politica delle opere si è limitata all’abuso (molto fortunato) che ne ha fatto la Chiesa e successivamente anche al volontariato delle artefatte “bottane industriali” che ancora cercano la miseria del mercato a costo di mentirsi. Salvo naturalmente gli eroi.*
Adesso vediamo anche in politica i cunicoli spazio-temporali dell’arte, la rottura di schemi e distanze, unica condizione possibile per partorire un’opera libera.
Nell’abbattimento di ogni rigidità ideologica, nello scioglimento di tutti i giuramenti superflui, che potevano avere un senso finché la democrazia aveva ancora tutto da dimostrare, troviamo la via della Libertà. Via via che gli affluenti arrivano alla vena comune veniamo tutti attratti dalla sua corrente.
E il drago che spara sempre più fuoco e si è insinuato nelle nostre esistenze come perfetto simbolo della corruzione eccellente, il tradimento di un sangue che l’universo gli ha dato con la vita, è solo la corona sul capo del virus-causa della cancrena istituzionale italiana, fattasi poi vita eterna a suon di intelligenze artificiali. Noi abbiamo il dovere di attraversare ogni parete culturale per produrre opere d’arte, affinché queste suggeriscano valli di pura conoscenza. Il flusso vitale della ricerca è la sola salvezza perpetuamente attuale. Le fiamme del fuoco del loro inferno, che farebbero deserto di tutto pur di vederci biologicamente annientati, stanno prosciugando anche i fiumi.
Gli artisti, le voci fastidiose della volontà ed anche il sollievo del ghiacciaio disciolto lungo il cammino, imprimono eternamente nella Storia la nostra salvezza di esseri umani, ovvero: si salverà chi vuole!
Di Verdiana Siddi, ComeDonChisciotte.org