DI ARUNDHATI ROY
adbusters.org
Qui in India, pure in mezzo a tanta violenza e avidità, c’e’ ancora speranza. Se gli altri possono farcela, anche noi possiamo. La nostra popolazione ancora non è stata completamente colonizzata dal sogno consumistico.
E’ ancora viva tra noi la tradizione di quelli che hanno lottato per la visione di Ghandi di sostenibilità e indipendenza economica, per le idee socialiste di uguaglianza e giustizia sociale. Abbiamo la visione di Ambedkar, che sfida in vari modi i “ghandisti” e i socialisti. Abbiamo la più spettacolare coalizione di movimenti di resistenza, con le loro esperienze, comprensione e visione.
Ma la cosa più importante è che in India sopravvive una popolazione adivasi (aborigena) di 100 milioni di persone. Sono loro quelli che conoscono i segreti della sostenibilità. Se queste persone scomparissero, anche questi segreti scomparirebbero con loro. Guerre come “Operazione Caccia Verde” (Operation Green Hunt) le farebbe scomparire. Quindi, la vittoria di chi ingaggia queste guerre contiene in sé anche i semi della distruzione, e non solo per gli adivasi, ma, alla fine, anche per il resto della razza umana. Ecco perché abbiamo bisogno urgentemente di un reale colloquio tra tutte le formazioni politiche che resistono a questa guerra.
Il giorno che il capitalismo sarà costretto a tollerare al suo interno società non capitalistiche e a riconoscere i limiti della sua smania di dominio, il giorno che dovrà riconoscere che le riserve di materie prime non sono inesauribili, sarà quello il giorno del cambiamento.
Se esiste per il mondo una speranza, di certi non la troveremo nei saloni delle conferenze sul Cambiamento Climatico, e tantomeno tra i grattacieli delle grandi città. La speranza è in basso, per terra, e con le sue braccia circonda tutti quelli che ogni giorno combattono per proteggere le loro foreste, le loro montagne e i loro fiumi, poiché sanno che saranno proprio le foreste, le montagne e i fiumi a proteggerli.
Il primo passo nel re-immaginare un mondo che si sta distruggendo dovrebbe essere quello di fermare l’annientamento di quelli che possiedono un’immaginazione differente – un’immaginazione che va oltre sia il capitalismo e sia il comunismo. Un’immaginazione, cioè, che ha una diversa comprensione di ciò che produce felicità e soddisfazione.
Per conquistare questo spazio filosofico è necessario concedere spazio fisico per la sopravvivenza di quelli che possono apparire come i guardiani del passato, ma che, in realtà, sono le nostre guide per il futuro.
Per fare questo, dobbiamo chiedere ai nostri governanti: puoi lasciare l’acqua nei fiumi?
Puoi lasciare gli alberi nelle foreste?
Puoi lasciare la bauxite nelle montagne?
Se ci rispondono di no, allora forse dovrebbero smetterla di parlare di moralità e rettitudine alle vittime delle loro guerre.
Arundhati Roy è una famosa scrittrice indiana. Questo articolo è tratto da un suo recente libro: “Camminando con i Compagni” (Walking with the Comrades), in cui Arundhati riflette sul tempo che ha trascorso con gli insurrezionalisti Maoisti in India.
Fonte: www.adbusters.org
Link: http://www.adbusters.org/magazine/101/decolonize-consumerist-wasteland.html
18.02.2013
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63