Razzismo sì o no?

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Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

Lo stato d’Israele si vanta, ed è vantato in occidente, di essere l’unica vera democrazia del medio oriente. Israele, da quando esiste, si è territorialmente espanso fino ad oggi, cioè fino all’ultimo violentissimo atto in corso, manifestando una costante volontà coloniale su terre altrui da millenni. E lo ha fatto violando sistematicamente il parere della maggioranza del mondo, espresso nelle risoluzioni dell’ONU.

La domanda è: può uno “Stato Democratico” praticare sistematicamente il colonialismo vecchia maniera, tipo “Far West”, ovvero la sostituzione etnica a proprio favore in territori altrui invadendoli militarmente?

In linea di principio la risposta è un secco e assoluto NO, i valori intrinseci di una vera democrazia lo impediscono, non essendo compatibile il rispetto della propria sovranità popolare con la mancanza di rispetto dell’altrui sovranità popolare, e a maggior ragione del diritto di vivere nella propria terra maturato nei secoli, se non nei millenni. E ancora a più forte ragione del diritto di sopravvivenza delle genti autoctone dei territori colonizzati.

Possono i “coloni israeliani” sentirsi sinceramente democratici? La logica dice di NO, la narrazione mainstream della realtà invece dice implicitamente di sì, tributando il massimo rispetto allo stato d’Israele qualunque cosa faccia, come radere al suolo metà delle case dei palestinesi ridotti a vivere in un sovraffollato lembo di terra totalmente controllato da Israele, uccidendo la popolazione civile a migliaia per volta, donne e bambini compresi. Legittima difesa? Non più quando il bilancio delle vittime innocenti da entrambe le parti appare tanto squilibrato, a danno della metà dei palestinesi superstiti, determinati o costretti a rimanere nelle loro case per cause di forza maggiore, create dallo stesso occupante con un assedio in stile medioevale.

Anche sforzandosi di non abbandonarsi all’emotività di fronte a tanto dolore, a fatti così gravi, in odore di genocidio di una popolazione sostanzialmente indifesa, i soli accadimenti sovraesposti, incontrovertibili, denunciano la contraddizione stridente tra democrazia e colonialismo, tra civiltà e barbarie. Rimane una sola spiegazione a questi comportamenti, ed è il razzismo nel senso più netto del termine, il cui significato è stato chiarito inequivocabilmente e per sempre dalla stessa persecuzione ebraica operata dal nazifascismo. Ovvero lo stesso marchio d’infamia che giustamente viene attribuito ai persecutori storici degli ebrei, viene oggi reinterpretato di fatto dallo stato d’Israele stesso, che rappresenta la “terra promessa” degli ebrei sparsi per il mondo.

Ci sono tutti gli ingredienti identificativi del razzismo al potere: senso di superiorità, disprezzo dei diversi, legittimazione di violenze efferate su civili inermi, autolegittimazione del diritto di conquista territoriale manu militari, arroganza e intransigenza nell’imporre il proprio punto di vista unilaterale, anche contro il parere di buona parte del mondo libero e civilizzato, ecc.

E’ assurdo, sembra impossibile che un popolo così martoriato nel secolo scorso si macchi oggi degli stessi crimini dei suoi persecutori storici, anche se diversamente interpretati e soprattutto narrati da un mainstream occidentale che sostiene a prescindere il proprio alleato di ferro, avamposto e punta di lancia della cosiddetta “civiltà occidentale” nel cuore dello strategico medio oriente a maggioranza araba e mussulmana. La sproporzione delle notizie e delle opinioni riguardanti i due fronti opposti supera anche l’abituale partigianeria da stadio propagandata tramite i nostri mezzi di comunicazione di massa. Occorre coraggio per andare controcorrente su questo tema, più che su ogni altro recente accadimento, che pure sembrava aver toccato l’apice di un conformismo fanatico quanto ipocrita, prima con la vicenda covid-19 e poi con la questione Ucraina.

Ma la ragione non fa sconti al conformismo quando la realtà ci travolge nella sua tragica evidenza.

Dire che i sionisti, aperti sostenitori dell’attuale governo israeliano e del diritto divino ad occupare definitivamente tutti i territori palestinesi, si comportano da perfetti razzisti, nelle parole e negli atti, è un fatto tanto grave quanto fattuale, fino a prova contraria, che al momento non s’intravede neppure all’orizzonte. Questa è un’opinione? Certamente, è la mia opinione basata sui fatti, e non è solo mia, anche se i più hanno paura di manifestarla per il clima intimidatorio che non da oggi grava su questi argomenti, diventati nel nostro occidente il vero tabù del ventunesimo secolo.

Ora i destini di questo nostro povero mondo, ridotto a polveriera da incoscienti e criminali guerrafondai, sono nelle mani soprattutto del popolo israeliano, che una volta per tutte è chiamato dalla storia a fare una netta scelta di campo: stare dalla parte dei razzisti (anche se conviene) o stare dalla parte di chi rispetta gli altri Popoli come il proprio (anche se costa sacrifici), che è poi l’eterna scelta tra civiltà e barbarie.

Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

 

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