Abbandonati a se stessi, chiusi in casa, terrorizzati dai media, unico sfogo il bombardamento decerebrante di immagini da TikTok & affini, la generazione che sarà il futuro del nostro paese sta annegando tra depressione e violenza. Se quest’ultima è visibile, e ha fatto interrogare sugli effetti della dittatura sanitaria sui giovanissimi persino i più acerrimi sostenitori di serrate e restrizioni quando l’8 gennaio un centinaio di ragazzini se le sono date di santa ragione seminando il caos nel gallaratese, la depressione è invece un male invisibile, che solo in un contesto di relazioni sociali può essere individuata e quindi combattuta. La relazione sull’amministrazione della giustizia nel Distretto della corte di Appello di Milano del presidente Giuseppe Ondei è stata chiara:
Nel periodo della pandemia si è rilevato che i ragazzi in carico ai servizi della giustizia minorile per maltrattamenti contro i familiari nel distretto milanese sono aumentati di oltre il 40% e la loro età media si è abbassata: la maggior parte ha meno di 15 anni e si tratta quindi di ragazzini che faticano a riconoscere il disvalore delle azioni agite all’interno di un contesto familiare problematico, conflittuale e spesso fortemente ambivalente.
[…] è sempre più urgente mettere in campo una azione preventiva efficace per intercettare il disagio, accentuato dall’isolamento e dal confinamento imposti dalla pandemia. Manca invero un piano educativo e sanitario sulla salute mentale, inteso a individuare precocemente i segni di disturbi psichici e comportamentali dei giovani e dei ragazzi, nonostante siano aumentati i gesti di autolesionismo, accentuati dalle sfide online come quelle di Tik Tok, e siano raddoppiati i tentativi di suicidio e anche i suicidi portati a termine.
In verità, purtroppo, questa risposta non potrà venire mai in maniera decisa e concreta dalle istituzioni, che in Italia sono in pieno processo di smantellamento e colonizzazione da parte dei poteri sovranazionali, ovvero la cricca globalista che vuole annientare il nostro popolo sull’altare del Nuovo Ordine Mondiale. Sono proprio costoro i colpevoli della devastazione psicologica dei nostri giovanissimi, artefici di queste restrizioni assurde, del bombardamento terroristico dei media e del lavaggio del cervello che i social operano sulle menti ancora fragili. La distruzione delle generazioni in età adolescenziale è parte della stessa guerra che sta uccidendo gli anziani e impoverendo gli adulti: la colonizzazione globalista dell’Italia. Ondei infatti sottolinea nella sua relazione la totale “disattenzione delle istituzioni” nei confronti del problema, che non è dell’ultim’ora: tempo fa ci fu rivelato da una fonte Unicef che la massima parte dei suicidi tra bambini e adolescenti italiani viene tenuta nascosta all’opinione pubblica, sia per non scatenare emulazioni, sia per non allarmare la popolazione. Posizione anche condivisibile, ma le istituzioni? Possibile che tengano più a sapere quante volte un vaccinato va al bar con un codice QR piuttosto che interessarsi a problemi di tale importanza?
Tiriamo i nostri figli fuori da questo sistema e costruiamo per loro una società di relazioni umane, di contatto fisico con gli altri, teniamoli nel mondo reale e non nel mondo transumano dove i pochi che sopravvivranno saranno anonime pedine senza identità culturale, territoriale, sessuale, meri ingranaggi di un sistema che li sfrutterà fino all’osso e poi li cestinerà come “mangiatori inutili”.
MDM 23/01/2022