Sono ormai più di due mesi che il consigliere comunale di Trieste eletto con il movimento 3V Ugo Rossi si trova agli arresti domiciliari. La ragione è chiara: egli è un pericolo per la comunità, e in quanto tale va segregato dai suoi simili, in quanto ha osato contestare l’infamia della tessera verde nella veste di funzionario pubblico, rischiando di creare un pericoloso precedente. Ma non solo. Ugo ha compiuto quella che in Italia è considerata la peggiore delle nefandezze: è rimasto fedele ai suoi elettori, comportandosi esattamente come essi si aspettavano che facesse quando gli hanno conferito l’incarico di rappresentanza. Picchiato e torturato – strangolato persino – da un manipolo di vigili urbani perché era stava esercitando il suo mandato senza tessera verde, Ugo Rossi si trova dal 4 febbraio agli arresti domiciliari. Un altro esempio – a cui si è aggiunto poche settimane fa quello dell’arresto del dottor Giuseppe Delicati, reo di aver esentato dai farmaci genici sperimentali Covid alcuni suoi pazienti – dell’applicazione indiscriminata della custodia cautelare al di là della presunzione d’innocenza su soggetti chiaramente inoffensivi con l’unico scopo di punirli per cause politiche, che poco hanno a che fare con la giustizia, e in generale dell’eccessiva arbitrarietà del potere delle procure italiane. Un punto che Marta Cartabia ha soltanto sfiorato nella sua tanto decantata “riforma”, ma anche questo era troppo per la casta delle toghe, che tuttora minacciano di scioperare.
MDM 12/04/2022