Putin dice no alla moneta unica dei Brics: non faremo la fine dell’Euro!

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

L’errore più grande che può fare chi scrive articoli, non sotto dettatura, ma all’interno di quella che è la missione fortemente sentita di informare correttamente il lettore: è quello di pensare di avere la verità in tasca. Non per questo dobbiamo privarci del fatto che, operando con professionalità ed onestà intellettuale, si possa anche giungere al risultato di veder certificate prospettazioni più volte ribadite.

Sul tema moneta unica dei BRICS+, da tempo vengono riempite le pagine dei principali mezzi di informazione, direi quasi a cadenza quotidiana, se a livello temporale consideriamo l’inizio del conflitto in Ucraina.

Una moneta unica, per di più legata ad oro o metalli preziosi, da usare per gli scambi internazionali tra i paesi appartenenti ai BRICS+, è quello che il main-stream, ci ha prospettato in questi anni e forse ci prospetterà ancora, non appena andranno nel dimenticatoio le parole pronunciate dal presidente russo Vladimir Putin, pochi giorni fa nel corso del Valdai Club meeting, tenutosi a Sochi.

Chi vi scrive ha sempre manifestato, attraverso i vari articoli redatti,  forti dubbi su questa eventualità a dir poco insistente da parte dei mezzi di informazione occidentali, vuoi perché i fatti e le dichiarazioni ufficiali dei vari leader più influenti del mondo dei BRICS+ andavano nella direzione opposta, vuoi perché fermamente convinti, dai dettami della dottrina economico-monetaria, dei disastri che si materializzano sui popoli, quando a sistemi economici diversi viene imposto l’uso di una stessa moneta. Costringendoli a vivere in quella che è la ben nota – gabbia dei cambi fissi – propedeutica a far accettare quello che ormai possiamo tranquillamente definire un crimine contro l’umanità, ovvero la frode sulla scarsità della moneta. [1]

A dire il vero, già ad agosto scorso al XV vertice di Johannesburg – ovvero lo spartiacque ultimo indicato dal main stream, dopo il quale tutti i paesi appartenenti ai BRICS+, avrebbero iniziato a commerciare con questa nuova fantomatica valuta comune – il presidente russo Putin fu molto netto nello smascherare questa novella di matrice occidentale: niente moneta comune, niente connessioni delle valute con oro o qualsiasi altro materiale presente in natura, ma solo accordi di partnership sempre più stretti tra i paesi membri, che prevedono il regolare gli scambi commerciali reciproci attraverso la consegna di estratti conto denominati nelle valute nazionali. [2]

Nel lungo intervento di pochi giorni fa al Valdai Club meeting, Putin è stato ancora più chiaro e preciso sul tema moneta comune, addirittura indicando l’unione monetaria europea come esempio tragico (per i popoli non per le élite che li guidano), da non seguire.

Leggiamo cosa ha dichiarato il presidente russo sul tema moneta unica e sistema monetario dei BRICS+ in risposta ad una specifica domanda a lui rivolta dal Direttore del Center of Applied Research “TALAP, Rakhim Oshakbayev :

Vladimir Putin: “Per quanto riguarda il sistema finanziario globale, naturalmente non è l’ ideale,  non è equilibrato e non soddisfa gli interessi della maggior parte dei partecipanti alla comunità internazionale.

Sentite, ne ho già parlato e lo ribadisco, al Vertice Russia-Africa i nostri colleghi e amici africani hanno detto che l’onere dei prestiti degli Stati africani è di oltre mille miliardi di dollari. È impossibile ripagare questi debiti, non lo si farà mai.

Quindi, che tipo di sistema finanziario globale potrebbe creare una situazione del genere? Si tratta di una sorta di indennizzo. Non si tratta di semplici prestiti, ma di una situazione che va oltre le normali relazioni finanziarie ed economiche. E il sistema finanziario contemporaneo ha generato questa situazione. Allora ho detto per scherzo che solo i vigliacchi ripagano i loro debiti. Ho avvertito il pubblico che si trattava di una battuta.
Ma non è normale che si verifichi una situazione del genere e qualcosa deve cambiare. Il sistema di Bretton Woods è stato creato sulla base del dollaro, ma sta gradualmente crollando. Perché una moneta è un derivato dell’economia del Paese che la emette.

La quota dell’economia americana nel PIL globale si sta riducendo, e anche questo è un dato ovvio, puramente statistico. La quota dei Paesi BRICS, di cui ho già parlato, sta aumentando in termini di parità di potere d’acquisto rispetto a quella dei Paesi del G7, soprattutto dopo l’ingresso di nuovi Stati membri. Si tratta di una differenza piuttosto significativa.

Certo, le economie degli Stati Uniti e dell’Eurozona poggiano su una base di tecnologie moderne e il loro reddito pro capite è molto più alto di quello delle economie in via di sviluppo. Ma qual è la tendenza in atto? Le loro economie stanno entrando in recessione e mostrano risultati negativi, mentre nei Paesi BRICS la crescita è impressionante, anche dopo gli attacchi sferrati all’economia russa. Sembra che contassero sul crollo del nostro Paese, sulla distruzione della nostra economia e sulla distruzione della Russia.

Non solo abbiamo superato tutte le difficoltà dello scorso anno, ma abbiamo anche ottenuto risultati positivi: la nostra crescita economica è quasi del 3%, mentre la disoccupazione si attesta al 3%, e i livelli di debito si stanno riducendo – abbiamo tagliato in modo significativo il nostro debito estero. Le nostre aziende sono in grado di onorare tutti i loro impegni di debito. Certo, rimangono alcuni problemi, come le entrate non recuperabili e l’indebolimento della moneta nazionale. Lo vediamo. Sia la Banca Centrale che il Governo stanno rispondendo a questi sviluppi.
Sono sicuro che le misure adottate sono corrette e che i risultati saranno positivi.

Ma per quanto riguarda i BRICS, non dobbiamo solo creare una moneta unica, ma anche costruire un sistema di regolamento e creare una logistica finanziaria per garantire i regolamenti tra i nostri Stati.

Dobbiamo anche passare ai regolamenti nelle nostre valute nazionali, tenendole d’occhio per capire cosa succede effettivamente, tenendo conto degli indici macroeconomici delle nostre economie, delle differenze dei tassi di cambio e dei processi di inflazione. Non è una situazione facile, ma può essere affrontata e questo è ciò che dobbiamo fare.

Ieri ne abbiamo parlato con i nostri esperti, anche della possibilità di creare una moneta unica dei BRICS. In linea teorica, sì, è probabile. Ma per iniziare a lavorarci, dobbiamo raggiungere una certa parità nello sviluppo delle economie degli Stati membri, una prospettiva molto lontana.

Come mi hanno detto i colleghi, nel corso del tempo l’Eurozona è passata alla moneta comune, l’euro, senza pensare a come avrebbe funzionato in paesi con un diverso livello di sviluppo economico, e sono emersi dei problemi. Perché dovremmo commettere lo stesso errore? Questo tema non è nemmeno all’ordine del giorno. Ma dovremmo lavorare e lavoreremo per migliorare l’intero sistema finanziario, sia la finanza globale che le relazioni finanziarie all’interno dei BRICS+ (*).

E’ sufficiente leggere queste parole per capire come Putin ed i suoi consiglieri, considerino il progetto di una moneta comune molto futuribile e di difficile realizzazione, stante il fatto della totale diversità delle economie dei singoli paesi membri e dei loro fondamentali. Sappiamo bene come la moneta sia lo strumento essenziale per riequilibrare gli scambi tra i vari paesi, attraverso appunto l’utilizzo della politica del cambio flessibile e come in mancanza di questo, non esista altra soluzione che la deflazione salariale per mantenere competitività nei commerci con l’estero.

Insomma, se più paesi si convincono ad usare la stessa moneta, si devono convincere anche a mettere la cassa in comune, ovvero esseri disposti ad accettare politiche di governo centralizzate che si fanno carico dei necessari trasferimenti fiscali fra Stati, affinché si possa mantenere un livello di benessere adeguato per tutti e non uno status di colonizzazione permanente di un paese sull’altro. Fermo restando che la follia di una politica necessariamente mercantilista, tra Stati che usano la stessa moneta e si auto-impongono limiti di bilancio, alla fine si ritorce contro anche al paese esportatore.

Putin tiene a sottolineare come l’attuale sistema finanziario globale, fondato sulla convinzione della necessità di un dollaro nelle vesti di valuta di riserva, non sia equilibrato e soprattutto non soddisfi gli interessi della maggior parte dei partecipanti alla comunità internazionale.

Tutto nasce appunto da una errata convinzione, ovvero che tutte le altre valute del mondo debbano essere legate al dollaro per mantenere il loro valore e da lì la nascita di tutta una serie di organismi, a partire dall’FMI fino alla Banca Mondiale, che prestano dollari per il mondo, solo per finalità di controllo ed arricchimento di matrice elitaria.

E Putin, infatti, mette l’accento su come l’onere dei prestiti che grava sugli Stati africani è di oltre mille miliardi di dollari. Prestiti concessi solo perché non è stato consentito a questi paesi di operare attraverso una propria moneta, convincendo la gente, con l’aiuto naturalmente dei loro governanti corrotti, che con la loro moneta non avrebbero potuto comprare niente. Basta pensare a come la Francia, da anni, spadroneggia a livello coloniale attraverso il franco delle colonie (CFA). [3]

Putin nella sia spiegazione sul perché la moneta comune dei BRICS+ sia un progetto assolutamente non in cantiere, porta a sostegno del suo pensiero, proprio la drammatica esperienza che i popoli europei stanno vivendo in conseguenza dell’essersi dotati di una moneta unica:

“Perché dovremmo commettere lo stesso errore? Questo tema non è nemmeno all’ordine del giorno”

(cit. Putin)

Il presidente russo si sofferma anche sulla struttura nata con gli accordi di Bretton Woods, un sistema sostanzialmente di cambi fissi incentrato sul dollaro (gold exchange standard), e tutte le storture che ne sono derivate dal suo fraudolento utilizzo.

Vladimir Putin: “Ho già detto, e molti sono d’accordo con me, che il sistema di Bretton Woods è obsoleto. Non sono solo io a dirlo; ci sono esperti occidentali che lo affermano. Ovviamente deve essere sostituito, perché porta a fenomeni terribili come gli enormi debiti delle economie in via di sviluppo, ad esempio, o il dominio totale e incondizionato del dollaro nel sistema internazionale. Questo sta già accadendo; è solo questione di tempo.

Ma le autorità politiche e finanziarie, le autorità economiche degli Stati Uniti si stanno dando la zappa sui piedi agendo in modo così poco professionale, per usare un eufemismo, dimostrando testardaggine e disprezzo per tutti gli altri partecipanti agli affari economici internazionali. Hanno limitato i pagamenti in dollari – ora cosa possiamo fare? Non abbiamo altra scelta che pagare in valuta nazionale. Dobbiamo discutere le questioni che ho menzionato rispondendo a una delle domande dei nostri colleghi, e creare una nuova logistica per queste transazioni”.

Tutti noi sappiamo che il cd gold exchange standard,  basato su rapporti di cambio fissi tra le valute dei paesi del mondo, tutte agganciate al dollaro, il quale a sua volta era agganciato all’oro, nella realtà dei fatti non è mai esistito, poiché la creazione di dollari mai ha rispettato la parità con l’oro.

Quello che abbiamo vissuto prima ed ufficialmente dopo il 1971, anno in cui il presidente americano Nixon decretò la fine del gold standard, è un sistema di moneta fiat, ovvero priva di qualsiasi sottostante e non convertibile in niente. Solo che, all’occorrenza, per i soliti motivi da ricondurre al saccheggio di popoli e nazioni – principale attività di molte élite mondiali – ha fatto comodo continuare a fare credere alla gente che la moneta fosse coperta e scarsa.

E come dice Putin, questo sistema oggi ha lasciato in eredità “fenomeni terribili come gli enormi debiti delle economie in via di sviluppo” – debiti originati da creazione monetaria dal nulla che tutti sanno non saranno mai ripagati, ma che servono solo a tenere per il collo questi paesi ed a bloccare lo sviluppo dei loro sistemi economici.

In conclusione, pare proprio che Vladimir Putin, a differenza dei nostri governanti, abbia ben chiaro il funzionamento dei sistemi monetari moderni e di come sia deleteria, per i destini dei popoli, la politica del cambio fisso applicata alla propria valuta, nonchè l’ avventurarsi in progetti di moneta comune tra paesi diversi.

di Megas Alexandros

Fonte: Putin dice no alla moneta unica dei Brics: non faremo la fine dell’Euro – Megas Alexandros

Note:

(*) = traduzione dal discorso integrale di Putin al Valdai Forum del 05.10.2023 – http://en.kremlin.ru/events/president/news/72444

[1] Il “fantasma” del gold standard – Megas Alexandros

[2] Putin abbatte la moneta dei BRICS legata all’oro: “si commercia con le valute nazionali” – Megas Alexandros

[3] Il Franco delle Colonie (CFA): la UE africana gestita dai francesi…. – Megas Alexandros

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