DI STEVE LEVINE
Oilandglory.foreignpolicy.com
Nella foto: Craig Venter
Una delle partnership più pubblicizzate
tra alcuni degli scienziati odierni più celebrati e la compagnia petrolifera
più grande al mondo sembra essere in stallo nel suo tentativo di creare
biocarburanti per il mercato di massa dalle alghe, e potrebbe richiedere
un nuovo accordo per proseguire. Il disappunto vissuto dallo scienziato
J. Craig Venter e da ExxonMobil è degno di nota non solo per la loro
importanza, ma anche perché molti esperti ritengono che, almeno nel
medio termine, le alghe siano l’unica fonte plausibile di biocarburanti
che può ridurre la domanda di petrolio statunitense e globale in modo significativo.Venter, il primo mappatore del genoma
umano e il creatore della prima cellula sintetica, ha riferito che la sua squadra scientifica ed ExxonMobil non sono riusciti a scovare le alghe naturali che possono essere convertite in biocombustibile su scala commerciale. ExxonMobil e la Synthetic Genomics Inc. di Venter con sede a San Diego, o SGI, continuano a tentare di manipolare le alghe naturali, ma lo studioso ha detto di aver visto la risposta altrove, nella creazione di una fibra creata dall’uomo. “Io credo che l’approccio per una cellula totalmente sintetica sia il modo migliore per ottenere un’innovazione davvero determinante“, mi ha riferito Venter in uno scambio di email.
Venter ha reso pubbliche le proprie
convinzioni prima di una conferenza tenuta questa settimana a Washington, D.C. alla New America Foundation sul futuro dell’energia e nelle risposte fornite alle domande che gli sono state poste.
La strada per ridurre la dipendenza
dai combustibili fossili, a causa della vulnerabilità del Medio Oriente,
delle preoccupazioni per il cambiamento climatico e le centinaia di
miliardi di dollari spesi per le importazioni di petrolio, si poggia
su queste iniziative per creare un biocombustibile su larga scala. Visto
che metà delle alghe sono già trasformate in petrolio allo stato
naturale, molti esperti dicono che si tratta di un’alternativa superiore
ai biocarburanti creati dai prodotto agricoli come il mais, la palma
e il panìco, che contengono percentuali molto inferiori di olio.
All’annuncio avvenuto nel luglio
del 2009, l’alleanza tra i colossi Venter ed ExxonMobil attrasse un’attenzione
generalizzata. ExxonMobil disse di essere disposta a spendere fino a
600 milioni di dollari se in laboratorio si fosse arrivati a poter rivelare
al pubblico una svolta epocale. Il Wall Street Journal riportò che la partnership poteva sancire “l’arrivo
dell’era” dell’alga biocombustibile. Greenbang si affrettò a dire che l’alleanza poteva essere “demoniaca“,
ma non Gigaom, che disse che poteva essere “il colpo grosso
delle alghe“.
I termini di questa alleanza tralasciano
l’approccio totalmente sintetico che ora Venter sta sostenendo, e
per questo sta conducendo “un dialogo in divenire”
con Exxon per un nuovo accordo. Sembra anche suggerire che questa nuova
intesa richiederebbe maggiori investimenti da parte di Exxon.
Il portavoce di ExxonMobil Alan Jeffers
ha suggerito che la compagnia ha una convinzione differente sullo stato
dell’arte della collaborazione. “Il progetto alle alghe ExxonMobil-SGI
è in corso e non ha raggiunto le conclusioni affermate nella sua nota“,
mi ha scritto Jeffers in una email. (Gli avevo chiesto se era
vero che l’alleanza non era riuscita a trovare una fibra adatta di
alga naturale, e che Venter stava cercando di spostarsi verso una nuova
fase di ricerca).
Quello a cui stiamo assistendo potrebbe
essere una semplice frizione tra i notori metodi conservatori di Exxon
e l’indipendente, iconoclasta Venter. In questo caso, Venter fin dal
principio potrebbe aver voluto indirizzarsi subito verso le provette
e creare la sua alga, mentre Exxon, tenendo i cordoni della spesa, avrebbe
sostenuto un approccio meno costoso e graduale partendo dalle fibre
esistenti. Non ci sono segnali di una possibile rottura. Ma alla fine
se l’alleanza non dovesse avere successo, sarebbe un duro colpo per
Venter, che ha detto che per avere la meglio ha bisogno di poter accedere
alle tasche profonde di una delle più grandi compagnie petrolifere,
e anche, pur se in grado minore, per ExxonMobil, che ha diffusamente
pubblicizzato la partnership per testimoniare di essere un’azienda
che guarda avanti (vedi il video sotto).
Dopo lo scambio di email con
Venter, ho cercato una trattazione delle sue affermazioni nella conferenza
di mercoledì. Qui incolla la sua risposta per intero. Venter:
Per chiarire il mio
punto di vista, l’alleanza con Exxon
è in corso e sta ancora esplorando una gamma di opzioni per trovare
il modo migliore per ottenere le alghe per lo sviluppo dei biocarburanti.
Come ho detto ieri, e come ripeto e credo da tempo, le fibre di alghe
naturali non ci porteranno a quello di cui abbiamo bisogno per quanto
riguarda la scala di produzione per un’alternativa utile ai carburanti
e ciò è stato già provato. La manipolazione genetica delle fibre
naturali è al momento li modo migliore, più
veloce e più efficace per lavorare con le alghe per ricavarne lipidi,
quindi SGI ed Exxon continuano a lavorare su questo.
Personalmente credo
che ultimamente abbiamo bisogno di fare ricerche su una cellula di alga
costruita totalmente in modo sintetico (e SGI ci sta provando con finanziamenti
interni) per giungere ai livelli di produzione necessari, ma ciò
non fa parte al momento dell’accordo tra Exxon Mobil e SGI. Ho detto
e spero davvero che possa essere un qualcosa sui cui SGI e Exxon possano
lavorare insieme.
SL: Il mio appunto riguarda il
fatto che lei ha detto che la fase del lavoro che esplora la fattibilità
dell’utilizzo delle fibre naturali per raggiungere l’obbiettivo
ha fatto la sua strada, e questo è il motivo per cui lei sta cercando
di intraprendere un percorso totalmente sintetico. Sta dicendo che ciò
non è preciso, che per gli accordi della collaborazione lei continuerà
a lavorare con il sistema precedete, usando fibre naturali? Se così
non fosse, in che modo viene svolto il lavoro di questa alleanza?
Credo che i suoi appunti
siano corretti, ma escludono una parte fondamentale. Mi
è chiaro che le fibre naturali non modificati non ci porteranno dove
vogliamo. La collaborazione SGI-Exxon si sta concentrando nel capire
se con l’ingegneria metabolica e le mutazioni genetiche si possa incrementare
notevolmente la produzione di idrocarburi per portarla ai livelli necessari,
partendo dalle fibre naturali che abbiamo studiato. Io credo
che l’approccio per una cellula totalmente sintetica sia il modo migliore
per ottenere l’innovazione davvero determinante
di cui abbiamo parlato ieri.
SL: Lei ritiene che le discussioni
con Exxon si stanno muovendo verso la nuova fase che lei auspica, l’approccio
totalmente sintetico? Siamo all’inizio di questi colloqui? Exxon è
ricettiva?
Io ritengo che le nostre
capacità in questo settore siano quelle che hanno attratto Exxon
per lavorare con noi. Il nostro successo nella costruzione della prima cellula sintetica è solo dello scorso anno e non era stata
ottenuta quando abbiamo stipulato l’accordo tra SGI ed Exxon. Direi che si tratta di un dialogo in divenire.
Fonte: Trouble in the algae lab for Craig Venter and Exxon
21.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE