di Fabrizio Bertolami per comedonchisciotte.org
Dopo gli infecondi tentativi fatti da Macron all’inizio del conflitto ucraino, è ora il Vaticano a provarci. Il Cardinale Zuppi, inviato speciale del Papa ha già incontrato Zelenski a Kiev (1) , è stato a Mosca (2), pur senza incontare direttamente Putin, e nel mese di luglio si era già recato a Washington da Biden (3).
Ieri ha concluso il suo “tour diplomatico” con una visita a Pechino, dove è stato ricevuto da Li Hui, rappresentante speciale per gli affari euroasiatici, ovvero colui che il governo cinese ha demandato ad occuparsi della questione ucraina.
Notizia nella notizia è che questa è la prima volta che un inviato del Vaticano incontra un membro del Governo in Cina (4).
Il quotidiano China Daily non ha dato alcuno spazio alla visita del Cardinale, citata invece ampiamente su Avvenire.
Recita il quotidiano della CEI:
“Il colloquio, svoltosi in un clima aperto e cordiale, è stato dedicato alla guerra in Ucraina e alle sue drammatiche conseguenze, sottolineando la necessità di unire gli sforzi per favorire il dialogo e trovare percorsi che portino alla pace. È stato inoltre affrontato il problema della sicurezza alimentare, con l’auspicio che si possa presto garantire l’esportazione dei cereali, soprattutto a favore dei Paesi più a rischio”
Il Cardinale ha ora in programma un ritorno a Mosca, presumibilmente per proporre una propria mediazione per un accordo di Pace, avendo raccolto le richieste di tutti.
I preparativi per una visita a Pechino sono stati lunghi e laboriosi in quanto, tra le difficoltà, vi è l’assenza di rapporti diplomatici tra la Santa Sede e la Cina (anche Macron aveva visitato la Cina agli inizi di luglio).
Non è un caso che le uniche entità “europee” ad aver tentato un approccio onnicomprensivo alla guerra in Ucraina, con i principali attori sulla scena mondiale, siano la Francia e il Vaticano, uniche entità di peso ad avere ancora un grado di libertà da Washington.
La Francia è infatti entrata a far parte della NATO solo nel 1999, dopo aver mantenuto per 50 anni la sua forza militare, e nucleare, distinta da quella dell’Alleanza ed è l’unica vera potenza dotata di armi atomiche sul continente.
Il Vaticano è l’istituzione più antica al mondo, ha rapporti con quasi tutte le Nazioni rappresentate all’ONU, Cina Comunista esclusa, appunto.
Anche se non dotata di un esercito, ha dalla sua la Dottrina del Cristo che ha nella Pace tra gli uomini il suo punto di forza “geopoliticamente” più rilevante.
Sebbene Mosca abbia criticato in alcune occasioni alcuni discorsi di Papa Francesco (quando ad esempio parlò della “brutalità di alcuni alleati russi” come i Ceceni (5)), ciò che permette a Mosca e al Vaticano di poter avere un rapporto non superficiale è la comune fede nel Signore, ed infatti nella sua visita moscovita ha incontrato anche il Patriarca di tutte le Russie, Kirill.
Cosa dobbiamo aspettarci al termine di questa serie di incontri non si sa: a quanto sembra Zelenski non accetterebbe di cedere la Crimea e le repubblice seccessioniste di Donetsk e Lugansk alla Russia, Mosca non è disposta a ritirarsi come se nulla fosse accaduto, Washington non può perdere la faccia davanti al mondo dopo aver speso quasi 100 miliardi di $ per armare l’Ucraina, la Cina non può accettare una soluzione che, in seguito, le impedisca di rivendicare l’annessione di Taiwan.
Il gioco è complesso, ma vale la pena provarci. Non va dimenticato che San Francesco, senza intermediari, si recò nel 1219 (così le cronache) in Terra Santa per incontrare il Sultano che assediava Gerusalemme per convincerlo a desistere dall’impresa. Non vi riuscì nell’immediato, ma la sua impresa destò meraviglia nel Sovrano musulmano e anni dopo, la pace in quella terra martoriata venne davvero raggiunta.
Oggi, in tempi decisamente più veloci di quelli medievali, il mondo non può attendere anni per veder terminare la guerra alle porte dell’Europa ed è anzi urgente che le armi tacciano, prima che le ostilità in Ucraina possano coinvolgere la Bielorussia o addirittura la Polonia.
Zelensky ha già rifiutato la mediazione del Papa(6), definito dal solito Podolyak addirittura “filorusso” (7). Considerato che l’Ucraina non può essere autonoma nella sua gestione della guerra, bisognosa com’è delle armi e dei contributi occidentali, in special modo americani, non pare che l’ultima parola spetterà nè a Zelensky nè al suo imbarazzante consigliere.
Saranno Washington, Mosca e Pechino ad accordarsi sul suo destino, magari proprio con la mediazione di Roma.
di Fabrizio Bertolami per comedonchisciotte.org
15.09.2023
Fonti:
1. https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2023/06/05/ucraina-mosca-sventata-operazione-su-vasta-scala-di-kiev_8e76fbe4-f48b-414b-a09b-721e9e5c6dd1.html
2. https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-07/quo-149/conclusa-la-visita-del-cardinale-zuppi-a-mosca-come-inviato-del.html
3. https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-07/zuppi-missione-pace-ucraina-tappa-washington-17-19-luglio.html
4. https://www.avvenire.it/papa/pagine/zuppi-in-cina
5. https://www.secoloditalia.it/2022/12/mosca-il-vaticano-si-scusa-per-le-parole-del-papa-su-ceceni-e-buriati-incidente-chiuso/
6. https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/05/13/zelensky-rispetto-per-il-papa-ma-non-abbiamo-bisogno-di-mediatori_280d2db9-6310-42f4-941f-735b3f2c2e0f.html
7. https://www.ilgiornale.it/news/vaticano/kiev-boccia-papa-filorusso-e-non-credibile-2207453.html